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23-09-11, 16:19
Il proibizionismo ha fallito. Ma l’ipocrisia perdura

Santa Marija, libera nos a malo

La guerra alla droga è persa, lo hanno ammesso da tempo le maggiori autorità impegnate nella lotta alla droga, lo ha ammesso il governo statunitense che nella “War on Drugs” ha sprecato fantastiliardi, lo confermano le polizie di tutto il mondo, che al proibizionismo non hanno mai creduto.

GIOVANARDI & C – Eppure l’ipocrisia proibizionista sembra perdurare marmorea, tanto che nel nostro paese da quando Pannella non si fa più gli spinelli in pubblico a parlare di droghe sembra sia rimasto solo Giovanardi. Ma nel nostro paese migliaia di persone ogni anno continuano a finire in galera o devono subire sanzioni e misure cautelari draconiane, proprio perché hanno scelto di consumare sostanze psicoattive illegali invece di rivolgersi al pur ampio mercato di sostanze legali dominato dagli alcolici e dai medicinali. Se nessuno da noi o altrove raccoglie la bandiera antiproibizionista, che evidentemente è considerata non pagante in termini elettorali, l’epocale fallimento della guerra alla droga ha però aperto qua e là spiragli di legalizzazione.

L’”ERBA” MEDICA – Negli Stati Uniti in particolare è da segnalare il fenomeno della liberalizzazione della marijuana “medica”. Molti stati americani si sono convinti della bontà terapeutica della marijuana e ne hanno autorizzato il consumo per quanti siano colpiti dalle patologie che possono trarre giovamento dall’impiego della benefica erba. Che è davvero molto benefica e che quindi si presta a essere consumata dai “malati” di una vasta gamma di malattie, alcune delle quali dalla diagnosi incerta. Per correre incontro alle esigenze di questa massa di malati in cerca di cure e sollievo, gli stati hanno quindi autorizzato la coltivazione e la vendita dell’erba, distribuita da una rete di “dispensari” dotati di apposita licenza. Buona parte di quelli che fumano marijuana negli stati interessati si sono fatti fare un certificato medico, hanno salutato gli spacciatori e sono diventati clienti dei dispensari, dove possono acquistare l’erba per le loro esigenze, non a chili, ma a sufficienza.

NESSUN CONTROLLO – Che si tratti di un’immensa ipocrisia è fuor di dubbio e non solo perché la marijuana è venduta come un medicinale senza essere mai passata per i controlli e i test dell’autorità sanitaria, come invece accade per i farmaci che ne utilizzano i principi attivi. Un’ipocrisia che funziona, che apre spazi di frontiera, ma che ancora stenta a consolidare i suoi successi, visto che in alcune zone del paese i dispensari aprono e chiudono con il cambiare delle amministrazioni. Quelle ottusamente “antidroga” alla Giovanardi cercano ogni pretesto per chiudere i dispensari e uno dei preferiti è quello di sostenere che siano criminogeni, che innalzino cioè il numero dei crimini nei loro dintorni o che, come sostiene ad esempio la polizia di Los Angeles, diventino bocconi gustosi in quanto contengono contanti e merce facilmente rivendibile.

LAVATA DAL PECCATO? – Anche questa è una fantasia smentita dai dati, anche se è noto che i dati siano variabili indipendenti nel ragionamento proibizionista. Proprio in occasione della chiusura di alcuni dispensari nell’area di Los Angeles si è osservato al contrario un innalzamento di questo dato attorno ai negozi chiusi perché accusati di essere motore di problemi. Le affermazioni della polizia di Los Angeles sono una bestialità anche perché è chiaro che nessun poliziotto si permetterebbe mai affermazioni del genere nei confronti di gioiellerie e supermercati o ne chiederebbe la chiusura per quei motivi, la criminalizzazione originaria e implicita è evidente, la forma mentis non può cambiare da un momento all’altro: “la droga” continua a portare lo stigma del peccato e della delinquenza anche quando è legale.

IPOCRISIA – La battaglia antiproibizionista resta una di quelle battaglie che ha dalla sua tutte le ragioni del mondo e contro tutte le ipocrisie immaginabili e inventabili. Ora che il proibizionismo sta soffrendo un calo dei consensi non s’assiste però a una ripresa della spinta antiproibizionista. Ci sono è vero altri problemi in questo inizio di millennio, ma c’è anche una platea di consumatori che si è abituata a vivere in un’ipocrisia non molto dissimile da quella che regge i dispensari americani, pur rimanendo totalmente immersa nell’illegalità. Il consumo di droghe è diffuso e pervasivo, il numero e la disponibilità delle droghe intese come sostanze psicoattive aumentano implacabilmente da anni, tanto che negli Stati Uniti da tempo le agenzie e le polizie non perseguono più i traffici inferiori ai duecento chili di marijuana per mancanza di risorse.
DROGA CASARECCIA – E tanto che dare il colpo di grazia alle speranze dell’antidroga è arrivata la produzione “dal basso” e decentralizzata di metanfetamine, prodotte in cucina con ingredienti legalmente reperibili e vendute ai vicini, stanno piagando intere comunità, in particolarmente quelle rurali, con effetti devastanti. Anni di proibizionismo hanno poi alimentato e arricchito cartelli criminali di ogni genere e potenza a Sud del Rio Grande, con i cartelli dei narcos colombiani e messicani che sono diventati potenze in grado di minacciare gli stati grazie ai dollari e alle armi americane, che negli Stati Uniti si possono comprare senza nemmeno aver bisogno del certificato medico e anche a centinaia di pezzi alla volta.
CATTIVONE – Nemmeno la marijuana si può legalizzare, nemmeno una pianta il cui uso ludico ha controindicazioni infinitamente più modeste di quelle dell’alcol. Non si può consumare perché c’è qualcuno che la chiama “droga” e “le droghe” sono tutte cattive, spingono al crimine e fanno piangere la mamma. Soprattutto fanno piangere la mamma, alla quale corre in soccorso il proibizionista, offrendo la parvenza di una protezione statale alla preziosa prole, ai figli “drogati” o minacciati dai drogati.

NON E’ MAI MORTO NESSUNO – Poco importa se poi i giovin virgulti in natura rischiano molto meno a fumarsi covoni d’erba che ad incontrare i tutori dell’ordine, quelli che nelle fantasie dovrebbero proteggerli. Di marijuana non è mai morto nessuno, in carcere si muore troppo spesso e ci si finisce spesso per niente, quasi sempre solo per volontà di chi vende la proibizione e la repressione come soluzione di tutti i mali, perché più in là non ci arriva lui o non ci arrivano i suoi elettori. Il fallimento della War on Drugs non è la vittoria definitiva dell’antiproibizionismo, è solo un episodio. La vera battaglia è e resta quella sul piano culturale e sociale, perché fino a che il tema sarà monopolizzato dai Giovanardi si potrà solo andare di male e in peggio. Fortunatamente al di fuori del nostro paese qualcosa si muove e fortunatamente, anche se di Giovanardi ce ne saranno sempre, lo scorrere del tempo e la demografia giocano a favore dell’antiproibizionismo, più di quanto non facciano la logica, le buone ragioni e la stessa convenienza per le collettività.

fonte: http://www.legalizziamolacanapa.org (http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=2609)