Pensiamo sia indice di una moralità guasta affermare palesi bugie come quando si difende l’indifendibile esprimendosi su carceri e giustizia, affermando che la colpa del sovraffollamento non è per nulla della sua personalissima legge sulle droghe e dell’azione repressiva del Dipartimento Politiche Antidroga (DPA).
Esprime una latente immoralità non provare vergogna dopo aver commesso ingiustizie o male azioni, il non saper accettare né di aver sbagliato né la realtà dei fatti, che è poi l’opinione mondiale ormai prevalente e quanto mai attuale di molti tra i personaggi più competenti in materia di carceri e di politiche sulle droghe.
Esprimono malafede affermazioni che tendono a sostenere quel ‘bussiness delle dipendenze’ che negli Usa per fare un esempio è al secondo posto come giro di soldi pubblici, solo per avviare anche da noi un’economia che lucri sulle sofferenze, sulle malattie, sulle condizioni sociali e sulle abitudini più o meno dannose per l’individuo.
Appare come tendenzialmente terroristico e immorale affermare che la cannabis sia la droga più pericolosa, senza valide prove e senza possibilità di apertura e di confronto alle controparti di opposto pensiero con risultanze medicoscientifiche, e arrivare a sostenere addirittura che l’alcool o la cocaina possano essere perfino meno nocive.
Fortemente immorale e al limite dell’educazione civica e civile è rinchiudere in carcere e poi con la forza in comunità di recupero i consumatori di droghe e di cannabis in particolare, solo per il fatto di essere dei ‘consumatori’.
E’ vergognoso indirizzarli a rimpinzare percorsi di recupero dalla discutibile valenza che possono funzionare solo quando l’utente destinato al “trattamento” abbia la reale intenzione di smettere di usare droghe e solo quando lo decida per sua volontà e bisogno, (lo possono confermare tutti i migliori psicologi esperti in materia).
A meno che le comunità di recupero non diventino una sorta di campi di concentramento per la riabilitazione forzata e per il reclutamento di forza lavoro gratuita, il che è molto ingiusto, oltre che incoerente, incongruo e fascista.
Invitiamo il signor Giovanardi ad approfondire e a confrontarsi con chi ha le competenze e che ad oggi si è espresso chiaramente contro l’attuale legge sulle droghe e a chiarire la sua personale e ambigua posizione politica avviando il dibattito in parlamento …se ha il coraggio ovviamente e se è certo di ciò che sostiene.
Perchè la cannabis è stata criminalizzata e non si è mai pensato di regolamentare e legalizzarne l’uso e la coltivazione personale per monitorarne i consumi alla luce del sole, per distinguere i consumatori dagli spacciatori ed evitarne o moderarne l’utilizzo soprattutto da parte dei più giovani?
Colpa della legge sulle droghe vigente, l’han detto tutti ormai, l’ANM, politici di destra e di sinistra, responsabili delle direzioni carceri, PM e giudici antimafia, avvocati, associazioni…
Lei è tra i pochi ad aver il coraggio di affermare il contrario diffondendo e difendendo le sue teorie con motivazioni che nascondono interessi che sono di Stato e che esprimono sintomatici conflitti di interesse.
Il sovraffollamento delle carceri è tecnicamente colpa di uno Stato che attua politiche pseudo criminali e di politici con una moralità ambigua e distorta.
Immorale è sostenere politiche fallimentari se non criminali come quelle proibizioniste e in questo lei ha grossa responsabilità, ma dobbiamo ammettere che lei è irripetibile e unico nel suo genere.
GioVa – ASCIA