ROMA - Colpo di scena. Per la prima volta in Italia arrivano i controlli per stanare gli automobilisti che guidano sotto l'effetto di droghe. Da oggi infatti la polizia di Stato lancia in questa "crociata", in collaborazione con medici e sanitari delle questure e il personale della polizia stradale. Arrivano infatti i primi "droga test" che consentono di verificare la presenza di sostanze in tempo reale nel corpo di chi è stato fermato su strada.

VIDEO

Funziona così: se gli agenti hanno sospetti sull'alterazione del soggetto fermato e sul fatto che non sia causata solo dall'alcol, dopo aver eseguito l'alcoltest, lo sottopongono a un cosiddetto strumento "precursore", un macchinario elettronico che analizza la saliva. Se il risultato di questa analisi risulta positivo, alla persona viene effettuato un ulteriore prelievo di saliva da spedire ai laboratori di analisi. Dopo due o tre giorni l'esame darà un responso inconfutabile, valido ai fini legali. Nel frattempo scatta il sequestro della patente e - se l'auto non è intestata ad un'altra persona - anche della stessa vettura.

Di questi particolari strumenti ce ne sono 1800, donati dalla fondazione ANIA per la sicurezza stradale, e sono destinati ad aumentare a breve. Si colma così una grande lacuna perché, tanto per capire il problema, nel primo quadrimestre del 2015, sono stati sanzionati per guida sotto l'influenza di sostanze stupefacenti appena 552 persone. "Sul controllo degli automobilisti drogati - ha spiegato infatti Giuseppe Bisogno, capo della stradale - abbiamo sempre avuto enormi difficoltà perché fino ad oggi per i controlli dovevamo avere al seguito un medico e un laboratorio chimico. Oggi no, con questo sistema che abbiamo messo a punto possiamo velocizzare tutto e controllare gli automobilisti in tempo reale".

Ogni anno oltre un milione di persone perdono la vita sulle strade di tutto il mondo, più di tremila in Italia. Secondo l'Asaps, l'Associazione sostenitori amici polizia stradale, in un caso su 5 (il 19,4%) dei mille incidenti causati da pirati della strada nel 2014, è stato accertato che il responsabile guidava sotto l'effetto di alcol o droghe. Con il reato di omicidio stradale, che dovrebbe approdare in aula a giugno, chi causa la morte di qualcuno mentre è al volante in stato di alterazione, cioè sotto l'effetto di alcol o droghe, rischia il carcere da 8 a 12 anni. E con questi nuovi strumenti, sarà più facile e veloce scoprirlo.

Il progetto pilota parte da 19 città, "dove - ha spiegato Roberto Sgalla, che è stato direttore del servizio di polizia stradale e ora è a capo delle specialità della polizia - per esperienza sappiamo che ci sono normalmente le situazioni più critiche. Ma quello che conta - ha concluso - è mettere in piedi un sistema che possa poi diventare determinante per la prevenzione e per spingere il concetto della cultura della sicurezza

http://m.repubblica.it/mobile/r/sezi...lli-115549382/

Non ho parole, sempre in peggio