Ci sono persone nel mondo che stanno parlando ed agendo contro la guerra alle droghe. Esse sfidano sia la stigmatizzazione sociale che le conseguenze legali quando mettono in discussione la corruzione, l’insicurezza legale e la discriminazione causata dalla guerra alle droghe. Esse sono perseguitate o arrestate per dei motivi direttamente collegati al loro lavoro politico. Encod (la coalizione per una giusta politica europea sulle droghe) vi chiede di sostenerli e naturalmente anche noi di Enjoint condividiamo e divulghiamo questo appello.
Se conoscete qualcuno che merita di esser menzionato a proposito, per favore contattateci.
Bernard Rappaz, Svizzera
Bernard Rappaz è stato accusato (e condannato da nuove leggi retroattive) di traffico illegale di cannabis, ma essendo uno dei principali industriali della canapa e noto pioniere del suo utilizzo nella agricoltura biologica e nelle energie rinnovabile, sembra esser diventato un vero bersaglio delle autorità svizzere.
Il 19 marzo Rappaz era stato imprigionato con una sentenza di 5 anni e 8 mesi di reclusione, dopo un processo ingiusto, nel corso del quale le accuse hanno mescolato in maniera disinvolta la violazione delle leggi federali sulle droghe, il riciclaggio di denaro, la violazione delle leggi sulla circolazione stradale, etc etc.
Il 10 maggio 2010, dopo 50 giorni di sciopero della fame per ottenere una revisione federale del suo processo, era messo in libertà condizionata per esser poi reincarcerato il 22 maggio. Lui ha iniziato un nuovo sciopero della fame e della sete. Le autorità svizzere lo hanno condannato a morte?
Cosa si può fare per Bernard?
Ci sono molti modi per aiutare Bernard Rappaz nel processo che sta vivendo, e su un altro livello, nella sua battaglia per la libertà della canapa. Abbiamo bisogno di un sostegno molto esteso per fare in modo che la salute di Bernard non venga messa in pericolo, come durante il suo ultimo sciopero della fame durato 73 giorni, a causa della sua determinazione contro tutte le ingiustizie causate dalle imposizioni del proibizionismo.
Per assicurare la vostra partecipazione a questa iniziativa, ecco alcune indicazioni.
1 – Mandate un messaggio di solidarietà a Bernard. Più posta arriva, più velocemente reagiranno le autorità svizzere.
Scrivete a: Bernard Rappaz, Pénitencier de Crêtelongue, 3977 Granges / VS, Svizzera
2 – Copiate la lettera prestampata e sistematela come preferite, e mandatela per posta o fax/email alla Signora Esther Waeber, capo direttore del Ministero del Dipartimento Sicurezza, Affari Sociali ed Integrazione del Cantone del Vallese, Svizzera
3 – Registrate la vostra partecipazioni sul questo sito oppure postate un messaggio per indicare il vostro messaggio di solidarietà da ” digiunante” (inviando dati sulla vostra iniziativa/località ed obbiettivi)
Maxim Popov, Uzbekistan
Maxim Popov, è un attivista di 29 anni, fondatore e leader di Izis, una organizzazione di giovani medici ed attivisti che si focalizza sulla prevenzione su HIV/AIDS e il sostegno di tossicodipendenti e lavoratori e lavoratrici del sesso. Nell’aprile del 2010 è stato condannato a 7 anni di prigione, accusato di violazioni finanziarie (secondo le accuse avrebbe intascato illegittimamente i fondi dei donatori) e per la distribuzione del libro “Stili di vita sani. La guida per gli insegnanti”, pubblicato ad Almaty e ripubblicato per tre volte. Il libro era sostenuto da Nazioni Unite, USAID, UNICEF, PSI, Global Fund e altri. Il governo usbeco affermava che il libro costituiva un “assalto ai minorenni senza violenza” e disponeva che il libro venisse bruciato e tolto dalla circolazione.
“Imprigionare Maxim Popov non è solamente una violazione dei diritti umani, ma ha colpito gli sforzi di salute pubblica in Uzbekistan” ha affermato Robin Gorna, Direttore esecutivo della International Aids Society. “Nella maggior parte dei paesi del mondo il lavoro fatto da Maxim Popov verrebbe lodato e sostenuto. Ciò sottolinea il bisogno di donatori, come quelli che hanno finanziato il lavori del signor Popov, per migliorare la protezione dei loro educatori impegnati direttamente sull’HIV dalle molestie e dall’arresto.”
Cosa si può fare per Maxim?
Firmare la lettera aperta che richiede a tutte le agenzie internazionali di sostenere l’amnistia per Maxim Popov.
Chakib El Khayari, Marocco
Chakib El Khayari era stato arrestato a Casablanca il 18 febbraio 2009. In qualità di Presidente dell’Associazione dei Diritti Umani del Rif lui aveva fatto delle dichiarazioni critiche sulla stampa riguardo al livello di corruzione delle agenzie di controllo delle droghe dello stato marocchino. Queste agenzie chiudono gli occhi sull’esportazione illecita dell’hashish dal Marocco, ed attuano una politica repressiva rispetto ai contadini che coltivano la cannabis.
Le accuse contro El Khayari non giustificano la sua detenzione. La vera ragione può esser stata che l’anno prima della sua detenzione, El Khayari aveva iniziato a dibattere sui media marocchini per prendere in considerazione la legalizzazione della cannabis per scopi medici ed industriali come un modo per ridurre il traffico illecito di droghe e di portare lo sviluppo nella regione. Mercoledì 24 giugno 2009, El Khayari è stato condannato a tre anni di prigione e a una multa di 68.000 euro.
Cosa si può fare per Chakib?
Domanda al tuo parlamentare europeo di intervenire per la liberazione di Chakib.
Firma ed invia la lettera al Re del Marocco con copie alla Ambasciata del Marocco nel tuo paese.
Manda una cartolina a Chakib:
Chakib El-Kheyari, BP 742, Nador , Maroc
Marc Emery, Canada
Marc Emery è un attivista molto noto della legalizzazione della cannabis a Vancouver. Un proprietario di un negozio al dettaglio, ed editore di Cannabis Culture Magazine, il 29 luglio 2005 era stato arrestato per aver venduto semi di marijuana via Internet. L’arresto avvenne su richiesta degli Stati Uniti. Emery fu accusato dagli Stati Uniti nonostante non avesse mai operato a sud del confine. Dopo una lunga battaglia giudiziaria sulla sua estradizione, Marc Emery fu infine estradato negli Stati Uniti il 20 maggio 2010. Sta aspettando di scontare una sentenza di 5 anni.
Cosa si può fare per Marc?
Cannabis Culture e WhyProhibition.ca stanno organizzando delle proteste mondiali ancora una volta per attirare l’attenzione alla sua causa e alla sua situazione. Per favore vedete come potete aiutare a convincere il giudice federale statunitense a dare a Marc Emery una detenzione molto breve o non di custodia in carcere!
(fonte: ENCOD.org)