Fabrizio Pellegrini è assurto – suo malgrado – a vittima/simbolo di un’Italia giudiziaria inesorabilmente sorda al tema della compatibilità fra malattia, cura e carcere. La vicenda è sin troppo nota per ripercorrerla anche solo sinteticamente. Giovi solamente osservare che, nel caso specifico, come d’altronde, purtroppo, in casi ancor più eclatanti, si è assistito – in prima battuta – ad una serie di rigetti, da parte dei magistrati competenti, di istanze de libertate (fondate su conclamati motivi di salute)…