Da ottobre partirà in tutte le regioni italiane la raccolta firme da presentare alla Corte di Cassazione. Ne occorrono 500.000 per trasformare la raccolta in quesito referendario. Per far sì che la proposta diventi legge il quorum dovrà superare il 50%.
Sta per partire in Italia una nuova battaglia che sicuramente farà molto parlare. Se alzerà un polverone oppure sarà accettata di buon grado lo scopriremo sicuramente nei mesi a venire, per ora andiamo a vedere di che cosa si ratta: tale campagna, denominata Free Weed, ovvero “erba libera”, si schiera contro la criminalizzazione sull’uso della cannabis. Ebbene si, l’argomento è abbastanza particolare, soprattutto se toccato in un Paese come l’Italia dove anche due donne che si stringono la mano suscitano scalpore.
Come forse sapete già, o come forse non sapete, lo scorso anno negli USA non si è votato solo per scegliere tra Obama e Romney; nella notte elettorale del 6 novembre gli americani hanno dato la preferenza anche per 176 referendum in 38 Stati, e, in tre casi, c’erano di mezzo le droghe leggere: gli elettori degli Stati di Washington, Colorado e Oregon hanno votato sulla legalizzazione della cannabis per uso ricreativo permettendo agli adulti di detenerne una minima quantità venduta in esercizi commerciali autorizzati con tanto di Iva. La legalizzazione ha aperto però un conflitto diretto con il governo federale, che classifica la cannabis come sostanza illegale. In Italia, sin dai primi anni ’90, sull’argomento si è battuto il presidente del movimento Rinascita Liberale Antiproibizionista che nel 1993 fu tra coloro che raccolsero le firme per i referendum abrogativi, dove oltre 19 milioni di italiani si schierarono a favore dell’abolizione delle pene per la detenzione ad uso personale di droghe leggere. Oggi, ancor prima di Beppe Grillo, a far partire la campagna di informazione del progetto FreeWeed ci ha pensato Stefano Armanasco, presidente della O.N.C.L. (Organizzazione Nazionale Canapa Libera).
Nata sul web quasi come provocazione, la campagna ha raccolto oltre 79 mila adesioni e, proprio dalla pagina Facebook, viene lanciata l’iniziativa di raccolta firme da presentare alla Corte di Cassazione. FreeWeed nasce come progetto referendario per la depenalizzazione della cannabis in Italia e si pone due obiettivi: il primo è l’abolizione della legge Fini-Giovanardi, che equipara le droghe tra leggere e pesanti, il secondo è la depenalizzazione della cannabis attraverso la costruzione di un sistema di stampo olandese o californiano. Da ottobre partiranno in tutte le regioni italiane una serie di iniziative per promuovere la raccolta firme necessarie per il referendum. La domanda è: se le firme arriveranno, secondo voi lo stivale farà scattare il quorum del 50% per far si che la proposta diventi legge?
Fonte: net1news.org