Intanto grazie, perchè avrai impiegato un tot tempo per rispondere seriamente e ne sono onorato :)
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Originariamente Scritto da
potpot23
Questa è la normalità di questo mondo. E se noi siamo qui piuttosto che altrove è perché dobbiamo fare i conti con questi aspetti dell'esistenza.
E ogni fatto è possibile viverlo in migliaia di modi diversi.
Questo mondo ci ha dato Hitler, ma ci ha dato anche Gesù Cristo e San Francesco.
Ci da Bush, ma ci da anche Gino Strada.
Dover fare i conti con l'esistenza...no, non concordo. L'esistenza non ha alcuna volontà e non vuole nulla da noi. Noi siamo qui, punto.
Vedere un significato dove non c'è, è comune nell'essere umano, molto comune, anche per questo siamo speciali. Ciò non vuol dire però che significato vi sia.
Che vi sia un Hitler, che vi sia un Gesù o chicchessia, l'esistenza non ci sta chiedendo nulla. L'esistenza in realtà non esiste, è un concetto astratto che usiamo comunemente per indicare fenomeni molto diversi tra loro tutti accumunati da una sola cosa molto semplice: esistere.
A volte noi dimentichiamo persino di esistere.....in questo caso mi viene mente un uomo che insegnava delle cose ad altri uomini. Una di queste era prendere coscienza di sè attraverso le sensazioni che il nostro corpo ci dà. La sedia è fredda, i piedi sono caldi, sudati, senti il sangue che scorre, senti le vene che pulsano, senti il battito, senti il respiro, senti te stesso. Perchè la mente è parte del nostro corpo fisico e spesso ce lo dimentichiamo fino ad allontanarci dall'essitenza stessa, finendo per vivere in un sogno dove la realtà oggettiva è lontana da quella obiettiva.
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E' qui che secondo me sbagli.
E' naturale in una società come questa, credere questo.
Se ci pensi un attimo, è ciò che il potere cerca da sempre di farci credere. Che non contiamo una fava. Che qualsiasi cosa tu possa fare non cambierà nulla.
Tu sei nel mondo, si, ma sei anche il mondo.
Ogni ricercatore deve distendere i suoi sensi in maniera più ampia possibile: la ricerca è desiderio di conoscenza, quindi amore per la vita.
Pensa a questo esempio stupido: quando sei felice e sereno, tutto sembra più luminoso, c'è più energia positiva: cambia il mondo. Se tu conoscessi solo questo stato e dovessi riferire del mondo, in quel momento, a un paese lontano, diresti di trovarti in un luogo meraviglioso: è un mondo diverso.
In un altro momento, sei triste, o ansioso, o malinconico: tutto acquista un'altra atmosfera: allora ai tuoi occhi è più rilevante il dolore, il male di questo mondo.
Qual è la verità?
La verità, come dici tu, è accettare questa situazione, si. Questa sfida, in un mondo così difficile!
Ma se ci pensi è un'avventura straordinaria! Accettare la situazione, è il primo passo.
Ricorda, però, che noi potremmo ogni cosa. E' che ancora non lo sappiamo bene.
Credo che alla fin fine non la pensiamo così diversamente anche se a leggere potrebbe sembrarlo.
La verità non è accettare la situazione, al massimo può essere una delle tante verità in un determinato contesto, ma la verità per me è relativa, è un concetto relativo, come l'umidità lo è per la temperatura, così la verità è relativa ad un contesto.
Scrivi che quando sei sereno è tutto luminoso. Quando sei triste il mondo è grigio. E' un pensiero saggio, anche sottovalutato a volte.
Io ti dico però che per me non fa differenza perchè purtroppo o per fortuna mi rendo conto che gran parte dell'esistenza non è da me condizionabile e in quanto tale, la mia percezione di essa, qualunque essa sia, lascia il tempo che trova, fondamentalmente è inutile.
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Ogni ricercatore deve distendere i suoi sensi in maniera più ampia possibile: la ricerca è desiderio di conoscenza, quindi amore per la vita.
L'amore è un concetto confuso e astratto e troppe volte estremamente soggettivo da usare in un dialogo tra ''sconosciuti''.
Un ricercatore non deve per forza estendere i suoi sensi altrimenti perderebbe la sua minuziosa attenzione su particolari apparentemente insignificanti. Tutto dipende dal tipo di ricerca che si fa...è relativo.
Il desiderio di conoscenza non è da considerarsi ''positivo'' a prescindere, potrei elencarti vari esempi per cui il progresso e il desiderio di conoscenza ci si sono ritorti contro.
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Qui però insulti un po' la mia intelligenza: pazienza! però non serve a capire.
Si, io mi sono sentito molte volte pappagallo...ripetevo cose pensate da altri...
ero come una mosca che sbatteva contro il vetro cercando l'uscita...
non sapevo come...ma sapevo dove volevo andare..
Non prenderla come un insulto, piuttosto prendila come una spinta all'autocritica.
Osserva da questa angolazione la vicenda: ci stiamo comportando esattamente come ci hanno detto di comportarci. Stiamo scrivendo come due buoni scolaretti su un forum tra milioni come milioni di altre persone. Comunichiamo un paio di concetti, forse li recepiamo forse no e tanti saluti.
Siamo il fottutto risultato del nostro passato, siamo prevedibili come lo è un cane di fronte ad una bistecca, ci rivoltano come calzini e non ce ne rendiamo conto, facciamo finta che noi siamo superiori agli altri per continuare ad avere un pò di autostima.
Questa discussione tra me e te, era già prevista da qualcuno, altrimenti non saremmo qui, non ci avrebbero lasciato la libertà.
Un pezzo estrapolato da un'altra parte...
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La verità è sotto i nostri occhi, ogni giorno ci passano accanto decine e decine di informazioni che collegate nel giusto modo realizzano un quadro che seppur non definito, lascia intravedere uno schema, un percorso, un colore, una forma. La logica, la deduzione, la matematica, la nostra mente è capace di capire, sta solo a noi aprire gli occhi. Ma attenti, un giorno vi ritroverete ad occhi aperti senza capire il perché, senza sentirsi speciali ma solo comuni. Quando qualcuno riconoscerà in voi la potenzialità, o se vogliamo chiamarlo ‘’pericolo’’ non vi lascerà andare.
Cercheranno di eliminarvi o se non è possibile o non rappresentate un pericolo imminente vi compreranno. Badate bene, non ho scritto vi proveranno a comprare, ho scritto VI COMPRERANNO, senza se e senza ma.
Una volta che vi avranno comprato, voi potrete soddisfare i vostri capricci. Avrete così tanti soldi da poter fare tutto ciò che volete. Vi si apriranno tutte le porte di questo mondo e nel frattempo avrete smesso di essere un pericolo, che ne foste consapevoli o meno.
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Dai, tu non sei una bestia, sei un essere umano.
Sei mammifero, mangi, bevi, dormi, ti accoppi come un mammifero, ma sei un essere umano, cioè puoi scegliere di non obbedire agli istinti. Puoi scegliere.
Se pensi di essere una mucca, allora vivrai come una mucca.
E' una * possibilità * l'esistenza umana. Possibilità per te, possibilità che dai a te stesso e agli altri. Possibilità di cambiare il tuo destino e quello generale.
Ma a volte, è vero, preferiamo fare MU! E ci va bene così..ma fino a quanto?
Scegliere cosa? Scegliere di illudermi di essere una mucca? O scegliere di illudermi di essere un aquila?
Certo, posso illudermi di essere qualsiasi cosa, la realtà non cambia. Sono ciò che chiamiamo mammifero, homo sapiens, dotato di 4 arti etc...che in questo frangente dell'esistenza fa parte di una società di esseri umani che....etc.. etc...
Ciò che dico è che basta farsi illusioni, scendiamo dai nostri cazzo di piedistalli e riconociamoci nelle bestie che siamo. Accettiamoci per quello che siamo, questo potrebbe essere un primo passo per toglierci di dosso la merda accumulata nei millenni passati. Basta pensare e credere in cose assurde, folli, maestose ed irrealizzabili, torniamo a vederci per quello che siamo, scegliamo di credere ai nostri occhi piuttosto che a qualche libro scritto da qualche cazzone.
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La mente, una macchina? Con motore a scoppio? O a carbone? :icon_scratch::biggrin2:
Gli ideali...bè dipende da che ideali uno ha!
Bhè...macchina non vuol dire esclusivamente motore....ma a prescindere il termine non è preciso. Quello che avrei dovuto usare è elaboratore.
Gli ideali sono dei pilastri che ci impediscono di usare la nostra mente in maniera onesta. Se chiedo ad un razzista di analizzare delle statistiche sui crimini negli USA direbbe che loro sono il diavolo e vanno eliminati.
Se chiedo lo stesso ad un nero, lui proverebbe a giustificare la sua ''razza'' in qualche modo.
Dov'è la verità? Non sta a me deciderlo, ma entrambi non sono in grado neanche di concepirla. Perchè? Per i loro ideali.
Credi che per te ciò non sia valido? Lo è per te come lo è per me e per tutti gli altri. Siamo fatti così e chi ci sfrutta lo sa. Allora dov'è la differenza? Io credo sia nella consapevolezza. Spesso non è tanto utile conoscere la risposta, ma capire la domanda. La risposta non c'è, è inutile. Comprendi questo e avrai fatto un passo verso qualcosa...che alla fine non conta nulla comunque.
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Il quadro che fai è quello di un'umanità fatta di specie di tuberi abnormi che si muovono in un buco nero..non hanno occhi, né orecchie, né bocca...forse nemmeno dita per afferrare..e dentro sono vuoti, uguali a fuori, senza cuore né cervello.
Pensiamo a quanto contribuiamo noi a creare lo Stato di Cose, continuando a pensarla in questo modo...
è facile, ci sono cascato anch'io molte volte...e ogni tanto ci casco, ma è sconforto. non è la realtà.
Sconforto? lasciatelo dire...neanche un pò. Quello è rimasto negli anni passati, ora è inutile.
E lasciati anche dire che hai travisato il senso delle mie parole affibiandogli un significato che non hanno.
Noi abbiamo un determinato potere, possiamo fare determiante cose, possiamo provare determinate emozioni, ma per quanto vogliamo darci poteri soprannaturali attraverso la creazione di miti ed idoli, la verità è che siamo animali come tanti altri.
Se il castoro avesse avuto un vantaggio storico di 374.567.999 anni la sua intelligenza si sarebbe sviluppata a tal punto che sarebbe stato lui a guidare il mondo. Potresti forse coerentemente negarlo?
Solo perchè siamo arrivati primi non vuol dire che siamo unici, dimostriamo solo la nostra saccenza e stupidità a pensare di esserlo. Come dei bambini che scoprono di poter fischiare e credono di essere gli unici a poterlo fare, finchè arriva qualcuno che fischia addirittura meglio e il bambino ci rimane male. E l'universo è grande...