CANNABIS/ Gli spinelli e quei 10 danni che i nostri figli non conoscono
Le buone notizie: in Italia il consumo di droghe diminuisce. E ora le cattive: aumenta il consumo di cannabis tra i giovani. È quanto riporta l’ultima Relazione al Parlamento 2013 sull’uso di sostanze stupefacenti e tossicodipendenze in Italia, elaborato dal Dipartimento Politiche Antidroga. I dati riflettono le tendenze generali presentate per la realtà mondiale dal World Drug Report 2013 delle Nazioni Unite e, per l’Europa, dalla Relazione europea sulla droga 2013 dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. Occorre però riflettere sul caso cannabis, dato l’impatto sul percorso di vita dei nostri figli e sui costi umani e economici nella nostra società. Se il consumo di cannabis riguarda ora il 21,43% della popolazione giovanile tra i 15 e i 19 anni, ciò vuol dire che in una classe liceale di 20 studenti almeno 4 fumano questa droga, senza conoscere le gravi conseguenze che produce.
Nell’opuscolo “Cannabis & Spinello. Dieci consigli per non perdere la testa e a volte la vita” dello psicanalista Claudio Risé sono stati sintetizzati in dieci punti i danni causati dalla cannabis:
1. Non è una droga leggera e produce dipendenza
2. Nuoce al corpo con disturbi seri a tutti gli apparati
3. Danneggia il cervello
4. Causa disturbi mentali
5. Può portare all’overdose e uccidere
6. Deteriora le relazioni con gli altri
7. È pericolosa alla guida
8. Favorisce le organizzazioni criminali dedite al guadagno
9. Rovina la carriera scolastica e professionale
10. Ci costa economicamente per cure e trattamento.
Un decalogo tanto impressionante quanto poco conosciuto da adulti e giovani, che se mai si affidano a pagine Internet poco affidabili o, come sottolineato dalla Relazione al Parlamento, finalizzate proprio alla vendita di questa sostanza psicoattiva, possibilmente in forme potenziate più letali. Si tratta però di dieci punti redatti sulla base di studi e ricerche all’avanguardia per nulla note in Italia, dove anzi iniziative di informazione come questa vengono derise o criticate nel nome di slogan antiquati e ideologizzati come “Ma che cosa vuoi che faccia uno spinello!”: infatti il consumo di questa droga continua ad aumentare.