È un fiume di denaro, oltre 50 milioni di euro, destinato sulla carta a progetti di prevenzione dalle tossicodipendenze, e finito poi in mille rivoli, molti dei quali facenti capo a un solo collettore di fondi: la Asl 20 di Verona. E non solo, fra i tanti stanziamenti, ce ne sono alcuni per un totale di quasi un milione alla chiacchieratissima Fondazione Maugeri, quella che ha inguaiato Formigoni. E’ il mondo del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del consiglio dei ministri, è il regno di un monarca assoluto: Giovanni Serpelloni, 59 anni, veronese, medico, esponente più agguerrito del proibizionismo. Un monarca che ha avuto un padrino politico preciso, Carlo Giovanardi, ex sottosegretario alla Famiglia con delega (e quasi un’ossessione) alle politiche antidroga. Già, perché Serpelloni al Dipartimento è arrivato nel 2008, quando è stato costituito, chiamato, appunto, da Carlo Giovanardi. Serpelloni arriva a Roma dopo 20 anni di guida del Centro di medicina preventiva e poi del Dipartimento dipendenze della Asl Verona 20. La missione del Dipartimento è quella di «promuovere, indirizzare e coordinare le azioni di governo atte a contrastare il diffondersi delle tossicodipendenze e delle alcoldipendenze correlate».
Come? Con progetti, pagine web, campagne pubblicitarie e altro tutto scelto a insandacabile giudizio del capo dipartimento, che, bisogna riconoscerlo, in questi 5 anni di idee ne ha avute parecchie, alcune anche bizzarre. «Roba da Corte dei Conti, credetemi», dice Franco Corleone, ex sottosegretario alla Giustizia e oggi garante dei detenuti della Regione Toscana. Analizzando i dati del bilancio del Dipartimento saltano agli occhi alcuni particolari. Il primo è che tutto ruota intorno a Verona, alla Asl 20 che, come detto, è la Asl di provenienza di Serpelloni. E’ vero che Verona è stata in passato crocevia del traffico di stupefacenti, ma basta questo a dare alla Asl 20 il monopolio della gestione dei progetti del governo italiano in fatto di prevenzione? E’ a Verona che fra il 2012 e il 2013 transiteranno, per gestione diretta o per essere girati ad altri enti, oltre 5 milioni di euro, quasi altri tre sono arrivati in anni precedenti, ma la Asl è comunque sempre l’ente a cui fa riferimento ogni progetto. Così come veronesi sono tutti i fornitori del Dipartimento, dalla cancelleria ai computer, ai telefonini. E dato che Verona è il centro di tutta l’attività sono decine di migliaia gli euro spesi per andare «in missione» nel capoluogo scaligero o spostarsi da Verona a Roma (rigorosamente in aereo o in treno in prima classe). Tutto questo agitarsi per cosa? Per decine di progetti per i quali vengono create pagine web, che si avvalgono di campagne pubblicitarie (150mila gli euro spesi per realizzare delle spillette), che poco incidono. Come «In marcia per la vita» (180mila euro), «OutCome» (25 milioni di euro spalmati su vari anni), «Dream On», una sorta di talent show sulla danza, (400mila e gruppi veronesi fra i vincitori); «Nnidac 2011» con 40 Comuni e il consorzio universitario Cueim (destinatario per questo di 2 milioni e 150mila euro). E così via. Il seguito di queste iniziative è verificabile sul web, analizzando i dati sugli utenti delle pagine realizzate (da società veronesi e gestite dalla Asl 20, naturalmente). Nnidac, per dire, ha due visitatori in media al giorno. E un altro dei fiori all’occhiello di Serpelloni, «Alert web monitoring rave party e internet» (250mila euro di finanziamento solo nel 2013) nell’ambito del quale sono stati anche acquistati dei navigatori satellitari per individuare e impedire i rave party, ha una pagina web correlata che ha così pochi visitatori che non viene censita. D’altra parte la rete internet non dà grandi soddisfazioni a Serpelloni, nonostante la profusione di investimenti (270mila euro in tre anni): la home page del Dipartimento ha, in media 13 utenti al giorno (meno dei dipendenti del Dipartimento).