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Discussione: la sagra delle stron****

  1. #31
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    Se proprio vogliono continuare a sputtanarsi da soli, aiutiamoli! Le nostre risposte stanno arrivando...
    Grazie delle segnalazioni sifone, sempre utili a scriverci qualcosa di divertente

  2. #32
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    i media sfruttano l'ignoranza...
    ormai non si legge più ciò che è vero, ma ciò che si vuole far credere...
    mi mette tristezza vedere come certe riviste, giornali, tv, siano molto di parte e non facciano informazione trasparente...
    "L'erba del vicino è sempre più verde... ma la mia è molto più buona!"

  3. #33
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    Tranquillo Black Dragon, noi abbiamo lo sputtanatore automatico sempre inserito:

    http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=9179

    Gli esperti di menzogne

    Il 17 luglio scorso è stata presentata alla Camera una proposta di legge sottoscritta da 218 parlamentari provenienti da diversi schieramenti politici: M5S, Sel, Scelta Civica, PD e persino da Forza Italia.

    Ma, contro il ddl che fa sperare in un cambiamento assolutamente necessario, si schierano i primi “specialisti” a cui il “Corriere della Sera” dà ampio spazio, schierandosi inequivocabilmente dalla parte più proibizionista della Scienza.

    Il “Corriere” ha pubblicato alcuni giorni fa le opinioni di Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia medica e primario della divisione di Oncologia medica A, al Centro di riferimento oncologico (Cro), Istituto nazionale tumori di Aviano (Pn), e pubblica oggi quelle di Alberto Mantovani, direttore scientifico Humanitas e docente Humanitas University (?) ed ambedue sostengono che le argomentazioni usate da chi vuol legalizzare la cannabis anche in Italia, non reggono.

    Prendiamo in esame quanto affermato dal prof. Tirelli che sostiene che è una “follia indifendibile” quella di ricercare nella legalizzazione, la soluzione alla diffusione della droga.

    Secondo Tirelli, se l’uso della droga diventerà legale il problema aumenterà. Egli sostiene questa idea con un esempio davvero poco logico affermando: “visto che gli omicidi proseguono, nonostante la legge li punisca, perché non li legalizziamo?”

    Peccato che l’omicidio ed il consumo di una sostanza psicoattiva non siano davvero paragonabili!

    Rispondo al prof. Tirelli che, se non si fa lo stesso ragionamento con il femminicidio e i furti è perché quei reati ledono davvero qualcuno e mai potranno essere soggetti a “legalizzazione”, mentre fumare marijuana non è più un reato in molti Paesi nel mondo e, dove è stato regolamentato l’utilizzo di cannabis, molti problemi (specie quelli legati a vari crimini) sono diminuiti.

    Leggendo quanto dichiarato da Tirelli, egli teme di veder crescere un altro mercato proibito, fatto di sostanze nuove, come quelle chimiche.

    Il professore ignora che sono proprio gli spacciatori, al servizio delle narcomafie, ad alimentare certi mercati e spingere all’uso di sostanze più pericolose (magari che inducono davvero dipendenza). Se ognuno avesse la possibilità di coltivare le proprie piantine di canapa in balcone, o acquistarla in dispensari autorizzati e controllati, allora il cittadino che consuma responsabilmente cannabis non sarebbe più costretto ad entrare in contatto con certi malviventi interessati ad incrementare la vendita di diverse droghe.

    Se per il professore è giusto che alcol e tabacco siano legali, mentre non è giusto aggiungere a queste anche la cannabis che “è pure peggiore”, per la gran parte degli italiani è il contrario: se hanno posto a monopolio le due sostanze rispettivamente prima e seconda causa di morte al mondo, perché perseguitarci per l’utilizzo di una tra le sostanze meno tossiche? NB: sono certo che il prof. Tirelli sappia che non esiste un solo caso di morte al mondo per uso o abuso di cannabis e che non esiste dose letale assimilabile dall’uomo. …oltre agli effetti terapeutici della sostanza, provati già dal medico italiano Raffaele Valieri, nel 1887.

    Secondo Tirelli la marijuana, a differenza del tabacco, può provocare alterazioni cerebrali, senza contare le conseguenze a medio e lungo termine sulla funzionalità del cervello e sul sistema immunitario. Il professore crede che la cannabis danneggi i polmoni in maniera molto più violenta del tabacco, aumenta il rischio di cancro, che indebolisca le facoltà cognitive, la memoria, l’attenzione e che farebbe aumentare il rischio di incidenti stradali.

    Insomma, il professore ignora i milioni di italiani che, come me, usano da decenni la cannabis e conducono una vita normale, senza incidenti di sorta.

    Io fumo cannabis in modo regolare da circa un ventennio e salto tranquillamente per 20 minuti con la corda, esercito l’attività di Educatore Alimentare, amo andare in moto e tante altre cose che non potrei fare se la cannabis, come sostiene il professore, avesse inciso negativamente sui miei polmoni e sul mio cervello.

    Per le paure espresse da Tirelli riguardo il consumo da parte dei giovani, affermo che anche noi antiproibizionisti siamo preoccupati per l’uso o addirittura l’abuso che gli adolescenti fanno di cannabis. Ma riconosciamo anche che la cannabis viene offerta ai ragazzini da spacciatori senza scrupoli e che l’uso tra i minori è cresciuto nonostante la pesante repressione.

    Si giunge dunque alla logica conclusione che il proibizionismo ha fallito e che regolamentare coltivazione e vendita potrebbe essere una soluzione dato che in paesi dove la cannabis è legalmente venduta ai maggiorenni, i minorenni hanno maggior difficoltà a procurarsela.

    Tirelli degenera quando inizia a parlare di percentuali di principio attivo, mostrando una forma di ignoranza indotta in molti uomini di scienze dal proibizionismo. Secondo il professore, negli anni Settanta, la quantità di principio attivo della cannabis era del 5%, oggi siamo al 50-80%.

    Mi chiedo dove abbia letto certe notizie?! Le varietà di cannabis con maggior percentuale di THC non superano il 26% e, inoltre, cos’è una “percentuale”?
    E’ la quantità indagata sul totale. Quindi, un grammo di cannabis al 25% di THC è uguale a 5 grammi di cannabis al 5%…. per avere lo stesso effetto ne devi semplicemente usare meno e, di conseguenza, se la fumi, assimilare meno monossido di carbonio. Paradossalmente, la cannabis con maggior concentrazione di THC è più salutare per chi ne fa uso ricreazionale (non voglio neppure aprire il “capitolo terapeutico”).

    Ricordo inoltre al prof. Tirelli che il collegamento fra uso di cannabis e schizofrenia è stato sfatato da decine di anni: molte altre ricerche si sono contrapposte a quella da lui menzionata e, addirittura, hanno dimostrato che la cannabis risulta terapeutica in alcuni casi di schizofrenia perché capace di ridurre o annullare il fenomeno del “ritiro sociale”, che grava su molti pazienti schizofrenici.

    Lo stesso vale per gli studi riguardanti il rischio di tumore al polmone provocato dalla cannabis: tantissime altre ricerche hanno dimostrato l’effetto anti-cancerogeno dei cannabinoidi. Comunque, è assolutamente provato che aspirare monossido di carbonio, provocato dalla combustione (sia di cannabis che di tabacco), fa male. L’unico problema è che si riconosce la consapevolezza e la maturità di scelta del tabagista, ma non quella di coloro che preferiscono la marijuana.

    L’ignoranza del professore sull’argomento si evince anche dalle sue affermazioni riguardo l’utilizzo terapeutico: “l’uso terapeutico della marijuana riguarda l’assunzione di compresse con effetti del tutto differenti dallo spinello. Se i politici avessero davvero a cuore i malati, anziché liberalizzare la cannabis farebbero pubblicità a determinati farmaci, la cui efficacia nella terapia del dolore è di gran lunga superiore”.

    Purtroppo sono tanti i professionisti indottrinati dalle aziende farmaceutiche che commercializzano e lucrano su quelle che sono la terza causa di morte nel mondo: i farmaci convenzionali!

    Ho ribattuto ad ogni affermazione del professor Tirelli essendo in totale disaccordo con lui e concludo utilizzando una sua affermazione che, se estrapolata dal contesto in cui il professore la colloca, è assolutamente valida in uno Stato che proibisce la cannabis e che non scoraggia il gioco d’azzardo, l’uso di alcol e del tabacco; uno Stato che sostiene Ser.t. che lucrano su false dipendenze agevolati da una legge persecutoria, criminale e criminogena; uno Stato punito per il sovraffollamento carcerario, in cui la criminalità organizzata detiene il monopolio delle droghe: “ lo Stato si arricchisce sulla pelle dei suoi cittadini e noi siamo contenti”.

    Giuseppe Nicosia – ASCIA

  4. #34
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    era da un pò che non aggiorno il topic, ma non certo perchè le stronzate sono mancate, anzi... ormai dovrei essere immune a tutto questo...ma a dirla tutta, non si può essere immuni mai a certe cose... credo che i parenti di chi ha perso la vita per qualche grammo o piantina, si vedano uccidere di nuovo i loro cari, leggendo certi pseudo-articoli
    è vero che riporto queste notizie, ma cambia decisamente il contesto.

    http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagin...galizzata.aspx


    Sette motivi per dire "no" alla marijuana legalizzata

    Lucia Bellaspiga
    26 luglio 2016

    ​Cannabis, il testo della legge rimandato a settembre

    Mentre la Camera dei Deputati rimanda a settembre la discussione sulla legalizzazione della vendita di marijuana, gli addetti ai lavori, ovvero tutto il variegato mondo di operatori e volontari che poi si prendono cura dei giovani dediti alle droghe cosiddette “leggere” per arginarne i danni, dicono chiaro e forte il loro no. Politici antiproibizionisti da una parte, esperti in materia sul fronte opposto…

    "La norma diventerebbe cultura"

    “Legalizzare la vendita della cannabis aumenterebbe la domanda: la norma diventerebbe cultura”, ricorda Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, che solo in Italia attualmente accoglie 600 persone inserite in programmi di recupero dalle dipendenze. E già l’anno scorso, alla presentazione della proposta di legge, aveva ammonito: “Proporre che lo Stato legalizzi e tragga profitto dall’uso delle droghe, per poi finanziare i percorsi di recupero, è perversione ideologica”. Proprio come già avviene con l’azzardo, divenuto vera e propria piaga sociale (con un milione di ludopatici) da quando è stato legalizzato, buco nero in cui lo Stato apparentemente guadagna sulla dipendenza dei cittadini, per poi spendere cifre astronomiche per curarli…

    Sette volte "no" dalla Papa Giovanni XXIII

    I politici ne riparleranno a settembre, ma basta la logica per comprendere che legalizzare il commercio della marijuana sarebbe un grave autogol, come dimostrano le esperienze già avviate in altri Paesi e le argomentazioni degli esperti. Ecco in sette punti le ragioni del “no” secondo Ramonda e la Papa Giovanni XXIII, che sfatano molte credenze non vere:

    1. La cannabis crea dipendenza

    Il 10% dei consumatori di marijuana soffre di dipendenza. Molti di essi sono minori. Il rischio di dipendenza aumenta tra coloro che hanno fato uso di marijuana da giovani. Non esistono droghe leggere e pesanti, ma una dipendenza più o meno radicata che richiede un serio percorso di recupero.

    2. La cannabis è dannosa

    Il principale agente psicoattivo della cannabis è il THC. La percentuale di THC presente nell'hashish e nella marijuana in commercio vent'anni fa era decisamente più bassa rispetto a oggi (dal 5-10% agli attuali 40-50%). Numerosi studi hanno evidenziato la pericolosità del THC, che aumenta i rischi di:

    ◦ danni al sistema immunitario,

    ◦ anomalie neonatali,

    ◦ infertilità,

    ◦ malate cardiovascolari,

    ◦ infarto,

    ◦ cancro ai testicoli.

    La marijuana, a differenza del tabacco, può provocare alterazioni cerebrali, senza contare le conseguenze a medio e lungo termine sulla funzionalità del cervello. La cannabis danneggia i polmoni in maniera più incisiva del tabacco; indebolisce le facoltà cognitive; provoca quindi un aumento degli incidenti stradali. L'uso di marijuana si ripercuote sui rendimenti scolastico e lavorativo e sui rapporti interpersonali. Aumenta i casi di schizofrenia. La ricerca clinica ha dimostrato che per i consumatori abituali aumenta di sei volte il rischio di patologie psichiatriche.



    3. Legalizzare la cannabis ne aumenta la domanda



    Il diminuire della disapprovazione sociale conseguente alla legalizzazione aumenta l'uso di cannabis. Provoca infatti la diminuzione della percezione del rischio legato al consumo della marijuana. Lo mostra l'esperienza della legalizzazione dell’azzardo, che ha portato a un aumento della dipendenza e dei costi sociali. Legalizzare significa rendere socialmente accettato e condivisibile.



    4. Legalizzare la cannabis crea commistione con l’uso medico

    … e quindi abbassa nell'immaginario collettivo la percezione della pericolosità della cannabis. Il dottor Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, ha sottolineato in audizione alla Camera che «tutta la parte relativa all’attività medica dovrebbe rimanere fuori dalla proposta di legge. Altrimenti aumentiamo molto il fai da te».



    5. Legalizzare la cannabis non permette la repressione delle organizzazioni criminali

    La liberalizzazione è un ottimo scudo dietro cui i narcotrafficanti si possono mascherare. In Colorado, dove questo è avvenuto pochi anni fa, solo il 60% della marijuana è venduta legalmente.



    6. Legalizzare la cannabis non aumenta le entrate statali provenienti dalla tassazione

    Aumenta invece il mercato nero e i costi sociali cui lo Stato deve fare fronte.



    7. Legalizzare la cannabis non consente di controllare la percentuale di THC

    nelle piante di cannabis autocoltivate.



    Infine *–* rammenta la Papa Giovanni XXIII –* il CND (Commission on Narcotic Drugs delle Nazioni Unite) ha sottolineato come la scelta di alcuni Stati di legalizzare rappresenti un'oggettiva violazione dei trattati internazionali contro la diffusione delle tossicodipendenze, già ratificati da un gran numero di Stati, Italia compresa, a partire dal 1961.
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  5. #35
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    quando penso di averle lette tutte, c'è sempre l'articolo che ti fa cadere le braccia...

    il succo è questo: se nel 2014 c'è stato un picco di morti per l'eroina, la colpa non è dell'eroina ma dell'erba, o meglio, della legalizzazione dell'erba

    purtroppo non c'è da stupirsi, niente di nuovo, la solita cara vecchia propaganda proibizionista e noi li mettiamo alla gogna di Enjoint

    http://www.linkiesta.it/it/article/2...vanardi/31477/

    Marijuana, se Don Winslow dà ragione a Giovanardi
    In un articolo su Esquire lo scrittore americano analizza l’epidemia di morti per eroina negli Usa degli ultimi anni, e ha una spiegazione: colpa della legalizzazione della marijuana

    Ebbene, la marijuana legale, almeno negli Stati Uniti, ha portato a una epidemia di morti per overdose di eroina. Non lo dice Donald Trump, non lo dice Carlo Giovanardi, ma lo dice lo scrittore americano Don Winslow, autore de Il potere del Cane e Il cartello, romanzi che studiano e raccontano il mondo e dei cartelli messicani, che proprio sul traffico di droga fanno gran parte dei profitti.

    Lo scrive in un articolo pubblicato su Esquire. Alla prima legalizzazione, avvenuta nel 2012 in Colorado, è conseguente il boom della nuova eroina. Le cause sono economiche e politiche, e non sempre semplici da ricostruire. C’entrano gli arresti e le finte evasioni del Chapo Guzman, capo del cartello dei Sinaloa, c’entra il calo dei profitti dei cartelli successivo alle decriminalizzazioni delle droghe leggere, c’entra l’ingresso in scena di una nuova forza criminale, i Jalisco, che mira a sostituirsi al vecchio cartello dei Sinaloa (con el Chapo, stavolta, davvero fuorigioco) e mette in circolo una nuova droga, più pura e più potente. Le conseguenze? Il picco di morti nel 2014, e quelli successivi.

    “Ok, lo sto per dire: l’epidemia di morti per eroina fu causata dalla legalizzazione della marijuana”. Così dice Don Winslow, che continua: “Abbiamo voluto l’erba legale, e in gran parte ci siamo riusciti. Quattro stati l’hanno legalizzata del tutto, altri l’hanno decriminalizzata. In molte giurisdizioni la polizia si rifiuta di applicare le leggi che penalizzano chi le spaccia, creando una legalizzazione de facto. Buone notizie, no?

    Sì, ma non per tutti. In particolare, non lo sono “per il cartello dei Sinaloa. L’erba, per loro, era un centro di profitto enorme. All’improvviso si sono ritrovati tagliati fuori dal mercato, non potendo più competere con la produzione americano: migliore, e con costi di trasporto e di sicurezza mille volte più bassi. In un anno il cartello ha visto crollare le vendite della marijuana del 40%, cioè ha perso miliardi di dollari”. Per loro “la marijuana messicana era diventata un prodotto senza valore. E così hanno smesso di produrla”. Altra buona notizia, no?

    No. I cartelli, con Guzman ancora al potere, hanno deciso di inserisi mondo degli oppioidi, producendo una nuova eroina, più potente e meno costosa. “I cittadini americani dipendenti dall’Oxycontin [un farmaco a base di ossicodone] spendevano almeno 30 dollari a dose, Ne volevano almeno dieci al giorno”. Inserendo nel mercato un nuovo prodotto, più forte e a dieci dollari a dose, avrebbero sbancato.

    “Il cartello dei Sinaloa ha deciso di battere sul prezzo le aziende farmaceutiche. Hanno aumentato la produzione dell’eroina messicana del 70% e hanno aumentato il suo livello di purezza, chiedendo aiuto ai cuochi colombiani. Hanno creato un’eroina forte come quella asiatica. Quello che vendevano prima era puro al 46%, ora lo è al 90%”. Con un prezzo bassissimo.

    Hanno anche approfittato di un’altra circostanza favorevole: “Le istituzioni americane, spaventate dal numero sempre più alto di morti per overdose da oppiodi farmaceutici (165mila dal 1999 fino al 2014) hanno deciso un giro di vite sulla distribuzione legale e illegale, aprendo un’autostrada per l’eroina messicana”. Insomma, nuovi prodotti e mercati liberi: la condizione ideale. Con conseguenze, però, drammatiche: i consumatori furono presi di sorpresa, le dosi erano più forti e, in molti casi, lo furono troppo: molti morirono.

    “Alla fine, le morti per overdose sono balzate alle stelle. Raddoppiando dal 2000 al 2014: in America sono morte più persone per overdose nel 2014 che in ogni altro anno: 47.055”. Tra queste, anche Philip Seymour Hoffman, “proprio nel momento del picco”. A fare i conti, “sono 125 al mese, cinque all’ora, un tasso di decessi molto simile al picco dell’epidemia dell’Aids del 1995”.

    L’articolo, molto più approfondito e ricco, si trova qui. Don Winslow spiega il suo punto di vista anche in questa intervista video, rilasciata per la Cbn:
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  6. #36
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    Piacerebbe ai carabinieri saperlo...
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    Ah, per cui è colpa di chi ha legalizzato la marijuana, se i cartelli ora non ne producono più ma sono passati all'eroina?
    Detto da uno scrittore di polizieschi, fossi in lui butterei la penna alle ortiche e andrei a zappare la terra, magari risulterei più utile alla causa mondiale...
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  7. #37
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    Potrebbe anche avere ragione, non lo metto in dubbio.
    Infatti io sono per la legalizzazione, se non addirittura come auspica @moran, per la liberalizzazione, di tutto quanto.

    Ognuno responsabile delle proprie azioni, libero fino a quando non lede la libertà degli altri.

    Utopia? Sicuramente, ma la salvezza del mondo dipenderà da questo, io temo. Una vera rivoluzione culturale, oppure la distruzione totale .

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    "Rammentiamoci sempre che ogni qualvolta lasciamo scritto qualcosa,si lascia solo delle parole messe li,ognuno poi le interpreta come vuole,non é la stessa conversazione fatta faccia a faccia .." cit. Dantep

  8. #38
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    La legalizzazione purtroppo per come la vedo io non sarebbe un bene per diversi fattori, anche se culturalmente sarebbe certamente un grande passo avanti.
    Questa posizione presterebbe i fianchi a molteplici speculazioni e alle solite ipocrisie spesso interessate.
    Diciamo che ora come ora sarebbe il minore dei mali, anche considerando il fatto che la liberalizzazione non sarà possibile probabilmente mai...
    Riflettendo e facendo le dovute considerazioni appare evidente sotto ogni aspetto che una trasparente liberalizzazione data dall'autodeterminazione e da una corretta informazione disinteressata porterebbe un equilibrio naturale del fenomeno così come dovrebbe essere.
    Il solo fatto reale ad impedire che ciò possa avvenire è l'impossibilità di esercitare un macro controllo per chiunque, ergo ogni speculazione o forma di business legato alla cannabis sarebbero decisamente ridimensionati e ad alto rischio quindi non convenienti.
    Per non parlare poi delle varie lobbyes interessate al fenomeno terapeutico che difficilmente potrebbero operare in regime di concorrenza reale quindi con offerte a prezzi congrui.
    Chi alla fine vedrebbe dimezzare le entrate per i chemioterapici piuttosto che per gli antinfiammatori o quant'altro molto difficilmente sarebbe in grado di recuperare quelle perdite ingenti...
    Legalizzando ovviamente sarebbero tutti questi inconvenienti ad essere ridimensionati attraverso il controllo del mercato e soprattutto della produzione.
    Ma tant'è, così stanno le cose quindi almeno per ora ben venga la legalizzazione con tutti i suoi vincoli e le sue contraddizioni, sicuramente migliaia di uomini e donne potranno almeno dormire la notte senza doversi preoccupare di vedersi rovinata la vita per u paio di piantine che non hanno fatto altro che innaffiare amorevolmente.
    Ultima modifica di moran; 19-08-16 alle 11:11

  9. #39
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    Lorenzin: "da pornodiva sono contraria!"

    ecco la nostra cara ministro della salute che mischia fave e foglie, per carità che la cannabis sia da evitare nell'adolescenza, è un fatto, dato che il cervello si deve ancora formare completamente, ma la Lorenzin deve trovarsi ancora nell'adolescenza per dire che il consumo è aumentato dove è stata legalizzata, infatti sappiamo che è l'esatto contrario...certo è normale che da mamma sia felice che i propri figli fumino delle belle e sane sigarette, o bevano dei bei ricostituenti superalcolici, che mangino del buon cibo spazzatura, che mangino delle salutari carni piene di antibiotici, che ci costringono poi ad usare dosi di antibiotici sempre più massicce in caso di bisogno, però lei, ministro della salute, ha fatto una gran campagna scrivendo sui pacchetti di sigarette, sane, belle e buone, che il fumo fa male... poi vorrei sapere dove ha letto che la cannabis SCIENTIFICAMENTE FA MALE, allora quanti dottori rincoglioniti ci sono che la prescrivono ai pazienti per curarli...avete mai sentito un dottore che dice" dunque, nessun problema, mezza bottiglia di jin prima dopo e durante i pasti e sei a posto" oppure "la sera fatti un paio di pere per 15 giorni e tornerai come nuovo" oppure un dietologo che ti prescrive di alimentarti esclusivamente dai mc donald, potrei andare avanti all'infinito ma ho già la nausea...ci vorrebbe un po di salutare ketamina per farmela passare

    http://gds.it/2016/08/20/legalizzazi...traria_554185/


    ROMA. «Sono contraria, ma prima che da ministro vorrei parlare da mamma». Lo dice al Corriere della Sera Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, a proposito della proposta di legge per la legalizzazione della cannabis. Legalizzare per evitare i contatti tra i ragazzini e la criminalità organizzata «mi sembra una questione mal posta», spiega Lorenzin. «Oggi in Italia è proibito ai minorenni comprare alcol e sigarette. Immagino che si proibirebbe anche l'acquisto della cannabis, qualora diventasse una sostanza legale. E allora i ragazzini per procurarsela dovrebbero comunque andare a comprarla illegalmente». «Dal punto di vista sociale invece di preoccuparci di legalizzarla, dovremmo occuparci di fare campagne per i più giovani che partano dalla scuola e arrivino a coinvolgere le famiglie».
    «Scientificamente è provato che la cannabis fa male. È una sostanza psicotropa e fa male a tutti i consumatori. Ai più giovani, poi, fa malissimo poichè influisce sul completamento della formazione cerebrale. E questo lo testimonia la letteratura scientifica, che raccoglie studi da almeno quarant'anni». «Nei Paesi dove la cannabis è stata legalizzata il consumo è aumentato del 50 per cento. Basta vedere alcune aree degli Stati Uniti d'America: aumenta l'offerta e aumenta la domanda».

    E poi «come potremmo fare per controllare il consumo di cannabis da parte di categorie sensibili? Parlo di piloti o autisti, poliziotti o carabinieri, medici. Sono decenni che stiamo facendo una grande fatica per far diminuire il consumo dell'alcol e anche delle sigarette. Guardiamo le campagne che proprio adesso ci sono sui pacchetti di sigarette. Pensiamo a quanta fatica si fa per usare l'etilometro».
    Ultima modifica di sifone900; 22-08-16 alle 12:43
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  10. #40
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    http://www.primopianomolise.it/attua...dre-jacobucci/

    Cito dall'articolo:
    La cannabis, oggi, è tra le droghe più devastanti. In questi anni di mio impegno sul campo ho potuto costatare quanto sia vero quello che ascoltai in una pubblica conferenza da parte di un neuropsichiatra di fama: “se proprio dovessi avere un figlio dedito alla droga preferirei fosse eroinomane anziché cannato”. E ne spiegava le motivazioni. La cannabis, oggi, è tra le droghe più devastanti.

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