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Visualizza Versione Completa : Il mito di Aristofane e il senso della vita



philmusic
28-04-13, 02:45
Nei tempi andati, infatti, la nostra natura non era quella che è oggi, ma molto differente. Allora c'erano tra gli uomini tre generi, e non due come adesso, il maschio e la femmina. Ne esisteva un terzo, che aveva entrambi i caratteri degli altri.


La ragione per cui c'erano tre generi è questa, che il maschio aveva la sua origine dal Sole, la femmina dalla Terra e il genere che aveva i caratteri d'entrambi dalla Luna, visto che la Luna ha i caratteri sia del Sole che della Terra. La loro forma e il loro modo di muoversi era circolare, proprio perché somigliavano ai loro genitori. Per questo finivano con l'essere terribilmente forti e vigorosi e il loro orgoglio era immenso. Così attaccarono gli dèi e quel che narra Omero di Efialte e di Oto, riguarda gli uomini di quei tempi: tentarono di dar la scalata al cielo, per combattere gli dèi. Allora Zeus e gli altri dèi si domandarono quale partito prendere. Erano infatti in grave imbarazzo: non potevano certo ucciderli tutti e distruggerne la specie con i fulmini come avevano fatto con i Giganti, perché questo avrebbe significato perdere completamente gli onori e le offerte che venivano loro dagli uomini; ma neppure potevano tollerare oltre la loro arroganza. Dopo aver laboriosamente riflettuto, Zeus ebbe un'idea. "lo credo - disse - che abbiamo un mezzo per far sì che la specie umana sopravviva e allo stesso tempo che rinunci alla propria arroganza: dobbiamo renderli più deboli. Adesso - disse - io taglierò ciascuno di essi in due, così ciascuna delle due parti sarà più debole.


Quando dunque gli uomini primitivi furono così tagliati in due, ciascuna delle due parti desiderava ricongiungersi all'altra. Si abbracciavano, si stringevano l'un l'altra, desiderando null'altro che di formare un solo essere. E così morivano di fame e d'inazione, perché ciascuna parte non voleva far nulla senza l'altra. E quando una delle due metà moriva, e l'altra sopravviveva, quest'ultima ne cercava un'altra e le si stringeva addosso.


Dunque ciascuno di noi è una frazione dell'essere umano completo originario. Per ciascuna persona ne esiste dunque un'altra che le è complementare, perché quell'unico essere è stato tagliato in due, come le sogliole. E' per questo che ciascuno è alla ricerca continua della sua parte complementare.


Queste persone - ma lo stesso, per la verità, possiamo dire di chiunque - quando incontrano l'altra metà di se stesse da cui sono state separate, allora sono prese da una straordinaria emozione, colpite dal sentimento di amicizia che provano, dall'affinità con l'altra persona, se ne innamorano e non sanno più vivere senza di lei - per così dire - nemmeno un istante. E queste persone che passano la loro vita gli uni accanto agli altri non saprebbero nemmeno dirti cosa s'aspettano l'uno dall'altro. Non è possibile pensare che si tratti solo delle gioie dell'amore: non possiamo immaginare che l'attrazione sessuale sia la sola ragione della loro felicità e la sola forza che li spinge a vivere fianco a fianco. C'è qualcos'altro: evidentemente la loro anima cerca nell'altro qualcosa che non sa esprimere, ma che intuisce con immediatezza.


Tratto dal Simposio di Platone.

Leggendo queste parole mi sono chiesto se sia veramente questo il nostro obiettivo nella vita, quel qualcosa per il quale tutto si è creato, quella motivazione nel fare tutto quello che si fa nella nostra intera esistenza...


nella situazione in cui ci troviamo oggi la cosa migliore è tentare di avvicinarci il più possibile alla perfezione: incontrare l'anima a noi più affine

Sarà davvero questo lo scopo di tutto? Arrivare a tornare un "unico essere", con quella che spesso viene banalizzata come anima gemella o dolce metà, quando in realtà quasi sempre si tratta di forzature, di legami che si basano su compromessi...alla fine noi scegliamo i nostri partner, anche quelle situazioni in cui ci sembra che tutto sia perfetto, con il tempo, seppur anche leggermente, si deteriorano, diventa non più magnifico ma comunque vivibile, sopportabile, e tante volte alla fine ci si "accontenta".

Probabilmente esiste, da qualche parte nel mondo, questa persona nella quale la mia anima cerca "qualcosa che non sa esprimere, ma che intuisce con immediatezza".

...esisterà?

Boh. Ma mi piace sperarci :fish_h4h:

Richard
28-04-13, 08:28
Ciao Phil,
ti poni delle domande a cui il genere umano sta cercando di trovare delle risposte per secoli.
Sicuramente Platone pone dei punti di vista che solo Aristotele e successivamente Kant riescono a sublimare ma alla fine le domande saranno sempre le stesse perché credo spetti ad ognuno di noi trovare le proprie risposte.

Ti saluto con questo pensiero e ti abbraccio con affetto. :specool:

"Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza"

Credo che vivere questi sentimenti aiuti molto nell'unione con un altro essere! :wub:

Morlays Edblastak
28-04-13, 12:55
a voi sembrerà una stupidata ma lo stesso tema veniva trattato nel manga Neo Genesis Evangelion (dove l'uomo ricrea l'uomo a sua immagine somiglianza), tralasciando tutto quello che concerne il concetto di angelo, ad un certo punto compare il "progetto per il perfezionamento dell'Uomo" che consiste nel colmare il vuoto(solitudine) presente nell'animo umano completandolo con le anime di altri...

Yomi
28-04-13, 16:50
Bella discussione Phil, e grazie a Rich e Morlays:
è bello ritornare a Enjoint, dopo 4 giorni, e sentire il cuore riempirsi, con la meravigliosa umanità di molti di voi.
Magari, il terzo genere, è da ricercare dentro di noi, fino a comprendere la Natura delle cose, e diventare "Consapevoli, Illuminati, Buddha", goccia e oceano.
Quello di cui sono sicuro, esiste una forza immensa, che non riusciamo (tranne alcuni di noi) più ad esprimere.

Ah, la mia Yoma è una stella di indubbia morale, ora devo capire chi sono io..:icon_lol:

I Lav Iu!:biggrin2::wub::wub:

philmusic
28-04-13, 20:13
Ciao Phil,
ti poni delle domande a cui il genere umano sta cercando di trovare delle risposte per secoli.
Sicuramente Platone pone dei punti di vista che solo Aristotele e successivamente Kant riescono a sublimare ma alla fine le domande saranno sempre le stesse perché credo spetti ad ognuno di noi trovare le proprie risposte.

Ti saluto con questo pensiero e ti abbraccio con affetto. :specool:

"Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza"

Credo che vivere questi sentimenti aiuti molto nell'unione con un altro essere! :wub:

Ti ringrazio Rich, bellissime parole (anche se non amo particolarmente Kant) :) so che è impossibile avere una risposta a domande come questa, mi chiedevo solo se è possibile fare di questa ricerca, finalizzata alla propria completezza, il proprio scopo nella vita...e dopo un attimo di ragionamento, ho capito che basta avere la consapevolezza di essere padroni del proprio destino per far sì che qualsiasi obiettivo una persona si pone, lo può far diventare il proprio motivo, il proprio "senso della vita". L'importante è non perdere il concetto stesso di vita.



a voi sembrerà una stupidata ma lo stesso tema veniva trattato nel manga Neo Genesis Evangelion (dove l'uomo ricrea l'uomo a sua immagine somiglianza), tralasciando tutto quello che concerne il concetto di angelo, ad un certo punto compare il "progetto per il perfezionamento dell'Uomo" che consiste nel colmare il vuoto(solitudine) presente nell'animo umano completandolo con le anime di altri...

Non è assolutamente una stupidata, anzi, proprio per il fatto che questo tema ricorre in tantissimi ambiti, dalla filosofia alla religione all'arte, mi incuriosisce ulteriormente e mi spinge a cercare in questa direzione ciò che può rendere completa la mia anima. Insomma, non è un caso, se se ne sente parlare nei campi più disparati, avremo nel codice genetico un "sesto senso" che ci porta a cercare da queste parti il nostro obiettivo.


Bella discussione Phil, e grazie a Rich e Morlays:
è bello ritornare a Enjoint, dopo 4 giorni, e sentire il cuore riempirsi, con la meravigliosa umanità di molti di voi.
Magari, il terzo genere, è da ricercare dentro di noi, fino a comprendere la Natura delle cose, e diventare "Consapevoli, Illuminati, Buddha", goccia e oceano.
Quello di cui sono sicuro, esiste una forza immensa, che non riusciamo (tranne alcuni di noi) più ad esprimere.

Ah, la mia Yoma è una stella di indubbia morale, ora devo capire chi sono io..:icon_lol:

I Lav Iu!:biggrin2::wub::wub:

La filosofia buddhista è enormemente intrigante, composita da concetti interessanti e superiori, a mio avviso, a tutte le altre dottrine che spopolano nel mondo occidentale.
Arrivare a capire che siamo parte d'un tutt'uno è sicuramente un enorme passo in avanti nel nostro cammino; anche se la sola consapevolezza di esistere, per quanto semplice a parole, è più difficile da realizzare e da accettare di ciò che sembra.

Hai citato la tua Yoma..come rapporteresti il vostro legame al mito che vi vuole non come due individui, ma come due metà di un'unica anima?

Yomi
29-04-13, 07:01
La filosofia buddhista è enormemente intrigante, composita da concetti interessanti e superiori, a mio avviso, a tutte le altre dottrine che spopolano nel mondo occidentale.
Arrivare a capire che siamo parte d'un tutt'uno è sicuramente un enorme passo in avanti nel nostro cammino; anche se la sola consapevolezza di esistere, per quanto semplice a parole, è più difficile da realizzare e da accettare di ciò che sembra.

Hai citato la tua Yoma..come rapporteresti il vostro legame al mito che vi vuole non come due individui, ma come due metà di un'unica anima?

Ciao Phil, è certamente difficile, illuminarsi. Arrivare ad occuparsi serenamente ed esclusivamente, del Prossimo, perché assolutamente padroni del proprio destino..

Non capisco ancora chi siamo, io e la Yoma:
sicuramente, voglio cercare di comprenderlo.

:punkif5:

philmusic
29-04-13, 14:38
Ciao Phil, è certamente difficile, illuminarsi. Arrivare ad occuparsi serenamente ed esclusivamente, del Prossimo, perché assolutamente padroni del proprio destino..

Non capisco ancora chi siamo, io e la Yoma:
sicuramente, voglio cercare di comprenderlo.

:punkif5:

Secondo me, sono quelle cose che si capiscono in età avanzata, quando, sul finire dei propri giorni, si guarda indietro, a tutto ciò che si è fatto e a tutto ciò che si è stati, e dalla miglior prospettiva possibile che un uomo possa avere, quella cioè della vita vissuta, dell'esperienza, si riesce finalmente a capire quel disegno che è stata la propria esistenza, e ogni tassello, ogni pezzo mancante del puzzle si ricompone; forse è giusto così, che si scopra tutto alla fine. Altrimenti che motivazioni avremmo per andare avanti?

Morlays Edblastak
29-04-13, 17:56
non so... ma in questi discorsi mi sembra sempre di pensare la cosa sbagliata, anche se in effetti non può essere così perché sono impressioni personali... é da ieri sera che mi si è insinuato un tarlo... se la citazione di phil lasciasse intendere anche un altro significato?...
nel senso: se fosse la divisione che c'è in ognuno di noi, tra i 2 lati della personalità... buono e cattivo, ying e yang, maschio e femmina... avere una tale forza da far combaciare, vivere in simbiosi queste 2 parti non è cosa comune... c'è sempre la prevalenza di una ed il successivo ribaltamento della situazione... vi ricordate l'esempio fatto da Siddharta con la ciotola di riso... non seguire la corrente ne buttarvisi contro ma contrastarla dolcemente... la via per la verità sta nel mezzo e non negli eccessi agli estremi... quindi una persona che ha il dominio di SE STESSO, ha una forza indubbiamente maggiore.. ma siamo sempre li dirlo è una cosa...
sull'affinità e anima gemella penso che sia da intendere nel più ampio dei modi, ovvero includendo anche la nostra parte omosessuale: le più grandi affinità le ho avute proprio con individui del mio stesso sesso...
vi rilancio la palla... questo è il mio pensiero...
spero di non aver sviato il discorso

philmusic
03-05-13, 00:50
non so... ma in questi discorsi mi sembra sempre di pensare la cosa sbagliata, anche se in effetti non può essere così perché sono impressioni personali... é da ieri sera che mi si è insinuato un tarlo... se la citazione di phil lasciasse intendere anche un altro significato?...
nel senso: se fosse la divisione che c'è in ognuno di noi, tra i 2 lati della personalità... buono e cattivo, ying e yang, maschio e femmina... avere una tale forza da far combaciare, vivere in simbiosi queste 2 parti non è cosa comune... c'è sempre la prevalenza di una ed il successivo ribaltamento della situazione... vi ricordate l'esempio fatto da Siddharta con la ciotola di riso... non seguire la corrente ne buttarvisi contro ma contrastarla dolcemente... la via per la verità sta nel mezzo e non negli eccessi agli estremi... quindi una persona che ha il dominio di SE STESSO, ha una forza indubbiamente maggiore.. ma siamo sempre li dirlo è una cosa...
sull'affinità e anima gemella penso che sia da intendere nel più ampio dei modi, ovvero includendo anche la nostra parte omosessuale: le più grandi affinità le ho avute proprio con individui del mio stesso sesso...
vi rilancio la palla... questo è il mio pensiero...
spero di non aver sviato il discorso

Interessante valutazione..alla fine si basa tutto sull'equilibrio, che sia equilibrio interiore per divenire consapevoli, o equilibrio tra i due lati della personalità, o equilibrio tra due anime legate. Dando ognuna una propria personale opinione sull'interpretazione di questo mito, si vede come la soggettività ci porti ad incanalare i simboli nei binari della nostra mente, ma comunque il fulcro attorno a cui ruota tutto è lo stesso per tutti..forse vuol dire che ognuno di noi può avere un suo personale senso della vita, che si va formando man mano che ci formiamo noi stessi, in continua evoluzione, ma basato comunque sui preconcetti che abbiamo in testa.





(mmh forse questo è un trip un po' troppo fantasioso :biggrin2:)