Stamattina mi sono svegliata con questa parola in testa:

DIVERSITA'

Forse il concetto che meglio esprime la teoria della relatività.
Chi decide cosa è diverso, e diverso da cosa?
Ci si potrebbe anche chiedere chi decide cosa è normale e le sue caratteristiche.

Ci sono norme sociali e culturali che inquadrano quello che è considerato di "uso comune", ma sulla base di quale elevazione ci si permette di giudicare un diverso?

Per ciascuno di noi la normalità potrebbe essere considerata, per l' appunto, diversamente.

Forse si potrebbe riportare il tutto al nostro bisogno umano di dare nomi, categorie e posizioni alla realtà che ci circonda.

In sottofondo, come un messaggio subliminale, trovo il concetto della accettazione: corrispondere o meno alle aspettative dell'altro ci posiziona dentro o fuori la norma (personale o sociale?).

Nel mio percorso sto cercando di interiorizzare il buon vecchio detto "vivi e lascia vivere", prendendo coscienza del fatto che non è necessario essere in accordo con le scelte dell'altro, è sufficiente accettarle.