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Discussione: Lo stato incoraggia l'uso di alcool negli adolescenti

  1. #1
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    CHE SCHIFO - E A NOI CI METTONO DENTRO PER QUALCHE INNOCUA CANNA
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    PISCHELLI BRILLI - MEZZO MILIONE DI ADOLESCENTI A RISCHIO ALCOLISMO TRA COCKTAIL MICIDIALI, ‘DRINKING GAME’ SU FACEBOOK E SBRONZE A GOGÒ: UN FENOMENO CHE LE FAMIGLIE SOTTOVALUTANO, LE SCUOLE IGNORANO (E LO STATO INCORAGGIA)
    La denuncia del responsabile del centro alcologico regionale della Toscana: ‘C’è una strategia commerciale per attrarre i teenager nonostante i divieti di legge. E lo Stato su tutto questo guadagna attraverso le accise sull’alcol’ – Il bere smodato ormai è un rito, per non parlare delle ragazzine ‘drunkoressiche’ che mescolano sbronze e digiuno…


    Maria Novella De Luca per ‘La Repubblica'

    I più stupiti di solito sono i genitori: «Pensavamo che fossero soltanto delle sbronze». Invece il baby alcolista ha gli occhi spenti e la vita segnata. Uno di quei cinquecentomila ragazzini italiani che nella deriva delle notti ubriache di milioni di adolescenti, perdono la testa e i confini della realtà. E poi è davvero dura risalire. Neknominate, eyeballing, binge drinking: il clamore delle sfide mortali a base di liquori pesanti che mietono vittime sui social network, riporta l'attenzione sulla piaga dell'alcolismo giovanile, droga sommersa e sottovalutata.
    E se i nomi di questi giochi pericolosi (versarsi vodka negli occhi, bere fino a stordirsi, filmare se stessi mentre si ingurgitano litri di birra) suonano ostili a chi ha più di vent'anni, attenzione perché dietro c'è molto altro. C'è la storia di come e quando, in meno di due decenni, le nordiche sbronze collettive del sabato sera abbiano conquistato i riti dei teenager italiani, facendo impennare i numeri di chi finisce nella vera e propria dipendenza.

    Dallo sbarco pianificato sul mercato degli "alcolpops" ai micidiali "shortini", cocktail dolci a pochi euro per bevute seriali che complice l'assenzio arrivano subito alla testa, il "binge drinking" coinvolge oggi oltre due milioni di giovanissimi tra i 16 e i 24 anni, soltanto per citare la fascia d'età più numerosa. E un quarto di questi rischia ogni weekend di saltare il fosso, sono ormai tante le storie di bevitori-ragazzini che affollano i centri alcologici italiani, il 17% delle intossicazioni etiliche registrate nei pronto soccorsi riguarda, addirittura, adolescenti tra i 13 e 16 anni.

    Gli ultimi a rimetterci la vita sono stati i giocatori del "Neknominate", il folle drink-game nato in Australia e viralizzato su Facebook, che consiste nello sfidare la morte affogandosi di birra, vino o liquori, e chi ce la fa passa il turno e indica un altro utente del social come prossimo giocatore. Chi spezza la catena viene ricoperto di insulti. Naturalmente i primi gruppi sono fioriti anche in Italia (un ragazzo finito in coma ad Agrigento) si spera che abbiano vita breve nonostante il rifiuto di Fb di rimuoverli dalla Rete.

    Per fortuna c'è anche chi si ribella, come un diciassettenne romano che respingendo al mittente la sua "nomination" ha postato il suo ritratto accanto ad una bottiglia di latte. Ricevendo a sorpresa non pochi consensi su Facebook. Ma dietro questi episodi estremi c'è il racconto di una gioventù "ebbra", l'età acerba che diventa l'età ubriaca, con i suoi corollari di vittime e disabilità.

    Quel mondo che Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol dell'Istituto superiore di Sanità, traduce in dati, cifre, analisi, e non si stanca di andare a discuterne con i ragazzi delle scuole. Perché magari loro non ci caschino. «Il bere smodato, il binge drinking è un fenomeno drammaticamente sottovalutato in Italia, a partire dalle famiglie. Per non parlare delle ragazzine che mescolano sbronze e digiuno. "Drunkoressia" si chiama.

    L'alcol in età giovanile produce danni cerebrali uguali a quelli delle droghe, è anzi un ponte verso molti tipi di sostanze. Ci sono studenti delle scuole medie che abitualmente, prima di entrare in classe, si fermano a bere qualcosa al bar di fronte. Come è possibile? Come mai chi vende loro quel bicchiere non viene fermato e multato? I giovani amano il rischio, si sa, la tecnologia amplifica le loro ritualità, ma il punto è che manca una griglia di controllo e di protezione.

    E i genitori, terrorizzati dalle droghe, troppo spesso minimizzano di fronte ad un figlio che torna a casa barcollando... ». Invece a volte, ricorda Scafato, "bastano norme rigorose" per dimezzare vittime e lutti. «È stato sufficiente imporre il livello zero di alcol nel sangue ai guidatori al di sotto dei 21 anni, per abbattere il numero degli incidenti stradali legati alla guida in stato di ebbrezza».

    Eccola, allora, la movida alcolica, Ponte Milvio, zona Nord di Roma, piazza diventata celebre per i lucchetti dell'amore (poi rimossi) dei romanzi di Federico Moccia. Alle due del mattino una folla di tee-nager ubriachi vaga tra chioschi e bar accumulando birre e bicchierini di superalcolici (shortini). Caos di moto e di costosissime mini-car. Prezzo delle consumazioni, in piedi, tra i due e i quattro euro. Nessuno si preoccupa dell'età legale al di sotto della quale (sedici anni) sarebbe vietato bere. Gruppi di ragazzine brille camminano abbracciate, la risata facile e convulsa, la voce alterata, il selciato è un tappeto di vetri e chiazze di vomito.

    Provando a parlarci si ottengono frasi sincopate tipo "mi ubriaco perché è fico", "perché è divertente", "ma che dici non sono sbronza", "fatti gli affari tuoi". La verità è che così le difese si abbassano, e a forza di andare avanti e indietro per la piazza i gruppi si mescolano, il tasso alcolico facilita gli incontri, l'amicizia, il sesso, anche le risse, le miscele della sbornia comprendono birra, liquori, amari, cocktail, energy drink.

    Emblematici i nomi dei famosi shortini: Tricolore, Morte Lenta, Cane rabbioso, Killer, prevedono in dosi variabili sambuca, tequila, whisky, vodka, assenzio, succhi di frutta e a volte aggiunta di alcol puro. «Non bevo sempre, soltanto il venerdì e il sabato - racconta Guido, 17 anni con fare da adulto, gli occhi rossi, la faccia sgualcita - per me è naturale, il resto della settimana sono sobrio, vado bene a scuola, faccio sport, non mi drogo, insomma sono un bravo ragazzo e per i miei genitori va bene così...».

    L'inizio di una carriera di alcolista, direbbero gli esperti, e chissà veramente cosa sanno i genitori di Guido. Paola Nicolini, docente di Psicologia all'università di Macerata, ha scritto per "FrancoAngeli" il libro "Sentirsi brilli". E spiega che oggi la sbronza per gli adolescenti non è il bicchiere di troppo che sfugge, bensì "un rito per affrontare la socialità". «Si beve per esorcizzare preventivamente il dolore di un fallimento, per rendersi simpatici, per essere accettati dal gruppo, perché ci si sente fragili, ma il rischio è che ogni volta c'è bisogno di aumentare le dosi...E spesso i genitori negano, minimizzano, come se in fondo l'alcol non fosse così pericoloso, storie di ragazzi, dicono, con un ottimismo del tutto irreale».

    Ed è proprio di questa sottovalutazione del rischio, ma anche delle gravi responsabilità del mercato, che parla Valentino Patussi, responsabile del Centro alcologico regionale della Toscana e di quello dell'ospedale universitario di Careggi. «Il binge drinking nasce dall'immissione nel mondo dei teenager di alcol a basso prezzo, in forme e modi che lo rendessero attraente e fruibile per il loro gusto e le loro tasche. Dunque una precisa strategia commerciale che ha puntato a far consumare liquori ai ragazzi in un'età in cui sarebbe addirittura proibito per legge. E lo Stato su tutto questo guadagna attraverso le accise sull'alcol.

    Una colpevole contraddizione, di cui però non si parla mai, ma invece noi medici ne vediamo le drammatiche conseguenze sui giovanissimi». Le cifre dell'Istituto superiore di sanità citano circa 500mila baby alcolisti, ma soltanto una piccolissima parte di questi arriva poi nei centri alcologici. Perché prima di capire che le sbronze del proprio figlio sono l'anticamera della dipendenza, si sono persi anni preziosi. «Aiutare un giovane a smettere di bere - aggiunge Valentino Patussi - vuol dire aiutarlo a capire che ha un problema. Ma è tutto il nucleo che entra nel programma, genitori, fratelli, fidanzate, perché è solo partendo dalle relazioni più intime che si possono modificare i comportamenti ». E forse fermare la sua discesa di baby bevitore nel tunnel dell'alcolismo.

    LINK :http://www.dagospia.com/rubrica-29/C...game-72897.htm
    Povero non è chi ha poco ma chi vuole molto (Seneca)

  2. #2
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    E i genitori, terrorizzati dalle droghe, troppo spesso minimizzano di fronte ad un figlio che torna a casa barcollando... »


    «Non bevo sempre, soltanto il venerdì e il sabato - racconta Guido, 17 anni con fare da adulto, gli occhi rossi, la faccia sgualcita - per me è naturale, il resto della settimana sono sobrio, vado bene a scuola, faccio sport, non mi drogo, insomma sono un bravo ragazzo e per i miei genitori va bene così...».

    L'inizio di una carriera di alcolista, direbbero gli esperti, e chissà veramente cosa sanno i genitori di Guido. Paola Nicolini, docente di Psicologia all'università di Macerata, ha scritto per "FrancoAngeli" il libro "Sentirsi brilli". E spiega che oggi la sbronza per gli adolescenti non è il bicchiere di troppo che sfugge, bensì "un rito per affrontare la socialità". «Si beve per esorcizzare preventivamente il dolore di un fallimento, per rendersi simpatici, per essere accettati dal gruppo, perché ci si sente fragili, ma il rischio è che ogni volta c'è bisogno di aumentare le dosi...E spesso i genitori negano, minimizzano, come se in fondo l'alcol non fosse così pericoloso, storie di ragazzi, dicono, con un ottimismo del tutto irreale».

    Ed è proprio di questa sottovalutazione del rischio...

    Credo che l'articolo abbia colpito nel segno.Il vero problema è come questa sostanza venga banalizzata dalla gente(e non si capisce per quale assurda teoria),sopratutto dai genitori.Ormai per un genitore va bene che il proprio figlio il sabato sera si ubriachi,quasi come se fosse un diritto,mentre quando si inizia a parlare di droga "ODDIO TUTTI IN ALLARME".Ovviamente questo succede perché per il popolo ignorante l'alcol non è considerato una droga.
    Non ci sono parole per dire quanto sono stufo di fronte ad una chiara e palese cecità verso la realtà.

  3. #3
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    E' vero Rotten quello che dici. Considera anche e te lo dico da rappresentante di quella fascia sociale, che spesso le paure dei genitori sono comprensibili in quanto l'alcool, il vino quindi, fa parte della ns cultura, la cannabis no. Tutti hanno bevuto e moltissimi hanno preso una sbronza. Sanno di cosa parlano. Pochissimi hanno fumato uno spinello e fanno l'associazione spinello-droga-eroina-sofferenza-tragedia. Ecco un'idea: la giornata per la conoscenza della cannabis con fornitura assaggio per i genitori ahahahaha.
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  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da rolando Visualizza Messaggio
    Ecco un'idea: la giornata per la conoscenza della cannabis con fornitura assaggio per i genitori ahahahaha.
    Secondo me la tua idea ha centrato il punto della questione. Prendete 100 persone e fate loro provare una canna e i suoi effetti. Dopo una settimana fate loro provare una sbronza e i suoi effetti. Sono sicura che tutti sosterranno che la cannabis induce a comportamenti più positivi, pacifici e innocui rispetto all'alcool.

    Il fatto è che sono ancora troppe poche le persone realmente informate sulla cannabis e fin quando non ci sarà esperienza e conoscenza non verrà capita l'importanza della pianta.

    Comunque riguardo all'articolo penso che sia vero che lo Stato incentivi l'uso (abuso) di alcol. E vedere su facebook tutti sti ragazzini bere litri di birra per cosa? per divertimento? Scusate ma per me il divertimento è ben altro
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    Quando avranno inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo bisonte, pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche. (Toro Seduto)

  5. #5
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    Io penso sia sbagliato mitizzare l'uso di alcool, ma secondo me non si può neanche demonizzare l'uso di di internet se lo si usa a scopo goliardico ad esempio alcuni miei amici si sono fatti questa famosa nomination della.birra tra di loro(tutti più che maggiorenni) non ci vedo nulla di male è una goliardata un gioco, allora forse sarebbe da differenziare un internet per certi tipi di itenti (adulti) e un altro internet(minorenni)ma siamo ancora troppo indietro.
    Il problema è che l'informazione è distorta sull'alcool come su altre cose (medicine(es.ibupeofene:dipendenza fisica)), mi sono sempre chiesto.come mai nessuno parla della depressione post-bomba(io la chiamo cosi) noi tra amici ne parliamo, la reputo una cosa molto pericolosa se non si conosce ma nessuno ne parla.
    In quanto a goliardate vorrei anche far notare come pur di strappare un sorriso persino su colorado fanno battute sull'argomento cannabis o alcool o sesso, colorado che, credo dovrebbe essere un programma per minorenni, questa è la nostra TV i nostri media.
    Certo che se un minorenne fa la nomination della birra su FB dove cavolo stanno i genitori?(è un sistema di controllo anche per loro)anch'io bevevo da minorenne dovevo nascondermi per non farmi sgammare ,altro che FB, penso il problema sara sempre difficilmente alrginabile, ma dovrebbe essere sempre condannato, se un giovane mette su FB foto o video in cui beve dovrebbero essere i genitori a prendere provvedimenti. Non perche l'hanno condiviso su un social, ma perche hanno sbagliato a bere.
    Ovvio che va a loro vantaggio non informare abbastanza, anche per questo i monopolii sono sbagliati, anche per questo la ganja dovrebbe essere libera senza sovrattasse o monopolio.
    Poi oh l'alcool fa parte della nostra cultura non si può far finta che non esista e la curiosità giovanile ci sara sempre(lo spero tanto).
    Ps depressione post-bomba =depressione post sbronza ( a casa mia sbronza=bomba)
    Ultima modifica di cozzaro; 04-03-14 alle 21:35

  6. #6
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    Li dicono rischiare la vita su FB boh...i miei amici bevono una birra media tutta d'un fiato e bon fanno la nomination all'amico dopo, e la stessa cosa ha fatto un'amica dall'Australia senza strabere mille drink su FB...fatta cosi non è nulla di che ne converrete anche voi.
    D'altronde su internet ci sta di tutto dovrebbero esserci spazi dedicati per i minorenni, sarebbe sbagliato invece spazi dedicati a maggiorenni le restrizioni vanno fatte a minorenni non il contrario.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da rolando Visualizza Messaggio
    E' vero Rotten quello che dici. Considera anche e te lo dico da rappresentante di quella fascia sociale, che spesso le paure dei genitori sono comprensibili in quanto l'alcool, il vino quindi, fa parte della ns cultura, la cannabis no. Tutti hanno bevuto e moltissimi hanno preso una sbronza. Sanno di cosa parlano. Pochissimi hanno fumato uno spinello e fanno l'associazione spinello-droga-eroina-sofferenza-tragedia. Ecco un'idea: la giornata per la conoscenza della cannabis con fornitura assaggio per i genitori ahahahaha.
    Hai ragione comprendo quello che dici.Non riesco a capire però,per quale motivo non si cerca almeno di fare finta di aprire la mente...più chiaramente intendo dire:se io genitore so cosa significa prendersi una sbronza e per questo accetto anche le sbronze di mio figlio,perché se io genitore che NON CONOSCO una determinata cosa\sostanza(in questo caso la cannabis)non cerco almeno di capire di cosa si tratta ?Di capire che questa pianta per alcune culture esiste da secoli se non millenni ?Di capire che forse anche io genitore ho in parte subito l'influenza di un'epoca proibizionista,e non conosco veramente tutto,anzi...Di capire che questa sostanza è una cura per molte persone(sia trattasi di malati che di persone sane)?
    Perché si crede di conoscere già tutto quando in realtà non si conosce un bel niente !Oppure perché chiudere gli occhi piuttosto che cercare di conoscere !?
    Non capisco assolutamente perché così tanti uomini rifiutano di conoscere.

    ___________

    @cozzaro non riesco a collegare bene i tuoi ragionamenti,se potresti essere un po' più chiaro quando scrivi ahahah forse sono io stupido
    Ultima modifica di Rotten society; 04-03-14 alle 20:56

  8. #8
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    @Rotten society no è colpa mia che sono troppo contorto e sparo a caso
    Ok ho riletto ho cancellato anche la parte personale, che era un po raccapricciante, ho capito di aver lanciato opinioni abbastanza a caso.Il problema dell'alcool mi sta abbastanza a cuore, qui si parla di alcool, ho lasciato via libera all'animale che c'è in me e ho messo giù un discorso che salta di palo in frasca, ma l'argomento resta l'alcool e a come ce lo pone la società e di come mai esistono queste realtà tra ragazzi che si sbronzano alla follia...
    Questo problema di intere fascie d'età che non riescono a rapportarsi con gli altri senza bere esistono perche ci sta un disagio di fondo, da dove viene questo disagio? Da cosa è dato?
    Ci sono tantissimi fattori.Di sicuro quello dei nomi dei drink e dei sapori-insapori non è un problema, se lo è sarebbe l'ultimo.
    Cioè si parla di questo no?

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Rotten society Visualizza Messaggio
    Hai ragione comprendo quello che dici.Non riesco a capire però,per quale motivo non si cerca almeno di fare finta di aprire la mente...più chiaramente intendo dire:se io genitore so cosa significa prendersi una sbronza e per questo accetto anche le sbronze di mio figlio,perché se io genitore che NON CONOSCO una determinata cosa\sostanza(in questo caso la cannabis)non cerco almeno di capire di cosa si tratta ?Di capire che questa pianta per alcune culture esiste da secoli se non millenni ?Di capire che forse anche io genitore ho in parte subito l'influenza di un'epoca proibizionista,e non conosco veramente tutto,anzi...Di capire che questa sostanza è una cura per molte persone(sia trattasi di malati che di persone sane)?
    Perché si crede di conoscere già tutto quando in realtà non si conosce un bel niente !Oppure perché chiudere gli occhi piuttosto che cercare di conoscere !?
    Non capisco assolutamente perché così tanti uomini rifiutano di conoscere.
    :
    Dirò una cosa ovvia Rotten: perchè essere genitori non ti fa diventare automaticamente più aperto mentalmente o tollerante. Anzi se hai delle paure queste vengono amplificate quando pensi al sangue del tuo sangue. Se eri un bigotto alla giovanardi, con un figlio lo sarai ancora di più, perchè anche senza volerlo si diventa iperprotettivi.
    E poi perche' conoscere implica fatica, voglia di mettersi in discussione, capacità di riconoscere i propri errori e distrugge delle certezze che fanno comodo. Si vive meglio se si hanno pochi dubbi e la massa (come l'acqua) segue quasi sempre la via più comoda. Non è facile fare il figlio ma nemmeno essere genitore è una passeggiata. ciao ne'
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  10. #10
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    mah ...
    difficile, se non impossibile, trovare l'assenzio nei bar.

    Io l'ho comprato 2 volte in negozi specializzati in liquori e una volta allo smartshop ed erano tutte fregature.

    Sono bevande alcooliche all'anice (sanno di sambuca) che nulla hanno a che fare col vero assenzio.

    Vero assenzio l'ho trovato solo in uno smart dalle parti di Ravenna/Rimini anni fa e a Praga.

    L' Hill's Absinthe che si trova a Praga è il migliore. (mi son fatto un cicchetto d'assenzio proprio ora, per l'occasione )

    Comunque sarebbe meglio se le varie piante d'Artemisia fossero un po' più diffuse in Italia... ci sarebbe un po' meno contraffazione
    Ultima modifica di KGB; 05-03-14 alle 14:43
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    Guerrilla Gardening: salviamo la canapa: pastie.org/8660638
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    "Canone+Schedatura"M5S/Uruguay/Colorado? vade retro! Perchè invece non iniziamo a seguire la Hidden Content ?!? tinyurl.com/fuoriluogocz
    5 piante, senza schedatura tassa: L'unica legge sensata! (dopo quella nordcoreana) Hidden Content
    ... c'è pure la Hidden Content che, modestamente, non è affatto male Hidden Content
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