Forse il caso sarà semplicemente archiviato dalla cittadinanza, e sarà una delle tante vicende di cronaca che si perdono nei meandri della memoria, pronte a tornar fuori solo al primo sbocciare di pettegolezzi. E tuttavia sarebbe interessante che Bologna, nelle sue piazze, nelle sue strade, nei suoi bar e circoli, si ponesse una domanda: non sarebbe tutto molto più logico, genuino e sicuro se l’uso della cannabis avvenisse sotto la luce del sole?
Cosa accadrebbe se esistessero effettivamente luoghi simili ai coffee shop olandesi, con tutti i regolamenti del caso, ovviamente? Locali dove si possa magari consumare cibo e bevande, fumare sigarette o altro, in stanze adibite all’uomo. Domande che in fin dei conti non risultano essere così fuori luogo, tanto più che i diversi tipi di semi di marijuana, ed in particolar modo i maggiormente richiesti semi autofiorenti, sono già acquistabili legalmente (QUI la lista completa di tutti i growshop italiani – n.d.r.).
Torniamo alla cronaca. Il bar è quello di un cittadino cinquantaquattrenne che teneva sotto il registratore di cassa un piccolo bilancino di precisione, oltre a della marijuana. L’uomo è stato arrestato e accusato di spaccio, poi rilasciato al seguito del parere differente espresso dal giudice Migliaro, che ha giudicato la dose ritrovata all’interno dei limiti definiti per “uso personale”. Questo nonostante il questore Stingone si sia adoperato per far chiudere il locale per quindici giorni, poiché il bar costituirebbe un “pericolo per i giovani avventori”.
Non è forse così lontano il momento in cui anche il nostro suolo nazionale si approprierà di una libertà che per altri paesi, Olanda in testa, è segno di civiltà. Il governo dimissionario italiano ha fatto quantomeno in tempo a cancellare in parte le inesattezze inaudite della legge Fini-Giovanardi del 2006, in cui si equiparavano tutti gli stupefacenti, ponendoli tutti, per una questione di principio, sullo stesso livello, contribuendo così a rafforzare anche la posizione scettica dell’Italia sull’impiego di marijuana terapeutica in ambito medico. Infatti, il decreto del ministro della salute Balduzzi, depositato il 23 gennaio, e pubblicato lo scorso 8 febbraio in Gazzetta Ufficiale, ha stabilito quanto segue: “Nella tabella II, sezione B, del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, sono inseriti, secondo l’ordine alfabetico: Medicinali di origine vegetale a base di Cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture). Il presente decreto entra in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana”.
In pratica, entro pochi giorni la cannabis e i suoi derivati potranno essere prescritti come farmaci, determinando la fine dell’era del “no a tutti i costi”, e l’inizio di un’altra, con l’auspicio che possa andare maggiormente incontro alle esigenze dei cittadini e degli utenti.
fonte: Bolognatg24.it