PDA

Visualizza Versione Completa : Radicali all'attacco



rolando
09-01-12, 11:11
Mah...io di iniziative così ne ho già visto a decine e ormai ho perso le speranze....E comunque:
-------------------------
Marijuana, i radicali vanno all’attacco
“Autodenunciamoci nelle questure del Paese”

Staderini lancia la nuova campagna: "Il proibizionismo ha arricchito le mafie e intasato le carceri di consumatori". Nonostante l'Italia abbia una delle leggi più severe a livello europeo, sono 4milioni e 300mila i cittadini che hanno fatto uso di sostanze. Quasi quanto il numero dei pendolari
Nel giorno in cui il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera lancia le liberalizzazioni del governo annunciando, in un’intervista fiume al Corriere della Sera, che l’esecutivo farà un decreto al mese, i radicali italiani prendono la palla al balzo e tornano a perorare la causa di una liberalizzazione molto particolare: quella della marijuana e delle droghe leggere. Con una proposta choc: autodenunciarsi nelle questure di tutto il Paese.

L’iniziativa la spiega direttamente il segretario del partito Mario Staderini: “In Italia ci sono 117 uffici di polizia e quattro milioni di consumatori di droghe leggere. Basterebbe che ogni giorno cento di loro, coordinandosi online, si recassero a consegnare spontaneamente le loro sostanze e le questure rimarrebbero completamente intasate”.

Un gesto di disobbedienza civile che ha una valenza politica molto precisa. “Quella di dimostrare – spiega Staderini – che il proibizionismo ha fallito, non funziona e non conviene. La gente deve capire che, grazie al fiume di denaro che arriva dalle droghe, le mafie hanno inquinato le nostre economie, hanno invaso le nostre città e corrompono lo Stato”.

Con questo gesto i radicali vogliono riaprire il dibattito su un tema che nel Belpaese è rimasto a lungo sopito. “In tutto l’Occidente è in atto un ripensamento profondo sulla war on drugs – attacca il segretario – mentre l’Italia, con la sua iper-proibizionista Legge Fini-Giovanardi sulle sostanze, sta alla finestra”.

Lo scorso giugno fu la Global Commission on Drug Policy, organismo composto da personalità di spicco come Javier Solana e Kofi Annan, a suonare il de profundis alla guerra alla droga. In un rapporto presentato alle Nazioni unite, gli esperti del think tank scrivevano che “le politiche di criminalizzazione e le misure repressive hanno chiaramente fallito” con “conseguenze devastanti per gli individui e le comunità di tutto il mondo”. La strada alternativa da percorrere? Secondo la commissione è la “riduzione del danno”, contrastando prima di tutto il crimine organizzato. In una parola: legalizzare.

Se ne parlerà il prossimo marzo a Vienna dove a sede l’Unodc, l’agenzia Onu contro la droga e il crimine, quando gli antiproibizionisti di tutto il mondo si aspetteranno, almeno a livello internazionale, un cambio di passo.

In attesa di quell’incontro, l’attenzione a livello globale continua a crescere, basti pensare che l’anno scorso, quando Youtube organizzò un dibattito fra il presidente Obama e gli internauti americani, la domanda più cliccata era proprio la posizione di Mr. President sulla legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati. Più a Sud, i governi di Messico e Colombia, i due principali paesi produttori di sostanze assieme all’Afghanistan, stanno seriamente prendendo in considerazione l’arma della liberalizzazione di alcune sostanze come estrema ratio per combattere il narcotraffico che da anni li tiene sotto scacco.

E l’Italia? Nonostante Roma abbia una delle leggi più proibizioniste d’Europa, il numero di cittadini che usa stupefacenti è impressionante: 4 milioni e 300mila, di cui 3 milioni sono consumatori abituali (i pendolari di tutta Italia sono 4 milioni e mezzo, per avere un ordine di grandezza). Questi dati sono contenuti nell’edizione 2011 del Libro bianco della Commissione di studio sul mercato illegale delle droghe presieduta dalla professoressa Carla Rossi e istituita dal Consiglio italiano per le scienze sociali. Numeri che aiutano a riflettere anche sugli aspetti criminogeni di normative troppo severe. Sì, perché i piccoli spacciatori sono tra i 250 e i 400mila e su 67mila detenuti nelle patrie galere, ben 28mila sono reclusi per aver violato la Fini-Giovanardi.

La legge in vigore è condannata senza appello dai radicali. “Quella normativa – spiega Staderini – ha fatto aumentare il fatturato di una sola azienda: quello della criminalità organizzata. E’ una legge con un contenuto intrinsecamente fascista: mette fuori legge quattro milioni di persone, aumenta i poteri extra ordinem della polizia e ha un effetto negativo sui diritti umani, basta pensare ai casi Chucchi, Aldrovandi e Branzino”.

Secondo il segretario, è proprio il rapporto fra consumo e carcere il grande assente dal dibattito pubblico, a cominciare dalla tv di Stato: “Vent’anni fa Costanzo organizzava dibattiti tra Muccioli e Pannella. Oggi è il deserto”. E’ per questo che i radicali hanno lanciato un’altra campagna: “Sul nostro sito c’è un modulo da scaricare e inviare per chiedere alla Rai di fare vera informazione sui consumi e sulle carceri. Vogliamo che permetta di giudicare i risultati delle leggi proibizioniste e discutere quali sono stati i risultati”.

Chissà se il governo, pronto a varare la lenzuolata di liberalizzazioni, non voglia prendere in considerazione anche questa possibilità. Soprattutto oggi che a detenere le deleghe sulle tossicodipendenze non è più lo zar anti-droga Carlo Giovanardi.
--------------------------------------

crazyjoe1
10-01-12, 09:22
Buongiorno,io,invece,non capisco questo scetticismo,nei confronti dei radicali,che sono stati gli unici a:
1)Promuovere nel 1993 un referendum.che ha cancellato la legge iervolino-vassali,molto simile alla fini-giovanardi.
2)autodenunciarsi in più situazioni ed occasioni,distribuendo bustine con una canna dentro,per essere processati,chiaramente sperando di essere assolti,per creare un precedente processuale,utile per tutti.
3)Nell'articolo riportato,si parla di liberalizzazione.
E' molto fuorviante la parola liberalizzazione,perchè questo è lo stato attuale delle droghe,reperibili praticamente a qualsiasi ora del giorno e della notte,almeno nelle città.
Invece il termine giusto è legalizzazione,che appunto,ha visto i radicali sempre in prima linea,pronti ad immolarsi ed a farsi processare(quasi tutti sono,o sono stati,processati e condannati e costretti a limitazioni della propria libertà).
Benvenuto nella schiera antiproibiizionista all'Italia dei valori,che,anni fa,si schierò con le destre e i cattolici del centro sinistra,contro la legalizzazione(intervento in parlamento di Di Pietro,che ho ascoltato personalmente)

Randagio
10-01-12, 09:33
Quella dell'autodenincia io sono anni che la dico (se un gg tutti i fumatori si autodenunciassero si paralizzerebbe tutto e qualcosa si farebbe) ma non ho fiducia negli Italiani e credo che mai faranno una cosa così!

rolando
10-01-12, 10:38
Infatti pensare che qualcuno si autodenunci è un'utopia. Certo basterebbero l'1 % dei fumatori che si paralizzerebbe tutto ma chi comincia?
Utopia per utopia a me piacerebbe vedere decine di migliaia di persone che fanno seed bombing con semi di canapa da fibra (legali). Invadere parchi, giardini comunali, aiuole spartitraffico, spazi pubblici abbandonati, etc con migliaia di tenere piantine, nella speranza che crescano, si riproducano e infestino tutto. Mi piacerebbe dare tanto lavoro alle fdo.

Ska
10-01-12, 14:58
Infatti pensare che qualcuno si autodenunci è un'utopia. Certo basterebbero l'1 % dei fumatori che si paralizzerebbe tutto ma chi comincia?
Utopia per utopia a me piacerebbe vedere decine di migliaia di persone che fanno seed bombing con semi di canapa da fibra (legali). Invadere parchi, giardini comunali, aiuole spartitraffico, spazi pubblici abbandonati, etc con migliaia di tenere piantine, nella speranza che crescano, si riproducano e infestino tutto. Mi piacerebbe dare tanto lavoro alle fdo.

ahahah questo sarebbe un ottima idea, che piacerebbe molto anche a me, semmai dovessi avere una caterba di semi stai pur certo che ci riempirei il parco comunale :icon_lol:

Randagio
10-01-12, 15:33
Ormai c'è troppo poco verde nelle città, non farebbero tempo a spuntare :polliced:

Ska
12-01-12, 14:52
Bè, dove frequento l'università di verde ce n'è, ma anche di fattoni che se la prenderebbero prima ancora che cresce :icon_lol:

luolz
12-01-12, 15:44
Buongiorno,io,invece,non capisco questo scetticismo,nei confronti dei radicali,che sono stati gli unici a:
1)Promuovere nel 1993 un referendum.che ha cancellato la legge iervolino-vassali,molto simile alla fini-giovanardi.
2)autodenunciarsi in più situazioni ed occasioni,distribuendo bustine con una canna dentro,per essere processati,chiaramente sperando di essere assolti,per creare un precedente processuale,utile per tutti.
3)Nell'articolo riportato,si parla di liberalizzazione.
E' molto fuorviante la parola liberalizzazione,perchè questo è lo stato attuale delle droghe,reperibili praticamente a qualsiasi ora del giorno e della notte,almeno nelle città.
Invece il termine giusto è legalizzazione,che appunto,ha visto i radicali sempre in prima linea,pronti ad immolarsi ed a farsi processare(quasi tutti sono,o sono stati,processati e condannati e costretti a limitazioni della propria libertà).
Benvenuto nella schiera antiproibiizionista all'Italia dei valori,che,anni fa,si schierò con le destre e i cattolici del centro sinistra,contro la legalizzazione(intervento in parlamento di Di Pietro,che ho ascoltato personalmente)

..e oggi con i loro voti in parlamento hanno contribuito a salvare un camorrista!
sommato all'altro "verdetto" di oggi ci sarebbe da prendere baracca e burattini e da andarsene da questo Paese di merda....

crazyjoe1
12-01-12, 16:08
..e oggi con i loro voti in parlamento hanno contribuito a salvare un camorrista!
sommato all'altro "verdetto" di oggi ci sarebbe da prendere baracca e burattini e da andarsene da questo Paese di merda....

Riporto l'intervento di Maurizio Turco,per correttezza.E' chiaro che nessuno di noi conosce la storia di questo Cosentino,ma,pare che chi lo accusa sia in contraddizione.
Poi,per carità,mica tutto quello che fanno i radicali,lo approvo;li considero sicuramente gli antiproibizionisti piu' accaniti,nella loro storia hanno fatto grandi cose,ma anche errori,altrimenti non sarebbero al 2%.
Chiaro che,personaggi scomodi come loro,sono sempre stati isolati mediaticamente,perdendo la possibilità di competere.


Dichiarazione di voto del deputato radicale Maurizio Turco sul caso Cosentino che sarà depositata prima del voto della Giunta per le autorizzazioni.

Il contesto ed il testo nel quale maturano le accuse rivolte al collega Cosentino fanno riferimento all’esistenza, storicamente accertata e giudiziariamente cristallizzata, del gruppo camorristico denominato ‘clan dei Casalesi’.

La natura, la struttura, i protagonisti e le dinamiche del ‘clan dei Casalesi’ sono state approfonditamente delineate nelle sentenze conclusive e definitive dei processi denominati Spartacus 1 e Spartacus 2, oltreché nel saggio “Gomorra”.

Sia le citate sentenze, sia il noto saggio, prendono in esame ed approfondiscono un lungo arco temporale di vita dell’associazione criminale di Casal di Principe, paese nel quale è nato ed ha lungamente vissuto l’on. Cosentino. Ciò nonostante e sino al 2005, cioè sino a quando l’on. Cosentino non ha ricoperto un ruolo politico di livello nazionale, le strade del clan dei Casalesi e dell’on. Cosentino non si sono mai, neppure per sbaglio, incrociate. Nessuna traccia nei procedimenti e nei saggi.

Oggi l’on. Cosentino viene accusato di condotte che non hanno, in sé, a alcun rilievo penale e delle quali l’on. Cosentino ha fornito ampia ed esaustiva spiegazione nelle memorie depositate presso questa commissione e che, se vorrà, mi incaricherò di rendere pubbliche.

Gli inquirenti prima ed il GIP poi, vestono queste condotte di rilevanza penale in relazione alla circostanza per la quale l’on. Cosentino sarebbe addirittura il referente politico nazionale del Clan dei Casalesi; affermazione questa che però appare essere del tutto apodittica e slegata da qualsiasi accertamento concreto di un qualsivoglia fatto specifico.

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che svolgono chiamate di correo nei confronti del collega, senza peraltro attribuirgli mai fatti concreti specifici, oltre a non essere supportate da alcun riscontro obiettivo ed individualizzante- per quanto emerge dalla stessa lettura dell’ordinanza di custodia cautelare – appaiono essere in diversi punti platealmente smentite da dati storicamente accertati di segno assolutamente diverso.

Ritengo pertanto che la richiesta di esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del collega sia infondata e frutto di un obiettivo fumus persecutionis.”