Yoga e controllo della mente
@KGB grazie ancora per avere aperto questa discussione, che secondo me potrebbe avere delle potenzialità per aiutare chi la segue a comprendersi meglio.
Non vorrei iniziare col consigliare dei corsi specifici di stili di arti marziali interne, scuole di Yoga, di meditazione, rituali mistici o pratiche sciamaniche per ricercare l' autocontrollo della mente.
Lo preferisco per rispetto di tutte le forme di ricerca interiore, che, nelle varie culture e nelle epoche, hanno assunto numerose sfaccettature.
Ho già scritto che secondo me l'esperienza personale e la pratica quotidiana sono importanti e insostituibili: quindi preferisco portare il mio punto di vista in base alla mia esperienza di ricerca.
Questa è una ricerca personale, che ognuno può svolgere come meglio ritiene, in base alle proprie attitudini e alla propria motivazione, la ricerca del Sapere è per me quello che da un senso alla vita degli esseri umani.
E' una ricerca antichissima dell'umanità, che dura dalle epoche preistoriche remote.
Lo scopo comune dello sciamanesimo nelle culture tribali ancestrali, dello Yoga e delle arti marziali interne (oltre il Thai Chi, tutte le arti marziali hanno un aspetto di meditazione interiore più o meno approfondito) è quello di interrompere la visione individuale della realtà filtrata dalla mente, per consentire una visione totale, profonda e partecipe dell'Energia Universale, dalla quale si riceve pace, forza e beatitudine.
Per quanto riguarda i libri, quelli che ho letto e studiato di più sono famosi antichi testi sacri indiani millenari, come la Bhagavad Gita, dove Krishna stesso, dal secondo capitolo, spiega le principali forme di Yoga, a seconda del tipo di praticante.
Le mie preferite sono il Karma Yoga, (Yoga dell'Azione), cap 3 e il Jnana Yoga, (Yoga della Conoscenza), cap 4.
Gli altri libri sono il Ramayana e lo Yoga Vasishtha.
Vorrei iniziare riassumendo sinteticamente i motivi che mi hanno portato ad intraprendere un cammino di autocontrollo interiore e come funziona la mente umana.
Per me è iniziata da adolescente, ero un giovane anarchico ateo e razionale, però ero affascinato dallo studio delle varie religioni e delle culture sciamaniche, con le loro varie mitologie, perché le vedevo come delle elaborate metafore con le quali gli uomini antichi hanno cercato di trasmettere delle conoscenze e degli insegnamenti alle generazioni future, provenienti da epoche in cui non esisteva la scrittura e le conoscenze complesse potevano essere tramandate solo attraverso racconti simbolici, più facili da memorizzare.
La domanda che mi chiedevo riguardo le religioni era: "Ma al di là del controllo sociale, delle persecuzioni e delle guerre di religione che ne sono scaturite, cosa ci volevano veramente trasmettere e spiegare, in origine, gli antichi con i loro miti?"
In particolare ho ricercato gli elementi in comune tra i miti delle culture più antiche, che secondo me erano il nocciolo delle conoscenze primordiali che gli antichi saggi hanno cercato di trasmettere.:icon_study:
Ho trovato che la conoscenza di se stessi, l'esplorazione dei misteri della vita e dell'universo che ci circonda, il dualismo degli aspetti dell'esistenza, la lotta tra il bene e il male e l'autocontrollo del proprio pensiero, della paura e dell'ira, attraverso il silenzio interiore ottenuto con lo sviluppo di una forte determinazione, la volontà, fanno parte di quel nocciolo originario di elementi in comune dei miti ancestrali.
Mi sono fatto l'idea che i problemi, le emozioni e le sfide degli uomini preistorici non erano poi molto diversi dai nostri, anche se non avevano in aggiunta lo stress di una forte pressione sociale e tecnologica che abbiamo noi moderni.
Quello che distingue il cervello e la mente degli umani moderni (cosiddetti Sapiens sapiens, ultimi 200.000 anni circa) dagli esseri umani precedenti e dagli altri animali è l'aver evoluto una vasta area cerebrale linguistica e logica nell'emisfero cerebrale sinistro, e conseguentemente abbiamo sviluppato sempre di più anche un linguaggio complesso, con l'abbassamento della laringe e delle corde vocali, in modo da poter emettere una maggiore varietà di suoni e parlare in modo più elaborato e ricco, al quale è strettamente connessa una capacità di ragionamento riflessivo logico-matematico, che nel loro insieme chiamiamo "intelligenza" (oggi in declino:insane:) e che si apprendono dall'ambiente sociale in cui cresciamo.
Ci ha reso capaci di una comunicazione sociale complessa e molto funzionale e di una crescita delle invenzioni sempre più veloce.
Un bel vantaggio, in una vita primitiva selvaggia nella natura incontaminata, un'arma di sopravvivenza micidiale nei confronti degli altri esseri viventi, ma è talmente potente da rivelarsi un'arma a doppio taglio troppo pericolosa, anche per se stessi e per gli altri esseri umani, se non se ne fa un uso controllato. (basta vedere, per esempio, la Fini-Giovanardi, ma la storia umana è fin troppo piena di altri esempi anche più drammatici e tragici, con guerre costanti dall'inizio della civiltà)
Infatti stiamo distruggendo il pianeta che ci ha dato la vita.
Fin da bambini, noi uomini moderni "civilizzati" siamo stati educati e istruiti su come identificarci completamente con il nostro corpo e con la nostra mente, intesa come il flusso incessante di pensieri (normalmente caotici) che produciamo costantemente nella forma di un dialogo interno, che chiamiamo la mente e che siamo egocentricamente convinti sia molto importante per noi, semplicemente per il fatto che è il nostro proprio pensiero, prodotto dal nostro cervello: molti di noi sono convinti di essere solo quello, ospitati dal corpo che racchiude il cervello.
Ma non è solo così, siamo molto di più: siamo anche lo spettatore, il testimone silenzioso che ascolta il dialogo interiore, che lo potrebbe controllare e fermare a piacimento, se da bambini ci fosse stato insegnato anche come farlo.
Anche dal punto di vista scientifico si è appurato che i nostri due emisferi cerebrali operano separatamente e distintamente tra loro, anche se sono collegati.
Sarebbe più corretto dire che abbiamo due cervelli:
uno "rumorosamente" linguistico-logico a sinistra, che vive pensando caoticamente al passato e al futuro, selezionando solo pochi dettagli, pur catalogando tutto con nomi, mai contento e sempre prepotente nel volere il controllo delle percezioni, che seleziona e filtra costantemente.
E uno silenzioso a destra, che vive felicemente soddisfatto nel presente, in una armoniosa visione d'insieme, ma che è perennemente soffocato dall'irruenza esagerata dell'emisfero sinistro.
(al riguardo vi metto il link di una interessante breve discussione di questo forum, "Ictus:Cosa si prova.", iniziata da @EmmetBrown dove c'è un bel video illuminante della neuroscienziata Jill Bolte Taylor che lo spiega benissimo in 18 minuti e anche in maniera simpatica: https://www.enjoint.info/forum/showthread.php?t=22053 )
Non trovate incredibile che la scienza scopra oggi quello che gli antichi sciamani, i saggi e lo Yoga hanno conosciuto e praticato da migliaia di anni prima di Buddha e di Gesù?
COME FUNZIONA LA MENTE SECONDO LO YOGA
La mente crea una visione del mondo apparentemente stabile e razionale (la cosiddetta "realtà") ma illusoria, perché incompleta, ottenuta monopolizzando il controllo delle nostre percezioni sensoriali, scegliendone alcuni dettagli tra i ricordi e focalizzando l'attenzione sempre su quelli.
I nostri pensieri sono intimamente collegati alle emozioni, si evocano a vicenda, certi pensieri suscitano sempre le stesse emozioni e certe emozioni stimolano lo stesso tipo di pensieri e, in questo reciproco richiamarsi, creano inconsapevolmente delle abitudini, che si ripetono e che molti sono convinti essere dei tratti distintivi della loro personalità.
Spesso, nel caso di pensieri negativi e brutte emozioni, diventano talmente ossessivi da creare problemi, anche di salute fisica oltre che mentale e gli esseri umani moderni civilizzati devono ricorrere allo psicologo, allo psichiatra e agli altri dottori e a pesanti cure dannose per risolverli (quasi mai definitivamente), solo per ignorare i meccanismi del pensiero umano e una qualche tecnica di autocontrollo della mente che gli antichi Yoghi e sciamani praticavano già da almeno svariati millenni prima della cosiddetta "civiltà", da epoche preistoriche.
Pensieri ed emozioni influenzano il tipo di respirazione e ne sono influenzati a loro volta.
Agendo consapevolmente sul respiro si possono modificare i pensieri e le emozioni e viceversa, la difficoltà iniziale è ricordarsi di essere consapevoli del respiro per interrompere l'abitudine mentale indotta dalla propria educazione.
Emozioni forti incontrollate provocano una respirazione affrettata della parte alta dei polmoni, controllare la respirazione con respiri lenti, profondi, che partono dal diaframma, quieta le emozioni e i pensieri.
La mente senza autocontrollo produce incessantemente ogni tipo di pensieri, molti dei quali sono pensieri di importanza personale, pensieri paranoici, pensieri rabbiosi violenti, pensieri inutili, pensieri di desideri egoistici insaziabili, non si accontenta mai, neanche quando li realizza, è sempre insoddisfatta, alla ricerca costante di qualcos'altro da volere.
Così la mente non è più un vantaggioso strumento operativo alleato, ma tende a trasformarsi da "protettore" a "carceriere" e a diventare un vero e proprio tiranno interiore, che può spingere le persone a fare di tutto, spesso senza scrupoli di provocare dolore, per soddisfare illusoriamente i propri desideri egoistici senza fine, senza mai trovare soddisfazione e felicità durature in questo, provocando in ciò dolore e sofferenze a se stessi e agli altri.
I tipi di pensieri più frequenti tendono a crearsi delle "corsie preferenziali" e a ripetersi sempre più frequentemente: se sono pensieri negativi (di paura, di orgoglio, di importanza personale eccessiva, di rabbia, rancore, depressione ecc.), e vengono presi troppo sul serio, creano facilmente delle paranoie e delle ossessioni morbose o scatti isterici e attacchi d'ira incontrollati in chi li pensa troppo spesso, tali da poter arrivare a modificare la visione del mondo e delle cose, trasformando tutto in un illusorio girone infernale.
Un vero e proprio "effetto psichico", se lo sapessero Giovanardi e Serpelloni cercherebbero di farlo proibire per legge.
PRIME TECNICHE SEMPLICI DI AUTOCONTROLLO
In realtà molte persone esercitano più o meno consapevolmente un certo tipo di autocontrollo dei propri pensieri, attraverso la volontà e la concentrazione, per esempio nello studio o al lavoro.
Alcuni sanno che è meglio pensare a qualcosa di positivo e appena se lo ricordano, mentre sono afflitti da pensieri negativi con le emozioni negative collegate, si sforzano di sostituirli con pensieri positivi, provando sollievo in breve tempo quando ci riescono.
Questa tecnica di sostituzione spontanea può essere già considerata una prima semplice tecnica consapevole di autocontrollo della mente e delle emozioni, buona per incominciare per chi non è ancora in grado di ottenere una concentrazione o un silenzio mentale che duri più di pochi secondi. (quasi tutti)
Per svilupparla ulteriormente si possono decidere uno o più pensieri particolarmente positivi, elevanti, che danno facilmente un buono stato d'animo e utilizzarli ripetutamente ogni volta che ci si accorge di avere qualsiasi pensiero negativo.
Col tempo, dopo gli sforzi iniziali, la mente stessa creerà delle "corsie preferenziali" proprio per questi pensieri positivi, che diverranno sempre più frequenti e duraturi.
E' un buon esercizio di inizio riuscire a osservare con distacco equanime il flusso di parole e immagini interiori che costituiscono il nostro dialogo interiore della mente, senza andargli automaticamente dietro con le emozioni, ma consapevoli di essere lo "spettatore silenzioso" seduto al cinema della nostra mente, dove si proiettano i drammi e le farse del nostro pensiero caotico, senza prenderli troppo seriamente e senza partecipare con le nostre emozioni, come un semplice spettatore.
All'inizio la mente stessa oppone resistenza alla nostra volontà di cambiare le abitudini mentali consolidate negli anni, quasi fosse un elemento estraneo a noi, come un inquilino abusivo che non vuole mollare la sua posizione di potere tirannico. (come certi politici....)
Con la perseveranza dell'esercizio di una pratica interiore giornaliera la concentrazione aumenta, i tempi di autocontrollo si allungano e diventano sempre più spontanei.
Gradualmente si ridiventa padroni della capacità di utilizzare in modo più efficace la mente per quello che è: uno strumento operativo che ci serve nelle attività quotidiane, studio, lavoro, relazioni sociali, guidata dalla volontà.
Le tecniche yoga più diffuse per contrastare il monopolio dell'attenzione della mente e velocizzare il cammino, sviluppando la concentrazione e la volontà sono:
INTROSPEZIONE più frequente possibile.
CONTROLLO DEL RESPIRO.
KARMA YOGA agire e lavorare disinteressatamente, senza attaccamento al frutto delle proprie azioni, senza pensare egocentricamente a cosa ci si ricava o ci si guadagna.
MEDITAZIONE QUOTIDIANA all'alba e al tramonto e in qualsiasi altro momento si voglia o si possa.
STARE IN SOLITUDINE
PRATICARE SILENZIO anche per giorni, settimane, mesi.
PRATICARE DIGIUNI da un giorno a settimana a periodi di giorni.
RIPETIZIONE DI MANTRA che può essere parlata, cantata, sussurrata, fatta in silenzio interiormente che è considerata la più efficace.
PRATICARE GENTILEZZA E CORDIALITA' verso tutti in ogni circostanza, senza arrabbiarsi mai per nulla e senza fare arrabbiare nessuno.(La più difficile!)
ASTINENZA SESSUALE (a meno che non abbiate veramente un'amante eccezionale.... in quel caso, allora, vale come meditazione...:))
Queste tecniche si possono fare singolarmente o a gruppi o tutte insieme, secondo le proprie attitudini, le proprie possibilità, le proprie circostanze di vita.
Per ora mi fermo qui, anche perché già temo che pensiate che voglia indurvi all'autotortura per rovinarvi la vita.... :)