Con una grande inversione di rotta della propria politica, l’American Medical Association ha votato per cambiare la sua visione sulla marijuana medica. Dopo 72 anni l’organizzazione ammette che la marijuana ha usi medici, e sta cominciando a spingere per inquadrare la cannabis fuori dalla tabella 1 in modo che possano essere fatte maggiori ricerche scientifiche sulla cannabis.
L’A.M.A. ha adottato una relazione elaborata dal Consiglio A.M.A. per la scienza e la sanità pubblica (CSAPH) dal titolo “L’uso della cannabis per scopi medicinali”, ha affermato che i benefici terapeutici della marijuana esistono e ha chiesto di svolgere ulteriori ricerche. La relazione CSAPH ha concluso che, “studi clinici a breve termine controllati, indicano che fumare cannabis riduce il dolore neuropatico, migliora l’appetito e l’apporto calorico specialmente nei pazienti con ridotta massa muscolare, e può alleviare la spasticità e il dolore nei pazienti con sclerosi multipla“.
Inoltre, la relazione chiede che “la Tabella I sullo status di marijuana debba essere riesaminato con l’obiettivo di facilitare la ricerca clinica e lo sviluppo di farmaci a base di cannabinoidi, e ai metodi di somministrazione alternativi.” (fonte: opposingviews.com)