Cari avvocati, a noi interessa il fine, tutto il resto è solo fumo!
Dopo l’articolo che ci è arrivato dagli avvocati Simonetti e Miglio relativo ad una sentenza del 6 marzo in cui è stata presentata una richiesta di illeggittimità costituzionale, l’avvocato Zaina, dal sito di Enjoint ha voluto precisare il suo punto di vista:
https://www.enjoint.info/?p=8433
Dopodiché non poteva mancare la risposta dell’avvocato Simonetti che, entrando in palese polemica con quanto scritto dall’avvocato Zaina, precisa il senso della sua soddisfazione in merito alla presa di posizione del PM:
Questa breve nota ha la funzione di replicare ad un avvocato che dovrebbe investire il suo tempo a studiare e che invece, con tono provocatorio, lo usa per elevarsi a giudice dell’operato degli altri e si permette di dispensare giudizi salomonici e di bassa propaganda quando, invece, l’utenza alla quale si rivolge sa chi, veramente, assolve coraggiosamente e con coerenza la propria professione.
Leggo sul sito di enjoint.com – piattaforma web che stimo ed apprezzo – il commento su un mio articolo nel quale descrivo l’ottimo risultato ottenuto a seguito del parere favorevole del PM di Padova in relazione all’accoglimento della questione di legittimità costituzionale in tema di coltivazione di cannabis.
Colui che ha definito “una sconfitta, una amara sconfitta” quello che io definisco, invece, un ottimo risultato, dovrebbe preoccuparsi e chiedersi come mai un PM – che rappresenta la controparte in udienza – abbia aderito alla mia tesi difensiva ed è mancato pochissimo a che la questione non fosse sollevata.
Lo stesso critico dell’ottimo risultato ottenuto non sa che le guerre sono costituite da battaglie e che ogni battaglia è importante e dà un segnale, una voce alla battaglia successiva?
Colui che ha definito “una sconfitta, una amara sconfitta” quello che io definisco, invece, un ottimo risultato non sa che “una volta colte, le opportunità si moltiplicano”? (Sun Tzu, L’arte della guerra).
Lo stesso critico dell’ottimo risultato ottenuto, non ha visto i volti delle due imputate sprizzare di gioia e non ha visto che anche le stesse imputate si sono rese conto dell’importanza della questione di legittimità costituzionale presentata in loro favore.
Lo stesso critico dell’ottimo risultato ottenuto, piuttosto di perdere tempo a dire che “si illudono le persone”, dovrebbe cominciare a capire come scrivere una questione rilevante e non manifestamente infondata in tema di coltivazione di cannabis.
Lo stesso critico continua ad autodefinirsi “il precursore” di una cosa che non ha mai presentato nei tribunali, ma che continua da tempo a predicare ed questo predicare invano che costituisce, invece, una volontà di illudere gli utenti.
Mi sembra che ottenere, per la prima volta in tema di coltivazione di cannabis, il parere favorevole di un PM non rappresenti affatto una volontà di “creare false illusioni”, ovvero una “amara sconfitta”, ma una reale speranza di creare precedenti e opportunità!
Vorrei continuare a scrivere e a difendermi dalle critiche di colui che “difende” (solamente giudicando il mio lavoro) gli utenti del forum, e che forse con questo atteggiamento superficiale e senza fondamento possa pensare di fermare il mio quotidiano e faticoso lavoro.
Ma ora vi lascio, perché vado ad approfondire la questione di legittimità costituzionale in tema di coltivazione di cannabis!
Avvocato Lorenzo Simonetti del foro di Roma
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Noi non vogliamo entrare in merito alla polemica che anzi riteniamo assolutamente deleteria e controproducente e vorremmo dire agli avvocati che nel confrontarsi in questo modo, che ricorda molto quello tra politici, in questo modo rischiano di non trarre alcun insegnamento da ciò che accaduto e manifestato dalle ultime elezioni.
C’è un distacco netto tra le esigenze popolari e il linguaggio del potere, che sia questo politico, economico o giuridico e se questo distacco non viene avvertito da chi il potere lo detiene, ci sarà sempre più scollamento, sfiducia e risentimento tra chi è costretto a subire inutili sofferenze e chi queste sofferenze, non vivendole, le usa solo come sofisticato strumento dialettico/professionale e questo vale tanto per le aspettative del disoccupato che si ritrova davanti il linguaggio asettico e distaccato del governo, quanto per chi rischia di essere considerato un criminale da una legge liberticida e che invece di ascoltare di strategie condivise e comprensibili, ottiene in cambio inutili risposte in termini di articoli, comma e paragrafi.
Cari avvocati, qui non si tratta più di affermare il primato nelle intuizioni o gareggiare per chi riesce ad ottenere per primo un risultato degno di rilievo mediatico, qui si tratta di utilizzare tutti i metodi e strumenti più originali, vicini alle rivendicazioni che vengono poste e congeniali al metodo, per mettere in discussione nei tribunali non tanto la vicenda dell’imputato, quanto la nefasta legge che lo ha criminalizzato e questa e solo questa, è l’unica e reale esigenza di chi è costretto a combattere quotidianamente per la propria dignità, spero ne conveniate, il resto continua a rimanere solo piacevole conversazione da svolgere in salotto …se non ci fosse il problema …ma il problema c’è!
Di parole ne abbiamo ascoltate tante, forse troppe e ora vorremmo vedere i fatti …e quando parliamo di fatti, non ci riferiamo di certo a noi!
Giancarlo Cecconi