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Visualizza Versione Completa : Usa. E\' tempo per la decriminalizzazione della marijuana



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01-01-70, 01:33
USA: la guerra alla droga ha fallito

30 settembre 2009 11:21

Legalizzare la marijuana negli Stati Uniti indebolirebbe i potenti cartelli messicani della droga, secondo un gruppo di esperti di politiche sulla droga.
\"Se si elimina la metà dei profitti del mercato nero, possiamo infliggere un grave colpo ai cartelli\", ha detto William Martin, professore di sociologia alla Rice University, e esperto sulle politiche antidroga del Governo. \"Non riusciremmo forse a annientarli del tutto, ma potremmo far loro molto male.\"
Martin è stato uno dei relatori a una conferenza di due giorni svoltasi a El Paso sui 40 anni della War on Drugs americana, tentando di avviare un dibattito nazionale sulla opportunità o meno di legalizzare la marijuana.
Martin ha detto che la vendita legale di marijuana al pari di qualsiasi prodotto controllato potrebbe impedire a molti consumatori di provare altre droghe.
\"Se per comprare marijuana ci si reca presso un rivenditore autorizzato, si hanno minori probabilità di essere esposti a droghe più pesanti\", ha detto.
Ethan Nadelmann, fondatore e direttore esecutivo della Drug Policy Alliance, ha detto che la depenalizzazione della marijuana non porterebbe ad un aumento del consumo. La sua organizzazione ha contribuito a far passare una legge in California che permette il possesso di piccole quantità di marijuana per scopi medici. Ma ha riconosciuto che convincere i politici a prendere in considerazione la legalizzazione sarà un compito difficile.
\"Affrontare il problema della cannabis terapeutica è il modo per iniziare\", ha detto Nadelmann. \"In California avevamo sperato che il dibattito sulla cannabis terapeutica avrebbe aperto una discussione anche sulla legalizzazione, ma non è stato così\".
Il procuratore capo di El Paso County, José Rodríguez, ha affermato che i politici temono l\'argomento della legalizzazione della marijuana in quanto sarebbero fraintesi da alcuni elettori. \"Anche se il 75 per cento della popolazione è favorevole alla legalizzazione, ci sono alcuni elettori che non saranno mai d\'accordo\", ha detto Rodriguez. \"Nel clima che respiriamo, i politici preferiscono tirarsene fuori\".
Durante la conferenza, gli esperti hanno sostenuto all\'unanimità che gli Stati Uniti sono responsabili della violenza in Juárez al pari del Governo messicano. Ora che il Messico sta cercando di liberarsi dei cartelli della droga, dopo migliaia di persone uccise negli ultimi 20 mesi, gli Stati Uniti devono affrontare un dibattito onesto sul fallimento delle politiche antidroga, che non hanno mai portato a una diminuzione significativa della domanda.

Articolo di redazione ADUC (http://droghe.aduc.it/articolo/usa+guerra+alla+droga+ha+fallito_16387.php)

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http://img405.imageshack.us/img405/4679/sabato.th.png (http://img405.imageshack.us/i/sabato.png/)

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01-01-70, 01:33
Cannabis, verso la legalizzazione in California?

I sostenitori californiani della legalizzazione della marijuana stanno raccogliendo firme per ottenere l\'inserimento sulla scheda elettorale delle elezioni statali del 2010 ben tre quesiti referendari. Lo riporta l\'agenzia di stampa Associated Press. Se passassero, i tre referendum creerebbero uno scontro senza precedenti con il Governo federale sulle politiche della droga negli Stati Uniti.
I sondaggi mostrano che gli elettori sostengono la legalizzazione.
Lo Stato ha già un fiorente commercio di marijuana, grazie al referendum del 1996 che ha legalizzato il consumo di cannabis a scopi terapeutici.
La legge federale invece vieta la marijuana. Dopo aver promosso una serie di sequestri e la distruzione di oltre 300.000 piante di marijuana in California questa estate, lo zar antidroga della Casa Bianca, Gil Kerlikowske, ha proclamato: \"La legalizzazione non esiste nel vocabolario del Presidente, e neanche nel mio\".
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha recentemente stabilito che l\'applicazione della legge federale dà agli agenti federali il diritto di perseguire i consumatori di marijuana e i distributori anche se autorizzati dalla legge statale della California sulla cannabis terapeutica. Ma giuristi e analisti politici sostengono che il Governo federale non ha il diritto di pretendere che la California collabori nel far rispettare il divieto a livello federale una volta che uno Stato ha legalizzato la sostanza. Senza l\'assistenza degli agenti antinarcotici del singolo Stato, dicono, gli agenti federali possono fare ben poco per arginare la diffusione della marijuana in California.
\"Anche se tale divieto federale è ancora in vigore e il Governo federale può farlo valere, ciò non significa che gli Stati debbano collaborare \", ha detto Robert Mikos, un professore di diritto alla Vanderbilt University, che recentemente ha pubblicato un articolo sulla questione. Niente può impedire agli agenti antidroga federali di fare arresti, anche se i californiani hanno legalizzato la cannabis. Tuttavia, il Governo degli Stati Uniti non può passare una legge che impone alla polizia locale e statale, agli sceriffi o agli agenti antinarcotici statali, di collaborare. Il che è un fatto significativo, in quanto quasi tutti gli arresti per marijuana sono fatti a livello statale. Degli oltre 847.000 arrestati per marijuana nel 2008, per esempio, quelli fatti su base federale sono poco più di 6.300, meno dell\'1 per cento. I divieti in vigore in tutti i singoli Stati hanno permesso alla Drug Enforcement Administration (Dea) di concentrarsi sui casi più importanti, spiega Rosalia Pacula, responsabile del settore delle politica sulle droghe della Rand Corp.
Il quesito referendario più moderato fra i tre prevede la legalizzare del possesso di cannabis fino ad un\'oncia per uso personale per gli adulti di almeno 21 anni d\'età – una quantità che già la legge statale sanziona con una piccola ammenda amministrativa di 100 dollari. Il quesito, se approvato, permetterebbe a chiunque di coltivare un appezzamento di marijuana di quasi due metri quadrati all\'interno della propria proprietà. Le dimensioni, ha detto Pacula, sembrano scelte appositamente per stare sotto le 100 piante coltivate, la soglia oltre la quale si attira l\'attenzione della Dea.
Il conflitto con le autorità federali potrebbe essere esplosivo per quanto concerne gli attuali negozi di cannabis terapeutica autorizzati dalla legge statale. Se passasse il referendum, questi negozi moltiplicherebbero i loro clienti –non sarebbero solo ed esclusivamente pazienti- rischiando di crescere a tal punto da attirare l\'attenzione della Dea.
Anche se Washington non può più contare sulla California, il Congresso o l\'amministrazione Obama potrebbero costringere lo Stato a collaborare attraverso un taglio dei fondi federali. Ma con l\'annuncio di quest\'anno del ministro della Giustizia Eric Holder, secondo cui il Dipartimento di Giustizia avrebbe rispettato le leggi di ciascuno Stato sulla marijuana, la reazione della autorità federali all\'eventuale legalizzazione potrebbe non essere così negativa. Doug Richardson, un portavoce dell\'Ufficio antidroga della Casa Bianca, ha detto che l\'Amministrazione sta riesaminando le sue politiche in materia di marijuana e altre droghe. Richardson ha spiegato che l\'Ufficio antidroga, sotto l\'Amministrazione Obama, persegue un approccio più \" globale\" rispetto alla precedente Amministrazione Bush. Oggi l\'enfasi viene posta sulla prevenzione e sul trattamento, oltre che sull\'applicazione della legge. \"Stiamo cercando di agire sulla base dei dati, delle prove e della scienza \", ha detto, \"non in base a qualche pregiudizio ideologico\".


Fonte ADUC (http://droghe.aduc.it/articolo/cannabis+verso+legalizzazione+california_16467.php )

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01-01-70, 01:33
USA - California. Corte Suprema: la coltivazione di cannabis terapeutica è un diritto

14 ottobre 2009 12:57

In una sentenza storica, la Corte Suprema della California ha riconosciuto il diritto dei pazienti della California a coltivare collettivamente cannabis per uso terapeutico. Ne consegue che i pazienti che hanno subito una violazione di questo diritto potranno agire in sede legale.
Asa Joe Elford, che ha diretto la causa per conto di alcuni pazienti, cosi\' si e\' pronunciato: \"La Corte Suprema della California ha da poco fatto notare alle forze dell\'ordine locali e statali che devono rispettare le leggi dello Stato sulla cannabis terapeutica senza nascondersi dietro le attuali leggi federali\".
I funzionari della contea di Butte avevano impugnato la sentenza della corte d\'appello, sostenendo che tutti i pazienti devono lavorare personalmente alla coltivazione di cannabis per usufruire dell\'immunità penale a livello statale.
Ma un giudice della Corte superiore della contea di Butte aveva stabilito nel settembre 2007 che il contributo dei pazienti può essere anche solo economico. I pazienti, scriveva il giudice nella sentenza, \"non dovrebbero essere sottoposti al rischio di sanzioni penali, allo stress e alle spese di un processo penale al fine di far valere i loro diritti\".
L\'ASA ha avviato la causa nel maggio 2006 a nome del 56enne David Williams e altri sei pazienti, dopo che, l\'anno prima, una perquisizione senza mandato del suo domicilio era stata eseguita dello sceriffo della contea di Butte. Sotto la minaccia di arresto e processo, Williams era stato costretto dalla polizia a sradicare 29 delle 42 piante coltivate a nome del gruppo di pazienti.
La Suprema Corte ha condannato la Contea al risarcimento del danno e alle spese legali.


ADUC salute (http://salute.aduc.it/notizia/california+corte+suprema+coltivazione+cannabis_113 081.php)

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01-01-70, 01:33
A Los Angeles è partita la crociata anti marijuana

19/10/2009 (7:35)

Il procuratore contro la cannabis «terapeutica». Che però riempie le tasche dello Stato

GLAUCO MAGGI
NEW YORK

A Los Angeles sta per finire la pacchia della marijuana, che è oggi liberamente acquistabile in un migliaio di punti-vendita. Il procuratore distrettuale della contea, Steve Cooley, ha detto infatti che passerà alle maniere forti, incriminando i commercianti che di fatto spacciano l’erba proibita, celandosi dietro la foglia di fico della Proposition 215 del 1996, che rese legale il possesso e la coltivazione della marijuana per i malati e per chi li ha in cura.

La norma, «Compassionate Use Act», è stata interpretata dal «mercato» come una sorta di via libera. Lo scopo era di consentire alle persone con gravi disturbi di ottenere lecitamente una dose congrua di «fumo» a fine terapeutico, ma dalla pura finalità medica il passo alla liberalizzazione mascherata è stato però inevitabile, accelerato recentemente dalla posizione assunta dall’amministrazione Obama di non perseguire i pazienti che usano marijuana.

Nel 2003, il Congresso californiano passò anche una misura che dava il permesso «ai malati e ai loro guardiani di coltivare marijuana per scopi medicali collettivamente o in cooperativa», ma senza che ci fosse la finalità del profitto. I dispensari sono spuntati come funghi, in varie città dello stato di Schwarzenegger. Nella sola Los Angeles, le ultime stime raccolte dal Los Angeles Times sono arrivate a contare 966 «farmacie» registrate.

In quella che il giornale definisce «l’ultima follia per il commercio al dettaglio», in una sola strada sono state presentate 58 domande di licenza. Non bastasse, a rendere più smaccata l’illegalità debordante che ora è finita nel mirino delle autorità, un’ordinanza cittadina proibisce che questi negozietti del «pot» possano operare nel raggio di 300 metri da una scuola, da un parco o da una biblioteca: ma almeno in 260 casi i «dispensari» sono spuntati nelle zone proibite.

Il municipio aveva già fatto una analisi del fenomeno nel 2007, permettendo a 186 spacci di continuare a funzionare: ma simultaneamente, e nei mesi successivi, diverse altre iniziative di imprenditori, «collettivi» o in «cooperativa», hanno preso la forma di banchetti e negozi sfrontatamente commerciali. In agosto Cooley e lo sceriffo Lee Baca hanno scritto ai sindaci e ai capi delle polizie locali ricordando che le vendite «al banco» sono una pratica illegale, e invitando le municipalità a intervenire per via amministrativa.

«La grande, grandissima maggioranza, circa il 100% dei dispensari della Contea di Los Angeles stanno operando illegalmente», hanno detto Cooley e il procuratore della città Carmen Trutanich. «Stanno trattando la marijuana in modo illecito, è tempo di sistemare questo problema». I due procuratori pensano anche di perseguire i medici che firmano le ricette a gente in realtà sanissima, che è il tassello truffaldino su cui si regge l’intera industria.

Ma anche se Coley e Trutanich confidano di aver la legge con loro, e citano in proposito pure una recente sentenza della Corte Suprema restrittiva verso l’uso della «droga curativa», il problema non è di facile soluzione. Innanzitutto, i difensori dell’uso medico dello stupefacente sono agguerriti: «Sono fiducioso nel fatto che Cooley abbia torto», ha detto Joe Elford, capo consulente degli Americani per l’Accesso Sicuro. «Se avesse ragione significherebbe che migliaia di californiani malati, per i quali il Compassionate Use Act era stato concepito non sarebbero più in grado di avere la medicina di cui hanno bisogno».

Poi c’è il favore popolare. Centinaia di pazienti e attivisti hanno sfilato per protesta all’esterno del Montebello Country Club, dove erano riuniti 150 magistrati e ufficiali della sezione narcotici, e un sondaggio recente ha rivelato che la maggioranza di californiani, il 56%, è a favore della completa liberalizzazione. Infine, c’è l’aspetto economico: lo Stato ha incassato 18 milioni di dollari nel 2009 dalle «farmacie» che il procuratore ora vuole chiudere.

E la California non è nella condizione di chiudere alcun rubinetto che immetta soldi nelle sue casse esauste. La tentazione della liberalizzazione, che di miliardi ne porterebbe a palate, è forte, e i suoi fautori pensano a un referendum durante le elezioni di fine 2010. Del resto, per aggiungere caos normativo, è di queste settimane la notizia che due aeroporti della California, Oakland e San Francisco, hanno disposto che i pazienti o i loro guardiani possono imbarcarsi con un paio d’etti di marijuana, legittimamente. Sarà però responsabilità loro di sbrigarsela all’arrivo, quando dovranno sperare di trovare la stessa benevolenza californiana.

IL CASO de LA STAMPA (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200910articoli/48445girata.asp#)


[ Questo Messaggio è stato Modificato da: favolantica il 19-10-2009 08:33 ]

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01-01-70, 01:33
in 14 stati era già possibile ma con Bush arresti e incriminazioni erano frequenti

Obama difende l\'uso della marijuana per le terapie

L\'attività di Fbi e Dea si dovrà concentrare solo su quanti spacciano illegalmente la marijuana

WASHINGTON – Obama sposa la causa della marijuana a fini terapeutici. Quattordici dei cinquanta stati americani ne autorizzano già la coltivazione e lo smercio come farmaco, ma sotto il presidente Bush le autorità federali potevano impedirlo, gli arresti e le incriminazioni erano frequenti. Sotto Obama non potranno più, i coltivatori e commercianti di “marijuana medica” come vengono chiamati saranno liberi di svolgere la loro attività. Il presidente non crede che le Procure federali abbiano questa discrezionalità, ha indicato la Casa Bianca, e riconosce l’autonomia degli stati. Obama, ha aggiunto la Casa Bianca, desidera che l’Fbi e la Dea, la polizia federale e l’antidroga, si concentrino su quanti spacciano illegalmente la marijuana.

I REPUBBLICANI: «ALIMENTA IL VIZIO» - La rettifica di rotta era stata anticipata dal ministro della giustizia Eric Holder a marzo, suscitando l’ira dei repubblicani, secondo cui l’amministrazione democratica “alimenta il vizio”. Dopo alcuni mesi d’impasse, Obama ha deciso di procedere, in consultazione con l’Associazione medica americana e coi governatori dei quattordici stati. Il provvedimento, riferisce la Casa Bianca, verrà emanato a ore. La notizia è stata accolta favorevolmente dai fautori della legalizzazione della marijuana, che chiedono che sia regolamentata come gli alcolici. Il direttore di una delle loro lobbies, Bruce Micker, lo ha definito “un passo avanti importante in quella direzione”. Ha elogiato Obama anche il miliardario George Soros, il mago dei mercati monetari, un riformatore sociale. Non tutte le procure federali nei quattordici stati intendono tuttavia piegarsi al presidente. Alcuni loro procuratori repubblicani come Steve Cooley, quello di Los Angeles, protestano che i negozi che vendono la “marijuana medica” in realtà la forniscono anche a chi non è malato, che la sua coltivazione clandestina è enorme, soprattutto nella regione centrale della California, il cosiddetto “diamante verde”, e occorre stroncarla. Cooley ha fatto arrestare di recente un commerciante di marijuana a fini terapeutici, Elay Tepel, e gli ha fatto chiudere i battenti. Si prevede una battaglia legale tra il fronte del no e quello del sì alla misura di Obama. La California, il laboratorio politico economico e sociale dell’America, è il più importante dei quattordici stati che hanno legalizzato la “marijuana medica”. Lo fece nel ’96, con un referendum chiamato “Proposta 215”. Gli altri tredici sono stati relativamente minori, dall’Alaska al Vermont al Maryland vicino a Washington. Tra di essi non figurano colossi come lo stato di New York, l’Illinois, lo stato di Obama, e il Texas, lo stato di Bush.

Ennio Caretto
19 ottobre 2009(ultima modifica: 20 ottobre 2009)

Corriere.it (http://www.corriere.it/esteri/09_ottobre_19/obama-marijuana-caretto_ac0b4c08-bcc0-11de-9662-00144f02aabc.shtml?fr=box_primopiano)

OldGoblin_deleted
01-01-70, 01:33
Da droghe.aduc.it

Jeanne Kohl-Wells e Toby Nixon *

Editoriale della senatrice Democratica Jeanne Kohl-Wells e dell\'ex deputato repubblicano Toby Nixon pubblicato on line sul quotidiano \"The Seattle Times\".

Anche quest\'anno il Seattle Hempfest ha raggruppato centinaia di persone sul lungomare cittadino.

E noi concordiamo con queste persone e sosteniamo la Senate Bill 5615: proposta che decriminalizza il possesso di marijuana (per gli adulti), elimina il carcere obbligatorio, imponendo una multa di 100 dollari, pagabile anche per posta.

La proposta di legge e\' gia\' stata esaminata da una Commissione bipartisan e sara\' sottoposta allo scrutinio finale nel 2010.

Questa e\' una legge di buon senso specialmente in un periodo di crisi finanziaria. Un rapporto dell\'ufficio finanziario rivela che se la legge passasse, lo Stato risparmierebbe 16 milioni in tasse e un milione nel prossimo anno fiscale. Di questo milione, 599 mila dollari andrebbero alle carceri statali, a sostegno anche dei centri di recupero per i tossicodipendenti.

La decriminalizzazione della marijuana non e\' una idea degli ultimi anni. Nel 1970, il Congresso istitui\' la Commissione nazionale sul consumo della marijuana. Un gruppo bipartisan di 13 persone, nove nominate dal presidente Nixon e quattro dal Congresso. Il rapporto pubblicato nel 1972 (Marijuana: A Signal of Misunderstanding\") sorprendentemente raccomando\' la decriminalizzazione.

Il possesso personale di marijuana non dovrebbe piu\' essere un reato; la distribuzione di piccole quantita\', senza profitto, non dovrebbe essere piu\' considerata un reato.

Dodici Stati hanno seguito la strada della decriminalizzazione. Il Nevada ha decriminalizzato la sostanza nel 2001e il Massachusetts nel 2008. Secondo l\'Ufficio nazionale del Censo, il 35% della popolazione vive in Stati dove la sostanza e\' decriminalizzata, e il consumo non e\' aumentato in questi Stati cosi\' come non e\' aumentato negli Stati dove esiste la marijuana terapeutica o nelle citta\' che abbiano adottato una politica \"soffice\" verso il consumo.

D\'altra parte, l\'inasprimento delle leggi contro la marijuana non ha raggiunto i risultati sperati. Dal 1992 al 2007 sono triplicati gli arresti per marijuana (il 47% di tutte le droghe): da 287.900 a 872.720. Di queste, l\'89% riguardava solo il possesso.

Secondo uno studio di due Universita\' di Washington:

- il prezzo della marijuana e\' sceso

- la qualita\' e\' piu\' \"forte\"

- e\' piu\' disponibile

- il consumo e\' aumentato malgrado l\'inasprimento delle leggi.

Abbiamo prove decennali sul fallimento della criminalizzazione della marijuana. Continua ad essere periolosa per la salute e la sicurezza pubblica. Ha minato il rispetto delle leggi, e soprattutto \"marchia\" penalmente le persone, tenendo anche conto che il 40% della popolazione prova la sostanza una volta nella vita. Questo non puo\' significare che il 40% degli americani sono criminali.

Speriamo che i cittadini di questo Stato aiutino l\'approvazione della SB 5615, un passo per un approccio piu\' economico, efficace al consumo della sostanza.

OldGoblin_deleted
01-01-70, 01:33
purtroppo è il Paese dei grossissimi contrasti.

USA - Oregon. Non decolla la coltivazione della canapa industriale, leggi federali ostili

Notizia 8 ottobre 2009 12:05

La canapa industriale è ora legale in Oregon, ma i produttori dicono di non poter partire con le loro attività fino a quando il governo federale non avrà cambiato politica.
Il legislatore dell\'Oregon ha legalizzato quest\'anno la canapa industriale, ma Washington la considera ancora una droga illegale al pari della marijuana, ostacolando la crescita di questa industria nascente.
\"E\' finita nella stessa tabella della marijuana a livello federale\", ha detto il senatore statale Floyd Prozanski, democratico, co-autore del progetto di legge insieme al senatore repubblicano David Nelson.
Gli aspiranti coltivatori di canapa industriale dicono di nutrire qualche speranza grazie al progetto di legge sulla coltivazione della canapa industriale presentato al Congresso degli Stati Uniti dal repubblicano Ron Paul. Il testo chiede l\'eliminazione della canapa industriale - che contiene pochissimo THC, il principio attivo psicotropante - dalla classificazione federale delle sostanze illecite.
Il quotidiano The Oregonian ha riferito che altri, invece, preferiscono convincere l\'amministrazione Obama a ordinare alla Drug Enforcement Administration di considerare la canapa industriale al pari della marijuana terapeutica, ovvero evitando la incriminazione di coltivatori e produttori autorizzati da leggi statali.