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Pawan Kumar - ASCIA
30-06-15, 13:44
http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=9044

Portiamo la voce dei consumatori al parlamento europeo

Siamo stati invitati, come Associazione di consumatori, per partecipare ad una conferenza organizzata da Ignazio Corrao (europarlamentare del Movimento 5 Stelle) presso il Parlamento Europeo, il 13 luglio, sul tema “Le politiche europee sulla lotta contro il traffico di droghe e crimine organizzato: valutare un nuovo approccio alle droghe leggere“.

Ignazio Corrao è membro della Commissione LIBE (sulle libertà civili, la giustizia e gli affari interni) e sin dall’inizio del proprio mandato si è impegnato a focalizzare l’attenzione delle istituzioni europee sulla lotta al crimine organizzato transnazionale e sulle associazioni criminali di stampo mafioso, per questo scopo ha proposto e costituito un inter-gruppo nel parlamento europeo che affronti i temi relativi al crimine organizzato, alla corruzione, alla trasparenza e all’integrità (ITCO)

L’obiettivo dell’inter-gruppo è quello di creare un dibattito nelle istituzioni europee riguardo all’effettività delle politiche internazionali di contrasto alle droghe e questa conferenza rappresenta il primo passo a livello internazionale dopo che molte voci in Italia, tra cui la Direzione Nazionale Antimafia, hanno stabilito come priorità quella di valutare nuove politiche riguardo alle droghe leggere e di considerare anche strategie di depenalizzazione e/o di legalizzazione.

Alla conferenza, oltre ai rappresentanti di organizzazioni istituzionali come la Presidente di Eurojust, del Direttore dell’osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze e del Segretario del Gruppo Pompidou (Gruppo del Consiglio Europeo che combatte la tossicodipendenza e il narcotraffico), sono state invitate ad esporre il proprio punto di vista sul problema anche molte associazioni, tra cui anche la nostra e come abbiamo fatto in più occasioni, dalle conferenze nei due rami del parlamento italiano, all’audizione in Commissione Giustizia della Camera, anche al parlamento europeo andremo a sostenere l’urgenza nell’attuazione di una nuova politica nei confronti degli stupefacenti, iniziando dalla regolamentazione della coltivazione domestica di cannabis ad uso personale.

Coglieremo l’occasione per presentare anche la nostra proposta sulle coltivazioni di gruppo, come forma associativa tra un numero ristretto di persone legate da un rapporto fiduciario.

Ormai è solo una questione di tempo, la breccia nel muro è stata aperta!

Direttivo ASCIA

mozart
30-06-15, 13:48
Sai Pawan che questo mi preoccupa quasi più del primo problema? Ma io non sono un ottimista.:)

Pawan Kumar - ASCIA
30-06-15, 13:52
Nemmeno io sono proprio ottimista in genere, anche se mi sforzo sempre di esserlo, però sono curioso. Ma non ho capito bene cosa ti preoccupa precisamente, potresti spiegarlo meglio?

mozart
01-07-15, 09:52
In realtà non conoscendo a fondo la questione specifica posso parlare solo di sensazioni o di qualche deja vu.
Ma cosa vuoi farci, non riesco proprio a fidarmi della politica e di chi la pratica, o meglio, di chi fa strada in qualche modo facendola e di chi riesce a camparci, per intendersi.
Manipolazioni e strumentalizzazioni sono a mio parere inevitabili finché si ragiona in questi termini, inseguendo obiettivi fasulli e irrealizzabili, come mafia narcotraffico nello stesso calderone della depenalizzazione legalizzazione, cosa c'entra?
Parlare di legalizzazione mi fa ridere, perché implica un permesso e delle condizioni, quindi in qualche modo un controllo, che oltre ad essere ipocrita, perché servirebbe solo e forse per meri scopi economico sociali, non funzionerebbe comunque e non inciderebbe in alcun modo sulle produzioni fuorilegge, che non solo non sparirebbero, ma che addirittura verrebbero frazionate e moltiplicate nel tentativo di aggirare le varie regoline stupide fissate dal politico di turno.
Il mio punto di vista è molto chiaro : nessuna regolamentazione se non quelle già esistenti che riguardano l agricoltura, la pianta è legale per tutti e allo stesso modo fruibile e coltivabile o vendibile e acquistabile o perfino detenibile per chiunque.
le licenze per il commercio sarebbero le stesse così come le possibilità di detenere grosse quantità come per i pomidoro o l'insalata verde, dove sarebbe lo scandalo? Potrei passare un'ora a scrivere dimostrando o tentando di farlo, che i pro sarebbero di gran lunga superiore ai contro, ma evitero' saltando direttamente alla conclusione finale.

Questo si che cambierebbe tutto e renderebbe davvero duro riuscire a specularci sopra con le stesse proporzioni presenti già oggi con l' illegalità totale.
il prevedibile caos iniziale in ogni settore finirebbe poi per autoregolarsi dopo qualche tempo, e comunque usando la testa poi potranno al limite essere fatti dei correttivi per tale scopo, ma tale problematica riguarderebbe solo chi avrebbe a che fare con il mercato.
Questo pur non riuscendo probabilmente a spiegarlo a dovere è il mio pensiero, che va ben oltre la cannabis.

Pur non essendo particolarmente intelligente so fare uno + uno e so che sarà davvero moto difficile vedere realizzate tali libertà e responsabilizzati finalmente i popoli per le loro scelte, anziché farle fare e imporre ai cari paladini da fini Giovanardi ai più liberisti cinquestellisti del momento.
Sempre di controllo stiamo parlando.
Impossibile da realizzare chi è in grado di organizzarsi sarà chi sarà in grado di eludere o aggirare tali controlli, e queste figure sarebbero paradossalmente quelle più pericolose, per cui questi controlli sarebbero stati pensati .
mentre tutti gli altri pagano i termini di libertà di azione e di pensiero l'impossibilità di poter fare ciò che ritengono loro diritto.
Per me senza se e senza ma decidere cosa è bene per tutti in nome di tutti si chiama arroganza e a me non piacciono gli arroganti, qualunque bandiera usino :biggrin2:


***mi hai chiesto di spiegarmi meglio :roflmao:

Pawan Kumar - ASCIA
01-07-15, 15:33
Grazie mozart del chiarimento, in effetti ho creato questa discussione proprio per avere le nostre ultime possibilità di confronto con i coltivatori prima di andare a Bruxelles.
Anche io sono idealmente per la liberalizzazione e la ri-normalizzazione della pianta di canapa, ma mi sembra che i decenni di accanimento proibizionistico abbiano provocato un tale danno culturale nella popolazione che ci vorranno probabilmente degli altri decenni per tornare a considerare la canapa una pianta normale (che poi tanto "normale" non sarebbe, per me è una pianta che appare essere sempre più eccezionale, sulla quale ci sarebbe ancora molto da ricercare).
Comunque, prima o poi, la verità farà sì che per questa pianta si abbia di nuovo la giusta libertà di scelta di utilizzo, ma potrà essere solo un processo graduale, un cambiamento culturale.
Da qualche parte bisogna pur cominciarlo questo cambiamento e noi ci siamo impegnati a cercare una collaborazione attiva nei nostri parlamentari italiani per cambiare la legge proibizionista, collaborazione che c'è stata e che si è concretizzata sempre più, fino a questo intergruppo parlamentare italiano, che ha elaborato la recente proposta.
Ora ci hanno invitato a dire la nostra agli europarlamentari dell'intergruppo parlamentare europeo e noi stiamo cercando, come meglio possiamo, di cogliere anche questa occasione per dare un nostro contributo alle istituzioni, per rendere il processo di cambiamento più veloce e più fluido, cercando di rappresentare il punto di vista degli auto coltivatori.
A tutti noi che sogniamo la liberalizzazione della canapa stanno strette le regole della legalizzazione e regolamentazione, ma appare come un passaggio obbligato e inevitabile, al momento. Chiedere la liberalizzazione ora e subito non appare realistico. Sennò ci teniamo la repressione attuale, che ormai è alla frutta... sinceramente non se ne può più! La legalizzazione sarebbe meglio, no?
E' necessario togliere l'interesse economico sulla canapa ai narcotrafficanti criminali, legalizzando in primo luogo l'auto coltivazione per l'uso personale, anch'io non apprezzo per niente i progetti di monopolizzazione della produzione di canapa e delle sue sementi, men che meno la canapa OGM, nessuno di noi di ASCIA li auspica.
Noi ci vogliamo battere perché venga comunque garantita la libertà di auto coltivazione, di fare i propri incroci e prodursi le proprie sementi, di potersi organizzare in piccoli gruppi di amici per potersi coltivare le proprie piante per il fabbisogno annuale anche per chi non può coltivare.
Per questo pensiamo di continuare a proporre la legalizzazione dell'auto coltivazione ad uso personale e le Coltivazioni di Gruppo, che sarebbero dei Cannabis Social Club fra amici e conoscenti fra i quali esiste un rapporto di fiducia, che ci sembrano un modo efficace di contrastare in futuro ogni tentativo di monopolizzazione industriale da parte di chiunque delle produzioni di canapa da resina e delle sementi.
Ottenere questo, in mezzo a tutte le regole della legalizzazione che ci stanno pur strette, potrebbe garantirci di mantenere vivo il nocciolo di libertà necessario a far germogliare, nel futuro, i successivi passi per andare verso la liberalizzazione della pianta di canapa, come tu hai esposto idealmente nel tuo punto di vista, che personalmente condivido anch'io idealmente.
Per ora ci sembra un certo successo aver contribuito a sollecitare le proposte di cambiamento dei nostri parlamentari, per mettere fine il prima possibile a questo strazio di proibizionismo italiano. Guardate che ci leggono con attenzione, anche le discussioni che facciamo qui sul forum, in questo momento è importante anche solo esprimere in modo intelligente la propria opinione e suggerire delle idee intelligenti e attuabili, per stimolare il dibattito e arricchirlo. Poi quello che succederà lo vedremo.
Come ora stiamo lottando per ottenere la legalizzazione, in futuro prevedo che lotteremo per difenderci dal business sulla canapa e mantenere la nostra libertà di auto coltivarci comunque le nostre piante, fare i nostri incroci, produrci le nostre sementi e creare le nostre varietà personali di resine, secondo i nostri gusti e le nostre necessità, adattando le piante ai nostri terreni e ai nostri climi, cercando di andare verso la liberalizzazione della canapa, dopo un progressivo cambiamento culturale più libertario. Bisogna far circolare le idee e le informazioni.

moran
01-07-15, 15:47
Sono d'accordo in tutto e per tutto con Mozart e allo stesso tempo riconosco che per smuovere qualcosa si debbano cercare compromessi, come indicato da Pawan, però realisticamente la vedo dura che pur cambiando il retaggio culturale poi si possano accettare a livello istituzionale passi indietro verso atteggiamenti più liberisti e consapevoli.
Questo praticamente solo a causa di intrinsechi fattori economici che una volta instaurati trovo irrealista possano decadere.
Dalle più che certe accise o imposte che verrebbero pesantemente applicate al settore fino alle mire di pseudo monopolio da parte delle istituzioni ecc...
Ciò non toglie che faccio i miei migliori ad ascia per ottenere il massimo ottenibile, certo di remare nella stessa direzione. :biggrinthumb:

Pawan Kumar - ASCIA
08-07-15, 14:45
http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=9087

Il punto di vista che ASCIA porterà a Bruxelles

Siamo in partenza per portare al Parlamento europeo la voce dei consumatori, all’interno della conferenza organizzata dall’eurodeputato Ignazio Corrao per evidenziare la necessità di un nuovo approccio verso le “droghe leggere”, come strumento per battere la criminalità organizzata.

La delegazione italiana è formata da un nutrito e rappresentativo gruppo di associazioni: ARA, ASCIA, CIP, LapianTiamo, PIC e Over Grow.

Pubblichiamo di seguito il contributo ASCIA:

Stato attuale e proposte di risoluzione

Premesso che è ormai una certezza incontestabile il fatto che il proibizionismo abbia favorito gli interessi della criminalità organizzata, che il commercio illegale in regime di monopolio concesso alla stessa criminalità provoca, specialmente nella popolazione giovanile, la curiosità verso l’approccio di altre sostanze ben più pericolose della cannabis e considerata l’inoffensività sociale del consumo personale, con questa breve relazione vogliamo fare il punto della situazione in Italia e suggerire un percorso logico di legalizzazione.

Nel febbraio dello scorso anno la Corte Costituzionale si è pronunciata per l’illegittimità della legge 49/06 conosciuta come “Fini-Giovanardi”, decretandone l’abrogazione.

Con il ritorno alla vecchia legislazione in materia di stupefacenti e con l’applicazione di pene relativamente contenute per i casi di “lieve entità”, si è leggermente ridimensionata la forsennata attività persecutoria nei confronti dei consumatori di cannabis, ma non del tutto cessata, in particolar modo in relazione alla coltivazione domestica che continua ad essere illegale, causando una insopportabile confusione sia nella politica e sia nella magistratura.

E’ indubbio che una legge anacronistica e pregiudiziale, come quella attualmente in vigore, stimoli negli organi istituzionali un vivace dibattito e tentativi di regolamentazione, ma a parte alcuni pronunciamenti nei tribunali e timidi approcci nelle Commissioni parlamentari, il percorso per arrivare anche in Italia ad una forma di tolleranza verso i coltivatori/consumatori in proprio, appare sempre arduo e spigoloso.

Attualmente giacciono nei due rami del parlamento ben 6 proposte di legge per la regolamentazione della coltivazione domestica, 4 alla Camera e 2 al Senato, ci sono stati autorevoli pronunciamenti in favore di una nuova politica nei confronti delle droghe leggere, tra cui va considerato, sopra ogni altro, quello molto significativo della Direzione Nazionale Antimafia che invita a risolvere il problema in tempi brevi e in ultimo, dietro invito della Corte d’Appello di Brescia è stato chiesto il parere della Consulta sulla legittimità costituzionale della legge in vigore.

Va segnalata inoltre la recente iniziativa promossa dal sen. Della Vedova (sottosegretario agli Esteri nell’attuale governo), per la costituzione di un inter-gruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis, che ha già riscosso più di 200 adesioni ed ha presentato la bozza della proposta a metà giugno, con l’obiettivo di ottenere la calendarizzazione entro l’estate.
Tutti segnali di come risulti insostenibile ulteriormente, in Italia, l’azione persecutoria nei confronti di una criminalità inesistente come quella caratterizzata dai coltivatori/consumatori in proprio, la cui estraneità nei confronti del pericolo per la salute e l’ordine pubblico è ormai accertata dalle esperienze di altri Paesi della Comunità Europea e in alcuni Stati degli USA e dell’America Latina.

Per superare questo stato di cose la nostra associazione da tempo collabora con le forze politiche sensibili al problema: abbiamo presentato una proposta di legge per la regolamentazione della coltivazione domestica, abbiamo portato il nostro contributo come consumatori in Commissione Giustizia alla Camera e abbiamo presenziato alle conferenze stampa nei due rami del parlamento per denunciare lo stato discriminatorio e la devastazione nella vita quotidiana a cui sono soggette decine di migliaia di cittadini e cogliamo l’occasione che ci offre questa conferenza per suggerire un percorso logico e praticabile:

Regolamentazione della coltivazione personale

Il primo passo fondamentale per poter procedere in un percorso che preveda tolleranza nei confronti di diversi stili di vita ed abitudini, è a nostro avviso regolamentare immediatamente la coltivazione domestica, prevedendo la concessione per la coltivazione di piante femmine (che produrranno THC) per l’adulto che ne fa un uso personale, una proposta che è stata fatta propria in tutte le proposte di legge presentate nei due rami del parlamento italiano.
Conoscendo le necessità politiche di fornire dati statistici ufficiali, sulla coltivazione di cannabis, siamo favorevoli ad una tipologia di censimento solo ed esclusivamente se tali dati verranno archiviati in modalità anonima per tutelare la privacy e prevenire ulteriori persecuzioni in caso di ritorno ad una politica proibizionista o ad errori formali di pubblicazione delle leggi.
Ci teniamo a sottolineare che l’uso di cannabis non deve essere considerato un problema di sicurezza o salute pubblica.

Decriminalizzazione della coltivazione ad uso personale e abolizione delle sanzioni amministrative per i consumatori

Considerato che la Consulta dovrà pronunciarsi sull’equiparazione tra liceità dell’approvvigionamento e coltivazione personale, chiediamo l’abolizione di tutte le sanzioni sia penali che amministrative per i consumatori di cannabis, prevedendo l’esclusivo controllo al solo fine della sicurezza stradale come avviene per le bevande alcoliche e che sia verificato l’effettivo effetto psicoattivo al momento del controllo e accertata la reale incapacità alla guida del soggetto.

Coltivazioni di Gruppo come modello semplificato di Cannabis Social Club

La Coltivazione di Gruppo è una forma di Cannabis Social Club riservato a pochi soggetti legati da un rapporto di fiducia, da affiancare alla proposta di costituzione di Cannabis Social Club di maggiori dimensioni, più indicati per le aree urbane per esempio, evitando per il momento la discussione sulla forma costitutiva, sugli obblighi sociali e fiscali, sulle caratteristiche di eventuali locali destinati all’uso. Nel momento in cui si arrivasse alla regolamentazione della coltivazione domestica, potrebbe essere considerata in simultanea la possibilità che alcuni coltivatori/consumatori possano associarsi in una Coltivazione di Gruppo per provvedere insieme al fabbisogno annuale di un gruppo limitato di persone legate da un rapporto fiduciario.

Coltivazione di Gruppo in sintesi:

1) Numero ristretto dei soci: possibilità di costituire più facilmente piccoli CSC di amici o conoscenti, con un numero limitato di persone, nei quali i soci possano organizzarsi per coltivare il quantitativo di canapa necessario al fabbisogno dei soci.

2) incaricare uno o più soci, maggiormente esperti e/o con la possibilità di poterlo fare, di coltivare le piante di canapa necessarie per le scorte di infiorescenze femminili annuali per ogni socio, delle varietà prestabilite da ognuno.

3) la coltivazione delle piante di cannabis potrebbe essere effettuata sia outdoor che indoor o con entrambi i metodi, con la possibilità di portare a fioritura anche piante maschio per impollinazioni al fine di auto produrre semi freschi ed effettuare incroci e selezioni.
4) la possibilità di trasporto, per ogni membro del gruppo, del quantitativo personale di infiorescenze di canapa frutto del raccolto, dal luogo di coltivazione ed essiccazione fino alla propria abitazione, per l’uso domestico.

5) ovviamente un socio di una Coltivazione di Gruppo non può far parte di altre Coltivazioni di Gruppo, mentre può far parte di più CSC di maggiori dimensioni.

Direttivo ASCIA

sasso
08-07-15, 17:24
Come ora stiamo lottando per ottenere la legalizzazione, in futuro prevedo che lotteremo per difenderci dal business sulla canapa e mantenere la nostra libertà di auto coltivarci comunque le nostre piante, fare i nostri incroci, produrci le nostre sementi e creare le nostre varietà personali di resine, secondo i nostri gusti e le nostre necessità, adattando le piante ai nostri terreni e ai nostri climi, cercando di andare verso la liberalizzazione della canapa, dopo un progressivo cambiamento culturale più libertario. Bisogna far circolare le idee e le informazioni.

Condivido oltre ogni percentuale! Anzi temo si debba iniziare già da ora a difenderci dal business della canapa, da quel tipo di business legato al solo valore del dio denaro. Aguzziamo gli occhi e cominciamo a evitare di fare solo la parte dei tonni....:yikes:

Corby
12-07-15, 13:10
attendiamo aggiornamenti sulla giornata di oggi :icon_rambo::icon_rambo::icon_rambo::icon_rambo::p olliceu::polliceu::polliceu::punkif5:

Pawan Kumar - ASCIA
12-07-15, 22:27
Ho questo video, di tutta la riunione: https://www.youtube.com/watch?v=B9x1IrDdNFE
L'intervento di Giuseppe Nicosia, per ASCIA, dal min. 37.40

Pawan Kumar - ASCIA
19-07-15, 09:31
E qui le impressioni dei nostri protagonisti nel nostro articolo ASCIA:

http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=9155

Report della Conferenza al Parlamento Europeo

Pubblichiamo le impressioni di alcuni delegati delle Associazioni che hanno partecipato alla conferenza di Bruxelles.

E’ un momento topico per la battaglia antiproibizionista, perché sia in Italia, con una “iniziativa parlamentare” e sia in Europa con un “report di iniziativa” si stanno costringendo i governi nazionali e la Commissione Europea a prendere delle decisioni in merito all’uso e al consumo delle cosiddette “droghe leggere”.

Per vedere un estratto della conferenza: https://youtu.be/B9x1IrDdNFE

Di ritorno da Bruxelles, ringraziamo la bella comunità italiana presente in Belgio che ci ha ospitato nella accogliente città. Entrare nei palazzi del potere, fa sempre un certo effetto, ma portare in visita al parlamento anche il Flacone di Bedrocan, con le infiorescenze, che in italia dovrebbe venir prescritto, non ha prezzo. Assieme ai pazienti abbiamo lasciato (in ogni zona fumatori visitata) un segno del nostro passaggio, un sentiero di Terpeni che speriamo ispirino il parlamento a legiferare in merito.

Nella delegazione italiana oltre alle associazioni specializzate in cannabis, erano stati invitati anche il coordinamento AddioPizzo e l’ass. Muovi Palermo, con cui è stato un piacere confrontarsi sulle diverse realtà e sulla loro cultura sulla mafia e criminalità organizzata in genere.
La conferenza è stata interessante per più punti di vista ed interpretazioni, erano presenti:

Jan Malinowski, Executive Secretary of the Pompidou Group (Council of Europe): il miglior intervento ascoltato da parte delle istituzioni, ha trattato il problema della lesione dei diritti umani in atto, provocata dalla persecuzione delle droghe; nel suo intervento ha suggerito più volte di far valere i diritti umani e civili, contrastando le perquisizioni per consumo o coltivazione personale come ad esempio per motivi di lesione della privacy.

Angela Me (Italiana) la vera Proibizionista tra tutti gli ospiti presenti, in rappresentanza del UNODC, ha messo da subito in chiaro che per le istituzioni la cannabis è ancora una droga al pari di quelle pesanti e perciò da perseguitare. Abbiamo contestato tutto l’intervento, riuscendo alla fine a farla cadere sull’attendibilità dei suoi dati espressi. Inoltre ha sottolineato che gli accordi internazionali non danno indicazioni sul consumo e sulla coltivazione personale, anche se poi ha ammesso che la mancanza di chiarezza porta grandissime diseguaglianze negli Stati della UE. Una visione proibizionista che eravamo pronti ad ascoltare, e contestare.

R. Crepinko (Olandese) rappresentante del Europol, senza offesa ma una sorta di “terminator” che ha ripetuto per entrambi gli interventi che loro applicano solo le leggi. Non è stato possibile un confronto, quando si è rfiutato di rispondere alla domanda: “verificate che le leggi siano legittime o provvedete solo alla mera applicazione?”.

Gli altri due relatori, Griffiths (direttore scientifico osservatorio europeo) e Welfens (eurojust), dopo un primo intervento convenzionale ma molto vago, si sono espressi a favore di una regolamentazione che prenda atto dalle ultime ricerche scientifiche e che non criminalizzi il consumatore.

Ritengo positiva questa esperienza, che ci ha fatto capire che un percorso europeo è possibile, anche se molto più lungo di quello applicabile nei singoli Stati. Ma è una strada da percorrere per porre le basi di un diritto europeo all’uso di sostanze.

Un ringraziamento agli organizzatori dell’evento e ai parlamentari Ignazio Corrao (M5S), Elly Schlein (Possibile), che a termine della conferenza si sono impegnati a portare avanti un “Report di iniziativa” da presentare alla Commissione Europea.

Markab Mattossi – OVER GROW

Ci è sembrato di tornare indietro nel tempo, ascoltare le motivazioni per un efficace contrasto all’uso di cannabis, espresse dagli esperti delle organizzazioni internazionali sul consumo e traffico di droghe, ci ha riportato ai tempi in cui Serpelloni poteva permettersi di alimentare la sua fobica campagna anticannabis, con argomentazioni fasulle e impregnate di pregiudizio.

Dobbiamo riconoscere all’eurodeputato Ignazio Corrao una notevole dote di stratega perché, se è vero che noi non conoscevamo la natura convenzionalmente proibizionista dei relatori, è pur vero che neanche loro erano a conoscenza della platea a cui si rivolgevano, e se in un primo momento eravamo noi gli increduli per quel che ascoltavamo, dopo i primi interventi dei nostri delegati, l’espressione di stupore è apparsa sui loro volti.

Abbiamo contestato educatamente e con dati alla mano tutte le loro argomentazioni fasulle, riscuotendo alla fine comprensione e simpatia dalla maggior parte dei relatori.

In sintesi possiamo dire che gli “esperti” vengono pagati per portare avanti studi i cui dati statistici vengono presi da coloro che promuovono il progetto stesso e quindi incontestabili, ma se, come è avvenuto per questo evento, i dati e le valutazioni che vengono portati a dimostrazione dell’inefficacia del proibizionismo, risultano interessanti, allora potrebbe aprirsi una ricerca e una analisi di direzione diversa. Ed è stato proprio questo il motivo della nostra presenza a Bruxelles, portare testimonianze di consumatori responsabili e consapevoli, che nulla hanno a che vedere con la tossicodipendenza o con la criminalità!

Ora ci auspichiamo che il “report di iniziativa” che verrà presentato dai deputati Corrao e Schlein alla Commissione di competenza venga accettato, primo passo per una discussione sul tema, esattamente come lo è “l’iniziativa parlamentare” promossa dall’intergruppo in Italia …percorsi lunghi, ma finalmente percorribili!

Giancarlo Cecconi – ASCIA

“Italia chiama Europa” è il titolo della relazione che abbiamo consegnato ai relatori della conferenza, in cui, tra le varie argomentazioni sui vari aspetti relativi all’uso di cannabis, riportiamo anche le criticità vissute in Italia da molti pazienti.

Una criticità sconosciuta dalla maggior parte dei politici, nazionali ed europei, perché il primo impatto è stato veramente ostico: cosa avrebbero potuto dire i Giovanardi e i Serpelloni italiani per far meglio dei proibizionisti che avevamo di fronte?

Bravo l’europarlamentare Corrao che ci ha permesso di scardinare quei troppi taboo derivanti da affermazioni convenzionali, e ormai obsolete, sulla “pericolosità” di una sostanza giudicata pericolosa solo da “loro” e assolutamente benefica per noi malati, che anche questa volta hanno portato una richiesta di aiuto direttamente al cuore della politica europea. Valutata l’estrema educazione e competenza della delegazione italiana(attenti a come parlate, sappiamo controbbattervi) e dopo l’iniziativa dell’intergruppo parlamentare italiano sulla legalizzazione, è possibile che a presto sarà il parlamento europeo a redigere una relazione: “Europa chiama Italia”.

Andrea Trisciuoglio – LapianTiamo

Ottima iniziativa che speriamo porti ulteriori frutti per aprire un dibattito a livello Europeo. Prima di iniziare la giornata al parlamento europeo, non sapevamo chi avremmo avuto di fronte come relatori, la sorpresa è stata duplice, sia per loro che per noi. Ignazio Corrao capogruppo del movimento 5 stelle a Bruxelles, è riuscito a creare un effetto sorpresa in entrambe le parti, portando tra i relatori dei rappresentanti dello zoccolo duro del proibizionismo europeo e mondiale. Tutto ciò ci fa comprendere quanto sia grande ancora il muro che dobbiamo abbattere, tra ipocrisia, bigottismo moralista, e ambiguità delle agenzie mondiali antidroga nel narcotraffico mondiale.

Angela Me dell’UNODC (la sezione dell’ONU che si occupa di droga e crimine) ci ha sciorinato dati e statistiche falsate per ‘dimostrare’ la dannosità della cannabis, nella peggiore tradizione proibizionista, con metodologia a noi ben nota essendo stata la ‘strategia’ nostrana del dipartimento politiche antidroga (DPA), fino alla caduta dello zar anti-cannabis Giovanni Serpelloni, e della nostra legislazione dell’epoca fini-giovanardi. Era ben noto infatti il ruolo di Serpelloni che seguiva a pennello i dettami delle agenzie proibizioniste mondiali, con l’UNODC, e con il dipartimento antidroga americano (National Institute on Drug Abuse, NIDA), ed il ruolo politico di Carlo Giovanardi.
La sorpresa nel viso di Angela Me, quando ha compreso chi si trovava in aula, l’ha portata all’abbandono dell’aula una decina di minuti prima di essere assalita da domande, ma sopratutto per evitare che fossero ulteriormente messe in evidenza le contraddizioni, falsità, la criminogena propaganda della politica dell’ONU in materia, anche perché non avrebbe potuto confutare i nostri dati, e non poteva andare oltre argomentazioni che esulassero la sua posizione di paladina del proibizionismo.

Robert Crepinko: Rappresentante dell’Europol ha parlato di traffico internazionale, sopratutto in ambito di grandi traffici, e quindi era un po spaesato nel contesto di una regolamentazione dell’uso personale, nonchè sicuramente non preparato sull’argomento. L’unica frase che è riuscito a ripetere come un mantra è stata quella “le polizie devono far rispettare le leggi”, che poi siano giuste o sbagliate queste leggi, per Crepinko ha poca importanza.

Gli altri relatori presenti Paul Griffiths direttore di EMCDDA (Osservatorio Europeo sulle droghe) e Benedikt Welfens (Eurojust) e J. Malinowski (Pompidou Group) hanno espresso pur con moderazione posizioni di apertura verso una regolamentazione/legalizzazione delle cosiddette ‘droghe leggere’.

Ringraziamo Ignazio Corrao e Elly Schlein per questa iniziativa, e ci auguriamo che possa essere l’inizio della discussione in Europa, e che possa essere ripetuta invitando alla seduta altri parlamentari di altre nazioni e relative delegazioni di associazioni che si battono come noi per il diritto all’autoproduzione e consumo ad uso personale di cannabis.

Davide Corda – Canapa Info Point

wow
19-07-15, 09:52
Ho visto il video completo su youtube ieri se non sbaglio, direi che si è parlato di tutto e di niente allo stesso tempo. Non capisco come si faccia a parlare su dati di dubbia provenienza e di dubbia importanza. Mi sembra che gli "oratori" siano abbastanza al di fuori della realtà. Non credo si possa avere grande aiuto da gente del genere, mi riferisco in particolare a quell'Angela Me che probabilmente non sa neanche di cosa sta parlando e a quei due stranieri che parlano dei diritti civili facendo esempi di uccisioni in Iraq o cose del genere... Non capisco come questo possa influenzare una decisione sulla libertà dell'individuo in Italia che fino ad ora è perseguitato come giustamente diceva Nicosia (mi pare si chiamasse così) l'unico insieme a pochi altri a parlare seriamente del problema toccando i punti giusti. Spero di non sbagliarmi, ma non mi sembra che questa "riunione" abbia portato a chissà cosa...
Eppure in Europa ci sono già dei modelli da prendere in considerazione come Olanda, Spagna, Portogallo ecc... perché non portare la loro esperienza da condividere per vedere se per loro è un male oppure no?
Si parla di un aumento delle spese sanitarie in caso di legalizzazione, ma siamo sicuri? Perché adesso non se ne fa uso lo stesso? anche di porcherie chissà spruzzate con che cosa... L'argomento aumento spese sanitarie lo trovo fuori luogo.

Pawan Kumar - ASCIA
22-07-15, 12:27
wow
Alcuni dei relatori di questa conferenza rappresentavano lo zoccolo duro del proibizionismo internazionale, e ci rendono l'idea di come sia ancora difficile ottenere dei cambiamenti sostanziali nelle strategie di intervento sulla diffusione delle sostanze stupefacenti e della criminalità collegata, anche se dovranno essere fatti comunque, alla fine, perché questo proibizionismo ha prodotto ormai risultati così catastrofici e fallimentari.
Però stavolta anche le nostre idee e i nostri punti di vista verranno inseriti in una relazione, che sarà una delle basi delle prossime discussioni del parlamento europeo sull'argomento.
Mi sembra un buon segnale il fatto che abbiamo potuto testimoniare, in sintesi, che non siamo una massa di criminali drogati e spacciatori, come il proibizionismo ci vuole dipingere, ma di cittadini innocui e sempre più consapevoli dei loro diritti calpestati.
Il nostro Giuseppe Nicosia è una persona in gambissima, a me sembra un ragazzo eccezionale, vi consiglio a tutti di leggervi il suo libro "Leone bianco Leone nero" sui suoi 2 mesi passati in carcere per coltivazione di canapa, una testimonianza vera, sincera, realistica e bellissima di un'esperienza umana straordinaria, molto simile a quello che ho vissuto io a mia volta, nei miei 6 mesi in galera per lo stesso motivo. Descrive molto bene la giusta forza d'animo che si deve sviluppare in carcere (e in tutte le circostanze drammatiche della vita) per non andarci fuori di testa ma uscirne temprati, nonostante tutto.
Vedere come si è rialzato, fondando Sicilcanapa, coltivando canapa legale e dedicando le sue risorse intellettuali alla battaglia antiproibizionista, fino a diventare il nostro portavoce ai parlamenti italiano ed europeo, è una cosa che mi da la forza di continuare a sperare che possiamo e dobbiamo ottenere diritti e giustizia, perché la Verità è che non siamo noi il nemico, ma le vittime, non sono le sostanze il pericolo vero ma il proibizionismo e la criminalità che ne consegue inevitabilmente, sempre, ovunque, tanto che, storicamente, alla fine le cose devono cambiare, perché diventano insostenibili.
Bisognerà per forza cambiare strategie, prima o poi, lottiamo perché possa essere più prima che poi.

wow
22-07-15, 13:23
Credo che qui siamo tutti d'accordo, sia tra di noi, sia con chi ha parlato a favore della legalizzazione in quell'occasione. Quello che volevo dire io, è che secondo me (esclusi alcuni come ho già detto nel commento precedente, tra cui Nicosia) non si è affrontato il discorso nel giusto modo. Di sicuro si sono dette cose giuste, ma per far capire ai proibizionisti di essere in errore non bastano quelle parole. Detto ciò, mi auguro che questo sia solo un inizio, e che piano piano riusciremo ad uscirne fuori perché questa è una situazione che non può più andare avanti.

Pawan Kumar - ASCIA
22-07-15, 15:27
Questa è gente che non cambierà mai opinione, sono professionisti del proibizionismo, non ci saranno di nessun aiuto, faranno sempre tutto il possibile per contrastarci, possiamo solo metterli di fronte ai loro stessi fallimenti e farli dimenticare dalla storia.
Il vero inizio è proprio il fatto che finalmente possiamo controbatterli, finora hanno avuto il monopolio delle chiacchiere, in queste circostanze, mentre ora ci ascoltano anche a noi, che stiamo provando a smentire le menzogne e le distorsioni delle statistiche proibizioniste e ad offrire diversi punti di vista e soluzioni possibili.
Tanto troveranno il modo di continuare a negarci alcune libertà e diritti, però questo testimonia una fase di prossima fine del proibizionismo persecutore e oscurantista, ormai troppo appesantito dai suoi stessi fallimenti catastrofici.