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Discussione: Persecutori nati

  1. #31
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    Citazione Originariamente Scritto da Pawan Kumar - ASCIA Visualizza Messaggio
    Eccone un'altro: Costa (NCd) capogruppo alla Camera

    http://www.loccidentale.it/node/129698

    Svuota-carceri. Costa (NCd), emendamento Pd regala sconto di pena a spacciatori

    27 Gennaio 2014

    "Il Partito Democratico non sfrutti l'emergenza carceri come pretesto per reintrodurre la distinzione tra
    droghe pesanti e droghe leggere, costruendo l'anticamera della legalizzazione di queste ultime". Lo dice Enrico Costa, presidente dei deputati del Nuovo Centrodestra. La preoccupazione di Costa deriva da un emendamento "spuntato" nel Dl "Svuotacarceri", che "regala uno sconto di pena a chi spaccia hashish e marijuana". Secondo Costa se passasse un emendamento del genere la prima conseguenza sarebbe indebolire la lotta allo spaccio, finendo per "svilire non solo il significato del decreto ma anche del messaggio del Capo dello Stato sull'emergenza carceraria". Costa, infine, chiede al ministro Cancellieri di "assumere una posizione precisa" sul tema.

    Ma chi è, lo stesso Costa che era a capo delle politiche sulla droga all'ONU??
    Quello che aveva l'obbiettivo, di sradicare la canapa dal mondo, entro il 2008??

    Ma va a caghè, va!!
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    "Rammentiamoci sempre che ogni qualvolta lasciamo scritto qualcosa,si lascia solo delle parole messe li,ognuno poi le interpreta come vuole,non é la stessa conversazione fatta faccia a faccia .." cit. Dantep

  2. #32
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    Loro ci perseguitano, ma si tirano dietro l'odio di mezzo mondo. Anonymous ci ha fatto una simpaticissima sorpresa a danno del DPA e di Serpelloni, manifestandoci una inaspettata solidarietà:

    http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=7402

    Anonymous

    “Con questa operazione Anonymous vuole esprimere la sua più totale solidarietà alle persone che oggi manifestano a Roma per la legalizzazione della cannabis e per la fine della persecuzione poliziesca contro i consumatori e/o produttori di Tetra-Idro-Cannabinolo. Rivendichiamo il diritto di ogni individuo di produrre marijuana e consumarla per scopo ludico su modello di quanto avviene nei Paesi Bassi ed in Uruguay, Corea del Nord e parte degli USA“.

    Sono queste le parole con cui il gruppo di hackers, ha aderito, anche con un comunicato, alla “causa dell’antiproibizionismo”.

    Ecco cosa ci fa sapere il gruppo di hacker più famoso del mondo dopo aver hackerato il sito web del Ministero della Sanità e del DPA nonché l’indirizzo e-mail dello stesso Serpelloni e da qualche indiscrezione sembra anche il suo telefono cellulare…?!

    http://www.parolibero.it/cronaca-mnu...14-donati.html

    Succede il 7 di Febbraio, esattamente il giorno prima del corteo a sostegno dell’illeggittimità della legge Fini-Giovanardi. Anonymous hackera l’e-mail di Serpelloni, quella stessa mail dove ad ogni sottoscrizione della petizione ASCIA vengono recapitati i “perchè secondo te Serpelloni dovrebbe dimettersi“, quella petizione che vorremmo portare di persona al DPA e consegnare nelle mani del dottore, corredata di tutti i vostri commenti.

    E proprio dal sito “change.org” che ospita la nostra petizione Anonymous ha lasciato la sua impronta e il dott. Serpelloni risponde: “Non posso che essere d’accordo con voi. Mi dimetterò e lotterò per la legalizzazione della marjuana!”

    #FreeCannabis #8Febbraio #AnonymousItaly #Rome #Legalizziamola #FreeWeed”

    Ci fa davvero molto piacere trovare l’interesse di Anonymous per la nostra causa e averli avuti di passaggio sulla petizione che lanciammo mesi fa.
    Abbiamo sempre sostenuto che la battaglia antiproibizionista è composta da tanti guerrieri con una freccia sola, e ogni volta che una di queste colpisce il bersaglio, non possiamo che esserne contenti.

    Sembra quindi che anche l’attuale catastrofico capo del DPA concordi con la nostra petizione e speriamo lasci il suo posto il prima possibile!

    Noi vi invitiamo a continuare a firmare
    https://www.change.org/it/petizioni/...iche-antidroga

    Direttivo ASCIA
    Ultima modifica di Pawan Kumar - ASCIA; 12-02-14 alle 13:41

  3. #33
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    Già non vedo l'ora che questo governo cada.

    http://www.dagospia.com/rubrica-2/me...ello-72782.htm

    28 FEB 2014 17:40
    IL GOVERNO DEI ROTTAMI! - NELL’ESECUTIVO LETTA C’È ANCHE ANTONIO GENTILE (SOTTOSEGRETARIO ALLE INFRASTRUTTURE): QUELLO CHE HA BLOCCATO L’USCITA DE “L’ORA DELLA CALABRIA” CON LA NOTIZIA DEL FIGLIO INDAGATO
    Il ràs calabrese è entrato al governo in quota Alfano nonostante sia il protagonista di una bruttissima vicenda: è riuscito a bloccare la stampa del quotidiano con la notizia del figlio indagato, malgrado l’opposizione del direttore Luciano Regolo - Voleva evitare scandali visto che era in lizza per il governo. Lo scandalo c’è stato, la poltrona pure…

    1. ‘L'ORA DELLA CALABRIA', LA CENSURA RIGUARDA TUTTI NOI
    di Antonello Caporale per "il Fatto Quotidiano" del 22 febbraio 2014

    l ora della calabria andrea gentile figlio di antonio sottosegretario nel governo renzi
    L ORA DELLA CALABRIA ANDREA GENTILE FIGLIO DI ANTONIO SOTTOSEGRETARIO NEL GOVERNO RENZI
    All'apparenza è il solito scandalo, la solita Calabria, i soliti interessi connessi, dominanti e immarcescibili. Invece, il divieto di andare in edicola imposto al quotidiano l'Ora della Calabria a causa di una notizia fastidiosa per il senatore Antonio Gentile, dominus di Cosenza e distributore spietato delle speranze di chi là vive, interpella non solo la coscienza di tutti gli italiani, dei giornalisti soprattutto.

    (...)

    La vicenda ci dovrebbe indurre a pensare che si può solo testimoniare la libertà, ma non vederla avanzare ovunque. Ci sentiamo vicini ai colleghi calabresi, e naturalmente solidali col direttore Luciano Regolo che ha rifiutato di sottostare al diktat padronale ("togli dalle pagine quella notizia!") nell'ora in cui siamo costretti a misurare la distanza che separa la Costituzione, il libro dei nostri diritti fondamentali e inalienabili (in questo caso l'articolo 21) e la vita quotidiana, il continuo, oramai svergognato modulo interpretativo delle regole: c'è chi comanda e chi ubbidisce. Chi s'arricchisce e chi si affama. Pare non esista speranza per un cambiamento e nemmeno l'illusione di una sua possibilità.

    Invece - e per fortuna - la vicenda è stata svelata e il tributo che i colleghi calabresi hanno pagato per aver difeso il diritto a informare viene in parte compensato dalla speranza che questa vicenda contribuisca a irrobustire la linea della resistenza. A Cosenza, dunque, non è possibile scrivere su uno scandalo che coinvolge il figlio del senatore Antonio Gentile.

    E chi è costui? È il possidente di una larga fetta di voti, che detiene in comunione con suo fratello Pino, assessore alle Infrastrutture della Regione Calabria. È una delle famiglie forti della regione, e la loro dote è sempre offerta al campione di turno. I voti dei Gentile sono serviti a Berlusconi prima e ora sono nelle mani di Angelino Alfano. I voti non hanno odore né colore, vero? Non puzzano, non chiamano alla vergogna, anzi!

    Il senatore Gentile, memorabile la sua proposta di assegnare il Nobel per la Pace al Cavaliere (si era nell'epoca pre-olgettine) è in corsa per fare il sottosegretario, si dice alla Giustizia (sic!) del governo che è appena nato.

    Proprio questo qui, questo di Matteo Renzi, dell'uomo veloce, del fare in persona, di colui che vuole abbattere burocrazie e feudi, aprire a chi non ha diritti, sbattere le porte in faccia ai potenti di sempre. L'ipotesi è così concreta e plausibile da dimostrare nel dettaglio la misura della mistificazione, la falsità di una promessa pubblica. I Gentile, l'uno senatore l'altro assessore (con la figliola di quest'ultimo consigliere comunale e già vicesindaco di Cosenza) avanzano, e par di capire con ogni convinzione, la richiesta di mostrare all'Italia intera il proprio volto. Perciò questa apparente piccola vicenda calabrese è invece monumento dell'ipocrisia.

    "Il cinghiale quando viene ferito ammazza tutti...", dice De Rose, stampatore del giornale all'editore e al direttore per scongiurare la pubblicazione della notizia infelice. E chi è De Rose? Dapprima presidente della Confindustria, poi candidato a sindaco a Cosenza di Forza Italia, oggi presidente di Fincalabra, la finanziaria regionale. Immarcescibili poteri connessi mostrano come l'uno (l'industriale) apra la bocca per pronunciare le parole presunte dell'altro (il politico onnipotente). Il senatore cinghialone s'arrabbia e ammazza tutti!

    Se ci fosse un po' di dignità, di rigore nei comportamenti e di rispetto della minima verità, la politica dovrebbe ribellarsi, il Senato condannare un atto così spregevole e persino l'onorevole Alfano rinunciare, se davvero questa è la sua idea, di proporre al presidente del Consiglio questo nome come sottosegretario. E se non fosse così Renzi dovrebbe rifiutare di firmare un decreto di nomina.

    La Calabria vive la sfortuna di essere sempre in minoranza. Minoranza dell'Italia ricca e minoranza anche in casa sua. Quella classe dirigente locale non avrebbe mai potuto avere la possibilità di dominare la scena pubblica se una porzione maggioritaria della società non fosse stata connivente, se il bene comune non venisse giudicato come una zucca vuota, un cesto rotto, una fanfaluca.


    2. L'ORA DELLA CALABRIA, "PRESSIONI PER BLOCCARE NOTIZIA". E IL GIORNALE NON ESCE
    Da www.ilfattoquotidiano.it del 19 febbraio 2014

    Boicottata l'edizione dell'Ora della Calabria. Lo denuncia il direttore Luciano Regolo, che ha convocato una conferenza stampa per raccontare quanto accaduto la scorsa notte. "Si è consumato un fatto gravissimo per la libertà di stampa, la violazione delle più elementari regole della democrazia e del vivere civile.

    Ultimata la lavorazione del giornale, a tarda ora -ha riferito Regolo - l'editore mi ha chiesto se non fosse possibile ritirare dalla pubblicazione l'articolo relativo all'indagine in corso sul figlio del senatore Tonino Gentile, Andrea, al quale sono contestati i reati di abuso d'ufficio, falso ideologico e associazione a delinquere nell'ambito del caso Asp. Di fronte alla mia insistenza, nella difesa del diritto di cronaca, ho minacciato all'editore stesso le mie dimissioni qualora fossi stato costretto a modificare il giornale, vanificando il mio lavoro e quello dei miei colleghi". La notizia è stata comunque pubblicata sul sito del quotidiano.

    Mentre l'editore e il direttore parlavano di questo, "in mia presenza e in viva voce - prosegue Luciano Regolo - l'editore ha ricevuto la telefonata del nostro stampatore Umberto De Rose, il quale, ponendosi come "mediatore" della famiglia Gentile, faceva ulteriori pressioni per convincerlo a non pubblicare la notizia, ricordandogli che il cinghiale, quando viene ferito, ammazza tutti". Avendo io ribadito all'editore che non intendevo in alcun modo censurare ciò che era stato scritto, ci siamo salutati.

    Così De Rose - accusa il direttore dell'Ora della Calabria - dopo avere chiamato insistentemente la redazione, soltanto alle due di notte ha fatto sapere che il giornale non poteva andare in stampa per un guasto alle rotative". Il commento del responsabile del quotidiano regionale calabrese è duro: "È evidente che si è trattata di un'azione intollerabile e ingiusta, e aspetto serenamente che la Procura di Cosenza mi convochi per produrre la documentazione in mio possesso riguardo alle pressioni che Gentile, per interposta persona, ha effettuato per evitare che fosse divulgata l'indagine sul conto di suo figlio".

    Fnsi e Sindacato Giornalisti della Calabria denunciano con "preoccupazione e allarme la vicenda della mancata pubblicazione dell'Ora della Calabria e si pongono al fianco dei colleghi del giornale e dei cittadini che hanno bisogno di una stampa libera da condizionamenti, da censure e da qualsiasi forma di pressione impropria e intimidazione".

    In una nota del segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, e del vicesegretario della Fnsi e segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi definiscono "inquietante l'incidente alle rotative, che ha impedito la stampa ieri notte e la diffusione oggi del quotidiano L'Ora della Calabria" e che "getta una luce sinistra sui processi dell'informazione nella regione", tanto che Fnsi e Sindacato Giornalisti della Calabria, chiedono "ad alta voce alle autorità preposte che si faccia presto chiarezza sull'accaduto e si possa restituire serenità a chi fa informazione nella regione, perché l'incidente, se c'è stato davvero, è accompagnato da troppe circostanze ambigue se non oblique".

    "Ricostruire la vicenda vale forse più di ogni timore e di ogni giudizio - proseguono - Il direttore del giornale, Luciano Regolo, ha infatti denunciato pressioni perché fosse censurato un articolo su una indagine relativa al figlio del senatore Tonino Gentile, Andrea, sotto inchiesta per presunto abuso d'ufficio, falso ideologico e associazione a delinquere sul cosiddetto caso dell'azienda sanitaria provinciale di Cosenza

    Una discussione, su questo punto, tra il direttore e l'editore sarebbe stata inframmezzata dalla telefonata di uno stampatore, che avrebbe tentato di convincerlo a non pubblicare la notizia, con una metafora solitamente usata per indicare un rischio grave per le persone che si trovano davanti un ‘cinghiale ferito'". Fatto è che alle due della notte, aggiungono Siddi e Parisi, "lo stampatore avrebbe comunicato l'impossibilità a mandare in stampa il giornale per un improvviso guasto alle rotative. L'editore, Alfredo Citrigno, nega censure e dice di aver solo chiesto al direttore la verifica accurata sulla fondatezza delle notizie sul figlio del senatore Gentile. Lo stampatore, Umberto De Rose, replica negando qualsiasi intervento preventivo e qualsiasi simulazione di incidente alle rotative.

    Il Comitato di redazione manifesta ‘sdegno per le pressioni subite dal giornale che ne hanno impedito la pubblicazionè. Ce n'è abbastanza, insomma, per pensare seriamente ai rischi della libertà di stampa e per pensare anche ad altro. Non vorremmo trovarci un giorno ad apprendere che, effettivamente, ‘a pensar male si fa peccato, ma qualche volta, ci si azzecca', secondo il detto di andreottiana memoria".

    "Quella odierna, rappresenta una pagina nera nella storia recente della libertà d'informazione. Abbiamo saputo che il quotidiano ‘L'Ora della Calabria' non è andato in stampa perché, a quanto pare, le notizie in esso contenute erano scomode per qualcuno che si reputa talmente potente da potersi permettere di violare una delle più elementari libertà sancite dall'ordinamento giuridico di ogni paese democratico e che ha ritenuto di fare in modo che non venissero rese pubbliche - scrivono in una nota due parlamentari del Movimento 5 Stelle, Francesco Molinari e Sebastiano Barbanti - Il seme della discordia - proseguono - riguarda le ultime clamorose novità in merito alle indagini relative alle consulenze d'oro all'Asp di Cosenza.

    Stando alle ultime notizie, nel ‘gironè degli indagati sarebbe finito il figlio del senatore Antonio Gentile, eletto nel Pdl e attuale coordinatore calabrese del Nuovo Centrodestra, Andrea: sarebbe stato il coinvolgimento di quest'ultimo a determinare le indebite quanto inaudite pressioni sulla testata calabrese, tanto da impedirne la pubblicazione. Un fatto gravissimo".

    "C'è di che rimanere allibiti di fronte all'arroganza di chi è abituato a rimanere impunito nel nostro paese, in genere, e nella Calabria, in particolare, facendo un deserto della società civile: non possiamo non appoggiare la protesta dei giornalisti e di tutta la redazione della testata - scandiscono - Attendiamo fiduciosi l'evolversi della vicenda giudiziaria, ma non rimarremo in silenzio davanti a tali gesti vessatori, degni della più subdola criminalità organizzata: è inaccettabile l'intromissione politica nella libertà di informazione ed è intangibile la libertà dei cittadini di essere informati. I fatti, anche quelli scomodi ad alcuni, devono sempre apparire alla luce del sole e dove ciò non succeda ci penseremo noi del M5S ad illuminarli sotto la luce della verità"

  4. #34
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  5. #35
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    Sarebbe opportuno che il premier chiedesse anche scusa per l'abbaglio.
    «Impara a leggere le cose intorno a te/finché non se ne scoprirà la realtà./Districa le regole che non ci funzionan più/per spezzar poi tutto ciò con radicalità»
    AreA - L'elefante bianco
    «Io lotto con le opinioni, che son i nostri padroni/l'errore più grande è odiare e amare solo volti e nomi/lottare con le opinioni è lottare anche con se stessi/contro i propri pensieri più meschini e sottomessi»
    Zona MC - Nemici miei

  6. #36
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    Mi sa che è stato messo in palio un premio dal DPA per chi dice la stronzata più grossa, o forse sono solo casi di incurabile psicosi persecutoria delirante. Ve l'ho già detto, questi non riescono a dormire la notte se non si sentono liberi di perseguitare! Si devono impasticcare pesantemente ad ogni piccolo successo antiproibizionista, e poi i loro cervelli danneggiati sfornano questi "capolavori" di idee!!! Renzi, di questo passo non durerai molto, la stessa base del PD già ti odia, ce la state mettendo tutta per conquistarvi l'odio di tutti (come se già non ce ne fosse abbastanza!)

    Ecco l'articolo:
    http://www.fuoriluogo.it/blog/2014/03/13/allarme-rosso/

    Allarme rosso

    La ministra Lorenzin vorrebbe ripristinare la Fini-Giovanardi per Decreto Legge. Una provocazione da rigettare con forza. E’ questa la svolta buona di Renzi?

    La ministra Lorenzin vorrebbe un decreto legge per ripristinare la Fini-Giovanardi. A solo un mese dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito l’incostituzionalità della legge più carcerogena d’Italia arriva una surreale provocazione direttamente dai banchi del governo.

    Per la Ministra in quota Alfano l’intervento della Corte sarebbe dovuto solo a vizi formali, per cui potrebbe essere superato con un intervento governativo.

    Si tratta di una volgarità intellettuale da respingere con forza. Se mai un decreto è necessario lo è per l’abbassamento delle pene per la cannabis e per il ricalcolo delle pene delle sentenze passate in giudicato.

    Tutto il resto al Parlamento.

    Lanciamo un invito alla mobilitazione di tutte le forze politiche e sociali, gli operatore e i consumatori che si sono incontrati a Genova pochi giorni fa nel nome di Don Gallo e che in questi anni hanno lottato contro una legge tanto inefficace quanto disumana, che è la principale causa del sovraffollamento delle nostre carceri.

    Chiediamo al Ministro della Giustizia Orlando e al Presidente del Consiglio di respingere sul nascere una operazione reazionaria che porrebbe l’Italia ai margini del dibattito internazionale sulle politiche sulle droghe.

  7. #37
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    di oggi (da fuoriluogo.it) :

    http://www.fuoriluogo.it/sito/home/m...vallo-di-troia


    Torna la Fini-Giovanardi? “Il decreto è un cavallo di Troia”

    Nonostante il ministro della Salute abbia specificato che non si reintroduce la Fini-Giovanardi, per i promotori della campagna per la sua incostituzionalità bisogna “stare attenti ai trabocchetti”. E annunciano una “battaglia politica durissima contro il governo”

    ROMA – Nessun ritorno della legge Fini- Giovanardi. Parola del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin al termine di un Consiglio dei ministri con cui il governo ha deciso di intervenire sul tema droghe andando a “ripristinare alcune tabelle” cadute dopo la dichiarazione di incostituzionalità della Fini- Giovanardi da parte della Consulta. Per Lorenzin, l’emergenza che motiva il decreto legge è dato proprio dalla cassazione delle tabelle precedenti per cui “circa 500 nuove droghe e sostanze sintetiche erano uscite dall’alveo della codificazione che è avvenuta nell’aggiornamento delle tabelle dal 2006 ad oggi”. Per il ministro si tratta di un intervento “amministrativo” che non andrà a toccare le delicate questioni penali in tema di droghe, “a cui è chiamato il Parlamento dopo la sentenza della Consulta”. Tuttavia, le parole del ministro non convincono appieno chi nei mesi scorsi si era impegnato in una campagna di sensibilizzazione sull’incostituzionalità della Fini Giovanardi, premiati poi dalla stessa Consulta.

    Di un decreto, afferma Stefano Anastasia, presidente Società della ragione, “c’era sicuramente bisogno per alcune questioni che però temo non siano state affrontate, come il trattamento sanzionatorio per la detenzione di lievi quantità di droghe, introdotto dal decreto Cancellieri e quindi non modificato dalla Consulta, che continua a prevedere un trattamento uguale per droghe leggere e droghe pesanti e continua a prevedere una pena eccessivamente alta per la detenzione delle droghe leggere. Su questo era necessario un intervento urgente e probabilmente lo era anche per il destino delle persone condannate sulla base delle previsioni penali della Fini Giovanardi che sono state giudicate illegittime dalla Corte. Persone che si trovano a scontare pene molto più lunghe di quelle previste ora. Queste erano le due urgenze per cui il governo avrebbe dovuto fare una legge, ma per quello che ho capito su questo il governo non è intervenuto”. Sulle tabelle si interviene con cautela, anche perché non se ne conosce ancora la struttura. “Bisognerà vedere come sono fatte e verificare che non ci siano stati trabocchetti. Mi riferisco ai derivati della cannabis e al fatto che non siano state ricondotte alla previsione delle cosiddette droghe pesanti. Spero che non si sia fatta una cosa di questo genere, perché sarebbe non un adeguamento tecnico amministrativo urgente, ma una scelta di politica criminale che non avrebbe i presupposti di necessità ed urgenza che deve avere un decreto legge”. Per Anastasia, è fuori discussione la reintroduzione della vecchia normativa sulle droghe. “Se anche qualcuno nel governo pensasse di ripristinare la legge Fini Giovanardi – spiega -, lo deve fare attraverso l’ordinario percorso parlamentare. Non può pensare di farlo per decreto”.

    Di “male minore” parla Franco Corleone, da anni impegnato sul tema delle droghe e attualmente garante dei detenuti di Firenze, ma mette in guardia. Nella nottata, infatti, si era temuto un ritorno della legge messa fuori gioco dalla Consulta. “È chiaro che volevano fare un colpo di mano – spiega Corleone -, ma non gli è riuscito. Lo sappiamo per certo che stanotte ci sono stati confronti durissimi. Questo vuol dire che la partita è apertissima e ognuno deve assumersi le responsabilità”. Per il garante, infatti, la questione delle tabelle e degli interventi sui farmaci, oltre che sugli stupefacenti, sono un “cavallo di Troia per intervenire pesantemente”. Timori anche sulla questione degli aspetti penali. “Se questa cosa viene messa nella contrattazione della legge elettorale – aggiunge Corleone -, la questione diventa preoccupante”. Intanto, le notizie sul decreto non sono poi così chiare. “Non si capisce amministrativo cosa vuol dire”, spiega Corleone secondo cui, nonostante il peggio paventato nella serata di ieri sia stato in qualche modo scampato, si tratta di “una pagina vergognosa della storia della Repubblica che si sia messo mano a una questione colpita da censura di incostituzionalità”. Seconco Corleone, “chi ha sostenuto una legge incostituzionale non ha il diritto morale di occuparsi della questione”. Sul decreto, intanto, Forum droghe e Società della Ragione si confronteranno il prossimo 22 marzo a Firenze “e da lì – promette Corleone - inizierà una battaglia politica durissima contro il governo che ha fatto passare una cosa del genere”.(ga)
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    ... c'è pure la Hidden Content che, modestamente, non è affatto male Hidden Content
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  8. #38
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    "Per fortuna" sulle pene "ci sarà un'ulteriore riflessione", secondo la Lorenzin, che però sulla sua proposta che è entrata al Consiglio dei ministri chiedeva nuovamente dai 6 ai 20 anni per tutte le droghe cannabis inclusa. Vergognoso e disgustoso!
    Chissà che pene tireranno fuori?
    Secondo me vogliono tirare fuori un pene enorme... e indovinate dove vogliono mettercelo!

  9. #39
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    Ricomincia la caccia alle streghe insomma?

  10. #40
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    Citazione Originariamente Scritto da Pawan Kumar - ASCIA Visualizza Messaggio
    "Per fortuna" sulle pene "ci sarà un'ulteriore riflessione", secondo la Lorenzin, che però sulla sua proposta che è entrata al Consiglio dei ministri chiedeva nuovamente dai 6 ai 20 anni per tutte le droghe cannabis inclusa. Vergognoso e disgustoso!
    Chissà che pene tireranno fuori?
    Secondo me vogliono tirare fuori un pene enorme... e indovinate dove vogliono mettercelo!

    già...
    e sarà la Lorenzin a decidere quale, dopo attente valutazioni
    Ultima modifica di KGB; 15-03-14 alle 01:43
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