Liberalizzare la marijuana potrebbe essere una soluzione per fare ripartire il Pil e risolvere il problema del debito pubblico? E’ la provocazione di alcuni esperti, secondo cui gli introiti per le casse dello Stato legati all’Iva sulla cannabis sarebbero di 2 miliardi di euro l’anno.
IVA SULLA MARIJUANA – Ammesso che chi compra e vende marijuana sia disposto a pagare l’Iva come un qualunque commerciante, e non preferisca contrabbandarla in nero anche dopo un’eventuale liberalizzazione. Ma per non gettare fumo negli occhi, occorre tenere conto anche dei costi sociali legati all’uso di droghe. Negli Stati Uniti si parla per esempio di 500 miliardi di dollari l’anno, che potrebbero anche salire se la marijuana fosse legalizzata. Un tema destinato a fare sempre più discutere, soprattutto dopo la sentenza della Corte di cassazione che ha rigettato il ricorso del procuratore generale della Corte d’appello di Catanzaro contro l’assoluzione di un ragazzo di 23 anni sorpreso a coltivare cannabis sativa sul suo terrazzo. Anche se probabilmente non si tratta di un caso isolato. Stando ai dati più aggiornati, nel 2010 in Italia le persone che consumano abitualmente droghe leggere hanno raggiunto quota 4 milioni, e si prevede che raggiungano 5 milioni nel 2012. Guido Blumir, esperto di tossicodipendenze e sociologo, ha stimato che la spesa annua per hashish e marijuana è di circa 10 miliardi di euro l’anno.
AFFARI IN FUMO – Blumir ha calcolato che, se si liberalizzassero queste sostanze stupefacenti e le si vendessero con un’imposta sul valore aggiunto, lo Stato potrebbe ricavare 2 miliardi di euro l’anno in tasse. Ovviamente, sugli adepti della cannabis non esistono numeri ufficiali, ma alcune stime meno prudenti parlano addirittura di sei milioni di persone. E immaginando che il consumo quotidiano sia di un grammo a testa, la spesa media nazionale è di 60 milioni di euro al giorno. Per la criminalità organizzata sono tutti affari d’oro. Si parla infatti di 22 miliardi di euro ogni 12 mesi, quasi la metà della manovra economica del governo che si aggira sui 43 miliardi di euro. Un’attività economica illegale, ma che per i magistrati è sempre più spesso tollerabile. Alessandro Moneti, gup di Firenze, all’inizio del mese ha per esempio assolto Luigi Bargelli e Marco Gasparrini, proprietari della ditta Semitalia, che erano accusati di avere venduto semi di marijuana. Come spiegato infatti dal giudice fiorentino, le semenze sono «escluse dalla nozione legale di cannabis, in base alla legge 412 del 1974 e alla convenzione unica sugli stupefacenti di New York del 1961». E in difesa dei commercianti si era mobilitata persino l’Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori (Aduc). Tra le varie idee anche quella di Peter Koler, direttore del Centro per la prevenzione delle dipendenze e la promozione della salute della Provincia di Bolzano, che a maggio ha proposto una distribuzione dei derivati della canapa sotto il controllo di enti sanitari affidabili e competenti.
I COSTI SOCIALI – Resta il fatto che, se secondo Guido Blumir legalizzare la cannabis presenterebbe dei vantaggi economici per lo Stato, esistono anche dei costi sociali non indifferenti. E’ interessante osservare che sia Canada sia Stati Uniti hanno pubblicato dei dati ufficiali, anche se quelli più recenti risalgono al 2002. Come sottolineano i ricercatori Giovanni Serpelloni e Maurizio Gomma nell’«Analisi economica dei dipartimenti delle dipendenze» pubblicato dal Network nazionale sulle dipendenze, in Canada i costi sociali complessivi derivanti dall’abuso di sostanze ammontano a 39,8 miliardi di dollari, su una popolazione che è circa la metà di quella italiana (34 milioni di abitanti). I costi attribuiti all’abuso di sostanze illegali rappresentano il 20,7% della spesa totale, equivalenti a 8,2 miliardi di dollari. Secondo il Dipartimento di Salute degli Usa, i costi sociali per l’abuso di sostanze negli Stati Uniti ammontano invece a 500 miliardi di dollari, considerando anche le spese legate alla criminalità e alla ridotta capacità lavorativa delle persone tossicodipendenti. I costi riconducibili all’abuso di sostanze illegali sono pari a 181 miliardi di dollari e rappresentano il 36,2% della spesa totale.
(Pietro Vernizzi)
Fonte: ilsussidiario.net