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Visualizza Versione Completa : MONFALCONE: Prelevati da casa di notte per fare il test antidroga 27 ragazzi.



BoRdErLiNe
13-02-10, 10:39
Si sono presentati nelle prime ore del mattino. Come accade solitamente. I carabinieri friulani hanno suonato i campanelli di ventisette abitazioni, a Monfalcone e comuni limitrofi come Ronchi dei Legionari, San Canzian d'Isonzo, Doberdò del Lago e Udine. Cercavano ragazzi tra i diciassette e i ventitre anni. Il mandato era prelevarli e portarli al pronto soccorso a fare degli esami per verificare la presenza di sostanze stupefacenti.

Una vicenda che ha dell'inaudito, anche se a Monfalcone c'è chi cinicamente dice «siamo ormai abituati alle novità». È stata un'operazione su larga scala partita dal Tribunale dei minori di Trieste e dal Tribunale di Gorizia. Un'operazione finalizzata, come hanno ammesso gli stessi carabinieri, a contrastare il fenomeno del consumo di droga tra i giovani e i giovanissimi. Dunque un'operazione con finalità educative. Tanto che nel comunicato dei carabinieri, come riportato dalla stampa locale e dalla delibera emessa lunedì dalla Camera Penale di Gorizia e firmata dal presidente, Riccardo Cattarini, si legge che l'operazione intendeva «dare un segnale volendo incidere sulla consapevolezza dei giovani ai fini del recupero di un sano stile di vita ... e una sorta anche di raccomandazione alle famiglie sollecitandole a mantenere l'attenzione verso i propri figli, rilevando così lo spessore sociale dell'operazione medesima». Parole che hanno subito suscitato la reazione della Camera Penale di Gorizia, che infatti nella sua delibera esprime «preoccupazione per la dichiarazione dei Comandi dell'Arma secondo la quale l'operazione intera sarebbe stata finalizzata a dichiarati scopi politico sociali, siccome evidente esercizio di una funzione politico sociale che un ordinamento democratico ed attento ai diritti dei cittadini non può e non deve affidare alle Forze dell'Ordine». La delibera prosegue ricordando che «accertamenti sanitari che la legge prevede come assolutamente volontari sarebbero stati eseguiti, su richiesta dei Carabinieri, da reparti ospedalieri deputati alla medicina d'urgenza, con corrispondente impegno degli stessi per fini diversi da quelli istituzionali, previa, sempre secondo la stampa, "firma di un modulo"; tale modalità di esecuzione degli accertamenti sanitari non sembra, tuttavia, tranquillizzare circa la piena consapevolezza, da parte degli interessati, del diritto insopprimibile, in quanto disposto chiaramente dalla legge, di rifiutarsi di sottoporsi agli accertamenti sanitari che sono stati loro proposti».
Il fatto che nessuno dei ragazzi (o dei genitori, nel caso dei minorenni) abbia negato il consenso va letto evidentemente con un certo shock che chiaramente ha colpito le famiglie, svegliate alle tre del mattino. L'operazione è andata avanti fino alle quattro del pomeriggio. Quanto all'esito: sei persone sono state denunciate per cessione, ventuno sono state segnalate come consumatori alla prefettura. Modico il quantitativo di stupefacenti sequestrato. Ma il comandante provinciale dei carabinieri, Roberto Zuliani, ha ribadito il fattore sociale e di prevenzione all'interno del quale è maturata l'operazione dei suoi uomini. Le cronache locali citano il comandante: «Tante famiglie non immaginavano nemmeno che i figli consumassero droga, seppure leggera. È sbagliato - ha aggiunto il comandante - significa che i ragazzi hanno già intrapreso la strada sbagliata. Può essere una vita rovinata in partenza. Per i genitori, la nostra operazione di forte prevenzione deve essere un bel campanello d'allarme».
Carabinieri che si sostituiscono alla politica? Non è un caso che la delibera della Camera Penale si dica estremamente preoccupata per «l'utilizzo, che pare in questa occasione verosimilmente avvenuto, di uno strumento delicato e assai invasivo come quello dell'indagine penale, riservato all'accertamento dei reati, in situazioni che paiono, anche a prima vista, decisamente appartenenti - a tutto concedere - a forme di disagio sociale giovanile che debbono trovare giusta soluzione e supporto in interventi di natura educativa ed assistenziale, non già in operazioni di polizia che, in particolare in piccoli centri, sembrano inevitabilmente destinate a criminalizzare i destinatari dell'intervento, con il rischio che costoro vengano in seguito inseriti in reali circuiti criminali». A Gorizia, come a Monfalcone in questi giorni non si parla d'altro che di quanto accaduto. L'Officina Sociale, storico centro sociale della città di Fincantieri, ha organizzato per giovedì della prossima settimana un incontro con tutte le realtà cittadine e non solo.


fonte: il manifesto


questi stanno fuori non c'è che dire!! la forze dell'ordine si danno ad attività politico-sociali di loro spontanea iniziativa prelevando ragazzi dalle proprie abitazioni.. siamo agli sgoccioli!!!

favolantica_delete
13-02-10, 11:09
Sottolineo che sono intervenuti 80 agenti con unità cinofile e che il totale della sostanza sequestrata (ripeto, TOTALE su 27 ragazzi) è stata la seguente

14 semi di marijuana, quattro spinelli di hashish, due piante di marijuana, due bilancini di precisione, 16 semi di canapa indiana, 142 grammi di piante di marijuana essiccate, diversi grammi di marijuana, due pasticche di ecstasy http://bora.la/2010/02/06/maxi-operazione-antidroga-dei-carabinieri-nellisontino-denunciati-27-giovani/

Ma vi rendete conto? Oltre al danno pure la beffa che loro definiscono con "una lunga lista di sostanze stupefacenti" (notare la qualità e la definizione dei semi, vergognoso)
E mentre succedeva tutto questo, ai confini austriaci e sloveni potevano passare indisturbati quintali di ero e coca, camion interi pieni di cuccioli provenienti dall'est, centinaia di eminenti schiave del sesso clandestine. 80 persone pagate da noi, in giro nelle case altrui alle 3 di notte a rovinare famiglie e ragazzi e, quel che è peggio, pure pagate da noi. Siamo involontariamente complici, e la cosa fa incazzare ancora di più:faccina500:

Eshya
13-02-10, 12:48
Oddio :stretcher: Qui sembra di toccare il fondo ogni giorno, ma si va sempre più giù O_____O

Poveri ragazzi e povere famiglie in primis, ma anche poveri noi e povera Italia... :climb2:

14 semi di marijuana e 16 semi di canapa indiana :roflmao::roflmao::roflmao: Anche se ci sarebbe da piangere.........

some_person
13-02-10, 19:44
sono fuori, sono completamente fuori..."È sbagliato - ha aggiunto il comandante - significa che i ragazzi hanno già intrapreso la strada sbagliata. Può essere una vita rovinata in partenza." e questo é il piú pazzo di tutti O.O

FrancoCasalone
14-02-10, 16:40
Ciao a tutti. Da tempo non partecipavo al forum di enjoint. Questa notizia è veramente grave, significativa del regime oscurantista in cui ci troviamo. Spero soltanto che le famiglie colpite da questo abuso di potere gratuito e irresponsabile trovino il coraggio di sporgere denuncia contro i responsabili di questo atto lesivo di ogni diritto civile e della dignità di tutti i cittadini.
Franco

Serp
15-02-10, 01:12
pazzesco, questo è vero e proprio squadrismo fascista!

uedro
15-02-10, 10:41
come cazzo gli salta nella testa di andare a rompere i coglioni a queste povere famiglie e soprattutto a quei poveri ragazzi che non fanno niente di male e poi per cosa? praticamente niente...solo abuso di potere!!! spero che partano diverse denuncie (sempre che la nostra legge del cazzo lo permetta)..:wallbash:

some_person
15-02-10, 20:33
se i poliziotti protagonisti degli eventi di genova sono stati tutti assolto non vedo come potrebbe funzionare una semplice denuncia in questo caso -.-

favolantica_delete
16-02-10, 08:33
Bhè... c'è un precedente proprio a Monfalcone di 2 anni fa. Un maresciallo dei CC è stato mandato a viole dopo che diversi pischelli l'han denunciato perchè al momento dell'eventuale sequestro di irrisorie quantità di erba e/o fumo, il tizio li ricattava facendosi "regalare" cellulari, i-pod, soldi e anche la stessa sostanza rinvenuta in cambio della non emissione di verbale e di conseguente segnalazione. Ovvio che questo genio ora come ora non sarà disoccupato come meriterebbe ma solo trasferito di caserma, ma quel che conta è che non abbia potuto agire indisturbato grazie a quelle che, anche allora, potevano sembrare inutili denunce.

favolantica_delete
17-02-10, 10:22
Nasce la Carta di Trieste

Elena Placitelli (Terra Nordest)


http://www.terranews.it/sites/default/files/images/user/TRIESTE.png (http://www.terranews.it/content/triestepng-0)
WELFARE. Un documento degli operatori sociali del Friuli Venezia Giulia su libertà terapeutica, carcere e sostanze

Mentre l’Italia intera ricorda il trentennale della morte di Franco Basaglia, a Monfalcone, a due passi da Gorizia e Trieste, una trentina di giovanissimi vengono sottoposti a indagini e perquisizioni. In tutto si trova una manciata di “fumo”. La maxi- retata smuove perfino la Camera penale di Gorizia, con gli avvocati che accusano gli inquirenti di voler colpire i giovani consumatori di cannabis al posto dei veri trafficanti. Giovani che rischiano di finire in carcere. Com’è successo, un anno fa, a sei ragazzi di Monfalcone che, con l’accusa di spaccio, si sono fatti venti giorni di cella. Per poi essere liberati, grazie a una sentenza del Tribunale del riesame di Trieste, che ha smontato il metodo di indagine condotto dagli inquirenti. Nelle carceri italiane, di giovani consumatori ce ne sono tanti. Lo dicono i dati forniti da Antigone, associazione nazionale per i diritti e le garanzie nel sistema penale: tra i detenuti, si contano più del 30 per cento di consumatori e piccoli spacciatori. E le carceri intanto straboccano.

Ma al di là del sovraffollamento, sono le stesse condizioni di vita ad essere sotto accusa: 72 suicidi e 175 morti nel 2009, che nel 2010 sono diventate già 15. Intanto le grandi organizzazioni criminali, che dominano il mercato delle sostanze con profitti enormi, restano fuori. E a Gradisca, a pochi chilometri da Gorizia, centinaia di migranti sono rinchiusi nel Centro di identificazione ed espulsione. Eppure è proprio da quelle terre, comprese tra Gorizia e Trieste, che trent’anni fa Franco Basaglia fece chiudere i manicomi. Il medico convinse il Paese che in manicomio finivano i diversi, i devianti che la società non voleva accogliere. Quelli a cui non si voleva dare cittadinanza perchè offendevano la morale o ponevano domande troppo complesse per essere risolte. Facendo approvare la legge 180 di riforma psichiatrica, Basaglia mise la persona al centro delle politiche di welfare, rifiutando il ruolo di controllo e contenimento.

Di tutto questo si è discusso in questi giorni a Trieste, nelle giornate sulla psichiatria organizzate dall’Azienda sanitaria, in occasione del trentennale della sua morte. Una settimana di incontri, workshop e laboratori, tutti all’interno dell’ex Ospedale psichiatrico di Trieste. Lo stesso manicomio di cui Basaglia distrusse i muri, con un cavallo di cartapesta fatto di sogni. «Trieste 2010: che cos’è salute mentale? Per una rete di salute comunitaria». É questo il titolo del grande convegno internazionale che si è svolto tra il 9 e il 13 febbraio. A parteciparvi, per lo più esperti, medici ed operatori dei servizi sociosanitari, tra cui, giusto per fare un nome, Franco Rotelli, direttore dell’Azienda sanitaria triestina, che attraversò con Basaglia l’esperienza di chiusura dei manicomi. Ma anche giornalisti e comunicatori, guidati da Massimo Cirri, ideatore della celebre trasmissione Caterpillar in onda su Radio 2. Ridurre a una pagina una miriade di discussioni è praticamente impossibile. Partiremo allora dalle conclusioni. A tirare le fila del discorso, la «Carta di Trieste».

Il documento, sottoscritto dalla rete degli operatori sociali del Friuli Venezia Giulia, si domanda come attualizzare la libertà terapeutica proposta da Basaglia. Ne esce un elenco di punti programmatici, volti a rimettere in discussione «il ruolo che oggi il potere attribuisce al sistema del welfare». L’obiettivo è di aprire una nuova campagna. Lo si capisce dalle parole usate nel documento, che avanzano istanze dettagliate. «Si chiede – recita il testo - la completa depenalizzazione di ogni reato connesso sia al consumo di sostanze che alla loro autoproduzione, la promozione di un utilizzo consapevole e anche la volontarietà degli accertamenti sanitari effettuate nei luoghi di vita e di lavoro». Per raggiungere gli obiettivi, nella Carta si propone poi di organizzare una giornata nazionale sul carcere e una sul tema delle sostanze.

Momenti di incontro per riflettere sulle condizioni di detenzione e sulla depenalizzazione dei comportamenti connessi al consumo di sostanze. Per concretizzare le azioni, si pensa anche ad istituire, nelle amministrazioni comunali, una sorta di garante dei detenuti. Il tutto grazie a una rete permanente, «che raccolga operatori sociali e sanitari, avvocati e giuristi, politici e cittadini, con il compito di monitorare nei territori la situazione nelle carceri e di osservare l’applicazione delle strategie di controllo nei luoghi di vita e di lavoro». Si parte giovedì 18 febbraio, con un dibattito pubblico, organizzato nel centro di Monfalcone «Officina Sociale» alle ore 20. Al centro del convegno, l’intervento di Riccardo Cattarini, il presidente della Camera penale di Gorizia, che spiegherà perchè gli avvocati locali hanno deciso di puntare il dito contro la maxi-retata che ha appena colpito i giovani di Monfalcone. Chissà se aveva ragione Basaglia, quando diceva che «l’importante è sapere ciò che si può fare».

http://www.terranews.it/news/2010/02/nasce-la-carta-di-trieste


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:sm_clapper::biggrinthumb::sm_clapper:

CanapaioPR
17-02-10, 23:50
MONFALCONE: GRAVISSIMA LESIONE DELLO HABEAS CORPUS, INAMMISSIBILE IN UNO STATO DI DIRITTO

17 febbraio 2010

INTERPELLANZA DEI SENATORI RADICALI/PD PERDUCA E PORETTI.
I senatori radicali/PD Marco Perduca e Donatella Poretti e Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani) hanno dichiarato:
Apprendiamo da (poche) notizie di una recente retata operata dai carabinieri di Monfalcone in vari comuni friulani (Udine, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, San Canzian d’Isonzo, Doberdò del Lago): 27 ragazzi tra i 17 e i 23 anni sono stati prelevati di notte o all’alba dalle loro case, portati al pronto soccorso e sottoposti a controlli sanitari per verificare la presenza di sostanze stupefacenti.
Si tratta di un’intollerabile violazione dell’habeas corpus, degna del più buio Medioevo, non di uno Stato di diritto quale l’Italia dice di essere ma – come detto e scritto nero su bianco solo da noi radicali – non è. Un comunicato prontamente diramato dal Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri parla di “segnale” da dare, di “raccomandazione” alle famiglie nei cui confronti “la nostra operazione di forte prevenzione deve essere un bel campanello d'allarme”. Risultato finale della “grande operazione antidroga”: 14 semi di marijuana, quattro spinelli di hashish, due piante di marijuana, due bilancini di precisione, 16 semi di canapa indiana, 142 grammi di piante di marijuana essiccate, diversi grammi di marijuana, due pasticche di ecstasy. Tutti i giovani sono stati segnalati alla Prefettura quali assuntori, mentre 6 sono stati deferiti in stato di libertà per il reato di cessione di stupefacenti.
Per fortuna, non tutti hanno assistito, muti e rassegnati, a un’operazione del tutto illegittima, nonostante i carabinieri si siano premurati di far firmare ai ragazzi un “nulla osta” (nelle condizioni di pressione psicologica in cui si trovavano, chi non avrebbe firmato?). La Camera Penale di Gorizia ha scritto parole forti e chiare, esprimendo “preoccupazione per la dichiarazione dei Comandi dell'Arma secondo la quale l'operazione intera sarebbe stata finalizzata a dichiarati scopi politico sociali, siccome evidente esercizio di una funzione politico sociale che un ordinamento democratico ed attento ai diritti dei cittadini non può e non deve affidare alle Forze dell'Ordine”.
Interpelleremo il ministro della Difesa per sapere su quali basi giuridiche si giustifica l’operazione dei carabinieri di Monfalcone, ricordando anche che esiste un precedente altrettanto grave: il 19 maggio 2008, le forze dell'ordine effettuarono una perquisizione nella struttura in cui è ospitato il Drop-in, di proprietà del Comune di Monfalcone, mettendo sottosopra le stanze e violando documenti e computer. Non furono trovate sostanze stupefacenti né altro.

favolantica_delete
18-02-10, 11:31
http://img535.imageshack.us/img535/2084/operaz20anti.th.gif (http://img535.imageshack.us/i/operaz20anti.gif/)

Ecco come ha riassunto l'ADUC. Fa sorridere anche se non c'è nulla da sorridere.

uedro
19-02-10, 14:46
non la devono passare liscia come sempre.. fdo e quelle figure ambigue che le governano. vogliono decidere loro cosa è giusto o no per noi.


Un comunicato prontamente diramato dal Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri parla di “segnale” da dare, di “raccomandazione” alle famiglie nei cui confronti “la nostra operazione di forte prevenzione deve essere un bel campanello d'allarme”. Risultato finale della “grande operazione antidroga”:
queste dichiarazioni ti fanno solo incazzare se pensiamo che tutto il resto del male (e parlo di male vero) che c'è non viene preso per niente in considerazione.

NON LA DEVONO PASSARE LISCIA"!!!:icon_thumbdown::icon_thumbdown::icon_thumbdown :