Mkb
01-01-70, 01:33
Denuncia del Codacons: milioni di cittadini schedati nei commissariati (http://periodicoitaliano.info/2009/10/02/denuncia-del-codacons-milioni-di-cittadini-schedati-nei-commissariati/)
Questa sicuramente non la sapevate.
spyIl 28 settembre 2009 il Codacons, dopo aver effettuato opportune e doverose ricerche, ha presentato un esposto molto interessante all’Autorità Garante per la privacy. Nel rapporto si parla di documenti riguardanti la vita privata dei cittadini, conservati e custoditi gelosamente nei commissariati italiani.
Sono prassi utilizzate ormai da tempo e nel corso degli anni hanno portato alla raccolta di un numero enorme di dati che possono essere definiti “sensibili”.
Tale prassi però appare in aperto contrasto con i principi inerenti la tutela dei dati personali e il consenso al trattamento degli stessi.
Più precisamente la vecchia legge 675/96, poi confluita nel D.lg. 196/2003, stabilisce come i soggetti pubblici o privati hanno l’obbligo di trattare esclusivamente dati pertinenti alle proprie finalità. Non bisogna quindi eccedere nella raccolta di informazioni, a meno che esse non abbiano rilevanza e scopi processuali.
Inoltre tali dati, seppur raccolti in maniera pertinente e osservante, devono essere se necessario aggiornati e conservati per un periodo non superiore al raggiungimento degli scopi per i quali erano stati inizialmente collezionati.
La legge, come detto prima, si applica ai soggetti pubblici e a quelli privati, alle aziende come al singolo cittadino e di conseguenza anche agli organi di Polizia.
Da oltre venti anni invece, dice il Codacons, i commissariati di tutta Italia conservano migliaia di fascicoli personali, molti dei quali (sicuramente) hanno visto cadere la propria eventuale rilevanza processuale se mai ne abbiano avuta una. Pile e pile di documenti colmi di dati inutili ma in aperta contraddizione con quanto stabilito dalla legge e con quanto siamo abituati a sentire in televisione o a leggere sui giornali: querele per invasione della privacy, foto scattate in giardino durante le feste, vicende giudiziarie passate, pagate e prescritte sbattute poi sui giornali.
Tutto mentre lo spensierato cittadino comune, ignaro, è schedato in un computer o in un registro.
Il Codacons ha chiesto al Garante per la privacy di emettere quanto prima un ordine al Ministero dell’Interno, affinché questi fascicoli vengano distrutti o trasformati in forma anonima e che i dati raccolti violando la legge siano bloccati.
Insomma i dossier personali di ognuno devono essere distrutti se non è più necessaria la conservazione.
Non fa una piega…
Chiunque, dopo aver letto questa news di nicchia, fosse interessato a conoscere cosa i commissariati tengono gelosamente custodito riguardo il proprio conto, può chiedere attraverso il Codacons di prendere visione di tutte le carte inerenti.
Marco Pesino
Questa sicuramente non la sapevate.
spyIl 28 settembre 2009 il Codacons, dopo aver effettuato opportune e doverose ricerche, ha presentato un esposto molto interessante all’Autorità Garante per la privacy. Nel rapporto si parla di documenti riguardanti la vita privata dei cittadini, conservati e custoditi gelosamente nei commissariati italiani.
Sono prassi utilizzate ormai da tempo e nel corso degli anni hanno portato alla raccolta di un numero enorme di dati che possono essere definiti “sensibili”.
Tale prassi però appare in aperto contrasto con i principi inerenti la tutela dei dati personali e il consenso al trattamento degli stessi.
Più precisamente la vecchia legge 675/96, poi confluita nel D.lg. 196/2003, stabilisce come i soggetti pubblici o privati hanno l’obbligo di trattare esclusivamente dati pertinenti alle proprie finalità. Non bisogna quindi eccedere nella raccolta di informazioni, a meno che esse non abbiano rilevanza e scopi processuali.
Inoltre tali dati, seppur raccolti in maniera pertinente e osservante, devono essere se necessario aggiornati e conservati per un periodo non superiore al raggiungimento degli scopi per i quali erano stati inizialmente collezionati.
La legge, come detto prima, si applica ai soggetti pubblici e a quelli privati, alle aziende come al singolo cittadino e di conseguenza anche agli organi di Polizia.
Da oltre venti anni invece, dice il Codacons, i commissariati di tutta Italia conservano migliaia di fascicoli personali, molti dei quali (sicuramente) hanno visto cadere la propria eventuale rilevanza processuale se mai ne abbiano avuta una. Pile e pile di documenti colmi di dati inutili ma in aperta contraddizione con quanto stabilito dalla legge e con quanto siamo abituati a sentire in televisione o a leggere sui giornali: querele per invasione della privacy, foto scattate in giardino durante le feste, vicende giudiziarie passate, pagate e prescritte sbattute poi sui giornali.
Tutto mentre lo spensierato cittadino comune, ignaro, è schedato in un computer o in un registro.
Il Codacons ha chiesto al Garante per la privacy di emettere quanto prima un ordine al Ministero dell’Interno, affinché questi fascicoli vengano distrutti o trasformati in forma anonima e che i dati raccolti violando la legge siano bloccati.
Insomma i dossier personali di ognuno devono essere distrutti se non è più necessaria la conservazione.
Non fa una piega…
Chiunque, dopo aver letto questa news di nicchia, fosse interessato a conoscere cosa i commissariati tengono gelosamente custodito riguardo il proprio conto, può chiedere attraverso il Codacons di prendere visione di tutte le carte inerenti.
Marco Pesino