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Visualizza Versione Completa : BRACCIO DI FERRO A PANAMA da play power di Richard Neville



StRaM
05-12-13, 17:45
BRACCIO DI FERRO A PANAMA

Volevo condividere questo capitolo tratto da “PLAYPOWER” di Richard Neville.

Si parla di un marinaio che se la fuma come dice appunto Neville….trovo questo breve capitolo interessante perché si parla della biodiversità della nostra amata negli anni ’60 ed in particolare della Panama Red.

Buona lettura.

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Trascrizione di un colloquio con un marinaio che se la fuma

Tiger:- È roba forte la Panama Red: la mettevo in uno schiacciapatate per farne schizzare fuori tutti i semi, ne mettevo due pizzichi in una pipa e non riuscivo a fumarla, tanto era forte. È violentissima, come la gente di Panama. Ho idea che il tipo di marijuana vari a seconda degli indigeni che la fumano.
In Sudafrica la chiamano dagga ed è un erba esilarante . È verdissima, e quella migliore viene da Durban. La fumano i bantù, e anche certi bianchi. C’è un tizio a Durban, che ha un soprabito con un mucchio di tasche, e cammina sulle banchine e la vende l’erba ai portuali e ai colorati del Capo: questi hanno un chilum ricavato da una bottiglietta di Coca rompendo il fondo e aspirando dalla bocca. Il tizio abbordava tutte le navi, e la polizia lo teneva d’occhio. Sapevano chi era ma non lo pizzicavano, perché se l’avessero fermato nessuno avrebbe più lavorato.
I portuali sgobbano, poi sospendono per una tazza di tè e una fumatina. A me m’hanno beccato, una volta, e il giudice disse che siccome ero europeo era una faccenda molto grave, e mi trattarono con tutta la severità consentita dalla legge: dato il quantitativo che avevo addosso, mi fecero una multa di 2 sterline. Se hai meno di venti pezzi da sei pence, allora sei un fumatore, ma se hai di più sei un venditore, e possono sbatterti in galera e farti scontare fino a cinque anni.

Di erba in Sudafrica ce n’è un mucchio, e ci sono piccole quantità di hascisc. La roba migliore è quella coltivata dagli indiani. Loro tolgono i semi e la trinciano fina fina, ma i colorati del Capo non fanno altro che ficcarla e comprimerla in una bottiglia di Coca senza fondo.

In novembre sono andato nell’America Centrale. Ho passato tre anni in quella zona Trinidad, le Barbados, Giamaica, Venezuela, Colombia, Honduras, Guatemala, Nicaragua, San Salvador, Haiti e Repubblica Dominicana. La scena è più o meno la stessa in tutti i paesi. Anche se è illegale, la fumano quasi tutti. Ma a Panama ero in cella d’isolamento da cinque minuti quando ho avuto la streppa. L’ho avuta da tizio che era “in isolamento” anche lui, e doveva scontare un anno per spaccio di marijuana. Lui l’erba la comprava dalle guardie. Sono tutte corrotte. Il sistema adottato e quello “a rotazione”.
Gli spacciatori si fanno beccare a turno. Quando viene il suo turno di farsi pizzicare la polizia gli fa un fischio, lui mette insieme una bella scorta, che lui vende ai secondini, e i secondini la vendono ai detenuti. Quando s’è fatto sei mesi, o giù di lì, o esaurito la scorta di streppa, vuol dire che ha espiato la condanna. Si continua a osservare la lettera della legge, e la polizia può sempre dire che la settimana scorsa ha messo dentro uno spacciatore. Serve anche a tenere allegri i carcerati, perché in galera c’è gente condannata a vent’anni, e l’unica cosa che la tiene insieme è fumare e suonare la chitarra.

Negli ultimi cinque anni mi sono sempre imbarcato su navi che andavano in paesi dove c’è della roba buona. Io sono stato in una posizione diversa da quella degli altri marinai perché sono un fumatore e a terra ci scendevo in cercs di roba da fumare, e mi hanno sempre trattato in un modo completamente diverso dagli altri marittimi che bevono. Anche con quelli che non sapevano l’inglese ero capace di parlare la stessa lingua, se fumavamo. È come una specie di telepatia. Sono stato in paesi sconosciuti coi soldi in tasca e un gran bisogno di trovare uno spacciatore, e ce la faccio sempre, se è possibile. Ma è inutile cercare streppa in Libia, per esempio, perché è un paese ricco e lì la gente beve.

Una volta ero su una nave, con 43 uomini d’equipaggio, nessuno dei quali fumava. Siamo stati via dall’Inghilterra un 7 o 8 mesi, e quando siamo tornati indietro più della metà della ciurma si era convertita, e io avevo il permesso del comandante di fumare. Lo facevo in cabina o me ne stavo a poppa a guardare il tramonto e a fumare il flauto, e uno alla volta venivano tutti a chiedermi di provare. Tenevo le varie qualità in certe boccettine. Marijuana di vari Paesi. La qualità varia a seconda del tempo dell’anno. La Panama Red arriva sul mercato intorno alla seconda settimana di aprile. Va avanti così per tre mesi, e poi trovi marijuana “ruggine” e dopo questa la marijuana rossa, che è meglio della ruggine ma non è così buona come quella di primavera. La Panama è veramente forte ma in Somalia, per esempio, dovevi fumartene una pianta prima di sentire qualcosa. Sono la grande umidità e l’intenso calore a fare l’erba forte. L’hascisc viene da posti altissimi come l’Himalaya. Se la pianta è coltivata ad alta quota produce un mucchio di resina. A Panama la trattano con acqua e zucchero scuro, esponendola al sole cocente. Rivoltano le foglie, come se fosse fieno. È illegale, ma non è facile impedire alla gente di coltivarla. In Giamaica sorvolano l’isola in elicottero con binocolo, cercando i campi di marijuana. L’ultima volta che ci sono stato certi amici mi hanno chiesto un fucile, che volevano usare per abbattere l’elicottero.

È raro che in America Centrale gli autostoppisti si scostino dall’autostrada. Sono pochi quelli che vanno a vivere con le tribù indiane, come un bischero francese che conosco, che in Messico prendeva il peyote, ma i paesi dell’America Centrale sanno cos’è la violenza. Il paese più pacifico è Costarica, dove per 180 anni non c’è stata una guerra né una rivoluzione. Io in Costarica ci torno e non me ne vado più, perché anche se il paese è corrottogli abitanti sono brava gente.