Randagio
09-07-12, 22:26
La svolta dell’Uruguay: lo Stato produrrà marijuana
Il governo di Montevideo ha presentato una proposta di legge per legalizzare la marjuana al fine di contrastare il traffico e il commercio illegale della droga. Il presidente USA, Barack Obama, e quello colombiano, Santos, bocciano l’idea: “Non è la soluzione”.
Lo scorso martedì i responsabili uruguayani del ministero dell’Interno, Eduardo Bonomi, del ministero dello Sviluppo Sociale, Daniel Olesker, e del ministero della Difesa, Eleuterio Fernandez Huidobro, hanno presentato il “Piano Strategico per la vita e la convivenza”.
Tra i diversi punti elencati anche la scelta fatta da parte del governo di Montevideo di legalizzare la marijuana. Il progetto di legge sarà presentato al Parlamento e come ha spiegato il ministro della Difesa: “Trattasi di una decisione presa per contrastare il traffico e il commercio illegale della droga”.
Secondo Huidobro infatti: “La decisione sbagliata presa dal presidente americano Nixon di proibire la vendita della marijuana ha provocato tutti questi disastri, dichiarando una guerra che è stata vinta dai narcotrafficanti”.
La vendita della marijuana così, annuncia lo stesso ministro, farà parte della politica estera dell’Uruguay e verrà sostenuta anche nei diversi fori internazionali.
Il progetto di legge differisce comunque dalla altre tre iniziative che la Camera dei deputati sta studiando, relativamente alla possibilità di autorizzare l’auto-coltivazione sino a otto piante di marijuana. Per il ministro infatti sarebbe un fenomeno non controllabile e per questo il governo sembra non voler favorire per il momento la coltivazione personale “almeno finché il consumo di marijuana non sarà legalizzato a livello internazionale”.
Il governo uruguayano non ha ancora deciso se la produzione della cannabis resterà nelle mani dello Stato o se verrà affidata ai privati. Inizialmente comunque si tratterà di un monopolio statale. Per Huidobro infatti: “Le misure che adotteremo non dovranno danneggiare i paesi vicini, per non essere accusati di essere un centro di fabbricazione e distribuzione di droga”.
Secondo i dati raccolti dal governo, in Uruguay ci sono 150.000 consumatori di marijuana. Ciascuno di loro consuma mediamente un grammo e mezzo al giorno. Per questo motivo lo Stato avrà bisogno di almeno 64 ettari di terreno per produrre 81.000 chili di marijuana all’anno.
L’obiettivo è quello di evitare che anche in Uruguay, a seguito del commercio illegale della droga, si viva la tragica combinazione tra corruzione, arricchimento e capacità di influire e sostituire lo stato da parte dei gruppi criminali.
La proposta di legge ha provocato diverse reazioni, specie nei paesi vicini. I commenti dei diversi leader sono stati raccolti a margine del G20 in Messico. Secondo il presidente colombiano Santos: “Le decisioni unilaterali non sono le migliori perché il problema deve essere affrontato dalla comunità dei paesi. Se un paese legalizza la marijuana, mentre in un altro è illegale, il problema si potrebbe aggravare”.
Della stessa opinione il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: “Personalmente, la mia posizione e quella della mia amministrazione è che la legalizzazione non rappresenta la risposta al problema. Ci sarà un commercio massivo di droga e, se non saranno imposti dei limiti, le problematiche potrebbero essere maggiori rispetto a quelle che già sussistono in questo momento”.
Tra coloro i quali hanno invece espresso parere positivo relativamente alla decisione di legalizzare la marijuana in Uruguay, vi è il presidente del Guatemala, Otto Perez, che si è complimentato con il governo di Montevideo: “Questa decisione è dovuta al fatto che la lotta frontale contro il narcotraffico negli ultimi 40 anni è fallita. Ciascun paese sta dunque scegliendo una propria strada, ma spero che un giorno la strategia contro il narcotraffico possa essere congiunta”.
Perez invita inoltre gli Stati Uniti ad assumersi le proprie responsabilità: “L’America è il paese con il maggior consumo di droga, il paese dal quale vengono le armi, i dollari, e che rappresenta il centro della corruzione e del riciclaggio di denaro”.
Per il ministro dell’Interno del governo di Hugo Chavez in Venezuela, Tereck El Aissami , invece la scelta di legalizzare la marijuana fatta dall’esecutivo uruguayano è: “Una trappola. Sembra una misura difensiva e non preventiva”.
Nel frattempo l’ex vice presidente della Repubblica dell’Uruguay, Vazquez invita ad un lungo dibattito prima di approvare la legge: “Questo tema dovrebbe essere discusso nel Mercosur e in tutti i paesi industrializzati e in via di sviluppo che vivono i problemi connessi al commercio illegale della droga”.
Fonte: http://www.corriereweb.net/index.php?option=com_k2&view=item&id=25655:la-svolta-dell%E2%80%99uruguay-lo-stato-produrr%C3%A0-marijuana&Itemid=219
Questo è un modo per fare un pò di soldi, per togliere mercato al narcotraffico, ma il monopolio è proprio una brutta cosa!:a045:
Il governo di Montevideo ha presentato una proposta di legge per legalizzare la marjuana al fine di contrastare il traffico e il commercio illegale della droga. Il presidente USA, Barack Obama, e quello colombiano, Santos, bocciano l’idea: “Non è la soluzione”.
Lo scorso martedì i responsabili uruguayani del ministero dell’Interno, Eduardo Bonomi, del ministero dello Sviluppo Sociale, Daniel Olesker, e del ministero della Difesa, Eleuterio Fernandez Huidobro, hanno presentato il “Piano Strategico per la vita e la convivenza”.
Tra i diversi punti elencati anche la scelta fatta da parte del governo di Montevideo di legalizzare la marijuana. Il progetto di legge sarà presentato al Parlamento e come ha spiegato il ministro della Difesa: “Trattasi di una decisione presa per contrastare il traffico e il commercio illegale della droga”.
Secondo Huidobro infatti: “La decisione sbagliata presa dal presidente americano Nixon di proibire la vendita della marijuana ha provocato tutti questi disastri, dichiarando una guerra che è stata vinta dai narcotrafficanti”.
La vendita della marijuana così, annuncia lo stesso ministro, farà parte della politica estera dell’Uruguay e verrà sostenuta anche nei diversi fori internazionali.
Il progetto di legge differisce comunque dalla altre tre iniziative che la Camera dei deputati sta studiando, relativamente alla possibilità di autorizzare l’auto-coltivazione sino a otto piante di marijuana. Per il ministro infatti sarebbe un fenomeno non controllabile e per questo il governo sembra non voler favorire per il momento la coltivazione personale “almeno finché il consumo di marijuana non sarà legalizzato a livello internazionale”.
Il governo uruguayano non ha ancora deciso se la produzione della cannabis resterà nelle mani dello Stato o se verrà affidata ai privati. Inizialmente comunque si tratterà di un monopolio statale. Per Huidobro infatti: “Le misure che adotteremo non dovranno danneggiare i paesi vicini, per non essere accusati di essere un centro di fabbricazione e distribuzione di droga”.
Secondo i dati raccolti dal governo, in Uruguay ci sono 150.000 consumatori di marijuana. Ciascuno di loro consuma mediamente un grammo e mezzo al giorno. Per questo motivo lo Stato avrà bisogno di almeno 64 ettari di terreno per produrre 81.000 chili di marijuana all’anno.
L’obiettivo è quello di evitare che anche in Uruguay, a seguito del commercio illegale della droga, si viva la tragica combinazione tra corruzione, arricchimento e capacità di influire e sostituire lo stato da parte dei gruppi criminali.
La proposta di legge ha provocato diverse reazioni, specie nei paesi vicini. I commenti dei diversi leader sono stati raccolti a margine del G20 in Messico. Secondo il presidente colombiano Santos: “Le decisioni unilaterali non sono le migliori perché il problema deve essere affrontato dalla comunità dei paesi. Se un paese legalizza la marijuana, mentre in un altro è illegale, il problema si potrebbe aggravare”.
Della stessa opinione il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: “Personalmente, la mia posizione e quella della mia amministrazione è che la legalizzazione non rappresenta la risposta al problema. Ci sarà un commercio massivo di droga e, se non saranno imposti dei limiti, le problematiche potrebbero essere maggiori rispetto a quelle che già sussistono in questo momento”.
Tra coloro i quali hanno invece espresso parere positivo relativamente alla decisione di legalizzare la marijuana in Uruguay, vi è il presidente del Guatemala, Otto Perez, che si è complimentato con il governo di Montevideo: “Questa decisione è dovuta al fatto che la lotta frontale contro il narcotraffico negli ultimi 40 anni è fallita. Ciascun paese sta dunque scegliendo una propria strada, ma spero che un giorno la strategia contro il narcotraffico possa essere congiunta”.
Perez invita inoltre gli Stati Uniti ad assumersi le proprie responsabilità: “L’America è il paese con il maggior consumo di droga, il paese dal quale vengono le armi, i dollari, e che rappresenta il centro della corruzione e del riciclaggio di denaro”.
Per il ministro dell’Interno del governo di Hugo Chavez in Venezuela, Tereck El Aissami , invece la scelta di legalizzare la marijuana fatta dall’esecutivo uruguayano è: “Una trappola. Sembra una misura difensiva e non preventiva”.
Nel frattempo l’ex vice presidente della Repubblica dell’Uruguay, Vazquez invita ad un lungo dibattito prima di approvare la legge: “Questo tema dovrebbe essere discusso nel Mercosur e in tutti i paesi industrializzati e in via di sviluppo che vivono i problemi connessi al commercio illegale della droga”.
Fonte: http://www.corriereweb.net/index.php?option=com_k2&view=item&id=25655:la-svolta-dell%E2%80%99uruguay-lo-stato-produrr%C3%A0-marijuana&Itemid=219
Questo è un modo per fare un pò di soldi, per togliere mercato al narcotraffico, ma il monopolio è proprio una brutta cosa!:a045: