Thanks Thanks:  6
Mi piace Mi piace:  15
Non mi piace Non mi piace:  0
Pagina 2 di 2 PrimaPrima 12
Risultati da 11 a 14 di 14

Discussione: Charlie Hebdo: Celebrare la libertà, combattere gli integralismi

  1. #11
    Data Registrazione
    Jun 2014
    Messaggi
    582
    Mentioned
    92 Post(s)
    "Io non sono Charlie. Io sono Ahmed, il poliziotto morto. Charlie Hebdo metteva in ridicolo la mia fede e la mia cultura e io sono morto per difendere il suo diritto di farlo".

    Il tweet di uno scrittore di origine libanese sta facendo il giro della rete francese, provocando una valanga di commenti e riflessioni. Invece di aderire all'hashtag #JeSuisCharlie in solidarietà con i morti del giornale satirico, Dyab Abou Jahjah ha creato #JeSuisAhmed in riferimento al poliziotto barbaramente ucciso con un colpo di grazia davanti alla redazione.


    Il vero nome di Ahmed era Hamed Merrabet, aveva 42 anni e due figli. Era uno dei due agenti a protezione del direttore del Charlie Hebdo, il celebre vignettista Charb, ammazzato a colpi di kalashnikov dal commando. Il fatto che due terroristi di matrice islamica abbiano crivellato di colpi due uomini di religione musulmana - nella lista delle dodici vittime compare anche il correttore di bozze Moustapha Ourad - sta naturalmente facendo discutere e fornisce una ragione supplementare a coloro che rivendicano l'esistenza di un islam moderato e integrato con l'Occidente.

    E così nel pomeriggio dell'8 gennaio è arrivato il tweet che molto probabilmente sta meglio interpretando il sentimento complesso di molti utenti di religione musulmana, che condannano la strage, non amavano la satira vicina alla blasfemia di Charlie Hebdo eppure non avrebbero mai messo in dubbio il fatto che Charlie Hebdo dovesse continuare a pubblicare i suoi disegni irriverenti.

    Il messaggio di Dyab Abou Jahjah è stato condiviso migliaia di volte e l'hashtag #JeSuisAhmed sta circolando a tutta velocità nel Twitter francese, a dimostrazione del fatto che i musulmani francesi hanno voglia di prendere parte al dibattito.

    #JesuisAhmed commemorates Muslim police officer Ahmed Merabet murdered in Charlie Hebdo attack http://t.co/qfxjQMhUoN pic.twitter.com/U1AyY3wWYY
    — HuffPost UK (@HuffPostUK) 8 Gennaio 2015

    http://www.huffingtonpost.it/2015/01....html?ref=fbpr
    Ultima modifica di Yomi; 09-01-15 alle 13:47
    1°cicloScrog SativaPassion+BigBud+Unknown
    Hidden Content
    2°ciclo three of a kind- Spoetnik#1
    Hidden Content

  2. #12
    Data Registrazione
    Jun 2011
    Messaggi
    788
    Mentioned
    34 Post(s)
    a me sta storia me puzza, vedo una regia occulta dietro tutto cio'.... vedo i servizi segreti che tirano i fili....

  3. #13
    Data Registrazione
    Jun 2014
    Messaggi
    582
    Mentioned
    92 Post(s)
    puzza puzza.. ma poi è mai possibile che non si riesce mai a catturarli vivi sti tizi? è sospetto.. quello che si era chiuso nel supermercato è semplicemente corso fuori a un certo punto, che ci voleva a sottometterlo in 30 quanti erano gli swat?
    1°cicloScrog SativaPassion+BigBud+Unknown
    Hidden Content
    2°ciclo three of a kind- Spoetnik#1
    Hidden Content

  4. #14
    Data Registrazione
    Jun 2014
    Messaggi
    582
    Mentioned
    92 Post(s)
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015...erche/1323690/

    Charlie Hebdo, Giannuli e la tesi del complotto: “Perché i conti non tornano”
    Charlie Hebdo, Giannuli e la tesi del complotto: “Perché i conti non tornano”
    Cronaca
    Tempi di fuga dei terroristi troppo rilassati, scarsa protezione della redazione del settimanale e armi degli attentatori. Ecco i punti dell'attentato che non convincono l'esperto di servizi segreti
    di F. Q. | 8 gennaio 2015 COMMENTI

    Più informazioni su: Aldo Giannuli, Beppe Grillo, Charlie Hebdo
    Già nel giorno dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo avanzava l’ipotesi di un complotto. E anche oggi Aldo Giannuli, esperto di servizi segreti, in un post sempre sul blog di Beppe Grillo, insiste: nella vicenda possono “esserci altre ‘manine’ di ben altra qualità” perché i “conti non tornano”. O meglio: “Molto probabilmente la strage è islamica, però che gran puzza di bruciato!”. Gli elementi che lo inducono a sostenere questa tesi vanno dai documenti ‘dimenticati’ in auto ai rilassatissimi tempi di fuga dei terroristi, passando dalla scarsa protezione della redazione del settimanale e arrivando alle armi degli attentatori.

    “Come in tutti i ‘grandi casi’ (Kennedy, piazza Fontana, Palme, 11 settembre, morte di Osama bin Laden ecc), anche in questo di Parigi – scrive Giannuli – i conti non tornano e ci sono un sacco di cose da spiegare”. L’esperto di servizi segreti domanda, ad esempio, “come mai un obiettivo sensibile” come la redazione di Charlie Hebdo fosse “così debolmente protetto”. E, prosegue, “le armi, gli attentatori, dove se le sono procurate? Portate appresso dalla Siria? E i francesi – osserva – se le sono fatte passare sotto il naso?” Ma, soprattutto, “avete mai visto dei terroristi che vanno a fare un’azione portandosi appresso la carta di identità che, poi, dimenticano in auto?”.

    E, ancora, quando mai si sono visti “terroristi che agiscono perdendo tanto tempo durante la fuga e dopo aver avuto ben due scontri a fuoco con auto della polizia: si attardano a dare il colpo di grazia ad un agente, raccattano scarpe, poi lasciano un guanto.” E come mai “non è scattato alcun blocco della zona? Nel pieno centro di Parigi, non devono essere state poche le auto della polizia in zona. E Parigi non ha un traffico scorrevolissimo”.

    Insomma, conclude Giannuli elencando altre circostanze, “resto dell’idea che la pista della strage jihadista sia quella nettamente più probabile, perché coerente con tutto un quadro formatosi da 10 anni in qua, questo però non vuol dire che nella questione non possano esserci altre ‘manine’ di ben altra qualità. E neppure che gli attentatori non siano stati lasciati fare, magari perché qualche sentore c’era, ma non ci si aspettava una cosa di questa gravità. O che gli organi inquirenti – ipotizza – non abbiano altri scheletri nell’armadio, che non c’entrano con la strage, ma che qualche aspetto della strage potrebbe portare alla luce e che, invece, occorre tener nascosti”. O, conclude, “anche che nella vicenda le mani che intervengono a vario titolo (mandanti, organizzatori, utilizzatori occasionali, infiltrati, esecutori, intervenuti marginali ecc.) siano decisamente più di due, quattro o sei”.
    1°cicloScrog SativaPassion+BigBud+Unknown
    Hidden Content
    2°ciclo three of a kind- Spoetnik#1
    Hidden Content

Pagina 2 di 2 PrimaPrima 12

Chi Ha Letto Questa Discussione: 0

Attualmente non ci sono utenti da elencare.

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  

Questo sito utilizza cookies di analytics su dati esclusivamente aggregati e cookies di terze parti per migliorare l'esperienza dell'utente tramite plugin sociali e video.
Cliccando su oppure continuando la navigazione sul sito accetti i cookies. Per l'informativa completa clicca qui.