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Visualizza Versione Completa : pannella contro le morti in carcere



edcm
24-06-11, 21:24
In Nome del Popolo Italiano, in Nome della Legge si sta imponendo al popolo - peggio che nel ventennio partitocratico infame fascista e dal sessantennio partitocratico - qualcosa che ha una distanza davvero catacombale dalla legalità internazionale, dalla legge sui diritti umani, dalla dichiarazione dei diritti, dai trattati, che anchein aperta violazione blasfema del diritti europeo e della nostra - com'è? - "bellissima" Costituzione.
Non è vero che sono tutti uguali ma sono tutti soci nel furto di legalità, di costituzione, di danaro e di vita al nostro Paese. Perché dicoquesto? Ma è normale, è noto, che sono decenni che noiindichiamo le strade per arrivare a risolvere e a superare questo problema che è di democrazia, di legalità e di vita o di morte. L'amnistia come strumento per rimettere in cammino legale un'amministrazione della giustizia che crea solo sofferenze umane, ma sofferenze, disastri di ogni tipo soprattutto, torno a dire, di illegalità, di bestemmia contro la legge.
Qui oggi c'è democrazia per tutti gli altri tranne che per voi e per noi. Perché? Perché ogni volta che noi parliamo, parliamo perché siamo come voi. Ci riconoscete. E oggi quindi diciamo che occorre, necessariamente, che venga immediatamente - immediatamente - parlo come un presidente della repubblica, chevolete fare? Sono matto! occorre necessariamente che venga immediatamente, immediatamente parlo come un Presidente della Repubblica chevolete fare, sono matto! Perchè se fossi Presidente della Repubblica direi che il primo problema del nostro Paese, per la Repubblica, è uscire dalla illegalità contro la legge internazionale, contro quella europea, contro quella costituzionale italiana e quella del sentimento religioso e umano di tutti uscire da questo. Noi la strada la indichiamo ed è per questo che sono tutti d'accordo e soprattutto la sinistra, la sinistra, il centro sinistra, il centro, il centro destra, la destra sono tutti d'accordo in una sola cosa: devono spartirsi il tempo di menzogna da usare contro la democrazia e contro il popolo. Litigano ma per spartirsi il bottino di menzogna e di furto che devono trasmettervi. Sembra incredibile, sì, io lotto mettendo in causa la vita e non la morte ma comunque so che la stragrande maggioranza di voi è colpevole per il regime partitocratico sapete perchè siete colpevoli e sanno che ci riconoscete. Voi tutte e tutti sulle battaglie di fondo. Quindi vogliono insegnarvi a corrompere questo regime anticostituzionale, partitocratico che è di ladri di verità, di danaro e di tutto. Io non credo. Il popolo italiano credo, spero, potrà decidere con me presente; ma so che il popolo italiano deciderà in un modo più definitivo e profondo come i tunisini, gli egiziani, come tentano di fare i siriani e tanti altri questo infame regime sessantennale. Guardate il Berlusca, adesso, lo stanno facendo fuori i suoi perchè ormai adesso lui non ce la fa più a fare l'ammucchiata alla quale si è rassegnato. E quindi adesso preparano... Ma dobbiamo stare zitti noi, non dovete vederci. Dovete sentire le favole di Niki che sono dolcissime ma l'acqua, dell'acquedotto pugliese, è inquinata e lui neanche se ne accorge!
Allora, per terminare, IN NOME DELLA LEGGE smettetela, cacciate via da voi questa vostra anima perversa, ignobile, di traditore della parola e della legge, di traditori di tutti i comandamenti che si conoscono, tutti quanti. Ecco, questa è partitocrazia e a colpa è vostra. IN NOME DELLA LEGGE, cacciamoli via. State attenti, ci possono ingannare e possono cercare e cercano di eliminarci anche fisicamente come possono.
http://www.youtube.com/watch?v=pv7vXnF8Ki4&NR=1

Windom Earle
26-06-11, 20:52
Riporto questo articolo di Vittorio Feltri che, quando vuole, dimostra di essere una persona con un po' di cervello:

Cari onorevoli, sull'amnistia io sto con Pannella

È una posizione impopolare che molti italiani non capiscono. Ma qualcuno deve smuovere l’indifferenza del Parlamento. Marco Pannella sfida la morte per dire che i carcerati hanno diritto a situazioni dignitose. Se l'Italia non può costruire nuovi penitenziari, si rassegni a trovare pene alternative.

L’ennesima violenza di Marco Pannella su se stesso (sciopero della sete, un rischio letale) lascia perplessi gli italiani se addirittura non li irrita. Perché è finalizzata ad accendere l'attenzione della politica, e dell'opinione pubblica in generale, su un problema autentico, grave, che tuttavia la gente non considera neppure: la condizione disumana in cui vengono tenuti i carcerati. La mentalità diffusa è questa: chi finisce dentro ci deve rimanere per espiare. Non importa se la metà dei detenuti è in attesa di giudizio e non è detto sia colpevole. Non importa neppure che la Costituzione (oltre alla tradizione di civiltà) sia chiara: la pena deve servire a emendare (rieducare) e non può trasformarsi in una sorta di vendetta contro il reo, il quale dunque sia privato della libertà, ma non della dignità.

Il più delle volte questi discorsi teorici fanno venire i nervi a chi li ascolta, convinto semmai dell'opportunità di infliggere qualsiasi tormento a chi sta dietro le sbarre, così impara a non delinquere. Se le prigioni sono sovraffollate, indecenti, stabilimenti di tortura dove la promiscuità annulla la personalità e abbrutisce, chissenefrega: tanto peggio per i criminali, tanto meglio per noi onesti. L'idea cambia se all'onesto capita (eccome se capita) di essere arrestato, magari per errore. Allora prova cosa voglia dire nel Terzo Millennio subire umiliazioni di tipo medievale e si propone, appena fuori, di dedicare il resto della vita alla battaglia: riservare ai carcerati un trattamento almeno cristiano se non proprio civile.

Peccato che dopo un mese di libertà, il ricordo dei patimenti sbiadisca e la volontà che essi non si ripetano mai più, per nessuno, evapori e lasci il posto ad altri impegni. Sicché per i detenuti si perpetuano indicibili sofferenze. L'unico politico che invece non dimentica mai nessuno, nemmeno gli «ultimi», è Marco Pannella, eroe (senza retorica) di mille guerre contro le ingiustizie (e a favore dei diritti), alcune perse e molte vinte. Lui, il Grande Radicale, ha speso l'esistenza non per arricchirsi e farsi bello in tivù, ma per imporre le «ragioni della Ragione» sull'egoismo e la meschinità dei potenti, bravi solo a farsi gli affari propri e a difendere i privilegi della casta cui appartengono. Anche adesso, vecchio e malandato, Marco sfida la morte per dire al Palazzo che se un Paese basa il proprio ordinamento giudiziario sulle condanne alla detenzione, bisogna almeno che si doti delle strutture necessarie affinché tali condanne siano scontate in luoghi idonei. L'Italia non è all' altezza, per mancanza di mezzi, di costruire nuovi penitenziari? Si rassegni a trovare pene alternative.

E a depenalizzare certi reati. Infine l'amnistia non è una bestemmia. Se ne discuta con serietà come si faceva un tempo. E si rammenti che, a differenza dell'indulto, cancella il reato e quindi anche il processo, non solamente la sanzione, e pertanto la sua applicazione contribuirebbe a sollevare i tribunali dal lavoro che non riescono a svolgere. Azzerare e ripartire da capo. Forza Pannella. E che qualcuno gli dia retta. So che questo articolo è impopolare. Mi auguro però serva a smuovere dall'indifferenza i signori del Parlamento.