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Visualizza Versione Completa : Assassinio di un antiproibizionista



ecko
01-01-70, 01:33
Ciao Franco e benvenuto su Enjoint.

Oggi anche Grillo ha pubblicato sul suo blog un articolo riguardante Aldo. Riporto qui:

<TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>Cristo si è fermato a Capanne

Le droghe sono vietate ovunque in Italia tranne che in Parlamento. Il cittadino non parlamentare che fa uso di hashish è un delinquente da punire. Aldo Bianzino è stato arrestato per coltivazione di canapa indiana nel suo orto. Era un falegname. Viveva con la famiglia a Pietralunga, sulle colline vicino a Città di Castello. Nel carcere di Capanne è stato pestato a morte. Il medico legale ha riscontrato 4 ematomi cerebrali, fegato e milza rotte, 2 costole fratturate. Lascia una moglie e un figlio, aveva 44 anni e non aveva mai fatto male a nessuno. Un fisico esile, capelli biondi come quelli di un altro falegname finito in croce. Aldo è invece finito prima in cella di isolamento e poi al cimitero. E’ stata aperta un’inchiesta per omicidio volontario dal giudice Petrazzini. Il blog seguirà attentamente i prossimi avvenimenti e si recherà a Pietralunga.
La morte di Aldo ha due cause. La prima è la detenzione per chi fa uso di canapa indiana. La seconda l’impunità di chi disonora la divisa e si comporta peggio dei criminali.
La prima ragione è assurda, riempie le carceri di tossicodipendenti e di consumatori occasionali. Giovanardi, compagno di partito di Mele donne-coca-champagne, su questo non è d’accordo, lui vuole quattro anni di carcere per un grammo di hashish (leggi l’intervista).
L’uso di canapa indiana va liberalizzato. Ci sarebbero meno pusher, meno finanziamenti alla criminalità organizzata, non più carceri che scoppiano.
La stessa Cassazione ha ribadito che la mini coltivazione domestica di canapa non costituisce reato se essa “non si sostanzia nella coltivazione in senso tecnico-agrario ovvero imprenditoriale”.
Siamo al ridicolo.
La violenza istituzionale sta diventando un vizio mortale, dopo Aldrovandi, Bolzaneto e Scuola Diaz.
Riporto dal sito Il Pane e le Rose:
“Dunque Aldo è stato sottoposto ad un pestaggio mortale da parte di guardie carcerarie, mentre si trovava in isolamento, probabilmente in conseguenza del fatto di aver dato in escandescenze. Il pestaggio da parte di personale dipendente dal Ministero di Grazia e Giustizia emerge, ancora una volta, essere una pratica corrente all’interno del Carcere per i detenuti che creano problemi. Esso è praticato da personale specializzato che utilizza tecniche professionali finalizzate ad evitare denunce sulla base di superficiali riscontri medico legali. Dobbiamo immaginare nella loro compiutezza formale i dispositivi che stanno dietro questa pratica:
vi sarà un manuale – riservato - dove viene descritta la procedura da seguire nel pestaggio; vi saranno percorsi di formazione con esperti che insegnano la tecnica ed i gesti più opportuni e ne supervisionano la messa a regime, un percorso di training, una valutazione attenta delle attitudini e delle capacità di chi è chiamato ad applicare materialmente, nel lavoro di tutti i giorni, la tecnica..”.
Se quanto riportato fosse vero, suggerisco che il massaggio carcerario sia praticato anche alla popolazione parlamentare che fa uso di droga in aula, in ufficio o negli alberghi della capitale.

Invito tutti a partecipare alla Manifestazione nazionale per Aldo Bianzino a Perugia sabato 10 novembre 2007.
</BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE>

crasty
01-01-70, 01:33
:-Y no comment! merde![addsig]

barricate
01-01-70, 01:33
Il carcere? sicuro da morire!

Aldo Bianzino e la sua compagna Roberta il 12 ottobre sono stati
arrestati con l’accusa di possedere e coltivare alcune piante di marijuana.
Trasferiti il giorno dopo al carcere di Capanne, sono separati. Roberta
condotta in cella con altre donne, Aldo, in isolamento.
Da quel momento Roberta non vedrà più il suo compagno lasciato in buone
condizioni di salute. La mattina seguente, domenica 14 ottobre alle
8,15, la polizia penitenziaria entrata nella cella, trova Aldo
agonizzante che poco dopo muore.
Immediatamente la ex moglie, la compagna, i figli e gli amici si
mobilitano per fare chiarezza su questa ingiusta morte chiedendo verità
e giustizia perchè di carcere non si può morire!
Di fatto dopo un goffo tentativo di insabbiamento da parte delle
autorità carcerarie (le prime indiscrezioni sulle cause della sulla
morte si riferivano ad un improbabile infarto) famiglia e amici vengono
a sapere che dall’autopsia risulta che Aldo è stato vittima di un vero e
proprio pestaggio, il corpo infatti presentava una frattura alle
costole, gravi lesioni al fegato, alla milza e al cervello.
Aldo Bianzino è morto ormai da più di due settimane.
Il silenzio delle istituzioni e dei rappresentanti della politica, dei
cosiddetti garanti della nostra sicurezza sociale è assordante.
Indaffarati a sperimentare modelli di governance escludenti, a
scagliarsi contro ambulanti, lavavetri, vagabondi, non hanno trovato,
non stanno trovando, non trovano il tempo per superare l’alone di
impunità, per denunciare chi umilia le persone sotto custodia, infligge
sofferenze fisiche e psichiche ai detenuti, uccide.
E\' tempo per noi di prendere posizione, spazio e voce.
Di raccontare. Di mantenere viva la memoria collettiva. Di evitare
pericolosi insabbiamenti e difendere le nostre esistenze e le nostre
pratiche identitarie da abusi, repressioni e pestaggi, “venduti”come
atti di legalità.
E’ tempo di disinnescare le “paranoie” securitarie e arrestare le
aggressioni proibizioniste, disattivare le dinamiche di esclusione e di
controllo sui corpi.
Di resistere alla criminalizzazione degli stili di vita, alla violenza
dell’intolleranza, all’esercizio arbitrario dei poteri di repressione e
di controllo, alla manipolazione dell’informazione.
E’ tempo di agire, di porre interrogativi a chiunque desideri verità e
giustizia per Aldo Bianzino, Giuseppe Ales, Federico Aldrovandi, Alberto
Mercuriali. Marcello Lonzi.
E’ tempo di reclamare la scarcerazione immediata dei 5 ragazzi di
Spoleto, vittime di una perversa applicazione del 270bis, strumento di
controllo e intimidazione preventiva utilizzato ormai per sedare
qualunque forma di dissenso.
E’ tempo di costituirci in comitato per la verità su Aldo, di ottenere
verità e giustizia sugli omicidi di stato, di abrogare la legge
Fini-Giovanardi e reclamare la fine di ogni proibizionismo, di
contrastare e opporci ad una società che sempre meno tollera qualsiasi
espressione fuori dalla norma, di farci carico delle sorti dei processi
per il g8 di Genova rispondendo ai pruriti vendicativi del potere con
una manifestazione nazionale che contrasti e interrompa la costruzione
di processi di oblio e rimozione collettiva.

SABATO 10 Novembre
Perugia
Manifestazione e Assemblea
dalle ore 15 piazzale Bove

Un appuntamento nazionale contro tutte le intolleranze.
Perchè un paese intollerante e’ tutto tranne che un paese sicuro!
Perchè per una pianta d’erba in cella non si deve finire!
Perché in carcere non si deve morire! Verità per Aldo!

[email protected]
http://veritaperaldo.noblogs.org/

rouge
01-01-70, 01:33
Perugia, muore in cella
L\'autopsia: costole rotte
e lesioni al cervello


Checchino Antonini
Di sicuro si sa che non gli hanno neanche detto che Aldo era morto. Quando Roberta ha chiesto del suo compagno le è stato detto soltanto che lo avrebbe rivisto dopo l\'autopsia. Di sicuro si sa che Aldo Bianzino, 44 anni, è morto all\'alba di una domenica, il 15 ottobre, in una cella del carcere di Capanne, Perugia. Di sicuro si sa che era stato arrestato il venerdì prima, assieme a Roberta, la madre del più giovane dei suoi tre figli. E\' successo nel casale sopra Pietralunga, tra Città di Castello, Gubbio e Umbertide. Prima la perquisizione alle 7 del mattino, con il cane antidroga che non trova nulla nel casale. Ma poi, diero un cespuglio spuntano alcune piante di marijuana. I giornali locali riportano cifre consistenti. Un centinaio di piante ma forse hanno fatto la somma con le piante maschio trovate in fosso secche e inutilizzabili. Di sicuro sappiamo che Roberta e Aldo sono stati portati al commissariato di Città di Castello per le formalità di rito e da lì trasferiti, con un mandato d\'arresto spiccato dallo stesso pm che si occupa della morte di Aldo, al carcere di Capanne, struttura di media sicurezza, dove non c\'è il regime duro dell\'articolo 41, come a Spoleto o Terni. Struttura moderna, nuova, inaugurata da Castelli quand\'era Guardasigilli di Berlusconi.
Di sicuro si sa, l\'ha detto la famiglia, che il comportamento degli agenti di Città di Castello sia stato corretto. Roberta e il suo compagno si sono persi di vista solo all\'arrivo in carcere, pomeriggio di venerdì 13. Di sicuro, un avvocato d\'ufficio li ha visti il giorno appresso, prima lui poi lei. Aldo stava in condizioni normali, solo era preoccupato per Roberta. Roberta che sarebbe stata rilasciata la mattina dopo. Di sicuro si sa che il medico legale avrebbe presto escluso l\'ipotesi di una morte per infarto. Anzi, avrebbe riscontrato quattro emorragie cerebrali, almeno due costole rotte e lesioni a fegato e milza. Di sicuro, e di strano, si sa che non c\'erano segni esteriori. Tanto da lasciare perplessi i consulenti incaricati della perizia. Di sicuro si sa che le ferite al fegato non sono idonee a cagionare la morte, spiega a Liberazione uno dei legali della famiglia, Massimo Zegarelli del foro perugino. «Di sicuro sappiamo che è arrivato a Capane in condizioni di assoluta normalità e da lì non è uscito». Trauma non accidentale, non è morto perché caduto dal letto a castello. Lesioni compatibili con l\'omicidio, scrivono i giornali locali. Ci si chiede se siano opera del caso oppure opera dell\'uomo. Un arrestato resta in isolamento fino a quando non lo vede il giudice delle indagini preliminari. Dunque Aldo Bianzino non dovrebbe aver avuto contatti con altri detenuti. «Una risposta importantissima verrà dall\'analisi dell\'encefalo - continua l\'avvocato - ora messo sotto formalina in attesa che raggiunga una certa rigidità, che \"il materiale si fissi\", come dicono gli specialisti». Intanto, però, i familiari non hanno ancora potuto vedere il corpo, né sanno quando sarà possibile organizzare i funerali.
Di sicuro si sa che Aldo era particolarmente mite, \"ghandiano\", pacifista, totalmente incensurato. La notizia piomba nella piccola comunità spirituale di cui Roberta e Aldo, che era arrivato dal Piemonte una ventina d\'anni fa, passando per l\'India, fanno parte. E piomba in un giorno di festa religiosa trovando tutti increduli. Aldo che era magro, etereo, alto, con ceti occhi azzurri dietro le lenti. «La mitezza in persona», racconta una voce a Liberazione. «Così rispettoso e riservato da metterti in soggezione, quasi a farti dire ho paura di entrare nella sua sfera». «Infarto? Come può essere? L\'hanno pestato, ma perché dovrebbero avero menato? Il dubbio sottile passava tra una mente e l\'altra», continua il racconto dell\'incredulità di quella domenica. Chi lo conosceva dall\'84 lo immagina «calmo» dentro quella cella, «in preghiera, a chiedersi il perché di quella condizione». Persona riservata colta, segnato da un\'esperienza spirituale con un maestro induista «che non indottrina, non chiede proselitismo, non chiede di stare fuori dal mondo, che non impone precetti rigidi ma solo il principio quasi benedettino di
pregare e lavorare, i comandamenti di verità, semplicità e amore». Era questo ad aver portato Aldo in Umbria alla ricerca di una dimensione diversa più vicina alla natura, in una comunità a maglie larghe, «che a volte il mondo frantuma perché ognuno di noi si deve affaticare nel mondo». Ma lo stile cercato è quello di «vivere più semplicemente possibile, con tutte le difficoltà di questo mondo che, lo si voglia o no, si ripercuotono sempre anche su di noi».
Di sicuro si sa che due poliziotti sono tornati a casa di Roberta, sconvolti, quasi a scusarsi per averlo condotto in galera. Roberta è più scossa di loro. Di sicuro si sa che era un
bravo falegname, suonava l\'armonium e cantava il canto rituale di devozione. Di sicuro si sa che a giugno del 2006 è morta suicida un\'itaiana di 44 anni nel centro clinico del penitenziario, nel vecchio carcere, e che qualche giorno dopo i Nas hanno scoperto medicinali e materiali scaduti nello stesso centro dopo la morte di un detenuto tunisino di Capanne che aveva appena subito un intervento chirurgico. Di squadrette, finora, non ha parlato nessuno. Di sicuro si che il proibizionismo ha ucciso ancora.


23/10/2007







Interrogazione con carattere d’urgenza (art. 151 del regolamento)

Al Ministro della Giustizia




Premesso che :




da notizie apprese dalla stampa:




nella notte di venerdì 12 ottobre è stato arrestato nella propria abitazione, nel Comune di Petralunga (PG) per violazione dell\'articolo 73 del D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, il signor Aldo Bianzino;




dopo l\'arresto, lo stesso sarebbe stato condotto assieme alla moglie nel commissariato di Città di Castello per le formalità di rito e quindi trasferito nel carcere di Capanne (PG);




i due coniugi sarebbero stati divisi non appena entrati in carcere, e sarebbero state riscontrate da parte dell’avvocato d\'ufficio condizioni normali di salute in entrambi.




nella notte di sabato 13 ottobre il signor Aldo Bianzino è deceduto all’interno della struttura penitenziaria;




il signor Bianzino, secondo le normali procedure, sarebbe stato ristretto in cella da solo, prevedendo la prassi l\'isolamento dell\'arrestato prima dell\'incontro con il Giudice preliminare;




le lesioni riscontrate sul corpo del signor Aldo Bianzino, dopo il suo decesso, configurerebbero la compatibilità con l\'omicidio, in quanto il medico legale escluderebbe la morte per infarto, riscontrando quattro commozioni cerebrali, lesioni al fegato, due costole rotte.




Si chiede di sapere:




quali procedure urgenti il ministro in indirizzo intenda avviare per fare completa chiarezza sulla vicenda.







Roma, 23 ottobre 2007

Sen. Erminia Emprin Gilardini

Sen. Giovanni Russo Spena

Sen. Haidi Gaggio Giuliani

rouge
01-01-70, 01:33
<TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
25-10-2007 alle ore 03:36, giovanniforesti :
la zappa affonda dove il terreno è molle :-(

e noi siamo di burro :-Y

</BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE>

Hai ragione Giovanni; non siamo criminali e per questo non siamo pratici dei \"trucchetti\" che evitano la galera a persone che commettono reati veri e ben più gravi.
Non ci mimetizziamo ed è facile individuarci.
Non siamo tutelati da nessuna religione, partito, mafia, sindacato ente o associazione e quasi a nessuno sembra importi della morte assurda di un bravo padre di famiglia.
Mi ricorda tanto le \"Purghe staliniane\" ... Arresti, morti, accuse di sovversione e imprigionamenti.
Anche il nazismo è nato in nome della \"sicurezza\" e in molti avranno sentito parlare dell\'oilio di ricino che veniva dato a chi non collaborava coi fascisti o aveva un pensiero autonomo.
Qualcuno ha per caso visto la nostra Democrazia??


Oggi il manifesto, forse l\'unico giornale, ha di nuovo parlato del triste caso di Perugia e del clima del terrore che regna ultimamente da quelle parti.... e non solo!

rouge
01-01-70, 01:33
Ma come si sono svolti i fatti?
Dal Manifesto questo articolo di \"Lettera 22\" spiega quello che altrove si vorrebbe tenere celato.
Ognuno faccia quello che può per diffondere le notizie di questi trattamenti indegni di un Paese civile!
Cercando sui motori di ricerca il nome di Aldo Bianzino, potrete notare la completa assenza delle agenzie di stampa e dei quotidiani ritenuti i più importanti.
Solo l\'interessamento di persone di buona volontà potrà portare alla luce quello che in molti vorrebbero nascondere!

@Zio Jessie, come si è svolta la manifestazione a Perugia?... nessuno ne parla. :-Y
-------------------------------------------------------
Da \"Il Manifesto\"

«Aldo? Lo vedrà dopo l\'autopsia»
A Pietralunga, nel casolare dove viveva Bianzino. La sua compagna: «Quando mi hanno scarcerata ho chiesto di Aldo». Le hanno risposto senza alcuna pietà
Emanuele Giordana*
Pietralunga (Pg)


Una storia italiana. Una brutta, bruttissima storia italiana il cui filo rosso si dipana dalla casa circondariale di Capanne, vicino a Perugia, sino alla quiete delle montagne del comune di Pietralunga, a Nord del capoluogo umbro. Una cinquantina di chilometri che dalla pianura portano in un universo di boschi ammantato dalle prime nebbie e dove si mescolano, al verde intenso degli olivi che man mano spariscono, l\'arancio e il giallo ocra dei primi colori autunnali.
Lasciamo Città di Castello e ci inerpichiamo lungo le colline di Pietralunga, verso il luogo dove, la mattina di venerdì 12 ottobre, una squadra di agenti in borghese si muove in direzione de «Le Caselle», la casa di campagna dove Aldo Bianzino e Roberta Radici vivono col piccolo Rudra e la madre ultranovantenne di lei.
Vanno lì per arrestare Aldo e Roberta i poliziotti in borghese che hanno un mandato della procura di Perugia. Trovano diverse piante di erba nei campi e, in casa, trenta euro, magro bottino per un supposto spacciatore. Rovistano. Rovesciano. Aldo rassicura il figlioletto che viene lasciato solo, con la nonna, per tre lunghi giorni. Fa capolino un assistente sociale ma nessuno si occupa in realtà del ragazzo e della nonna che, pur vantando un\'ottima lucidità, è comunque un\'anziana che ha bisogno di cure quotidiane. Tocca a Rudra, a questo tenero ragazzo di 14 anni, telefonare a Daniela, un\'amica di famiglia, molte tempo dopo, per chiedere aiuto. «Vieni» le dice. Senza aggiungere altro. Un pudore e forse un orgoglio che hanno trasformato un bambino in adulto in una manciata di ore.
Anche noi ricorriamo a Daniela e prima ancora a Gloria, due amiche di Aldo e Roberta, per arrivare a questa casa delle favole in mezzo al bosco. Ci siamo fatti mille scrupoli e abbiamo vinto qualche resistenza. Comprensibilmente né Roberta, che dopo la morte di Aldo è stata subito scarcerata, né i loro amici, hanno voglia all\'inizio di parlare coi giornalisti. Ma poi, anche grazie al buon lavoro di una collega locale della «Nazione», cominciano a fidarsi. Si fa strada in loro soprattutto l\'idea che questa storia maledetta, non solo debba aver giustizia per la famiglia, ma possa anche servire, se non ormai a restituire il corpo fisico di Aldo, a far si che simili cose non si ripetano più.
La casa è un\'antica costruzione di pietra riattata con attenzione e perizia. C\'è una campagna ordinata intorno strappata ai boschi e, in un angolo, un piccolo laghetto ricavato con un ampio telo di plastica steso su una buca. Entriamo buttando l\'occhio nella falegnameria di Aldo che è appena sotto l\'ingresso, sopraelevato di qualche gradino. C\'è ancora la sua giacca buttata in un angolo e una massiccia asse rossastra, forse in verniciatura. La luce del pomeriggio si fa tenue e sfuma i colori mentre scende il freddo che annuncia l\'inverno. In casa l\'arredamento è modesto ma raffinato come in molte altri casali qui.
Roberta ci viene incontro circondata da amici che, da una settimana, sono spesso a farle visita. Una piccola impresa visto che i casolari sono sparsi in quest\'Umbria profonda in cima ai monti. La vecchia madre, in un angolo, riposa. Rudra appare ogni tanto e la abbraccia, come a darle un conforto silenzioso e intenso. E\' un fiume in piena questa donna forte e dagli occhi chiari e profondi in cui una lucidità, che appare come uno sforzo della volontà, lascia solo ogni tanto il passo a un dolore profondo e alle domande inevitabili di un futuro incerto, gravato da un\'assenza di cui però, stranamente, si avverte in mille cose l\'essenza: gli infissi rifatti da Aldo, il cancelletto in legno di Aldo, le porte piallate da Aldo....Oltre l\'anima, le cose.
«Non mi sento sicura. Non so, ho come la sensazione, il presentimento che qualcuno ci spii. Che ci sia qualcosa», dice Roberta confidandosi senza steccati. Ci chiede: «Credete che abbia senso o sia solo una lucida paranoia? E\' che abbiamo visto macchine di estranei nella zona, forse solo curiosi. È anche che ora sono una donna sola e senza compagno. Con una pensione di invalidità, un\'anziana madre che ha bisogno di cure e un ragazzo che deve andare a scuola e che vorrei strappare a questi giorni terribili riportandolo dai suoi compagni di classe». Lui intanto, dopo averci salutato con cortesia, è scivolato di sopra, con un amico.
Non si fa pregare Roberta Radici e ripercorre con noi quelle lunghe tragiche ore. E\' un racconto lucido che solo raramente tradisce una ferita profonda, i dubbi e quella domanda ossessiva: chi, perché, perché proprio ad Aldo? Già, Aldo Bianzino, un uomo che tutti descrivono con un aggettivo: «mite». E\' un termine che ricorre: «Parlava poco - dice Benedetto, amico di vecchia data - e solo in occasione di qualche festa, quando preparavamo le cose necessarie, avevamo modo di scambiare due parole. Seppi così che aveva studiato al conservatorio il che faceva capire perché, quando suonava l\'harmonium (uno strumento indiano, ndr), arrivava ad estraniarsi per ore...ohi Aldo, gli dicevamo, è ora di cena...». Un uomo mite dice Daniela, un tipo tranquillo, racconta anche il piccolo figlio di Gloria. Ma non c\'è solo aria di mitezza in questa casa (anche perché, al contrario, Roberta è una donna di indubbia vivacità ed estremamente reattiva). Ci sono libri e cultura. Buone letture e ore di meditazione. Anche una scelta spirituale - gli insegnamenti del maestro indiano BabaJi - di cui nessuno ha voglia di parlare ma che aleggia in queste case sparse tra i boschi e unite da una vecchia amicizia nata negli anni Ottanta, quando l\'Umbria di popolò di gente venuta da fuori a cercare un\'altra dimensione in questi borghi medioevali, tra queste montagne dove l\'aria è rarefatta. Gente «strana» per quelli del posto. Capelli lunghi e, certo, qualche spinello. Ma nessuna «brutta storia» oltre al fatto di esser «bizzarri».
Il ritorno a quella domenica maledetta è un pugno nello stomaco. «Sono le nove e un quarto del mattino - racconta Roberta - quando un ispettore viene a interrogarmi piuttosto violentemente: cosa ha preso suo marito, cos\'à ingerito? Soffre...è svenuto. Svenuto? Ma come sta? Sono confusa, spaventata, so che Aldo non ha preso nulla. E\' in coma - mi sbraita ancora - ci vuole una lavanda gastrica. Non so cosa pensare mentre la dottoressa mi dice che hanno anche provato a rianimarlo. In questo stato alle 11 arriva il direttore del carcere. Freddo, calmo, professionale. Sono libera. E Aldo? E\' al Silvestrini, mi dice il direttore...le faremo sapere».
In realtà Aldo è già morto e non si trova al «Silvestrini» ma in un altro vecchio nosocomio. Quando è morto veramente? Solo l\'autopsia può confermare l\'ora esatta del decesso che potrebbe risalire al mattino presto come sembra far pensare una dinamica che resta ancora oscura. «Sono in uno stato inimmaginabile - aggiunge Roberta - e non so cosa pensare. Alle 12 mi fanno firmare una decina di fogli per la scarcerazione che nemmeno leggo, mi fan fretta. Sta venendo Daniela a prendermi, l\'han chiamata per dirle che ho bisogno che c\'è stato...un problemino. Ma io continuo a pensare ad Aldo. E Aldo, chiedo, dov\'è Aldo, quando lo vedrò? E\' ancora l\'ispettore a rispondermi: lo vedrà martedì, dopo l\'autopsia».
*Lettera22

rouge
01-01-70, 01:33
I quotidiani continuano colpevolmente di ignorare questa notizia, ma qualcosa si sta muovendo...

Dopo il Comitato europeo per la prevenzione della tortura di Strasburgo, anche Amnesty international ha aperto un dossier riguardante il \"caso Bianzino\".
Il sottosegretario alla giustizia Manconi ha visitato la famiglia di Aldo ed il carcere dove è morto, e ha assicurato alla sua compagna che il caso sarà seguito con molta attenzione da via Arenula (Ministero della Giustizia)

rouge
01-01-70, 01:33
Per Ministero della Giustizia mi riferisco a Manconi, non certo a quel cane al guinzaglio di mastella.

Anch\'io ho pensato a chissà quante altre storiacce simili ci stanno tenendo nascoste.
Stanno tentando ancora adesso di fare passare il caso in sordina, nonostante l\'opinione pubblica stia venendone a conoscienza.... immaginiamoci se nessuno si preoccupa di controllare il perchè dei decessi refertati frettolosamente come \"infarti\" .
Mi disgusta l\'omertà degli uomini in divisa, che quando si tratta di proteggersi tra loro, diventano più muti e ipocriti dei mafiosi.

rouge
01-01-70, 01:33
Grande il Grow-shop.
La verità si sta diffondendo come una macchia d\'olio 8-)

i politici dovrebbero ormai conoscere i fatti, visto che è stata presentata un\'interrogazione parlamentare a riguardo.
Potrebbe essere interessante scrivere ai giornali, chiedendogli perchè non hanno pubblicato la notizia, e se non sia finalmentel\'ora di fare conoscere i fatti di Pietralunga e dare un po\' di senso di giustizia ai suoi familiari.

Qui si può scrivere ai vari quotidiani.

Corriere della Sera = http://www.corriere.it/scrivi/carta.shtml
La Repubblica = [email protected] - [email protected]
La Stampa = [email protected]
Il Giorno = DIRETTORE = [email protected] - VICEDIRETTORE = [email protected]
Il Giornale = [email protected]
Il Messaggero = [email protected]
Il Sole 24 ore = [email protected]
Il Mattino = [email protected]
Il Tempo = http://www.iltempo.it/section/index.aspx?action=contattaci
Libero = [email protected]
Italia Oggi = [email protected]
Il Secolo XIX = [email protected]
L\'Osservatore Romano = [email protected]
Avvenire = [email protected]
Il Gazzettino = http://gazzettino.quinordest.it/Email.php3
La Padania = [email protected] – DIRETTORE = [email protected]
Liberazione = [email protected]
Il Foglio = [email protected]
Il Tirreno = [email protected]
La Sicilia = [email protected]
Il Centro = [email protected]
L\'Unità = DIREZIONE = [email protected] – POLITICA = [email protected]
Il Riformista = [email protected]

rouge
01-01-70, 01:33
Dire che siete Grandi, è dire poco!
Booommm!!!

rouge
01-01-70, 01:33
Sul Manifesto di ieri viene spiegato come questa triste vicenda sia diventata di dominio pubblico.
Piccoli siti web e \"piccole\" mail sono riusciti a fare emergere questa notizia che qualcuno voleva (e vorrebbe ancora) tenere nascosta.
Anche piccole cose riescono a rendere migliore questa povera italia.
Giustizia per Aldo Bianzino!

___________________________________


Caso Bianzino
«Verità per Aldo». Sabato manifestazione a Perugia
Simone Pieranni


La voce corrente è che tutto sia cominciato con una mail a perugialife.it, sito perugino di intrattenimento e non solo. Era il 20 ottobre ed erano passati sei giorni dalla morte nel carcere di Capanne di Aldo Bianzino, ucciso nella notte tra sabato e domenica nella cella dove era stato rinchiuso dopo l\'arresto e dalla quale è poi uscito senza vita. La mail l\'aveva spedita Tommaso Ciacca, un antiproibizionista storico della città umbra, dopo aver letto le cronache dei giornali. In men che non si dica sul suo messaggio «postato» erano arrivati un migliaio di contatti.
E\' nata così, sotto traccia, la mobilitazione della gente che ha sentito, nella storia di Aldo, gli echi di una cultura del carcere che a Capanne si è declinata con la morte. E ne è uscito il Comitato verità per Aldo Bianzino dove c\'è un po\' di tutto: Arci, radicali, amici di Aldo, associazioni e circoli. «Il comitato - spiega Luca Boccardini, uno dei promotori - è aperto a tutti senza distinzione». Ci sono forse anche quelli che intanto si sono indignati per il caso dei cinque «terroristi» spoletini arrestati con una mobilitazione di forze spropositata a quella che appare come un\'operazione con gambe indiziarie molto fragili. Si moltiplicano le azioni di solidarietà: piccole e grandi iniziative nate in modo spontaneo ma sempre più organizzato. Tra le piccole c\'è quella di Carla Fiacchi, ad esempio, un\'insegnante di Perugia che si è portata a scuola tutti i giorni il giornale per far conoscere la vicenda di Capanne e raccogliere denari da mettere sul conto corrente intestato alla compagna e al figlio di Aldo. Tra le grandi c\'è invece la manifestazione indetta per sabato 10 novembre a Perugia dal comitato. Una manifestazione che, nelle intenzioni degli organizzatori, vuol andar oltre le mura di Capanne e oltre quelle dell\'Umbria.
Nella testa dei promotori il 10 novembre sarà infatti un «appuntamento nazionale contro tutte le intolleranze, perché un paese intollerante - hanno detto ieri alle agenzie di stampa - tutto è tranne che un paese sicuro». Secondo il comitato «la vicenda di Aldo Bianzino sembra simile a quella di altri, vittime del proibizionismo e di una generale paranoia securitaria che agisce violentemente, psicologicamente e fisicamente. Dal G8 di Genova in poi - dicono - i comportamenti fuori dagli schemi vengono criminalizzati in nome di una sicurezza vista come maggiore controllo e non intesa come rispetto e garanzia di quei diritti che permettono una vita meno precaria, casa, reddito e salute». La manifestazione si svolgerà a partire dal primo pomeriggio di sabato e si articolerà in un corteo per le vie del centro storico. Appuntamento dunque tra una decina di giorni.
Intanto, proprio mentre si decideva della manifestazione, nel carcere di Capanne si svolgeva la festa provinciale della polizia penitenziaria dedicata al patrono del Corpo, S. Basilide. Festa con cerimonia e presenza di poliziotti, funzionari e prelati come monsignor Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia che nella sua omelia ha invitato gli agenti di polizia penitenziaria a «non dimenticare mai di trovarsi in ogni caso davanti a delle persone umane, non dinanzi a degli individui. La persona - ha detto - è una realtà che pensa, che ama, che desidera la libertà, che desidera lo sviluppo». Parole sante. Ma nel carcere di Capanne qualcuno non ha fatto tesoro di questi insegnamenti. Sta ora alla procura, che sta indagando per omicidio, capire chi ha ucciso ma anche accertare le eventuali responsabilità di chi ha coperto una verità che stenta a venire a galla in una vicenda dai contorni ancora molto oscuri.
em. gio.

rouge
01-01-70, 01:33
i \"piccoli\" sforzi hanno portato la notizia sulle pagine del messaggero.
www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=12389&sez=HOME_MAIL (http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=12389&sez=HOME_MAIL)
Oggi a Milano, nessuno dei frequentatori della mia bancarella sapeva quello che è successo a Perugia. La censura qui funziona alla grande!

Cercando Aldo Bianzino su google, vedo che ogni giorno i siti e blog che riportano la notizia, sono sempre di più!

...Chissà come è andata la manifestazione di oggi a Perugia?
Booommm!!!!

favolantica_delete
01-01-70, 01:33
Ma questo non è solo proibizionismo! E\' abuso di potere e omicidio colposo! :-Y


[ Questo Messaggio è stato Modificato da: favolantica il 24-10-2007 07:06 ]

Randagio
01-01-70, 01:33
senza parole.... se è vera la storia è raccapricciante!!! ma cosa vogliamo portare noi nel mondo con le missioni di \"pace\"? La democrazia??

Randagio
01-01-70, 01:33
Assurdo che devo ancora sentire una volta la notizia nei media \"comuni\"... assurdo...

Randagio
01-01-70, 01:33
Io non spero nemmeno un pò nell\'intervento di Napolitano..

cobham69
01-01-70, 01:33
<TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
24-10-2007 alle ore 07:06, favolantica :
Ma questo non è solo proibizionismo! E\' abuso di potere e omicidio colposo! :-Y
[ Questo Messaggio è stato Modificato da: favolantica il 24-10-2007 07:06 ]

</BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE>
un saluto alla comunity
Favola altro che omicidio colposo ... questo è più che premeditato st\'omicidio perchè se colpiscono alle costole al fegato ed alla testa questi qua che lo hanno picchiato lo sanno benissimo che possono provocare la morte ...
andrebbero messi a penzoloni questi qua !!! tutti però senza distinzioni come usano fare loro.
saluti

zio_jessie
01-01-70, 01:33
solidarietà
c sono manifestazioni a pg??? :-o :-( :-? :-[ :-| :-| :-Y

zio_jessie
01-01-70, 01:33
da queste parti si va d male in peggio perchè tutto viene coperto o peggio autorizzato in qualche modo\"scappatoia\"...

perchè nn si è sentito nei gionali d aldo??? (il fatto mi preoccupa!!!)

per far si che nn si ripeta altre 1000 volte!

in umbria si respira un aria pesante il perbenismo interessato e la fintaborghesia stanno prendendo il soprevvento su un popolo sempre più sottomesso da mille illusioni...

...MA QUESTA è LA VITA CHE C VUOI FARE???

zio_jessie
01-01-70, 01:33
si ma c\'è anche il burro blu! ;-) da nn dimenticare ;-)

isomma! nn c\'è nessuno del centro che conosceva aldo o il suo gruppo per poter organizzare 2 manifestazioni in una???
aldo è morto! fatto mooltooo grave!!!
ma ancor più grave è che nello stesso carcere il giorno dopo sono stati detenuti 5 ragazzi miei coetanei con accusa d terrorismo! 270bis del codice penale senza motivi certi!
trattati alla lunga peggio d binladen prelevati a casa alla 5 di mattina CON UN ELICOTTERO!!! e trasportati d\'urgenza a capanne!
vi rendete conto??? o no!? d tutto quello che sta accadendo?!

please wake up of the dream!

zio_jessie
01-01-70, 01:33
anche aldo verrà ricordato domani nella manifestazione che si svoglerà e pg alle ore 10.30!

CMQ GRAZIE
mi sa che a pochi frega veramente e a molti gli piacciono le notizie curiose!

vi ricordo che spiritualmente avete poco tempo\\anni per ravvedervi se nn volete far parte delle polveri cosiche aglomerate!

pace e amore enjointiani! :-| :-? :-? :-| :-o

zio_jessie
01-01-70, 01:33
manifestzione mi sà che nn c\'è stata, io sono arrivato davanti al carcere con il padre d michele verso le 11 e gia erano tutti li e quindi nn sò se c\'è stata prima ma penso d no visto il tempaccio.
però nonstante il tempo si è formato un piccolo presidio davanti alcarcere d un\'80ina d persone, tra sbirri e presidianti... sono stati affissi un p\'ò d strisconi sia su aldo che ai nostri ragazzi...
che ho potuto vedere di se nè parlato solo su giornali regionali, ultimamente...
a pg nn sò cosa stanno facendo ma sicuramente si stanno dando da fare per la faccenda ancora nn ho rivisto nessuno che possa sapere qualcosa ma questa sera forse potrò dirvene d più.

io sto impicciato per questaltra storia, sono uno che fa per un ventasimo d persona, quindi nn posso sdoppiarmi ma cercherò d parlare dei fatti corelandoli sul piano sociale umbro in modo di creare concomitanza, (l\'unione fa la forza).

appena sò qualcosa ve lo faccio sapere...

zio_jessie
01-01-70, 01:33
ho appena visto un servizio su studioaperto anche se era un p\'ò riduttivo è gia qualcosa...

zio_jessie
01-01-70, 01:33
c sono stato cèra anche parecchia gente...
apparte piccole perplessità sono convinto che la verità nn verrà mai a galla...
ma c daranno sempre il solito contentino...

zio_jessie
01-01-70, 01:33
brrrrividiii

avete capito ca fanno nelle carceri???
bell\'italia!? :-(

zio_jessie
01-01-70, 01:33
http://www.annalisamelandri.it/public/IMG.jpg

zio_jessie
01-01-70, 01:33
Hè! Hè! :-o :-D KE è SUCCESSO????

NN SONO STATO IO!
COME SI FA A FARLO TORNARE APPOSTO???

guest
01-01-70, 01:33
Dovrebbe esserci una manifestazione a PG sabato 10 novembre.
In questi giorni, molti altri arresti di persone tranquille che vivevano in campagna con la famiglia, portati via di notte come criminali per qualche pianta. Anche di canapa tessile.
E\' questa la \'sicurezza\' che il governo offre alle famiglie, il messaggio è stato recepito da chi di dovere, la tolleranza zero galoppa già ora condita di senso di impunità, e se passerà il \'pacchetto sicurezza\' e le commissioni della Camera si esibiranno nel solito bla-bla senza varare un nuovo progetto di legge in tempi ultra-rapidi, le prevedibili violenze e morti future non saranno più imputabili a Fini, Giovanardi e Berlusconi.

guest
01-01-70, 01:33
Un primo video (http://laboutunipg.noblogs.org/post/2007/11/11/manifestazione-a-perugia-10-11-verita-per-aldo-bianzino-video1) sulla manifestazione a Perugia.

Mkb
01-01-70, 01:33
Assassinio di un antiproibizionista (http://www.tiaccaciproduzioni.info/sito/php/forum/viewtopic.php?t=1060)

Cronaca di Perugia (dal giornale dell\'Umbria del 19 e 20.10.07)

Venerdì 12.10.07
Aldo Bianzino, falegname 54enne di Pietralunga (PG), veniva arrestato
insieme alla sua compagna perché in possesso di piante di marjuana per
uso personale.
Notte tra sabato 13 e domenica 14
Aldo Bianzino viene trovato morto in una cella del carcere di Capanne
(PG), semza ematomi evidenti all\'esterno.
Venerdì 19 e sabato 20.10.07
L\'autopsia rivela \"lesioni compatibili con l\'omicidio\": traumi
cerebrali, epatici e due costole rotte.
Aldo Bianzino in carcere non è stato in contatto con altri detenuti...e
il tipo di lesioni in questione può portare alla morte anche a distanza
di molte ore. La vittima potrebbe quindi essere stata picchiata prima,
durante o dopo l\'arresto...con modalità che permettono di uccidere
anche, senza lasciare traccia visibile all\'esterno, come i colpi inferti
con asciugamani bagnati.

Metodi fascisti di uno Stato di polizia, che le forze dell\'\"ordine\"
conoscono molto bene.
Aldo è stato torturato e ucciso da chi lo aveva in custodia, dai tutori
della \"sicurezza\" e da chi questa sicurezza invoca e paga.
Aldo è stato barbaramente assassinato dallo Stato.
Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un uomo buono, mite. Vecchio
compagno di Lotta Continua, attualmente vicino ad una comunità di Hare
Krishna, viveva tranquillamente la sua vita senza dar fastidio a nessuno.
LO HANNO PUNITO PER QUESTO?

Meglio dar fastidio allora!
È ciò che tenta di fare questo comunicato

Che Aldo Bianzino non sia morto invano! Che la sua morte violenta sia un
esempio e un ammonimento per tutti, per quanti invocano più sicurezza e
per le potenziali vittime di essa.
Questa \"sicurezza\" fascista e xenofoba sfila oggi per le strade di
Perugia e non solo, sotto le bandiere tricolori, contro gli immigrati,
le prostitute, gli emarginati. Dice di voler sconfiggere lo spaccio di
droga, ma fa affari con esso e con esso alimenta il bisogno indotto di
sicurezza.
Di questa sicurezza con la celtica e la svastica i proletari non hanno
bisogno.
La sicurezza che vogliamo è sicurezza sul lavoro, affinché non ci siano
più omicidi bianchi per il profitto;
La sicurezza che vogliamo è sicurezza di un lavoro e non una vita di
precarietà;
La sicurezza che vogliamo è che l\'ambiente in cui viviamo non sia
avvelenato dall\'insicurezza delle fabbriche del capitale e depredato dal
saccheggio padronale dei beni comuni;
La sicurezza che vogliamo è che le stragi fasciste e di Stato non
restino impunite e che gli autori materiali e morali di questi crimini
non siano liberi di cavalcare queste crociate per la sicurezza di giorno
e scorrazzare di notte con le spranghe e le torce a dar la caccia ai
poveri, agli immigrati, ai gay, ai compagni;
La sicurezza che vogliamo è, quantomeno, il rispetto dei diritti
costituzionali, la libertà di esprimersi e lottare senza essere
criminalizzati e/o pestati da fascisti in doppio petto o in divisa e da
sceriffi di ogni risma.

Verità e giustizia per Aldo Bianzino, Federico Aldrovandi, Marcello
Lonzi e tutti i proletari uccisi dallo Stato per le strade o in galera!

NO ALLO STATO DI POLIZIA E DI MODERNO FASCISMO

Aderiamo sin d\'ora alle manifestazioni e ai presidi annunciati dagli
amici di Aldo Bianzino

Rete Antifascista Perugina

rete streetola il controllo di perugia

Mkb
01-01-70, 01:33
inserisco degli aggiornamenti,

questi sono titoli di articolo, preciò clikate sul titolo per acccedere all\'articolo

<A HREF="http://www.lettera22.it/showart.php?id=7951&rubrica=6" TARGET="_blank">CODICE ROSSO A PERUGIA? 25/10/07

L\'uomo trovato morto dieci giorni fa nella cella di un carcere di Perugia, è stato ucciso. Senza lasciar tracce esterne. L\'ipotesi a cui sta lavorando la procura di Perugia è quella dell\'omicidio con la possibilità che le lesioni interne riscontrate dagli esami autoptici possano essere dovute all\'atto volontario di persone al momento non identificate. Ignoti, che colpirono Aldo Bianzino in modo da non lasciare segni esterni. In due parole: omicidio volontario .......</A>

----------

<A HREF="http://www.lettera22.it/showart.php?id=7938&rubrica=6" TARGET="_blank">IL MISTERO DI ALDO 23/10/07

Di cosa è morto Aldo Bianzino arrestato dalla polizia e deceduto misteriosamente in un carcere di Perugia? La notizia esce dalle cronache locali e racconta una brutta storia che non ha ancora una verità. Mentre la famiglia aspetta il corpo di un uomo morto per un \"trauma non accidentale\"..........</A>

--------

<A HREF="http://www.lettera22.it/showart.php?id=7954&rubrica=6" TARGET="_blank">ALDO/ ANCHE VIA ARENULA INDAGA. MENTRE IL CASO DIVENTA EUROPEO 26/10/07

Sulla morte di Aldo Bianzino, ucciso nel carcere Capanne di Perugia nella notte tra sabato e domenica dieci giorni fa, indaga anche il Dipartimento dell\'amministrazione penitenziaria che ha aperto un\'inchiesta amministrativa. Mentre il caso diventa, da fatto di cronaca meramente italiano, anche un dossier del Comitato europeo per la prevenzione della tortura di Strasburgo .........</A>



[ Questo Messaggio è stato Modificato da: Mkb il 26-10-2007 15:14 ]

Mkb
01-01-70, 01:33
ora anchè Encod (http://www.encod.org/info/ALDO-BIANZINO-LETTERA-ALLE.html) si sta muovendo:

ALDO BIANZINO: LETTERA ALLE AUTORITÁ ITALIANE (http://www.encod.org/info/ALDO-BIANZINO-LETTERA-ALLE.html)

La seguente lettera può essere firmata e spedita al sottostante indirizzo e-mail. Se volete spedire la lettera a persone diverse, per favore assicuratevi di aver cambiato l’intitolazione all’inizio della lettera.

All’attenzione dell’opinione pubblica italiana ed internazionale e del

Ministro degli Interni, Giuliano Amato
[email protected]

Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi (per favore copiate la lettera e inviatela sulla pagina web di Romano Prodi) (http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_presidente.asp)

Ministro della Giustizia, Clemente Mastella
[email protected]

Ministro della Solidarietà sociale, Ferrero
[email protected] t

Presidente della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti (per favore copiate la lettera e inviatela sulla pagina web di Fausto Bertinotti) (http://presidentebertinotti.camera.it/servizio/30/mail.asp)

<TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>CAMERA DEI DEPUTATI
ROMA
ITALIA

Cari Signori ,

Le notizie della misteriosa morte del signor Aldo Bianzino, nel carcere di Perugia dove è entrato in buona salute e morto due giorni dopo, ci ha spinti a scriverVi questa lettera.

Come cittadini europei Vi ricordiamo le orribili immagini della violenza della polizia a Genova, in Italia, durante il G8 nel luglio del 2001. Durante l’attacco al centro stampa del Genova Social forum, molti giornalisti italiani e stranieri e manifestanti pacifici furono picchiati.

Coloro che hanno la responsabilità di questi atti non sono stati ancora stati portati in giudizio. Alcuni capi di Pubblica Sicurezza e di altri uffici che furono responsabili dell’ordine pubblico durante questi eventi sono stati addirittura promossi a incarichi più alti. L’Italia non ha ancora adottato una legislazione adeguata che bandisca la tortura. C’è una storia di impunità rispetto agli abusi dei diritti umani nella Repubblica Italiana. Esempi di tortura hanno scioccato la società italiana sin dagli anni Cinquanta.

Oltre a questo un ulteriore record negativo arriva dall’attuale messa in atto di una legislazione repressiva sulle droghe che è stata adottata dal precedente governo attraverso la legge Fini - Giovanardi. Prima delle elezioni la Vostra coalizione ha promesso di modificare questa legge, che ha portato ad una massiccia criminalizzazione dei consumatori di sostanze illegali.

Colpendo principalmente consumatori ed attivisti che appartengono al movimento contro la proibizione, l’attuazione di questa legge ha portato ad arresti e a violazioni dei diritti umani che noi consideriamo indegni di uno stato di diritto.

Noi Vi chiediamo urgentemente di porre fine a questa escalation, che rischia di danneggiare gravemente l’immagine democratica dell’Italia in Europa.

Noi pensiamo che sia anche Vostra responsabilità adottare una giusta ed efficace legislazione sulle droghe.

Un paese che criminalizza ed uccide la gente a causa del loro stile di vita, che tortura la gente perché coltiva una pianta, può difficilmente essere chiamato civile.

Come cittadini europei vi chiediamo di condurre una rapida e completa inchiesta sulle circostanze che hanno portato alla morte di Aldo Bianzino e di assicurare alla giustizia i responsabili della sua morte.

Inoltre vi chiediamo in quanto democratici, di lasciare che la conoscenza e l’umanità prevalgano sull’ignoranza: per favor mettete fine alla persecuzione dei consumatori, adottate un approccio di salute pubblica nelle Vostre politiche sulle droghe e mettete fine alla guerra alle droghe, che è essenzialmente una guerra alle persone e alla natura.

Distinti saluti,</BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE>

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: Mkb il 29-10-2007 09:09 ]

Mkb
01-01-70, 01:33
grazie rouge,

ho appena inviato a tutti la lettera

speriamo per il meglio....

Mkb
01-01-70, 01:33
anche se gia annunciato, ecco la notizia ufficiale:

<A HREF="http://www.lettera22.it/showart.php?id=7963&rubrica=219" TARGET="_blank">IL CASO BIANZINO ARRIVA SUL TAVOLO DI AMNESTY 30/10/07

Visita strettamente privata alla famiglia dell\'artigiano ucciso due settimane fa a Perugia del sottosegretario alla giustizia Luigi Manconi. Che all\'uscita dal carcere di Capanne dice di ritenere “dovere istituzionale e punto d\'onore irrinunciabile adoperarci perchè sulla morte di Bianzino non rimanga alcun dubbio o zona d\'ombra”. Aperta una sottoscrizione per la compagna Roberta e il figlio Rudra. Mentre un dossier viene aperto anche a Londra</A>

http://www.lettera22.it/gif/219.gif (http://www.lettera22.it/ind_rubtot.php?rubrica=219)

Mkb
01-01-70, 01:33
<A HREF="http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/27-Ottobre-2007/art30.html" TARGET="_blank">Perugia, terra di droghe. In città e nel carcere
Non è la prima morte a Capanne, il penitenziario della migliore piazza d\'Italia per le sostanze stupefacenti</A>
Eleonora Martini

Se tutte le strade della droga portano come sembra a Perugia, proseguono come sempre avviene dritto nelle mura del suo carcere, Capanne. Dove la quasi totalità della popolazione carceraria (240 persone circa) è tossicodipendente o incappata nelle maglie della legge Fini-Giovanardi. E dove Aldo Bianzino non è il primo morto: qualche mese fa un detenuto è deceduto per overdose e un altro salvato per un pelo. E un paio d\'anni prima un altro è spirato in cella per un infarto.
Ora, sarà per la posizione centrale a metà strada tra Roma e Firenze, o per la fama di eden della tranquillità - provincia pullulante di studenti universitari italiani e stranieri ma periferica rispetto al dispiegamento di forze dell\'ordine - ma è indubbio che il grande traffico di stupefacenti ha scelto le città umbre come location privilegiata. In controtendenza con il trend nazionale, l\'Umbria e il suo capoluogo sono da un decennio in vetta alle classifiche dei morti per overdose. Qui non diminuiscono, aumentano: 32 dall\'inizio dell\'anno nella regione, 24 solo a Perugia. Una piazza d\'eccellenza per ogni tipo di sostanze, soprattutto eroina e cocaina, che qui vengono vendute a prezzi tanto stracciati da aver creato una nuova forma di pendolarismo giornaliero dalle vicinanze ma perfino dal Lazio, dalla Toscana e dall\'Abruzzo. Al punto che il sabato sera le strade della vicina Fabriano sembrano spopolarsi di giovani sotto i 35 anni. Hashish e marijuana dopo la Fini-Giovanardi non si trovano più in strada, assicurano gli operatori. Chi le preferisce se le coltiva in casa. Ma la cocaina invece è tra le migliori: 50 euro al grammo pura al 50-60%. Ma è fiorentissimo anche il mercato di psicofarmaci come il Rivotril, da spararsi in vena. Dicono gli esperti che il grande traffico è in mano ai clan casertani, i Casalesi, che per la coca hanno stretto accordi con i cartelli colombiani. Al contrario la regione è agli ultimi posti per le quantità di stupefacenti sequestrate, stando ai dati della Relazione al parlamento. E la cosa non stupisce se si considera che il grosso dell\'azione di contrasto locale si abbatte praticamente solo sui piccoli spacciatori, immigrati clandestini e tossicodipendenti. Dopo che l\'anno scorso il sindaco Ds di Perugia, Renato Locchi, aveva chiesto aiuto al ministro Amato, il Viminale ha inviato un corpo di baschi verdi della Guardia di finanza ma senza grossi passi avanti.
«Il microspaccio è così diffuso e capillare che contrastarlo solo con le forze dell\'ordine è assurdo e improduttivo: hai voglia a inviare poliziotti!», dice Simonetta Bruschini che lavora da 10 anni in un centro a bassa soglia e nelle unità di strada ed è la referente regionale del Cnca. Bruschini racconta del senso di frustrazione, rabbia e impotenza di operatori, agenti e militari che «lavorano tanto e non risolvono nulla». «La soluzione c\'è - aggiunge - ci vorrebbe un presidio del territorio sociale e non repressivo che invece andrebbe indirizzato verso il grande spaccio. Le unità di strada lavorano 4 ore al giorno e con poco personale. Aumentare i servizi significa anche più controllo del territorio mentre svuotando le strade si aiuta la criminalità».
In questo contesto la tensione sociale sale e anche chi lavora nel comparto «sicurezza» ne risente. È anche per loro che l\'assessore regionale alle politiche sociali Damiano Stufara chiede di «fare chiarezza su quanto avvenuto nel carcere di Perugia» e invita An a smettere di fare ostruzionismo contro l\'elezione di un garante dei detenuti regionale.
È Patrizia Costantini, fino a un mese fa responsabile carcere per l\'Arci Umbria, a parlarci di Capanne, che conosce molto bene. «Quello è un carcere velenoso - dice - prima dell\'estate abbiamo assistito a due casi di overdose, uno è morto. E un altro detenuto è deceduto per infarto due anni fa ma non si è mai capito se i soccorsi erano stati celeri. Gli agenti penitenziari sono in numero sufficiente rispetto ai detenuti, non è questo il punto. La cosa assurda è arrestare un personaggio come Bianzino che non faceva male a nessuno e coltivava marijuana per sé. Se non mettiamo mano alla legge sulle droghe queste cose potranno capitare sempre. Mentre devo ancora vedere a Perugia l\'arresto di un grande narcotrafficante. È tempo ora per quel carcere di fare, come ha detto il suo direttore, completa chiarezza sulla morte di Bianzino».

http://www.lettera22.it/gif/219.gif (http://www.lettera22.it/ind_rubtot.php?rubrica=219)
UN CONTO CORRENTE PER LA FAMIGLIA DI ALDO 30/10/07

Un\'iniziativa di alcuni amici di famiglia e dei radicali umbri dell’associazione antiproibizionista che fa capo a Tommaso Ciacca.
Hanno provveduto ad attivare un conto Banco posta
(cc n.27113620)
su cui è possibile sottoscrivere donazioni per Roberta Radici e il figlioletto Rudra rimasti senza il sostegno del compagno e del padre. Ne diamo volentieri notizia

[ Questo Messaggio è stato Modificato da: Mkb il 31-10-2007 12:22 ]

Mkb
01-01-70, 01:33
IL 10 NOVEMBRE UNA MANIFESTAZIONE PER ALDO A PERUGIA 1/11/07 (http://www.lettera22.it/showart.php?id=7978&rubrica=219)
Organizzata dal \'\'Comitato verità per Aldo Bianzino\'\'

Nella testa dei promotori il 10 novembre sarà infatti un \'\'appuntamento nazionale contro tutte le intolleranze, perché un paese intollerante - hanno detto ieri alle agenzie di stampa - tutto è tranne che un paese sicuro\'\'..... La manifestazione si svolgerà a partire dal primo pomeriggio di sabato e si articolerà in un corteo per le vie del centro storico. Appuntamento dunque tra una decina di giorni.

<A HREF="http://www.lettera22.it/showart.php?id=7980&rubrica=219" TARGET="_blank">CASO BIANZINO, MANCONI A RADIO3MONDO: NESSUN RISCHIO INSABBIAMENTO
PRESTO A PERUGIA NOMINA GARANTE CIVILE PER I DETENUTI</A>

Mkb
01-01-70, 01:33
DIRITTI DELL’UOMO: INIZIATIVE A PESCARA
(AGI)- Pescara, 6 dic.- Per il terzo anno consecutivo a Pescara, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’uomo prevista per il 10 dicembre, alcune associazioni impegnate sui temi della solidarieta’ e dei diritti, hanno organizzato per l’8 e il 9 dicembre diverse iniziative, in Piazza Sacro Cuore.
In particolare per quanto riguarda la violazione dei diritti umani, oltre alla testimonianza di Padre Alfredo Souza Dorea, si parlera’ anche del caso di Simone Ringhi e di Aldo Bianzino. Sono inoltre previsti sportelli informativi,raccolta firme, proiezioni video, momenti ludici per i bambini, una mostra fotografica della Lav, una rappresentazione teatrale, e un workshop dal titolo “La terra violata”.
“Si tratta di un evento - hanno spiegato gli organizzatori - che cerca di coinvolgere l’intera collettivita’ per trasformare la giornata dei diritti umani in “Una Giornata dei diritti”, che riguardano tutti gli esseri viventi, con l’obiettivo principale di garantirli a tutti e a tutte, a cominciare dalle liberta’ fondamentali per ciascuna persona, e fare in modo che l’universalita’ dei diritti umani non sia solo un mero enunciamento, ma venga ovunque posta in essere in maniera effettiva”. ” In questi due giorni - ha detto Riccardo Lombardi, del comitato organizzatore -vogliamo invitare le persone, che saranno in piazza per lo shopping natalizio, a riflettere insieme a noi”.(AGI)
Cli/Plt

http://www.fotografia-oggi.it/archives/0001014.html

Mkb
01-01-70, 01:33
\"SIGNOR PRESIDENTE...\", CLAUDIO BIANZINO SCRIVE A NAPOLITANO (http://www.lettera22.it/showart.php?id=8190&rubrica=219) 13/12/07

Nella notte tra il 13 e il 14 ottobre, due mesi fa, suo fratello Aldo (nella foto) moriva nel carcere di Capanne a Perugia. Morte controversa e piena di lati tutt\'ora oscuri. Ma se sull\'omicidio a luci rosse di Meredit Kercher sappiamo anche troppo, su quel caso è buio assoluto. Così il fratello minore di Aldo ha preso carta e penna è ha mandato una missiva al Quirinale

Emanuele Giordana

Giovedi\' 13 Dicembre 2007

Sappiamo tutto dell\'omicidio a luci rosse di cui è stata vittima la povera Meredith Kercher. “Tanto – commenta caustico un perugino – è tutta gente che viene da fuori”.
Ma sulla morte di Aldo Bianzino, un falegname di Pietralunga di 44 anni deceduto nel carcere di Pietralunga in circostanze e per motivi tuttora da accertare, a distanza di due mesi esatti, non si sa ancora nulla. Con la speranza di essere smentiti viene da chiedersi, come alcuni si chiedono nel perugino, come mai l\'attività del Ris non abbia interessato la cella dove, tra la notte del 13 ottobre e la mattina del 14 Bianzino tirò il suo ultimo respiro. Come mai su quella cella non furono apposti sigilli e perché l\'indagine per omicidio, aperta dallo stesso magistrato che di Bianzino aveva ordinato l\'arresto, abbia sinora portato all\'iscrizione nel registro delle indagini di una sola guardia penitenziaria, indagata per omissione di soccorso, che svolge ancora il suo lavoro nel carcere di Capanne. Anche il direttore del carcere è al suo posto e tutto sembra filar liscio come l\'olio in questo caso fastidioso pieno zeppo di domande senza risposta ma sinora ritenuto poco interessante dalla stampa italiana e, fatta eccezione per il sottosegretario alla giustizia Manconi, che a pochi giorni dal decesso di Aldo andò a trovare in forma privata la compagna Roberta Radici, anche per una macchina giudiziaria straordinariamente lenta, almeno se paragonata all\'efficienza dalla stessa dimostrata nel caso di Meredith.
Parecchie di queste domande se le è fatte anche Claudio Bianzino, fratello di Aldo, che ha deciso di prendere carta e penna e di mandare una lettera a Giorgio Napolitano. Che qualcuno si appelli al presidente come si faceva con i sovrani, in un paese dove sulla carte le garanzie ci son tutte, sembra un po\' la dimostrazione che c\'è qualcosa di ottocentesco in un sistema che si spende molto quando un fatto di cronaca diventa un “caso” strillato, e sembra investire assai meno quando si tratta di una morte talmente “ordinaria” da far insorgere più di un sospetto che, paradossalmente, meriterebbe per questo più attenzione e maggior efficenza.
“Signor presidente – scrive Claudio Bianzino- leggo sui giornali, con immensa gioia, che è stata finalmente presentata all’Onu la moratoria sulla pena di morte” ma “....in un Paese civile come il nostro, un Paese che diffonde democrazia, pace e giustizia in tutto il mondo” la giustizia in casa di strada sembra farne poca: “Ho la speranza, signor presidente, che un giorno qualche nazione, ancora più civile della nostra, vada all’Onu a chiedere che venga fatta piena luce sulle centinaia di morti che avvengono all’interno delle carceri italiane. Questo per sperare di poter vivere in un mondo un po’ più giusto, un po’ più libero, un po’ più vivibile. Così come avrebbe voluto anche quell’uomo. Quell’uomo che si chiamava Aldo. E che era mio fratello”.
Non sappiamo se il presidente ha già risposto.

Mkb
01-01-70, 01:33
ciao a tutti,

http://www.beppegrillo.it/2007/12/omicidio_di_sta.html

Video intervista \"Roberta Radici: Aldo è stato ucciso\" (http://it.youtube.com/watch?v=-N3cNZCBDr4)

<TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE> Omicidio di Stato

Qualcuno bussa alla tua porta. E\' lo Stato. Ti porta via dalla tua famiglia. Da tuo figlio di 14 anni. Ti accusa di aver coltivato delle piantine di canapa indiana nell\'orto di casa. Ti mette in cella. Ti uccide. Non è l\'Argentina dei colonnelli e neppure l\'Unione Sovietica di Stalin, E\' l\'Italia di Mastella e di Amato. Aldo Bianzino è stato assassinato in carcere. Ucciso due volte. Prima dai suoi carnefici e poi dai media che lo hanno ignorato.
La vedova di Aldo si chiama Roberta Radici. Nell\'intervista che ci ha rilasciato ha detto: \"Non so cosa pensare dello Stato. Cosa pensare della giustizia.\"</BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE>

Elune
01-01-70, 01:33
sempre piu\' angoscia... :-| :-Y

giovanniforesti
01-01-70, 01:33
la zappa affonda dove il terreno è molle :-(

e noi siamo di burro :-Y

giovanniforesti
01-01-70, 01:33
http://beppegrillo.meetup.com/324/messages/boards/view/viewthread?thread=3727340

INFORMAZIONI ANCHE QUI...

giovanniforesti
01-01-70, 01:33
http://it.youtube.com/watch?v=-N3cNZCBDr4

intervista alla moglia di aldo

koalabradipo
01-01-70, 01:33
Purtroppo da quando c\'è il ministro attuale non credo si possa più parlare di giustizia....
e chissà quante storie simili, di prevaricazione e di abusi sono accadute senza che noi si sapesse nulla...
Giusto ieri sera ad exit su la7 mostravano i provvedimenti del pacchetto giustizia...
lorsignori, i cosidetti onorevoli, hanno pensato bene di depenalizzare tutta una serie di reati più \"vicini\" al loro modo d\'essere e cioè tutti i reati finanziari, di finanziamento, di turbativa d\'asta ecc.....mentre hanno deciso di picchiare duro sugi reati che loro presumibilmente non compiranno mai e cioè: vendita di merce contraffatta, furti in appartamento, lavoro nero ecc....
un esempio per tutti mostrato ieri sera: un venditore di borsette false rischia fino a 3 anni di carcere, Calisto Tanzi (quello del crack parmalat ) che ha fatto sparire i soldi di 134000 risparmiatori, ha corrotto a dx e sx non rischia nemmeno un giorno perchè il falso in bilancio non sarà più reato....

e mastella annuisce soddisfatto..lavavetri ed extracomunitari non daranno più fastidio... :-Y

koalabradipo
01-01-70, 01:33
oggi sono stato nel growshop della mia città ed ho visto in bella evidenza sul bancone un\'articolo a proposito della vicenda del povero aldo...
anche così si fa\' informazione!!

però è triste che i media non diano risalto a queste vicende \"scomode\"...e che si debba essere noi a fare informazione e chiedere lumi su come si siano realmente svolti i fatti...

koalabradipo
01-01-70, 01:33
Qualche giorno fà anche su repubblica hanno pubblicato un articolo a firma Jenner Meletti..solo che non lo trovo online...

koalabradipo
01-01-70, 01:33
Beppe Grillo interviene sul caso di Aldo --->Click e leggi (http://www.beppegrillo.it/2007/11/cristo_si_e_fer.html#comments)

Spongy
01-01-70, 01:33
che schifo :-Y

GreenDreams
01-01-70, 01:33
Cerchiamo di far girare più possibile l\'articolo sul web!! Inviamo una richiesta di giustizia a tutti i politici ( anche se loro non sanno nemmeno dove stà di casa)
Almeno si deve tentare :-Y

GreenDreams
01-01-70, 01:33
Grande Rouge....ho inviato la lettera a tutti !!!!!!! Cerchiamo di smuovere qualcosa....continuiamo a inviare mail ai giornali tutti i giorni, forse creando un disturbo si decideranno a parlarne !!!!!

GreenDreams
01-01-70, 01:33
Allora i \"piccoli\" sforzi di quelli come noi che credono ancora si possa cambiare qualcosa servono!!!!! Questa è la più bella notizia.....continuiamo così, ora più che mai!!!!
Giustizia per Aldo

don_juan
01-01-70, 01:33
il proibizionismo è uno dei peggiori mali a cui l\'uomo è più affezionato...

FrancoCasalone
01-01-70, 01:33
Buongiorno a tutti.
Prima di tutto ringrazio tutti quanti mi hanno espresso solidarietà per la vicenda capitata a me e alla mia compagna Rosella, per colpa di una legislazione assurda, e che continua a fare vittime che di criminale non fanno altro che non voler credere a delle menzogne. Mi scuso per non aver risposto prima, ma per un lungo periodo mi è stato vietato di comunicare, poi ho avuto problemi con internet... (per me queste macchine saranno utili, ma rimangono “infernali”).
Siamo in autunno, e con i raccolti aumentano le repressioni e il clima di terrore contro chi ama la cannabis.
Tutti quelli colpiti da questo apparato mostruoso hanno la mia piena comprensione e solidarietà; chiediamo ad alta voce che smettano di perseguitarci, anche in nome dei morti assassinati in questa assurda “lotta alle droghe”.
In tutta Europa si sta lavorando ad un progetto per rendere finalmente possibile consumare la propria erba senza dover andare in galera o rischiare conseguenze che ti rovinano la vita: i “Cannabis Social Club” (esistono già in Spagna, Belgio, Svizzera, Usa, Canada...). Le convenzioni internazionali non vietano l’uso personale, e recenti sentenze della cassazione (ma anche di corte d’appello e di tribunali ordinari) hanno stabilito che la coltivazione ad uso personale è da equiparare al possesso. Per riuscire in un progetto del genere in Italia ci vorrà l’impegno di tutti quanti credono sia necessario muoversi per affermare i propri diritti, e non aspettare che qualcun’altro (leggi “politici impreparati, ciechi, corrotti e isterici”) decida per la nostra vita. Vedetevi il sito dell’ENCOD a proposito (www.encod.org).
In questo periodo ho scritto un po’ di cose. In parte sono state pubblicate in rete. Vi metto a disposizione tutto quanto penso potrebbe contenere informazioni o idee utili a cambiare questo stato di cose, potrete trovare tutti i miei ultimi scritti sul sito www.wipeoutlifestyle.it. Ringrazio a questo proposito Pietro per darmi spazio.
Vi faccio tanti auguri, per tutte le attività a venire.
Ciao, e a presto
Franco Casalone

Ricordatevi, in questi giorni, anche dei morti innocenti della “guerra alle droghe”.
Adesso siamo veramente tornati ai tempi dell’inquisizione, che tortura ed uccide chi pensa di poter utilizzare una pianta “vietata”.
Non solo, nonostante le numerose sentenze della Cassazione e di tribunali di grado inferiore sulla non punibilità di condotte legate all’uso di cannabis, nonostante la palese non pericolosità (né fisica, né morale, né sociale) dei consumatori di cannabis, nonostante la mole di informazioni (che si cerca di nascondere o ignorare) a favore di questa sostanza, nonostante le continue richieste di cancellare una legge (la Fini – Giovanardi) degna del massimo disprezzo per i danni che sta causando e nonostante le promesse continuamente rimandate dei politici, nonostante il fatto che basterebbe ordinare di “non intervenire” a fronte di comportamenti non lesivi dell’altrui sfera, nonostante ci si continui a considerare un paese “civile”, si è arrivati al punto di uccidere di nuovo. Di nuovo una persona pacifica è stata ammazzata da questa legge criminale perché consumatore di cannabis.
Anche una sola vita umana ha un valore incommensurabile.
Le responsabilità di più di venti morti fra suicidi e omicidi (quello di questi ultimi giorni, ben più grave: A. B. è morto ammazzato di botte in carcere e, sembra, ammazzato da professionisti che sanno picchiare senza lasciare il segno…) è a questo punto non solo di chi quella legge l’ha pensata e approvata, ma anche di tutti i politici che risiedono in Parlamento, che continuano ad ignorare (e a far ignorare dai media) sia le richieste di una diversa normativa, sia la tragicità dei fatti connessi al volere considerare reati quelle che sono azioni assolutamente pacifiche. Comportamento che permette di cercare di cancellare un’idea pacifica con la violenza barbara e criminale.
Signori Parlamentari: un minuto di silenzio per ognuno di questi morti.
E vergognatevi di continuare a non fare nulla per evitare delle morti innocenti e tante vite rovinate a causa di un’idea, quella proibizionista verso le “droghe”, dimostratasi errata, fallimentare e tristemente assassina.
Franco

Vi ricordo di spedire il comunicato Encod, rivolto ai politici italiani, riguardo a questa triste storia: uniamoci nel chiedere la fine di questa guerra assurda.

Un commento alle ultime notizie: Ferrero ha rimandato a marzo(!!!) la data ultima per la discussione sul DDL sugli stupefacenti.
Perchè in Italia non si può nemmeno discutere di una legge sugli stupefacenti diversa dalla fini-giovanardi?
Penso che la risposta a questa domanda abbia direttamente a che fare con la concezione e la gestione della “democrazia” (c’è davvero?) nel nostro Paese.
Chi ha un modo di concepire la vita diverso da quello imposto in quella che si ostina a chiamare “democrazia” deve essere eliminato, o cambiare il suo pensiero.
I recenti fatti riguardanti il caso del G8 (le pene esorbitanti ai manifestanti ed il rifiuto di istituire una commissione d’inchiesta per le violenze compiute da chi “dovrebbe difendere i cittadini”, la non chiamata in causa delle responsabilità dei politici, Fini in testa, per il comportamento delle forze dell’ordine), quelli sulla morte di Aldo Bianzino sottoposti a “silenzio mediatico”, il clima di intolleranza che si cerca di creare (così la rabbia della popolazione presa in giro si può sfogare contro il “cattivo “ di turno, anche se i veri “cattivi” sono ben altri) e le richieste, anche da parte di chi si considera “libertario”, di punizioni esemplari, il “pacchetto sicurezza” (non più intesa come sicurezza sociale, ma come penale), la volontà dei media di creare e dirigere i sentimenti della popolazione, sono tutti segnali molto gravi che ci riportano allo stesso modo di gestione della “cosa pubblica” dei tempi del bandito Giuliano, con gli stessi poteri che decidono l’impostazione della società, poteri che già allora continuavano ad essere gli stessi che usavano l’olio di ricino contro gli oppositori, e che sembra non siano cambiati.

vandrake
01-01-70, 01:33
quoto. favola ,e cobham,è omicidio anche se fuggi all\'alt e i tuoi inseguitori si schiantano e muoino.Bisogna diventare più CATTIVI !!!!!!!!!!!!!!!!!!

Omshantyshanty
01-01-70, 01:33
tanto di cappello e grandissimo rispetto a chi ancora nonostante tutto ha la forza per proseguire a lottare, ad incazzarsi, a dare testate sul muro di gomma e stupidità che gli hanno alzato contro, ad imbestialirsi per false informazioni o improvvise depistazioni...
...non passa mese in cui qualche notizia nera riguardo alla canapa mi disilluda da una soluzione lieta nei futuri 500 anni....davvero ammiro di cuore chi riesce a trovare la perseveranza per continuare in questa lotta totalmente impari.....

Mkb
01-01-70, 01:33
ciao a tutti,

volevo solo porre alla vostra attenzione \"Il calendario 2008 con gli eroi e i martiri d\'Italia\" by Beppe Grillo.

http://www2.beppegrillo.it/calendario2008/scarica_calendario_2008.gif (http://www2.beppegrillo.it/calendario2008/calendario2008.php)

a pagina 15 del PDF tra i santi italiani troviamo Aldo Bianzoni:
http://img177.imageshack.us/img177/7912/santitalianidx6.th.jpg (http://img177.imageshack.us/my.php?image=santitalianidx6.jpg)

Mkb
01-01-70, 01:33
MANCONI: IL GOVERNO FARA’ GIUSTIZIA SUL CASO BIANZINO (http://www.nojerksite.it/?p=491#more-491)

Fonte: il manifesto del 04 Gennaio 2008

Due mesi fa Aldo Bianzino era a casa sua. Poi l’arresto e la morte nel carcere di Perugia. Aspettiamo ancora gli esiti della terza perizia autoptica disposta dal pubblico ministero, alla ricerca delle possibili cause della morte e delle sue eventuali responsabilità. Intanto da Lecce arriva notizia di un altro decesso le cui cause vanno chiarite: un detenuto trovato morto con macchie di sangue sul corpo.
Anche lì la Procura ha avviato le indagini ed è veramente troppo presto per ipotizzarne gli esiti. Questi episodi e gli altri elencati nel dossier di Antigone ci ricordano di quale terribile meccanismo sia la privazione della libertà per motivi di giustizia: farmaco che cura e che avvelena, il diritto penale si porta con sé la violenza che intende debellare. Negli alambicchi giurisprudenziali tutto si vorrebbe saggiamente misurato, per sanzionare il male e per arrecarne il meno possibile, quando necessario. Ma la procedura, e poi la pena, non sono prodotti di laboratorio, ma fatti umani, di uomini e donne, con le loro qualità e le loro miserie. Capita così che, a dispetto di ogni sacro principio e persino di ogni saggia amministrazione, quando c’è, si muoia ancora in galera, nel mentre che la vita di uomini e donne è affidata alle cure, all’incuria o all’arbitrio di altri. Di fronte a questa tragedia sempre incombente, per quanto è nelle mie responsabilità, ho fatto un punto d’onore della massima trasparenza e del massimo impegno dell’Amministrazione penitenziaria nel sostegno alle attività della magistratura inquirente e nell’accertamento di tutte le eventuali responsabilità amministrative di quanto è accaduto o dovesse accadere, sia esso di rilievo penale o no. D’altro canto, le inchieste, i processi e finanche le condanne non restituiranno Aldo Bianzino e i suoi compagni di sventura alla vita e agli affetti dei loro cari, e sulle amministrazioni dello Stato, su chi le dirige e su chi ne risponde politicamente resterà l’onta di quanto accaduto. Bisogna, dunque, fare di più: lavorare, per quanto possibile, a potenziare le strategie di prevenzione degli eventi critici.

Ad agosto è entrata in vigore la circolare che riforma e potenzia il servizio di accoglienza dei detenuti in carcere. Ne stiamo monitorando l’applicazione: non è ancora a pieno regime (mancano in molti istituti spazi e personale per applicarla efficacemente) e chissà se sarebbe stata sufficiente a prevenire la morte di Aldo Bianzino (i detenuti nelle sezioni di accoglienza dovrebbero essere ospitati in «camere di due-tre posti», e dovrebbe essere garantita loro la permanenza fuori dalla cella nella misura più ampia consentita), ma è un primo passo nella giusta direzione. Altrettanto va fatto in termini di formazione e aggiornamento del personale, non solo per il rispetto della dignità della persona privata della libertà, ma anche per una gestione attenta e responsabile degli stessi «eventi critici»: per tornare al «caso Bianzino», se è vero quanto la compagna ha raccontato a noi, al pm e ai mezzi di comunicazione, al lutto della morte del marito, si sarebbe aggiunta l’onta di una amministrazione che tra i molti possibili avrebbe trovato il modo, per così dire, meno delicato per informarla della tragedia (al quarto colloquio, dopo tre ore e molte reticenze).

Altro ancora è possibile fare sul versante amministrativo. L’Ufficio ispettivo del Dap alle attività investigative ha affiancato finalmente - in ritardo di decenni - la prima approfondita analisi delle condizioni di contesto degli «eventi critici», dalla quale speriamo di poter sapere di più sui modelli organizzativi, gli ambienti detentivi, le relazioni personali, le condizioni soggettive che accompagnano il loro manifestarsi. Intanto, il Capo Dipartimento ha avviato la programmazione della messa in opera del Regolamento penitenziario del 2000, a lungo negletto e svillaneggiato dal precedente governo.

Senza dimenticare che, grazie all’iniziativa di questo governo, si è finalmente deciso che entro il 31 marzo 2008 l‘assistenza ai detenuti passerà al Servizio sanitario nazionale, con un’aspettativa di miglioramento della qualità nella tutela della salute che è di per sé prevenzione di «eventi critici».

Un contributo ulteriore, infine, potrebbe venire dal Parlamento, se avesse la determinazione di portare a compimento l’iter del disegno di legge istitutivo del Garante delle persone private della libertà, già approvato dalla Camera. L’esperienza dei garanti nominati dalle Regioni e dagli enti locali ci dice dell’importanza di una figura di questo genere, dichiaratamente non giurisdizionale, attenta ai diritti dei detenuti e alle possibilità concrete del loro esercizio. Il sistema penitenziario nel suo complesso, dal personale alla magistratura di sorveglianza, non potrebbe che avvantaggiarsi della presenza pienamente legittimata di una figura terza, di prevenzione e composizione di sempre possibili conflitti tra chi è privato della libertà e chi, in nostro nome, è tenuto istituzionalmente a disporre quella privazione.


* Sottosegretario alla Giustizia, Luigi Manconi



ps: link per scaricare la rassegna stampa sul caso Aldo Bianzoni (PDF) (http://veritaperaldo.noblogs.org/gallery/4234/Bianzino.pdf)

Mkb
01-01-70, 01:33
dimenticavo:

<TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE> Benefit per Bianzino al CPA di Firenze
veritaperaldo | 07 Gennaio, 2008 11:06
Il 12 gennaio 2008 ci sarà una serata benefit per parlare del caso di Aldo Bianzino a Firenze presso il CPA Fi Sud.

ore 20.30: cena sociale e incontro con il comitato veritaperaldo

ore 22.30:concerto di Dome La Muerte (Garage Punk) + The Headbangers (Po Garage Punk) </BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE>

per info: http://veritaperaldo.noblogs.org/

Mkb
01-01-70, 01:33
MEREDITH: LE \'IENE\' IN TRIBUNALE MA PER CASO BIANZINO (http://www.agi.it/perugia/notizie/200809261201-cro-r012141-art.html)

(AGI) - Perugia, 26 set. - Anche le \'Iene\' a Perugia per il caso Meredith Kercher. Una troupe della trasmissione televisiva condotta da Ilary Blasi, fin da questa mattina staziona davanti al Palazzo di Giustizia di Perugia sollecitando passanti e i tanti giornalisti che stanno seguendo l\'udienza preliminare per l\'omicidio di \'Mez\' a \"non dimenticare il caso Bianzino\". Aldo Bianzino, falegname 44enne, e\' stato trovato morto il 14 ottobre 2007 nella cella n. 20 della sezione 2B del carcere perugino di Capanne. Li\' era detenuto perche\' i Carabinieri di Citta\' di Castello avevano trovato nell\'orto della sua abitazione a Pietralunga una coltivazione di cannabis.

All\'epoca si sostenne che le cause della morte erano dovute alle percosse subite durante l\'interrogatorio, circostanza in parte confermata anche dall\'autopsia e furno ascoltati i comandanti e le guardie carcerarie in servizio. La Procura perugina (Pm Giuseppe Petrazzini) ha aperto un fascicolo per omicidio volontario. (AGI)

ZioZeb
01-01-70, 01:33
da Il manifesto del 9 feb 2008 (http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/09-Febbraio-2008/art24.html)
Una morte troppo «naturale»
«A uccidere Aldo Bianzino, morto a ottobre nel carcere di Perugia, sarebbe stato un aneurisma. A stabilirlo è stata la perizia del medico legale. Un risultato che però lascia ancora troppe ombre e che non convince la famiglia di Aldo
Emanuele Giordana

Aldo Bianzino morì per cause naturali. La perizia medico legale depositata dai dottori Anna Aprile e Luca Lalli sembra non avere grandi dubbi e tutti i dati «depongono per una emorragia sub-aracnoidea dovuta a rottura aneuristica» che produsse «un\'insufficienza cardio-respiratoria». Che uccise Aldo. Inoltre il suo corpo non riporta traumi evidenti, il che fa scrivere ai due medici che «la possibilità che Bianzino possa avere subìto un insulto traumatico anche modesto in grado di produrre la rottura dell\'aneurisma cerebrale deve essere considerata un\'ipotesi non supportata da alcun dato biologico». Un trauma per la verità c\'è, al fegato. Che risulta strappato e lacerato. Ma, come attesta la letteratura medica, casi di massaggio cardiaco che hanno portato a questi risultati, pur se rari, se ne trovano.
Aldo Bianzino entrò nel carcere perugino di Capanne il 12 ottobre dell\'anno scorso. Stava bene. Era «calmo e tranquillo». Poi la mattina del 14 un aneurisma, un piccolo rigonfiamento di un vettore sanguigno, esplode. Viene soccorso alle otto, dopo che una guardia si accorge del suo corpo inanimato sul lettino della cella. I medici del carcere le provano tutte: gli fanno anche un massaggio cardiaco che dura 22 minuti. Inavvertitamente gli fanno a pezzi il fegato. Ma non c\'è nulla da fare. Quando arrivano i dottori del 118, alle 8.30, c\'è solo da constatare il decesso. Tutto è chiaro, limpido quasi certo. La perizia ammette alcune zone d\'ombra. Si spinge addirittura a scrivere che «può ascriversi a lata ipotesi» l\'idea che Aldo «possa essere stato colpito con modalità in grado di mascherare lesività esterne». Suggerisce che forse, visto che tra l\'emorragia e la morte passarono alcune ore, da due a otto, qualcosa si poteva fare pur se resta difficile determinare cosa. Forse.
In buona sostanza, Bianzino aveva nel corpo una bomba a tempo che prima o poi sarebbe esplosa: fu colpa del carcere se accadde in quel momento? La perizia non sembra escluderlo ma esclude che vi sia stato un evidente elemento scatenante. A restare alle parole fredde della perizia, e ai commenti a caldo delle guardie penitenziarie di Capanne che hanno accolto con sollievo le conclusioni dei due medici incaricati dalla procura, tutto sembra procedere senza una grinza. Un uomo condannato dal suo destino vascolare entra in carcere così come sarebbe potuto entrare in pasticceria. La bomba a tempo lavora contro di lui. Esplode quando meno se l\'aspetta. Muore nel suo letto forse senza un lamento chissà se chiamando aiuto (gli altri detenuti dicono che lo fece) durante un lasso di tempo di due-otto ore. Sconvolto decide anche, chissà come, di mettersi completamente nudo. O furono i medici a spogliarlo forse cercando l\'origine del male oscuro in momenti di tensione che, per massaggiargli il cuore, fecero loro lacerare il fegato a un uomo già morto? Il 118 lo trova nudo in corridoio, altra bizzarria descritta dai referti. Alle 8.30 ne constata il decesso e poi però, tre quarti d\'ora dopo, un funzionario del carcere va a chiedere alla moglie, Roberta Radici, se suo marito ha inghiottito qualcosa perché è in coma. Una finzione apparentemente senza senso per una morte naturale. Ma tutto ciò è ora compito del magistrato che ha in mano una perizia che non risolve se non il particolare che Bianzino morì di aneurisma. Una sacca di sangue che si rompe per maturità o per un aumento della pressione arteriosa dovuto, dice la letteratura, a svariate cause: dall\'attività sessuale a un forte stato di tensione emotiva, di ansia. Dopo tanti «si dice» la perizia medica adesso c\'è. Ma troppe domande restano ancora senza risposta.


:-Y
basta !!!!!!!!!
smettetela di prenderci in giro.

rouge
01-01-70, 01:33
Una lettera di Giuseppe, padre di Aldo Bianzino al quotidiano il Manifesto del 24 aprile 2009 sottolinea l’assassinio nel carcere di Perugia di suo figlio arrestato per alcune piante di canapa.
----------------------------

IL RISPETTO DEI MORTI A DUE MISURE

Dunque Vauro non ha avuto rispetto per i morti.

Ne ha avuto molto di più lo Stato italiano ( di cui mi vergogno di essere ancora considerato un cittadino) i cui giannizzeri, dopo aver ammazzato di botte mio figlio nel carcere di Perugia ne hanno trascinato e abbandonato la salma (denudata) davanti alla porta (chiusa) dell’infermeria del carcere



Giuseppe Bianzino Vercelli

rouge
01-01-70, 01:33
La tragedia continua.
Lo Stato ha sterminato una famiglia per salvarci dalla terribbile cannabis.
Chi sarà il prossimo? ..................

Un appello per Rudra Bianzino

Roberta Radici è morta in un ospedale in attesa di un trapianto di fegato. Il suo nome non dirà molto a chi segue la televisione o legge i giornali. Era la vedova di un falegname, Aldo Bianzino, morto in carcere, la cui colpa era coltivare piantine di canapa indiana nell\'orto. Roberta partecipò al V2Day, vidi suo figlio. Roberta pianse di gioia per la partecipazione alla sua tragedia di una piazza San Carlo piena all\'inverosimile. Forse la sua malattia è stata accelerata dallo stress, dal dispiacere. Alla fine di dicembre nel 2007 scrivevo nel blog:
\"Qualcuno bussa alla tua porta. E\' lo Stato. Ti porta via dalla tua famiglia. Da tuo figlio di 14 anni. Ti accusa di aver coltivato delle piantine di canapa indiana nell\'orto di casa. Ti mette in cella. Ti uccide. Non è l\'Argentina dei colonnelli e neppure l\'Unione Sovietica di Stalin. E\' l\'Italia di Mastella e di Amato. Aldo Bianzino è stato assassinato in carcere. Ucciso due volte. Prima dai suoi carnefici e poi dai media che lo hanno ignorato. La vedova di Aldo si chiama Roberta Radici. Nell\'intervista che ci ha rilasciato ha detto: \"Non so cosa pensare dello Stato. Cosa pensare della giustizia.\"
intervistaradici.jpgLa famiglia Bianzino era composta da Aldo, la moglie Roberta, il figlio Rudra e la nonna, morta poco dopo Aldo. Non era una famiglia benestante.
Rudra ora è solo. Deve sostenere le spese per il processo penale contro i carcerieri di Aldo e studiare, prepararsi a un futuro. Lancio insieme a Jacopo Fo e al Meetup di Perugia una sottoscrizione per Rudra. Il blog seguirà il processo Bianzino fino alla fine, come ha fatto per i processi Rasman e Aldrovandi. Un filo rosso di vergogna per le istituzioni unisce tra loro queste morti di innocenti.
Non lasciamo solo questo ragazzino. Facciamolo per noi, prima ancora che per lui.


Potete versare i vostri contibuti sul conto corrente aperto presso Banca Etica, IBAN: IT61R0501812100000000128988 BIC: CCRTIT2T84A intestato a: \"PER RUDRA BIANZINO\".

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10-12-09, 09:15
Aldo Bianzino: 11 dicembre 2009 a Perugia manifestazione per sapere la verità sulla morte

Partiranno domani a Perugia una serie di iniziative contro l’archiviazione dell’inchiesta sul decesso sospetta di Aldo Bianzino, morto nella notte tra il 13 e il 14 ottobre 2007 poche ore dopo l’arresto per coltivazione e detenzione di marijuana.
“Qualche settimana fa, il gup di Perugia ha rinviato a giudizio al prossimo 28 giugno, per omissione di soccorso e atti di ufficio e falso, l’agente della polizia penitenziaria in servizio durante la detenzione”, ricorda una nota dei radicali italiani.
Bianzino uno dei tanti casi di “omicidio di Stato”?

http://www.mondoraro.org/2009/12/10/aldo-bianzino-11-dicembre-2009-a-perugia-manifestazione-per-sapere-la-verita-sulla-morte/

Mkb
07-05-10, 11:10
http://www.youtube.com/watch?v=To3Un-nd79o

http://www.youtube.com/watch?v=To3Un-nd79o

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07-05-10, 11:21
To3Un-nd79o