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Risultati da 1 a 6 di 6

Discussione: Finmeccanica, da accordi con Israele contratti per 850 milioni di dollari

  1. #1
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    Ecco un'azienda che non conosce crisi: anzi, più il mondo è in guerra, più aumenta il volume d'affari. Bene , dovrei inviare un curriculum a loro?
    No, non lo farò, piuttosto, pane e cipolle....

    Roma, 19 lug. (Adnkronos) - Il Ministero della Difesa italiano ha firmato oggi con il Ministero della Difesa israeliano un accordo di cooperazione nel settore della tecnologia militare. Il documento e' stato siglato dai rispettivi Segretari Generali dei due dicasteri.

    L'accordo prevede la fornitura alla Difesa israeliana di 30 velivoli da addestramento avanzato M-346 e relativi sistemi operativi per il controllo del volo. Mentre le Forze armate italiane potranno utilizzare un sistema satellitare ottico ad alta risoluzione per l'osservazione della Terra denominato OPTSAT-3000, realizzato in Israele, e la fornitura di sottosistemi standard Nato di comunicazione per due aerei destinati all'Aeronautica Militare.
    L'accordo con Israele consente a Finmeccanica di avviare contratti per un valore di circa 850 milioni di dollari attraverso le societa' Alenia Aermacchi, Telespazio e Selex Elsag.
    Da parte di Alenia Aermacchi, e' prevista infatti la fornitura di 30 velivoli da addestramento avanzato M-346. L'accordo ha un valore complessivo - che include velivoli, motori, manutenzione, logistica, simulatori e addestramento - pari a circa 1 miliardo di dollari, di cui circa 600 milioni di dollari di pertinenza di Alenia Aermacchi. I nuovi aerei andranno a sostituire gli A-4 Skyhawks oggi in servizio presso la Forza Aerea israeliana. La consegna del primo esemplare e' prevista per la meta' del 2014.
    ''Questo accordo rappresenta un'importante affermazione non solo di Finmeccanica e delle societa' operative Alenia Aermacchi, Telespazio e SELEX Elsag, ma dell'intero Sistema Paese'' afferma Giuseppe Orsi, presidente e amministratore delegato di Finmeccanica.
    ''L'intesa, per la quale Finmeccanica esprime un ringraziamento particolare al Ministero della Difesa, e' frutto di una proficua collaborazione tra il Governo italiano, il Governo israeliano, il mondo aziendale e vari altri soggetti istituzionali", prosegue. Gli accordi testimoniano "l'elevata capacita' competitiva del made in Italy tecnologico a livello internazionale, di cui Finmeccanica e' presidio fondamentale, e dimostra che gli investimenti in tecnologia rappresentano, per il Gruppo e per il sistema industriale italiano, la strada maestra per garantirsi uno sviluppo sostenibile che incrementi ulteriormente le capacita' industriali, rendendole sempre piu' competitive su scala globale''.

    http://www.adnkronos.com/IGN/News/Ec...518959449.html
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    "Rammentiamoci sempre che ogni qualvolta lasciamo scritto qualcosa,si lascia solo delle parole messe li,ognuno poi le interpreta come vuole,non é la stessa conversazione fatta faccia a faccia .." cit. Dantep

  2. #2
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    Almeno mandassero qui per uno scambio culturale un pò di soldatesse Israeliane... ci son di quelle gnocche! :-D
    "Se per vivere devi strisciare, alzati e muori."

  3. #3
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    maledett terroristi dovete crepare!!!!! che allah vi fulmini

  4. #4
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    Entro l'1 di agosto il governo dovrà riformare la leva. Saranno chiamati a prestare servizio anche gli ebrei ortodossi. Per i cittadini palestinesi il "servizio civile"

    di Valeria Cagnazzo

    Zohar Shapira ha 40 anni, ha militato nell'Idf per 15, ha sparato sulla testa di bambini palestinesi, ha arrestato i loro padri, finché un giorno non ha detto basta. Incrociare lo sguardo terrorizzato di una bambina di sette anni in un villaggio vicino Nablus lo ha stravolto: "Non eravamo un soldato di fronte al suo nemico, ma due esseri umani che si guardavano". Ha messo da parte il fucile, si è unito al gruppo non-violento dei "Combattenti per la Pace", e da allora per lo Stato di Israele è diventato un refusnik. Li chiamano proprio così, refusnik, con questa parola un po' russa e un po' inglese, quegli israeliani che si rifiutano di servire nell'esercito. Diventano, per questo, dei ribelli, dei sovversivi, perché in Israele l'"obiezione di coscienza" di fatto non esiste, e i refusnik rischiano fino a tre anni di carcere.

    Dopo i 18 anni di età, la leva è obbligatoria non solo per gli uomini, per almeno tre anni, ma anche per le donne, per le quali l'obbligo è ridotto a 18 mesi. Neppure da adulti i cittadini di sesso maschile possono dirsi esonerati dai loro doveri marziali: fino ai quarant'anni, ogni anno, serviranno l'Israel Defence Forced (Idf) per un po' di settimane.

    In una delle più moderne e sviluppate "democrazie occidentali", l'esenzione dal servizio militare è un privilegio che spetta a pochi "fortunati" - ossia i religiosi ebrei ortodossi, gli Haredim, coloro che "tremano davanti alla parola di Dio" (la minoranza araba, per "ragioni di sicurezza", viene tenuta fuori dall'esercito). Ed è su questo che oggi tanti israeliani insorgono. Perché fino al febbraio scorso, gli Haredim avevano potuto avvalersi della Tal Law, la legge che li abilitava a prestare servizio militare solo se volontari. Un'esenzione tra le tante di questa comunità ebraica, che, fra l'altro, non paga le tasse e vive perlopiù di sussidi statali. Ma in Israele tutti i nodi vengono al pettine, e se a febbraio la legge Tal è stata giudicata incostituzionale, entro l'1 di agosto il governo Netanyahu dovrà varare una nuova riforma sull'esercito.

    Il problema è spinosamente politico: riuscirà Netanyahu a conservare la maggioranza parlamentare? Il compromesso di una leva dalla durata tra i 18 e i 24 mesi a partire dai 22 anni e non dai 18 per gli Haredim appare quanto mai debole, di fronte all'opposizione dei vertici confessionali. "Si approfittano del fatto che c'é l'arruolamento obbligatorio, per alimentare conflitti, odio e rabbia tra i cittadini" ha detto il rabbino Israel Eichler, presidente dell'Ebraismo Unito della Torah e membro della Knesset contro la leva obbligatoria, sostenendo la necessità di estendere l'arruolamento volontario a tutti gli Israeliani.

    La questione è, però, più che sociale, soprattutto economica. Dietro ai manifestanti che nelle piazze chiedono che anche gli ortodossi siano richiamati, per legge, alla leva obbligatoria, si nascondono tutte le difficoltà economiche di un Paese prostrato dal carovita - le proteste degli indignados e i suicidi recenti ne sono la prova. Pretendere che gli Haredim, che finora hanno contribuito al benessere dello Stato solo con l'afflato mistico della loro preghiera, partecipino al servizio militare significa, in realtà, ribellarsi contro l'ingiustizia economica che tiene in una parassitaria posizione di privilegio una comunità che ricopre il 13% della popolazione. Uguali diritti, uguali doveri dunque: e per questo leva obbligatoria, tasse, lavoro per tutti.

    Ciò che c'è di allarmante nelle manifestazioni contro il privilegio degli Haredim è il fatto che i partecipanti non chiedano di prender parte allo stesso privilegio ma che siano gli ortodossi a perderlo per entrare nell'esercito.

    Il grido "Una leva, un popolo" con cui gli Israeliani non ortodossi si sono lanciati nelle piazze dovrebbe far tremare: lo spirito belligerante del loro Stato militare ha forgiato le loro coscienze al punto che essi ritengono necessario, essenziale, sacrosanto che tutta la Nazione partecipi alla vita militare. Non è immaginabile forse, per gli israeliani, sfilare per le strade per chiedere altro, per esempio che dall'obbligo di leva siano esonerati anche loro. Non è forse ipotizzabile uno slogan diverso, che dica "Un popolo, un diritto" o "Un popolo, una libertà". Perché quel popolo, e in questo la propaganda militare ha sicuramente i suoi sommi meriti, esiste ed è unito soltanto se si identifica con un esercito forte e compatto. Non sono pertanto degni di farne parte coloro che non imbracciano il fucile. Nessuno si è fatto avanti per difendere il diritto a rifiutarsi di partecipare alla vita militare, che si sia ultra-ortodossi o meno.

    Lo Stato di Israele dimentica anche la lontana possibilità di essere obiettori di coscienza, indipendentemente dal fervore della propria fede. Si dovrà dunque aspettare il primo agosto per sapere se dovremo considerare come pericolosi e ingrati refusnik anche loro, gli Haredim, coloro che tremano davanti alla guerra.

    http://www.globalist.it/Detail_News_...n-raro-diritto
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    "Rammentiamoci sempre che ogni qualvolta lasciamo scritto qualcosa,si lascia solo delle parole messe li,ognuno poi le interpreta come vuole,non é la stessa conversazione fatta faccia a faccia .." cit. Dantep

  5. #5
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    per colpa dell'asse israele-USA abbiamo fatto diventare il medio oriente un focolaio incontrollabile...e noi ancora a fare affari con loro...
    io gli israeliani proprio non li sopporto...(e nemmeno gli americani!)
    Coltivare erba non è legale? Se è Dio che ce l’ha data allora vuoi dire che anche Dio non è legale?
    (Bob Marley)

  6. #6
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    Dal 2014 i piloti militari israeliani, che per decenni hanno imparato a fare la guerra su vecchi aerei americani, useranno i nuovi M-346 italiani prodotti da Alenia Aermacchi.

    L’azienda aeronautica del gruppo Finmenccanica ha appena firmato con il ministero della Difesa israeliano un contratto da 850 milioni di euro per la fornitura di trenta velivoli da addestramento. “Una eccezionale vittoria del sistema paese Italia”, per l’amministratore delegato Giuseppe Giordo. “Siamo fieri di essere protagonisti e partecipi di questo notevole successo”.

    Pecunia non olet, tanto meno per i mercanti di guerra. Per loro gli affari sono affari, soprattutto in tempi di crisi. Poco importa che il cliente sia una forza militare che si è macchiata dei peggiori crimini di guerra, commettendo stragi di civili in maniera così sistematica da spingere decine di piloti israeliani a fare pubblica obiezione di coscienza.

    “Fieri” di collaborare con chi nel 2006 bombardava a tappeto i quartieri residenziali di Beirut e i villaggi del sud del Libano (ricordate la strage di bambini nel villaggio di Cana?). “Fieri” di fare affari con chi nel 2009 a Gaza sganciava bombe al fosforo sulla scuola dell’Onu stipata profughi. “Fieri” che i piloti che si preparano a bombardare l’Iran si addestrino su velivoli italiani.

    http://www.eilmensile.it/2012/07/26/...ani-a-israele/
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