Il canapaio vallesano Bernard Rappaz rischia una pena aggiuntiva di svariati mesi: il Pubblico ministero ha chiesto oggi davanti al Tribunale cantonale un supplemento di 28 mesi di carcere, invece dei dodici mesi ai quali il coltivatore era stato condannato in prima istanza nel maggio 2011.
La pubblica accusa ha denunciato “la volontà delittuosa intensa e costante” dimostrata da Rappaz, attivo nella produzione e vendita di canapa indiana dal lontano 1993. Queste attività sono già costate al vallesano una condanna a cinque anni e otto mesi di reclusione, inflittagli nel 2006 per le vendite di canapa realizzate fra il 1996 e il 2001.
La condanna aggiuntiva riguarda 260 chili di hashish smerciati fra il 2002 e il 2006, per un giro d’affari stimato dall’accusa a un milione di franchi. “Se avesse guadagnato tutti i milioni che la giustizia gli ha attribuito, Rappaz non avrebbe perso nel frattempo la sua azienda agricola e la sua fattoria”, ha ribattuto il difensore dell’agricoltore.
Ormai sessantenne, Rappaz ha fatto sapere che coltivare la canapa da militante non lo interessa più: “mi sono dato anima e corpo per anni a questa causa”, ha spiegato, precisando di voler in futuro “lavorare normalmente”.
Condannato una prima volta nel 2006, Rappaz ha incominciato ad espiare la pena il 20 marzo 2010, una volta esaurite tutte le possibilità di ricorso. Il vallesano ha poi osservato per mesi uno sciopero della fame, al quale ha posto un termine il 24 dicembre dello stesso anno, dopo aver sollevato un dibattito nazionale sull’alimentazione forzata dei detenuti in sciopero della fame.
di Ats
Fonte: Tio.ch