La tigre si sta estinguendo. L’ultimo allarme arriva dal National Geographic, in un articolo firmato da Sharon Guynup. Nel 2012 gli esemplari presenti in territorio asiatico erano 3200, ma secondo le stime degli ultimi mesi, nel corso del 2013, il loro numero sarebbe ulteriormente calato avvicinandosi pericolosamente alle 3000 unità.

Si tratta delle tigri presenti in natura, mentre è più elevato il numero di questi felini custodito da privati o in cattività all’interno di zoo.

La tigre è un animale dominante che si adatta a diversi ambienti, dalle giungle alle praterie, dalle colline Himalayane alle mangrovie del Sundarbans.

Un secolo fa gli esemplari di tigri fra la Turchia e la Siberia, passando per il Sud Est Asiatico, erano 100mila. Oggi sopravvivono in 12 paesi e sono già scomparse dal territorio delle due Coree. Le tigri sono scomparse dal 93% dei territori nei quali vivevano un secolo fa e rimangono solamente 42 popolazioni sparpagliate prevalentemente nella parte centrale del continente asiatico.

I territori abitati per millenni dalle tigri sono minacciati dall’antropizzazione: risaie, campi coltivati, centri abitati, strade e ferrovie circoscrivono sempre di più il territorio di caccia di questi predatori che prediligono territori estesi.

Alcune sottospecie di tigre si sono estinte verso la fine degli anni Ottanta, quelle di Giava e del Mar Caspio negli anni Settanta, mentre la tigre di Bali è scomparsa negli anni Quaranta. Attualmente rimangono sei sottospecie: la tigre del Bengala, dell’Indocina, della Malesia, di Sumatra, la tigre cinese meridionale e quella dell’Amur (siberiana).

Perché nonostante le migliaia di esemplari in cattività il rischio d’estinzione resta alto? Perché le tigri in cattività sono geneticamente separate da quelle che vivono in libertà e, se rilasciate in natura, non sarebbero in grado di cacciare e, dunque, di sopravvivere. Sarebbe inoltre impossibile introdurre un nuovo individuo in un ambiente naturale visto che questi felini sono radicalmente territoriali e combatterebbero fino alla morte per mantenere la propria dominanza.

L’unica soluzione è proteggere i siti di conservazione, un impegno che, secondo una stima del 2010, costa circa 82 milioni di dollari l’anno. Inoltre l’habitat per ospitare un eventuale ripopolamento è molto esteso e la femmina è in grado di dare alla luce quindici cuccioli. Il rischio è alto ma la partita per salvare la tigre è tutt’altro che persa.

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82 milioni di dollari, sono NIENTE porca di quella porca e straporca, pensate al budget del calcio, e vi viene voglia di prendere tutti a calci..