In Italia sta diventando sempre più difficile poter agire e parlare in modo chiaro e obbiettivo, senza paura di conseguenze create da un atteggiamento (quello proibizionista) isterico e irrazionale. Le stesse cose che si dicevano 40 anni fa a proposito delle cosiddette “droghe”, e soprattutto a proposito della cannabis, sembrano oggi, alla maggioranza di una popolazione a cui viene fatto quotidianamente il lavaggio del cervello, delle novità e delle scoperte dell’ultima ora. Si continua a voler dipingere il consumatore di “sostanze proibite” come un disgraziato, delinquente, incapace di intendere e di discernimento. E fra loro i
peggiori sono I COLTIVATORI DI CANNABIS.
Chi sono questi pazzi che, per crescere anche una sola delle piante da loro amate, sfidano pene severissime (dai 6 ai 20 anni), rischiano di essere additati come criminali, di perdere il lavoro e la stima dei “benpensanti” (ma malinformati)? Perché, nonostante questi pericoli, reali, i coltivatori di cannabis continuano a moltiplicarsi sempre di più (ho sentito parlare di più di un milione di coltivatori in Italia…)? In alcuni articoli che ho tradotto poco tempo fa (vedi www.wipe-out.it sezione “cultura”) si parla della cannabis come dell’albero della conoscenza del bene e del male che si trovava nel paradiso terrestre e che Adamo ed Eva ebbero l’ardire di assaggiare. Credo che tutti i coltivatori di cannabis abbiano assaggiato i frutti dell’albero della conoscenza del
bene e del male, ed abbiano compreso quello che per loro è bene e quello che è male. Ed abbiano compreso che il bene (che per loro si traduce anche nell’accudire una pianta con la quale si sentono in simbiosi) è necessario, nonostante il male (in questo caso il proibizionismo) sia sempre in agguato, pronto a trasformare quello che avrebbe potuto essere gioia (un buon raccolto…) in disgrazia, pena e dolore. Purtroppo questo dolore non è solo provocato ai coltivatori, ma viene esteso anche, vigliaccamente, alle loro famiglie, che vedono un loro caro bistrattato, umiliato, offeso e leso nei diritti fondamentali (quando non violentato o addirittura ucciso) da uno Stato gretto e ipocrita. Familiari dei coltivatori: i vostri cari sono partigiani che lottano, con
le loro azioni, per i diritti di tutti. E quando sono colpiti da una macchina repressiva che agisce in nome della menzogna diventano martiri di una libertà negata.
Il coltivatore è una persona che ha deciso di smettere di alimentare un mercato nero, una criminalità organizzata, uno Stato ladro e corrotto che è la vera mafia, nella sua espressione più sporca. Il coltivatore è una persona che ha provato a usare la ragione e si è
accorto che intorno alla cannabis vengono dette un mare di falsità (attenzione! Potrebbe accorgersi che vengono dette troppe falsità, su troppe cose. E magari potrebbe essere proprio la cannabis ad aiutarlo in questo risveglio…).
Il coltivatore è una persona che ha deciso di non riconoscere e di sfidare una legge iniqua, fatta da pazzi criminali, che ben sanno, e non vogliono considerare, le conseguenze che porta la politica proibizionista. Il coltivatore è una persona che, per passione, dedica buona parte del suo tempo, molte energie, e spesso considerevoli somme di denaro alla sua amata pianta, le offre cure amorose e soffre se qualche problema la affligge.
Il coltivatore è una persona che studia come far crescere al meglio le sue piante, sceglie le tecniche più adatte alla sua particolare situazione, si attrezza con i materiali e gli strumenti che ritiene i migliori, sceglie le varietà che gli daranno maggiori soddisfazioni… e spera di poter portare a termine un lavoro che non crea danno a nessuno, ma che è ancora considerato come un’operazione diabolica. Il coltivatore è una persona che vive mesi di apprensione: dalla posa del seme allo stoccaggio del raccolto essiccato, c’è sempre questo alone di tensione e paura che coloro che dovrebbero “lavorare per il bene del cittadino” arrivino all’improvviso, distruggano un lavoro fatto con tanto amore e annichiliscano il coltivatore stesso. Il coltivatore è una persona che è orgogliosa e contenta di aver fatto crescere e raccolto un prodotto destinato a farlo star bene, e a fare star
bene tutti quelli con cui il coltivatore deciderà di condividere il suo prodotto. Il coltivatore è una persona che sa che quello che lui stesso ha prodotto, per lui, sarà il meglio esistente: perché l’ha fatto lui! Il coltivatore è una persona che spesso è obbligata a nascondere il suo lavoro, che è obbligata a comportarsi con una doppia personalità: un comportamento con chi condivide la sua passione, ed un altro comportamento con chi, purtroppo, è malinformato sulla materia, e pensa ancora che la cannabis sia in qualche modo pericolosa (il malinformato è quasi obbligato a pensare così, vista in un regime di monopolio dell’informazione
l’impossibilità di avere una reale conoscenza riguardo a questa pianta). Il coltivatore è una persona che non ruba le piante altrui, ben conoscendo il lavoro, il rischio e l’idea che sta dietro ad ogni piantagione, che sia piccola o grande.
Il coltivatore è una persona che è obbligata a sacrificare parte della sua socialità per mantenere “segreto” un lavoro che invece vorrebbe poter mostrare con orgoglio.
Il coltivatore è una persona che a volte decide di emigrare, per trovare in altri paesi una diversa considerazione della sua passione e/o un rischio minore dove esistono legislazioni più illuminate. Il coltivatore è una persona che adora i prodotti del suo lavoro, e che è contento di potersi confrontare con le esperienze degli altri coltivatori. Il coltivatore è una persona che cerca continuamente maggiore conoscenza, che cresce continuamente e che ha alti valori sociali. Il coltivatore è una persona che non è violenta, non cerca di truffare o di rubare, ma soltanto chiede di essere lasciato in pace. Il coltivatore è una persona che cerca di non dare fastidio agli altri, spesso è bendisposto ad aiutare, mostra un rispetto non comune verso le altrui esigenze. Probabilmente perché si rende ben conto di quanto non siano rispettosi i “politici” verso le sue esigenze.
Il coltivatore è una persona.
A tutti i coltivatori va il mio augurio di non essere più considerati criminali. Di poter finalmente svolgere il proprio lavoro e la propria passione in pace, senza dover temere rappresaglie. Di poter accudire con tutto l’amore possibile le proprie piante, senza paure. Di riuscire a gioire del proprio raccolto, senza doversi nascondere. Un sogno, che negli ultimi 40 anni a volte è sembrato più vicino, altre più lontano. Non facciamoci troppe illusioni: siamo in un momento difficile, in cui è impossibile poter avere un’informazione ufficiale corretta e libera da pregiudizi.
Nonostante l’isteria di una classe politica composta da individui con il sistema endocannabinoide malfunzionante, una buona parte della magistratura è evidentemente stufa che vengano occupati la maggior parte del lavoro nelle aule di giustizia, la maggior parte dell’impegno delle “forze dell’ordine”, la maggior parte delle risorse contro il “crimine” contro persone e comportamenti che di criminale non hanno nulla. Ben sanno che così si crea soltanto risentimento e sfiducia contro chi dovrebbe invece “difendere il cittadino”. Dal 1894 (Indian Hemp Drug Commission) in poi, tutte le commissioni governative incaricate di far luce sul fenomeno “cannabis” hanno ribadito che il danno reale rispetto a questa sostanza viene soltanto dalla sua proibizione e dalla conseguente
criminalizzazione dei suoi estimatori. È compito di tutti gli estimatori della cannabis, di tutti i coltivatori e di tutti coloro che stimano la verità e la libertà di scelta dell’essere umano diffondere la verità su questa sostanza. Cerchiamo, con l’arma dell’informazione a livello di dialogo fra individui, l’unica possibile rimastaci oltre a pochissime voci indipendenti dal “regime”, di far conoscere per quanto più possibile I dati ed I fatti reali su questa pianta. Dimostriamo, guadagnandoci con il nostro modo di vivere la stima delle persone, che non siamo delinquenti, che la nostra passione non ci rende deficienti, né violenti, né negativi in alcun modo. Anzi. Cerchiamo consenso, moltiplichiamo la conoscenza, rendiamo ridicolo tutto
questo apparato proibizionista che per ora è solo mostruoso e crudele.
Il Canapaio