PDA

Visualizza Versione Completa : La musica non si blocca - iniziativa Barese



OldGoblin_deleted
01-01-70, 01:33
Riceviamo e pubblichiamo


Salve, volevo segnalarvi la nostra campagna contro i posti blocco della GdF agli eventi reggae a Bari.
Saremmo lieti di una vostra adesione di solidarietà, come gruppo od organizzazione, o anche come singoli, al nostro appello riportato qui sotto.
E\' possibile aderire rispondendomi per email, o ancora meglio lasciando un commento all\'appello nel blog
http://lamusicanonsiblocca.wordpress.com/comunicato-e-appello/
Saluti e grazie per l\'attenzione.


Mimmo
http://www.lamusicanonsiblocca.wordpress.com




La musica non si blocca!
Il reggae a Bari contro la criminalizzazione della vita notturna e per la depenalizzazione della cannabis.


Gli operatori e gli artisti legati alla scena musicale del reggae in puglia, intendono denunciare pubblicamente un singolare fenomeno di accanimento repressivo nei loro confronti.
La questione è di interesse generale, perchè riguarda un notevole spreco di energia e di risorse pubbliche che danneggia la vera lotta alla criminalità ed ai traffici illeciti, preferendo piuttosto criminalizzare un fenomeno musicale in quanto tale, fermando e controllando migliaia di suoi semplici utenti, e colpendo decine di ragazzi colpevoli solo del possesso di piccole quantità di hashish o marijuana.
Ma veniamo ai fatti. Da circa un anno ormai, la Guardia di Finanza in terra di Bari impiega uomini e mezzi in quantità nella lotta contro il reggae. Avete letto bene, non contro la mafia, l\'evasione fiscale, l\'alcolismo e le sostanze pericolose in generale ma contro la musica reggae.
E\' un dato di fatto ormai che sistematicamente, qualsiasi evento musicale grande o piccolo in provincia di Bari, purchè promozionato come \"reggae\", viene monitorato dalla Guardia di Finanza. A pochi metri dall\'ingresso dei locali vengono allestiti posti di blocco spropositati, con almeno sei auto e decine di agenti, unità cinofile e bilancini. Questo vuol dire soldi, straordinari per chi lavora di notte nei fine settimana, e super utilizzo di mezzi come i cani che poi sono stanchi per le cose più serie.
Anche per iniziative che richiamano poche centinaia o adirittura decine di utenti, sono stati disposti spiegamenti di forze degni di raduni di massa.
Tutto il pubblico viene sistematicamente intercettato e perquisito ogni volta, anche per più eventi alla settimana, con il semplice risultato di collezionare verbali di sequestro per due o tre \"spinelli\" ogni tanto. Tanta sistematicità ha due effetti principali: scoraggiare l\'utenza a seguire eventi di questo genere musicale, e garantire l\'impunità ai veri spacciatori che sanno benissimo quando e dove troveranno i controlli.
La scelta delle forze dell\'ordine è quella di accanirsi e di impiegare risorse nella repressione dell\'uso delle cosidette \"droghe\" leggere, cannabis e derivati, quando invece il vero pericolo per la salute e la sicurezza è l\'abuso di altre sostanze diffusissime: alcol sopratutto, ma anche tante altre potenti droghe chimiche.
A Bari ci sono funzionari che impiegano il loro tempo a collezionare i volantini delle feste reggae ed a leggere i forum specializzati su internet, solo perchè da sempre questa scena musicale si è apertamente espressa a favore della liberalizzazione delle droghe leggere. Una rivendicazione condivisa da larghe fascie della società civile e supportata dai più autorevoli settori della scienza e della cultura internazionali.
I responsabili dell\'ordine pubblico però dovrebbero anche sapere che questa consapevolezza favorisce un sostanziale disinteresse verso sostanze davvero pericolose. Tutti i gestori dei locali sanno che quando ospitano eventi reggae devono fare i conti con uno scarso rendimento del bar, per un consumo di superalcolici inferiore alla media. Le risse e gli incidenti, favoriti dall\'uso di sostanze eccitanti, sono più rari che altrove. La cultura della musica reggae è piuttosto veicolo di messaggi positivi, ecologia, antirazzismo, solidarietà, impegno sociale e spiritualità.
Non affermiamo questo per criticare altre abitudini e forme d\'arte, ma solo per riaffermare le specificità culturali positive espresse da questa musica che ora viene attaccata. La criminalizzazione della vita notturna in quanto tale è sempre sbagliata: non tutela realmente la salute e la sicurezza, in quanto ostacola la socialità e l\'arte, favorisce l\'isolamento degli individui ed i traffici dei veri criminali.
Noi operatori e artisti vogliamo sapere qual\'è la volontà politica dietro queste operazioni della GdF a Bari, chi le decide, qual\'è il vero scopo e quali sono i veri risultati di questo utilizzo mirato di risorse pubbliche.
Rivendichiamo il diritto della gente a recarsi alle nostre iniziative senza essere automaticamente trattenuti e umiliati da noiosi ed inutili controlli. Riaffermiamo il carattere progressivo ed edificante della nostra cultura, che non merita di essere soffocata da una vera e propria campagna persecutoria istituzionale.
Auspichiamo la depenalizzazione delle droghe leggere, per un utilizzo più efficace e meno ideologico delle risorse in materia di ordine pubblico e salute.


L\'assemblea degli artisti reggae in terra di Bari (in ordine alfabetico):


Amlak Dub (sound system)
Barireggae.it (portale web)
Chop Chop (band)
Double Dose (crew)
Dread Movement (crew)
Heavy Hammer (crew)
High Grade Conqueror (sound system)
I&I Project (sound system)
Kings of Kings (crew)
Murgia Youth (crew)
Ragga Meridional (crew)
Rhomanife (band)
Shanty (crew)
Small Axe (crew)
Soundsystem.it (portale web)
South Love Vibration (crew)
Suoni Mudù (band)

Elune
01-01-70, 01:33
è proprio vero che potrebbero toglierci il diritto di indossare le mutande e farci girare con un cazzo di gomma nel culo tra un po\', meno male che ci sono questi segnali che mostrano come basti una presa di coscienza collettiva per rimetterglielo nel culo a loro.