Per un mese da oggi, lo stato di emergenza è instaurato in Paraguay, in cinque province agricole settentrionali: San Pedro, Concepción, Amambay, Alto Paraguay e Presidente Hayes. Il nuovo provvedimento semplifica i procedimenti giudiziari necessari per arrestare i sospettati, in quanto elimina l’apposito mandato, e vieta di indire o partecipare a riunioni pubbliche e a proteste.
Il presidente del Paraguay, Fernando Lugo, ha ottenuto questi poteri straordinari per neutralizzare il gruppo armato di sinistra che si definisce ‘Esercito del popolo paraguayano‘ (’Ejercito del Pueblo Paraguayo‘ -EPP), ritenuto responsabile di attacchi criminosi in cinque province periferiche nel nord, dove sono impiantate aziende agricole che coltivano marijuana.
Il Senato, riunito ieri in seduta straordinaria, ha approvato all’unanimità le modifiche apportate venerdì alla Camera dei Rappresentanti. Il Congresso ha iniziato il dibattito giovedì, su richiesta dello stesso Capo di Stato, il giorno dopo che tre civili e un agente di polizia sono stati uccisi da sospetti militanti dell’EPP, il 21 aprile, in una fattoria nel villaggio di Arroyito, a 40 km dalla città di Horqueta e a 380 km a nord di Asunción, nel distretto di Concepción.
Secondo quanto risulta in via ufficiale, all’EPP aderiscono un centinaio di militanti e opera nelle aree boschive ai confini del Brasile e della Bolivia, dove viene coltivata illegalmente una quantità tale di marijuana da rendere il Paraguay, una nazione povera del Sudamerica, un fornitore di rilievo a livello regionale. La banda “criminale”, così definita dalle autorità governative, è da queste sospettata di essere in collegamento con i ribelli dell’organizzazione comunista delle ‘Forze armate rivoluzionarie della Colombia‘ (’Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia‘ – FARC), che ne avrebbero addestrato i leader. Il gruppo armato paraguayano è stato accusato di almeno quattro sequestri di persona dal 2001 ad oggi, compreso l’ultimo rapimento di un allevatore di bestiame.
L’iniziativa presa da Lugo per ottenere di instaurare le misure d’emergenza è stata accolta in maniera controversa nella nazione. A questo provvedimento si è ricorsi frequentemente durante i 35 anni di dittatura del generale Alfredo Stroessner, dal 1954 al 1989; l’ultima volta in cui è stata imposta risale al 2002, dopo che erano scoppiate le violente proteste anti-governative contro l’ex presidente Luis Gonzalez Macchi.
Un comunicato di opposizione all’applicazione della legge eccezionale di sicurezza è stato presentato da partiti di sinistra e da sindacati. Si tratta di “strumenti” di repressione, “la gente non sa chi sarà la prossima vittima”, ha dichiarato il presidente del Congresso, il senatore dell’opposizione Miguel Carrizosa.
Anche alcuni legislatori criticano con scetticismo questa strategia politica che rischia di favorire incontrollati abusi di potere da parte delle forze dell’ordine.
di Antonella Gilioli (fonte: periodicoitaliano.info)