Thanks Thanks:  0
Mi piace Mi piace:  0
Non mi piace Non mi piace:  0
Pagina 1 di 7 123 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 65

Discussione: Assassinio di un antiproibizionista

  1. #1
    Data Registrazione
    Jun 2004
    Messaggi
    1,172
    Mentioned
    1 Post(s)
    Perugia, muore in cella
    L'autopsia: costole rotte
    e lesioni al cervello


    Checchino Antonini
    Di sicuro si sa che non gli hanno neanche detto che Aldo era morto. Quando Roberta ha chiesto del suo compagno le è stato detto soltanto che lo avrebbe rivisto dopo l'autopsia. Di sicuro si sa che Aldo Bianzino, 44 anni, è morto all'alba di una domenica, il 15 ottobre, in una cella del carcere di Capanne, Perugia. Di sicuro si sa che era stato arrestato il venerdì prima, assieme a Roberta, la madre del più giovane dei suoi tre figli. E' successo nel casale sopra Pietralunga, tra Città di Castello, Gubbio e Umbertide. Prima la perquisizione alle 7 del mattino, con il cane antidroga che non trova nulla nel casale. Ma poi, diero un cespuglio spuntano alcune piante di marijuana. I giornali locali riportano cifre consistenti. Un centinaio di piante ma forse hanno fatto la somma con le piante maschio trovate in fosso secche e inutilizzabili. Di sicuro sappiamo che Roberta e Aldo sono stati portati al commissariato di Città di Castello per le formalità di rito e da lì trasferiti, con un mandato d'arresto spiccato dallo stesso pm che si occupa della morte di Aldo, al carcere di Capanne, struttura di media sicurezza, dove non c'è il regime duro dell'articolo 41, come a Spoleto o Terni. Struttura moderna, nuova, inaugurata da Castelli quand'era Guardasigilli di Berlusconi.
    Di sicuro si sa, l'ha detto la famiglia, che il comportamento degli agenti di Città di Castello sia stato corretto. Roberta e il suo compagno si sono persi di vista solo all'arrivo in carcere, pomeriggio di venerdì 13. Di sicuro, un avvocato d'ufficio li ha visti il giorno appresso, prima lui poi lei. Aldo stava in condizioni normali, solo era preoccupato per Roberta. Roberta che sarebbe stata rilasciata la mattina dopo. Di sicuro si sa che il medico legale avrebbe presto escluso l'ipotesi di una morte per infarto. Anzi, avrebbe riscontrato quattro emorragie cerebrali, almeno due costole rotte e lesioni a fegato e milza. Di sicuro, e di strano, si sa che non c'erano segni esteriori. Tanto da lasciare perplessi i consulenti incaricati della perizia. Di sicuro si sa che le ferite al fegato non sono idonee a cagionare la morte, spiega a Liberazione uno dei legali della famiglia, Massimo Zegarelli del foro perugino. «Di sicuro sappiamo che è arrivato a Capane in condizioni di assoluta normalità e da lì non è uscito». Trauma non accidentale, non è morto perché caduto dal letto a castello. Lesioni compatibili con l'omicidio, scrivono i giornali locali. Ci si chiede se siano opera del caso oppure opera dell'uomo. Un arrestato resta in isolamento fino a quando non lo vede il giudice delle indagini preliminari. Dunque Aldo Bianzino non dovrebbe aver avuto contatti con altri detenuti. «Una risposta importantissima verrà dall'analisi dell'encefalo - continua l'avvocato - ora messo sotto formalina in attesa che raggiunga una certa rigidità, che \"il materiale si fissi\", come dicono gli specialisti». Intanto, però, i familiari non hanno ancora potuto vedere il corpo, né sanno quando sarà possibile organizzare i funerali.
    Di sicuro si sa che Aldo era particolarmente mite, \"ghandiano\", pacifista, totalmente incensurato. La notizia piomba nella piccola comunità spirituale di cui Roberta e Aldo, che era arrivato dal Piemonte una ventina d'anni fa, passando per l'India, fanno parte. E piomba in un giorno di festa religiosa trovando tutti increduli. Aldo che era magro, etereo, alto, con ceti occhi azzurri dietro le lenti. «La mitezza in persona», racconta una voce a Liberazione. «Così rispettoso e riservato da metterti in soggezione, quasi a farti dire ho paura di entrare nella sua sfera». «Infarto? Come può essere? L'hanno pestato, ma perché dovrebbero avero menato? Il dubbio sottile passava tra una mente e l'altra», continua il racconto dell'incredulità di quella domenica. Chi lo conosceva dall'84 lo immagina «calmo» dentro quella cella, «in preghiera, a chiedersi il perché di quella condizione». Persona riservata colta, segnato da un'esperienza spirituale con un maestro induista «che non indottrina, non chiede proselitismo, non chiede di stare fuori dal mondo, che non impone precetti rigidi ma solo il principio quasi benedettino di
    pregare e lavorare, i comandamenti di verità, semplicità e amore». Era questo ad aver portato Aldo in Umbria alla ricerca di una dimensione diversa più vicina alla natura, in una comunità a maglie larghe, «che a volte il mondo frantuma perché ognuno di noi si deve affaticare nel mondo». Ma lo stile cercato è quello di «vivere più semplicemente possibile, con tutte le difficoltà di questo mondo che, lo si voglia o no, si ripercuotono sempre anche su di noi».
    Di sicuro si sa che due poliziotti sono tornati a casa di Roberta, sconvolti, quasi a scusarsi per averlo condotto in galera. Roberta è più scossa di loro. Di sicuro si sa che era un
    bravo falegname, suonava l'armonium e cantava il canto rituale di devozione. Di sicuro si sa che a giugno del 2006 è morta suicida un'itaiana di 44 anni nel centro clinico del penitenziario, nel vecchio carcere, e che qualche giorno dopo i Nas hanno scoperto medicinali e materiali scaduti nello stesso centro dopo la morte di un detenuto tunisino di Capanne che aveva appena subito un intervento chirurgico. Di squadrette, finora, non ha parlato nessuno. Di sicuro si che il proibizionismo ha ucciso ancora.


    23/10/2007







    Interrogazione con carattere d’urgenza (art. 151 del regolamento)

    Al Ministro della Giustizia




    Premesso che :




    da notizie apprese dalla stampa:




    nella notte di venerdì 12 ottobre è stato arrestato nella propria abitazione, nel Comune di Petralunga (PG) per violazione dell'articolo 73 del D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, il signor Aldo Bianzino;




    dopo l'arresto, lo stesso sarebbe stato condotto assieme alla moglie nel commissariato di Città di Castello per le formalità di rito e quindi trasferito nel carcere di Capanne (PG);




    i due coniugi sarebbero stati divisi non appena entrati in carcere, e sarebbero state riscontrate da parte dell’avvocato d'ufficio condizioni normali di salute in entrambi.




    nella notte di sabato 13 ottobre il signor Aldo Bianzino è deceduto all’interno della struttura penitenziaria;




    il signor Bianzino, secondo le normali procedure, sarebbe stato ristretto in cella da solo, prevedendo la prassi l'isolamento dell'arrestato prima dell'incontro con il Giudice preliminare;




    le lesioni riscontrate sul corpo del signor Aldo Bianzino, dopo il suo decesso, configurerebbero la compatibilità con l'omicidio, in quanto il medico legale escluderebbe la morte per infarto, riscontrando quattro commozioni cerebrali, lesioni al fegato, due costole rotte.




    Si chiede di sapere:




    quali procedure urgenti il ministro in indirizzo intenda avviare per fare completa chiarezza sulla vicenda.







    Roma, 23 ottobre 2007

    Sen. Erminia Emprin Gilardini

    Sen. Giovanni Russo Spena

    Sen. Haidi Gaggio Giuliani


    Un mondo migliore è possibile, ma bisogna sbattersi!!
    Hidden Content

  2. #2
    Data Registrazione
    Jun 2004
    Messaggi
    1,172
    Mentioned
    1 Post(s)
    <TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
    25-10-2007 alle ore 03:36, giovanniforesti :
    la zappa affonda dove il terreno è molle :-(

    e noi siamo di burro :-Y

    </BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE>

    Hai ragione Giovanni; non siamo criminali e per questo non siamo pratici dei \"trucchetti\" che evitano la galera a persone che commettono reati veri e ben più gravi.
    Non ci mimetizziamo ed è facile individuarci.
    Non siamo tutelati da nessuna religione, partito, mafia, sindacato ente o associazione e quasi a nessuno sembra importi della morte assurda di un bravo padre di famiglia.
    Mi ricorda tanto le \"Purghe staliniane\" ... Arresti, morti, accuse di sovversione e imprigionamenti.
    Anche il nazismo è nato in nome della \"sicurezza\" e in molti avranno sentito parlare dell'oilio di ricino che veniva dato a chi non collaborava coi fascisti o aveva un pensiero autonomo.
    Qualcuno ha per caso visto la nostra Democrazia??


    Oggi il manifesto, forse l'unico giornale, ha di nuovo parlato del triste caso di Perugia e del clima del terrore che regna ultimamente da quelle parti.... e non solo!



    Un mondo migliore è possibile, ma bisogna sbattersi!!
    Hidden Content

  3. #3
    Data Registrazione
    Jun 2004
    Messaggi
    1,172
    Mentioned
    1 Post(s)
    Ma come si sono svolti i fatti?
    Dal Manifesto questo articolo di \"Lettera 22\" spiega quello che altrove si vorrebbe tenere celato.
    Ognuno faccia quello che può per diffondere le notizie di questi trattamenti indegni di un Paese civile!
    Cercando sui motori di ricerca il nome di Aldo Bianzino, potrete notare la completa assenza delle agenzie di stampa e dei quotidiani ritenuti i più importanti.
    Solo l'interessamento di persone di buona volontà potrà portare alla luce quello che in molti vorrebbero nascondere!

    @Zio Jessie, come si è svolta la manifestazione a Perugia?... nessuno ne parla. :-Y
    -------------------------------------------------------
    Da \"Il Manifesto\"

    «Aldo? Lo vedrà dopo l'autopsia»
    A Pietralunga, nel casolare dove viveva Bianzino. La sua compagna: «Quando mi hanno scarcerata ho chiesto di Aldo». Le hanno risposto senza alcuna pietà
    Emanuele Giordana*
    Pietralunga (Pg)


    Una storia italiana. Una brutta, bruttissima storia italiana il cui filo rosso si dipana dalla casa circondariale di Capanne, vicino a Perugia, sino alla quiete delle montagne del comune di Pietralunga, a Nord del capoluogo umbro. Una cinquantina di chilometri che dalla pianura portano in un universo di boschi ammantato dalle prime nebbie e dove si mescolano, al verde intenso degli olivi che man mano spariscono, l'arancio e il giallo ocra dei primi colori autunnali.
    Lasciamo Città di Castello e ci inerpichiamo lungo le colline di Pietralunga, verso il luogo dove, la mattina di venerdì 12 ottobre, una squadra di agenti in borghese si muove in direzione de «Le Caselle», la casa di campagna dove Aldo Bianzino e Roberta Radici vivono col piccolo Rudra e la madre ultranovantenne di lei.
    Vanno lì per arrestare Aldo e Roberta i poliziotti in borghese che hanno un mandato della procura di Perugia. Trovano diverse piante di erba nei campi e, in casa, trenta euro, magro bottino per un supposto spacciatore. Rovistano. Rovesciano. Aldo rassicura il figlioletto che viene lasciato solo, con la nonna, per tre lunghi giorni. Fa capolino un assistente sociale ma nessuno si occupa in realtà del ragazzo e della nonna che, pur vantando un'ottima lucidità, è comunque un'anziana che ha bisogno di cure quotidiane. Tocca a Rudra, a questo tenero ragazzo di 14 anni, telefonare a Daniela, un'amica di famiglia, molte tempo dopo, per chiedere aiuto. «Vieni» le dice. Senza aggiungere altro. Un pudore e forse un orgoglio che hanno trasformato un bambino in adulto in una manciata di ore.
    Anche noi ricorriamo a Daniela e prima ancora a Gloria, due amiche di Aldo e Roberta, per arrivare a questa casa delle favole in mezzo al bosco. Ci siamo fatti mille scrupoli e abbiamo vinto qualche resistenza. Comprensibilmente né Roberta, che dopo la morte di Aldo è stata subito scarcerata, né i loro amici, hanno voglia all'inizio di parlare coi giornalisti. Ma poi, anche grazie al buon lavoro di una collega locale della «Nazione», cominciano a fidarsi. Si fa strada in loro soprattutto l'idea che questa storia maledetta, non solo debba aver giustizia per la famiglia, ma possa anche servire, se non ormai a restituire il corpo fisico di Aldo, a far si che simili cose non si ripetano più.
    La casa è un'antica costruzione di pietra riattata con attenzione e perizia. C'è una campagna ordinata intorno strappata ai boschi e, in un angolo, un piccolo laghetto ricavato con un ampio telo di plastica steso su una buca. Entriamo buttando l'occhio nella falegnameria di Aldo che è appena sotto l'ingresso, sopraelevato di qualche gradino. C'è ancora la sua giacca buttata in un angolo e una massiccia asse rossastra, forse in verniciatura. La luce del pomeriggio si fa tenue e sfuma i colori mentre scende il freddo che annuncia l'inverno. In casa l'arredamento è modesto ma raffinato come in molte altri casali qui.
    Roberta ci viene incontro circondata da amici che, da una settimana, sono spesso a farle visita. Una piccola impresa visto che i casolari sono sparsi in quest'Umbria profonda in cima ai monti. La vecchia madre, in un angolo, riposa. Rudra appare ogni tanto e la abbraccia, come a darle un conforto silenzioso e intenso. E' un fiume in piena questa donna forte e dagli occhi chiari e profondi in cui una lucidità, che appare come uno sforzo della volontà, lascia solo ogni tanto il passo a un dolore profondo e alle domande inevitabili di un futuro incerto, gravato da un'assenza di cui però, stranamente, si avverte in mille cose l'essenza: gli infissi rifatti da Aldo, il cancelletto in legno di Aldo, le porte piallate da Aldo....Oltre l'anima, le cose.
    «Non mi sento sicura. Non so, ho come la sensazione, il presentimento che qualcuno ci spii. Che ci sia qualcosa», dice Roberta confidandosi senza steccati. Ci chiede: «Credete che abbia senso o sia solo una lucida paranoia? E' che abbiamo visto macchine di estranei nella zona, forse solo curiosi. È anche che ora sono una donna sola e senza compagno. Con una pensione di invalidità, un'anziana madre che ha bisogno di cure e un ragazzo che deve andare a scuola e che vorrei strappare a questi giorni terribili riportandolo dai suoi compagni di classe». Lui intanto, dopo averci salutato con cortesia, è scivolato di sopra, con un amico.
    Non si fa pregare Roberta Radici e ripercorre con noi quelle lunghe tragiche ore. E' un racconto lucido che solo raramente tradisce una ferita profonda, i dubbi e quella domanda ossessiva: chi, perché, perché proprio ad Aldo? Già, Aldo Bianzino, un uomo che tutti descrivono con un aggettivo: «mite». E' un termine che ricorre: «Parlava poco - dice Benedetto, amico di vecchia data - e solo in occasione di qualche festa, quando preparavamo le cose necessarie, avevamo modo di scambiare due parole. Seppi così che aveva studiato al conservatorio il che faceva capire perché, quando suonava l'harmonium (uno strumento indiano, ndr), arrivava ad estraniarsi per ore...ohi Aldo, gli dicevamo, è ora di cena...». Un uomo mite dice Daniela, un tipo tranquillo, racconta anche il piccolo figlio di Gloria. Ma non c'è solo aria di mitezza in questa casa (anche perché, al contrario, Roberta è una donna di indubbia vivacità ed estremamente reattiva). Ci sono libri e cultura. Buone letture e ore di meditazione. Anche una scelta spirituale - gli insegnamenti del maestro indiano BabaJi - di cui nessuno ha voglia di parlare ma che aleggia in queste case sparse tra i boschi e unite da una vecchia amicizia nata negli anni Ottanta, quando l'Umbria di popolò di gente venuta da fuori a cercare un'altra dimensione in questi borghi medioevali, tra queste montagne dove l'aria è rarefatta. Gente «strana» per quelli del posto. Capelli lunghi e, certo, qualche spinello. Ma nessuna «brutta storia» oltre al fatto di esser «bizzarri».
    Il ritorno a quella domenica maledetta è un pugno nello stomaco. «Sono le nove e un quarto del mattino - racconta Roberta - quando un ispettore viene a interrogarmi piuttosto violentemente: cosa ha preso suo marito, cos'à ingerito? Soffre...è svenuto. Svenuto? Ma come sta? Sono confusa, spaventata, so che Aldo non ha preso nulla. E' in coma - mi sbraita ancora - ci vuole una lavanda gastrica. Non so cosa pensare mentre la dottoressa mi dice che hanno anche provato a rianimarlo. In questo stato alle 11 arriva il direttore del carcere. Freddo, calmo, professionale. Sono libera. E Aldo? E' al Silvestrini, mi dice il direttore...le faremo sapere».
    In realtà Aldo è già morto e non si trova al «Silvestrini» ma in un altro vecchio nosocomio. Quando è morto veramente? Solo l'autopsia può confermare l'ora esatta del decesso che potrebbe risalire al mattino presto come sembra far pensare una dinamica che resta ancora oscura. «Sono in uno stato inimmaginabile - aggiunge Roberta - e non so cosa pensare. Alle 12 mi fanno firmare una decina di fogli per la scarcerazione che nemmeno leggo, mi fan fretta. Sta venendo Daniela a prendermi, l'han chiamata per dirle che ho bisogno che c'è stato...un problemino. Ma io continuo a pensare ad Aldo. E Aldo, chiedo, dov'è Aldo, quando lo vedrò? E' ancora l'ispettore a rispondermi: lo vedrà martedì, dopo l'autopsia».
    *Lettera22
    Un mondo migliore è possibile, ma bisogna sbattersi!!
    Hidden Content

  4. #4
    Data Registrazione
    Jun 2004
    Messaggi
    1,172
    Mentioned
    1 Post(s)
    I quotidiani continuano colpevolmente di ignorare questa notizia, ma qualcosa si sta muovendo...

    Dopo il Comitato europeo per la prevenzione della tortura di Strasburgo, anche Amnesty international ha aperto un dossier riguardante il \"caso Bianzino\".
    Il sottosegretario alla giustizia Manconi ha visitato la famiglia di Aldo ed il carcere dove è morto, e ha assicurato alla sua compagna che il caso sarà seguito con molta attenzione da via Arenula (Ministero della Giustizia)


    Un mondo migliore è possibile, ma bisogna sbattersi!!
    Hidden Content

  5. #5
    Data Registrazione
    Jun 2004
    Messaggi
    1,172
    Mentioned
    1 Post(s)
    Per Ministero della Giustizia mi riferisco a Manconi, non certo a quel cane al guinzaglio di mastella.

    Anch'io ho pensato a chissà quante altre storiacce simili ci stanno tenendo nascoste.
    Stanno tentando ancora adesso di fare passare il caso in sordina, nonostante l'opinione pubblica stia venendone a conoscienza.... immaginiamoci se nessuno si preoccupa di controllare il perchè dei decessi refertati frettolosamente come \"infarti\" .
    Mi disgusta l'omertà degli uomini in divisa, che quando si tratta di proteggersi tra loro, diventano più muti e ipocriti dei mafiosi.


    Un mondo migliore è possibile, ma bisogna sbattersi!!
    Hidden Content

  6. #6
    Data Registrazione
    Jun 2004
    Messaggi
    1,172
    Mentioned
    1 Post(s)
    Grande il Grow-shop.
    La verità si sta diffondendo come una macchia d'olio 8-)

    i politici dovrebbero ormai conoscere i fatti, visto che è stata presentata un'interrogazione parlamentare a riguardo.
    Potrebbe essere interessante scrivere ai giornali, chiedendogli perchè non hanno pubblicato la notizia, e se non sia finalmentel'ora di fare conoscere i fatti di Pietralunga e dare un po' di senso di giustizia ai suoi familiari.

    Qui si può scrivere ai vari quotidiani.

    Corriere della Sera = http://www.corriere.it/scrivi/carta.shtml
    La Repubblica = [email protected] - [email protected]
    La Stampa = [email protected]
    Il Giorno = DIRETTORE = [email protected] - VICEDIRETTORE = [email protected]
    Il Giornale = [email protected]
    Il Messaggero = [email protected]
    Il Sole 24 ore = [email protected]
    Il Mattino = [email protected]
    Il Tempo = http://www.iltempo.it/section/index....ion=contattaci
    Libero = [email protected]
    Italia Oggi = [email protected]
    Il Secolo XIX = [email protected]
    L'Osservatore Romano = [email protected]
    Avvenire = [email protected]
    Il Gazzettino = http://gazzettino.quinordest.it/Email.php3
    La Padania = [email protected] – DIRETTORE = [email protected]
    Liberazione = [email protected]
    Il Foglio = [email protected]
    Il Tirreno = [email protected]
    La Sicilia = [email protected]
    Il Centro = [email protected]
    L'Unità = DIREZIONE = [email protected] – POLITICA = [email protected]
    Il Riformista = [email protected]
    Un mondo migliore è possibile, ma bisogna sbattersi!!
    Hidden Content

  7. #7
    Data Registrazione
    Jun 2004
    Messaggi
    1,172
    Mentioned
    1 Post(s)
    Dire che siete Grandi, è dire poco!
    Booommm!!!
    Un mondo migliore è possibile, ma bisogna sbattersi!!
    Hidden Content

  8. #8
    Data Registrazione
    Mar 2004
    Messaggi
    285
    Mentioned
    0 Post(s)
    Il carcere? sicuro da morire!

    Aldo Bianzino e la sua compagna Roberta il 12 ottobre sono stati
    arrestati con l’accusa di possedere e coltivare alcune piante di marijuana.
    Trasferiti il giorno dopo al carcere di Capanne, sono separati. Roberta
    condotta in cella con altre donne, Aldo, in isolamento.
    Da quel momento Roberta non vedrà più il suo compagno lasciato in buone
    condizioni di salute. La mattina seguente, domenica 14 ottobre alle
    8,15, la polizia penitenziaria entrata nella cella, trova Aldo
    agonizzante che poco dopo muore.
    Immediatamente la ex moglie, la compagna, i figli e gli amici si
    mobilitano per fare chiarezza su questa ingiusta morte chiedendo verità
    e giustizia perchè di carcere non si può morire!
    Di fatto dopo un goffo tentativo di insabbiamento da parte delle
    autorità carcerarie (le prime indiscrezioni sulle cause della sulla
    morte si riferivano ad un improbabile infarto) famiglia e amici vengono
    a sapere che dall’autopsia risulta che Aldo è stato vittima di un vero e
    proprio pestaggio, il corpo infatti presentava una frattura alle
    costole, gravi lesioni al fegato, alla milza e al cervello.
    Aldo Bianzino è morto ormai da più di due settimane.
    Il silenzio delle istituzioni e dei rappresentanti della politica, dei
    cosiddetti garanti della nostra sicurezza sociale è assordante.
    Indaffarati a sperimentare modelli di governance escludenti, a
    scagliarsi contro ambulanti, lavavetri, vagabondi, non hanno trovato,
    non stanno trovando, non trovano il tempo per superare l’alone di
    impunità, per denunciare chi umilia le persone sotto custodia, infligge
    sofferenze fisiche e psichiche ai detenuti, uccide.
    E' tempo per noi di prendere posizione, spazio e voce.
    Di raccontare. Di mantenere viva la memoria collettiva. Di evitare
    pericolosi insabbiamenti e difendere le nostre esistenze e le nostre
    pratiche identitarie da abusi, repressioni e pestaggi, “venduti”come
    atti di legalità.
    E’ tempo di disinnescare le “paranoie” securitarie e arrestare le
    aggressioni proibizioniste, disattivare le dinamiche di esclusione e di
    controllo sui corpi.
    Di resistere alla criminalizzazione degli stili di vita, alla violenza
    dell’intolleranza, all’esercizio arbitrario dei poteri di repressione e
    di controllo, alla manipolazione dell’informazione.
    E’ tempo di agire, di porre interrogativi a chiunque desideri verità e
    giustizia per Aldo Bianzino, Giuseppe Ales, Federico Aldrovandi, Alberto
    Mercuriali. Marcello Lonzi.
    E’ tempo di reclamare la scarcerazione immediata dei 5 ragazzi di
    Spoleto, vittime di una perversa applicazione del 270bis, strumento di
    controllo e intimidazione preventiva utilizzato ormai per sedare
    qualunque forma di dissenso.
    E’ tempo di costituirci in comitato per la verità su Aldo, di ottenere
    verità e giustizia sugli omicidi di stato, di abrogare la legge
    Fini-Giovanardi e reclamare la fine di ogni proibizionismo, di
    contrastare e opporci ad una società che sempre meno tollera qualsiasi
    espressione fuori dalla norma, di farci carico delle sorti dei processi
    per il g8 di Genova rispondendo ai pruriti vendicativi del potere con
    una manifestazione nazionale che contrasti e interrompa la costruzione
    di processi di oblio e rimozione collettiva.

    SABATO 10 Novembre
    Perugia
    Manifestazione e Assemblea
    dalle ore 15 piazzale Bove

    Un appuntamento nazionale contro tutte le intolleranze.
    Perchè un paese intollerante e’ tutto tranne che un paese sicuro!
    Perchè per una pianta d’erba in cella non si deve finire!
    Perché in carcere non si deve morire! Verità per Aldo!

    [email protected]
    http://veritaperaldo.noblogs.org/

  9. #9
    Data Registrazione
    Feb 2004
    Località
    Pianeta Terra
    Messaggi
    5,340
    Mentioned
    597 Post(s)
    Ciao Franco e benvenuto su Enjoint.

    Oggi anche Grillo ha pubblicato sul suo blog un articolo riguardante Aldo. Riporto qui:

    <TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>Cristo si è fermato a Capanne

    Le droghe sono vietate ovunque in Italia tranne che in Parlamento. Il cittadino non parlamentare che fa uso di hashish è un delinquente da punire. Aldo Bianzino è stato arrestato per coltivazione di canapa indiana nel suo orto. Era un falegname. Viveva con la famiglia a Pietralunga, sulle colline vicino a Città di Castello. Nel carcere di Capanne è stato pestato a morte. Il medico legale ha riscontrato 4 ematomi cerebrali, fegato e milza rotte, 2 costole fratturate. Lascia una moglie e un figlio, aveva 44 anni e non aveva mai fatto male a nessuno. Un fisico esile, capelli biondi come quelli di un altro falegname finito in croce. Aldo è invece finito prima in cella di isolamento e poi al cimitero. E’ stata aperta un’inchiesta per omicidio volontario dal giudice Petrazzini. Il blog seguirà attentamente i prossimi avvenimenti e si recherà a Pietralunga.
    La morte di Aldo ha due cause. La prima è la detenzione per chi fa uso di canapa indiana. La seconda l’impunità di chi disonora la divisa e si comporta peggio dei criminali.
    La prima ragione è assurda, riempie le carceri di tossicodipendenti e di consumatori occasionali. Giovanardi, compagno di partito di Mele donne-coca-champagne, su questo non è d’accordo, lui vuole quattro anni di carcere per un grammo di hashish (leggi l’intervista).
    L’uso di canapa indiana va liberalizzato. Ci sarebbero meno pusher, meno finanziamenti alla criminalità organizzata, non più carceri che scoppiano.
    La stessa Cassazione ha ribadito che la mini coltivazione domestica di canapa non costituisce reato se essa “non si sostanzia nella coltivazione in senso tecnico-agrario ovvero imprenditoriale”.
    Siamo al ridicolo.
    La violenza istituzionale sta diventando un vizio mortale, dopo Aldrovandi, Bolzaneto e Scuola Diaz.
    Riporto dal sito Il Pane e le Rose:
    “Dunque Aldo è stato sottoposto ad un pestaggio mortale da parte di guardie carcerarie, mentre si trovava in isolamento, probabilmente in conseguenza del fatto di aver dato in escandescenze. Il pestaggio da parte di personale dipendente dal Ministero di Grazia e Giustizia emerge, ancora una volta, essere una pratica corrente all’interno del Carcere per i detenuti che creano problemi. Esso è praticato da personale specializzato che utilizza tecniche professionali finalizzate ad evitare denunce sulla base di superficiali riscontri medico legali. Dobbiamo immaginare nella loro compiutezza formale i dispositivi che stanno dietro questa pratica:
    vi sarà un manuale – riservato - dove viene descritta la procedura da seguire nel pestaggio; vi saranno percorsi di formazione con esperti che insegnano la tecnica ed i gesti più opportuni e ne supervisionano la messa a regime, un percorso di training, una valutazione attenta delle attitudini e delle capacità di chi è chiamato ad applicare materialmente, nel lavoro di tutti i giorni, la tecnica..”.
    Se quanto riportato fosse vero, suggerisco che il massaggio carcerario sia praticato anche alla popolazione parlamentare che fa uso di droga in aula, in ufficio o negli alberghi della capitale.

    Invito tutti a partecipare alla Manifestazione nazionale per Aldo Bianzino a Perugia sabato 10 novembre 2007.
    </BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE>
    "Personalmente tra tutti i forum ho scelto Enjoint perchè qui la ganja rappresenta il contorno alla vita di ogni utente, e non il centro attorno a cui ruota il resto. Qui si valorizzano gli utenti come persone prima che come coltivatori." - cit. Mad man

  10. #10
    Data Registrazione
    Feb 2004
    Messaggi
    103
    Mentioned
    1 Post(s)
    :-Y no comment! merde![addsig]
    ~ *__* ~ RaVe iS n0t a cRiMe ~ *__* ~

Pagina 1 di 7 123 ... UltimaUltima

Chi Ha Letto Questa Discussione: 0

Attualmente non ci sono utenti da elencare.

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  

Questo sito utilizza cookies di analytics su dati esclusivamente aggregati e cookies di terze parti per migliorare l'esperienza dell'utente tramite plugin sociali e video.
Cliccando su oppure continuando la navigazione sul sito accetti i cookies. Per l'informativa completa clicca qui.