La Colombia e gli Stati Uniti oggi hanno firmato un patto che garantirà a Washington più basi militari nel paese sudamericano, consolidando ulteriormente il suo status di migliore alleato degli americani nella regione.
I leader dei paesi confinanti, orientati a sinistra, si sono opposti all’accordo, che garantisce alle truppe americane accesso a sette basi, nel tentativo di potenziare le operazioni antidroga.
Il presidente venezuelano Hugo Chavez sostiene che il patto destabilizzerà la regione e che potrebbe addirittura fornire agli Stati Uniti un trampolino per invadere il suo paese, ricco di petrolio, un’accusa respinta tanto da Bogotà quanto da Washington.
“Il patto si fonda sui principi della più assoluta uguaglianza di sovranità, dell’integrità territoriale e sul non intervento negli affari interni di un altro paese”, si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri colombiano.
Funzionari di Stati Uniti e Colombia dicono che la presenza americana nel paese andino non supererà i limiti fissati in precedenza dall’Assemblea di 800 soldati e 600 contractor.
Washington sta ridisegnando la mappa delle sue basi per le operazioni antinarcotici in Colombia, dopo che il leader dell’Ecuador, Rafael Correa, alleato di Chavez, aveva rifiutato di concedere un prolungamento della missione americana nel suo paese. Anche Bolivia e Nicaragua si oppongono all’accordo americano-colombiano.
Il governo americano ha già stanziato 46 milioni di dollari per finanziare il patto. Buona parte della somma sarà destinata alla base aerea di Palanquero, vicino Bogotà.
La Colombia, il più stretto alleato degli Stati Uniti in Sud America, a partire dal 2000 ha ricevuto da Washington circa sei miliardi di dollari, la maggior parte dei quali in aiuti militari.
Il presidente colombiano, il conservatore Alvaro Uribe, aveva deciso di non sottoporre all’esame dell’Assemblea il testo dell’accordo, come raccomandato da un tribunale colombiano la scorsa settimana. Il patto è stato criticato in Colombia perché di fatto garantisce ai soldati americani l’immunità davanti ai tribunali colombiani.
Il senatore dell’opposizione Gustavo Petro, anche lui candidato alla presidenza, ha dichiarato il patto non valido perché non approvato dal Parlamento colombiano. “Uribe lo ha firmato perché è sottomesso alla strategia geopolitica dell’estrema destra americana”, ha accusato Petro. Ma i sondaggi dicono che i colombiani sono favorevoli all’accordo.
Uribe è considerato da molti un eroe per la sua durezza nei confronti dei ribelli marxisti, famosi soprattutto per il ricorso che fanno alla pratica dei sequestri. La più grande formazione di guerriglia del paese — le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, note anche come Farc — combatte da 45 anni una guerra che finanzia dagli anni Ottanta con il traffico di cocaina.
Uribe potrebbe candidarsi per un altro mandato, il terzo, da quattro anni, se i suoi sostenitori riusciranno a modificare la Costituzione in tempo perché si presenti alle elezioni di maggio. Washington lo vede come un argine contro Chavez e Correa, i quali si sono garantiti la possibilità di prolungare il proprio mandato cambiando le leggi elettorali. Uribe non ha ancora rivelato se si candiderà o no, a maggio. Ma i sondaggi confermano che è lui il candidato di gran lunga più popolare. (fonte: Reuters)