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Visualizza Versione Completa : Idee per la legalizzazione



Pawan Kumar - ASCIA
15-02-14, 02:04
Avendo notato un crescente interesse verso i temi della legalizzazione della canapa, e ora che siamo agli inizi di un nuovo periodo della battaglia antiproibizionista italiana, dopo la fine dell'incubo della Fini-Giovanardi (che se li mangino i leopardi!):icon_puke_r: vorrei aprire una discussione appositamente per offrire, a chi vuole, un posto dove esporre le sue idee o proposte di iniziative o semplicemente il suo punto di vista per la nostra battaglia per ottenere la legalizzazione della canapa.

Era da un po' che ci stavo pensando, e, personalmente, sto utilizzando e studiando con molto interesse tutta la sezione di ATTIVISMO del forum, più svariate discussioni dei forum di NEWS DAL MONDO, CANNABIS TERAPEUTICA e ATTUALITA' E POLITICA, che si dividono bene per argomenti, per farmi un panorama delle idee antiproibizioniste che circolano nelle teste degli utenti del forum, idee che per noi dell'ASCIA sono molto importanti e ci teniamo a conoscere, poiché consideriamo ogni testa (buona) che incontriamo una potenziale risorsa, anche se non la pensa come noi, perché potrebbe comunque darci lo spunto per elaborare nuove iniziative o tipi di interventi e migliorare la profondità delle nostre vedute e la qualità e l'efficacia delle nostre attività antiproibizioniste.
Mi sento di ringraziare tutti quelli che ho letto finora, perché mi avete fatto imparare un sacco di cose, per me siete una grande fonte di arricchimento e ispirazione. Ci tengo a dirvi che spesso mi sembra di leggere le stesse discussioni che abbiamo fatto e che facciamo tra di noi nell' ASCIA, fra attivisti e direttivo. Spesso leggo in parallelo le stesse cose, su ASCIA e qui su Enjoint.
Per esempio, la questione di autorizzazioni per la coltivazione di canapa e relative tasse o concessioni, non è stata un tormentone solo qui nel forum di Enjoint, anche noi ne abbiamo parlato e riparlato e ancora ne parliamo. Io, come ho già detto in altri posts, sono sempre stato contrario, ma quando sono entrato nell'ASCIA ho trovato che erano già inserite nella proposta di legge ASCIA che avevano appena preparato e pubblicato, ne ho chiesto spiegazioni e mi sono sentito di accettarla, anche se malvolentieri, in fondo ero appena arrivato. Le cose si sono poi evolute, le idee hanno girato, posso testimoniare che nell'ASCIA le menti sono aperte, tra noi non polemizziamo ma ci diciamo tutto quello che pensiamo e scherziamo molto facendolo, sta di fatto che ora abbiamo tolto l'articolo relativo alla concessione per la coltivazione di piante di canapa dalla nostra proposta di legge e chiederemo a Ferraresi di toglierlo dalla sua, perché troppo ingiusto (per rischio di futuri monopoli di multinazionali e case farmaceutiche e future possibili "schedature") e impopolare, non lo rispetterebbero in molti, non ci sembra oggettivamente un metodo efficace per regolamentare la coltivazione per uso personale. Per contrastare efficacemente il mercato nero e i narcocriminali è necessario che le nuove regole di una nuova legge non proibizionista siano largamente rispettate, e ciò sarà possibile solo se sono intimamente condivise e sentite come "giuste" da (quasi) tutti.

Anche se intervengo poche volte, (per mancanza di tempo e perché ho un vecchio lentissimo computer ormai in agonia) vi seguo quotidianamente con interesse, alla sera o quando posso, ed ho notato che negli ultimi tempi l'interesse e la partecipazione sui temi dell'antiproibizionismo e la legalizzazione della canapa sono sempre più sentiti da un sempre maggior numero di utenti del forum, al punto che rolando (che ringrazio) mi ha proposto esplicitamente di aprire una discussione come questa, dove chi se la sente espone le sue idee, il suo punto di vista e le sue eventuali proposte, nel modo più costruttivo possibile, in modo da stimolarci, confrontarci e ispirarci a vicenda, potendo anche spaziare liberamente tra argomenti diversi tra loro senza il rischio di andare OT che è presente nelle altre interessanti discussioni del forum, che sono divise in argomenti più specifici.
La proposta di Rolando, che giunge insieme alla fine dell'incubo Fini-Giovanardi:icon_puke_r: (arrivata troppo tardi, che se li rimangino i leopardi, quelli più bastardi!) mi dice che il momento è maturo per andare a caccia di idee e di confronti aprendo un tavolino di discussione antiproibizionista a 360 gradi tra di noi su questo forum, come fonte di reciproca ispirazione.

Vi pregherei soltanto di non infognarvi troppo in polemiche troppo personali e sterili o battibecchi inutili se non si è d'accordo, mentre sono graditi l'intelligenza e l'humor, in modo da rendere più piacevole il confronto, la crescita e l'ispirazione che questo forum di Enjoint ci può offrire a tutti.
E' un'opportunità da non sprecare.
Ed ora date pure fiato ai buchi nel cervello, vediamo che succede:yes:

Randagio
15-02-14, 12:10
Personalmente il fatto della "autorizzazione" per 4 piante mi pare appunto una cosa controproducente.

Io sarei per liberalizzare la produzione domestica (se proprio vogliono un numero ok, ma io starei molto sulle regole del DOPO ovvero su punire chi eventualmente la spacci).

In caso invece di eventuali "cannabis social club" o comunque "dispensari" a quel punto credo che se IO decido di diventare produttore di canapa per terzi (che siano appuno CSC o disopensari all'americana) in quel caso credo che un eventuale "dichiarazione o autorizzazione" sia inevitabile.

Alla fine a quel punto c'è il guadagno, inutile negarlo, quindi bisogna dare allo stato qualcosa se si vuole una legge a favore.

Perchè so che i CSC ufficialmente non sono a scopo di lucro ma in realtà dei fatti non è così e spesso è appunto legata a produttori "clandestini".... e queste cose non hanno lunga vita a mio parere, poichè diventano attaccabili.

Quindi "nel mondo che vorrei" vorrei la possibilità di coltivarmi la mia erba se decido di farne esclusivo uso personale e non posso cederla a terzi, vorrei dei dispensari o dei "club" dove poter acquistare qualità nuove o altri estratti e simili... mentre se decido di aprire un dispensario o affittare un capannone e fare 1000 piante a quel punto dovranno essere rilasciati dei permessi, decise delle tassazioni, o altro... non me ne intendo molto.

Però secondo me è fondamentale che se voglio coltivarmi "4 piante a uso personale" resto nella legalità.

Pawan Kumar - ASCIA
15-02-14, 14:23
Concordo su tutto Randagio, solo che vorrei precisare ancora che una vera "liberalizzazione" non è possibile se non avviene in (quasi) TUTTI gli stati del mondo, perché, come ci ha insegnato l'esperienza Svizzera, si diverrebbe immediatamente una sorta di "colonia" di produzione industriale di erba da spacciare nei mercati neri dei paesi confinanti (e non) dove la cannabis non fosse legale (In Svizzera le organizzazioni criminali avevano approfittato per creare piantagioni in serre di centinaia di migliaia di piante da esportare illegalmente! Noi la narcocriminalità la dobbiamo combattere, non aiutare!).
Per ora siamo costretti dalle circostanze a puntare su una depenalizzazione-legalizzazione-regolamentazione della produzione di canapa in casa nostra e sul nostro territorio nazionale.
Semmai esportare legalmente solo la canapa ad uso medicinale, perché i malati di tutto il mondo non devono più aspettare assurdamente di avere il giusto sollievo concesso da Madre Natura.

Vorrei aggiungere ancora una volta che non è appropriato determinare con un numero di piante il limite per la coltivazione personale, perché, come sanno tutti i coltivatori esperti, il quantitativo di infiorescenze secche ottenibile è estremamente variabile, a causa della genetica della varietà usate, delle pratiche di coltivazione, del clima (all'aperto), del numero di cicli indoor che si fanno in un anno, dalle capacità ed esperienza del coltivatore: diciamo che con 4 piante si potrebbero raccogliere dai 50gr. a svariati kilogrammi (sarebbe bello fare un campionato per vedere chi stabilisce un nuovo record!)
Per questo si dovrebbe stabilire un quantitativo massimo annuale ottenibile con l'autocoltivazione e detenibile in casa di SOLE INFIORESCENZE secche private di gambi, rametti e foglie, espresso in grammi!
Senza considerare i pregiudizi e la disinformazione scientifica dei proibizionisti, provo a formulare 3 ipotesi sulla base della mia esperienza di coltivatore e utilizzatore:

500 grammi? (per me è poco, ma me lo posso razionare per farmelo bastare fino all'anno successivo, ma ho il dubbio che indurrebbe molti ai quali non bastasse ad acquistarlo, e il business per la narcocriminalità sarebbe ancora possibile, anche se con guadagni più ridotti)

1000 grammi? (già va meglio, ma persiste ancora il dubbio che possano essere ancora in molti a doverne acquistare ancora per il proprio uso annuale, e sicuramente i malati che ne devono usare 5 grammi al giorno ne avrebbero bisogno del doppio, e questo lascerebbe ancora un certo margine di guadagno al mercato nero)

Quindi 2000 grammi, 2 kilogrammi annui di infiorescenze secche autoprodotte, sarebbero un limite teoricamente più accettabile ed in grado di stroncare realmente l'interesse dei narcotrafficanti criminali organizzati alla coltivazione di cannabis e alla sua vendita sul mercato nero delle sostanze stupefacenti.

Ho il fortissimo dubbio, però, che ci vorranno un certo numero di anni per farlo capire e accettare alla mentalità proibizionista persecutoria attualmente imperante, quindi ipotizzo che sia più realistico cercare di accontentarsi, anche se non ne sono proprio convinto, perché penso sinceramente che SAREBBE FINALMENTE ORA DI STRONCARE UNA VOLTA PER TUTTE ED URGENTEMENTE IL BUSINESS DELLE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI SULLA CANAPA, SENZA IPOCRISIE, SENZA FALSI MORALISMI E FALSE "PSEUDOEVIDENZE SCIENTIFICHE" DI BUCHI NEI CERVELLI E ERBE AL 55% DI THC INTROVABILI.

Credo che con soluzioni intermedie gli interessi dei narcocriminali continueranno ad influenzare negativamente il mercato legale di canapa che si dovesse creare, e i proibizionisti non mancheranno di sottolineare: "Visto? Ve l'avevamo detto!"

Altra questione che sarà da affrontare è come regolare la produzione per la vendita legale, ad amici o associazioni, CSC o altro, con autorizzazioni e tasse proporzionate ai ricavi ottenuti, limiti massimi (sempre di infiorescenze secche pulite o di resina estratta) producibili annualmente.

E ancora, bisognerà stabilire parametri concreti di facile attuazione per la produzione, distribuzione e ricerca medica e scientifica di cannabis ad uso medicinale.

Per ora credo di avere già messo abbastanza elementi interessanti e provocatori riassunti dalle altre discussioni per stimolare un dibattito e sentire le idee in merito di chi le vuole esporre, vediamo cosa ne pensate....

the.pitbull
15-02-14, 14:43
Io mi dedicherei di più, al controllo della quantità che si può portare in giro, piuttosto che a casa. Mi spiego:
Dobbiamo difendere i consumatori e nel frattempo, contrastare lo spaccio.
La persona X coltiva 4 piante in casa, viene beccato con 1 etto in macchina.
La persona Y coltiva 10 piante in casa, non porta mai più di 5/10gr.
Mi viene da pensare, che fra i due X ha la coltivazione in regola, perchè Y ha più piante (che poi a parità di watt e spazio, non è detto che ci sia produzione in più. Basta guardare quello che faccio io con 9 piante, e quello che sta facendo folgore nello stesso spazio con 4 :biggrinthumb: ). Ma non è palese, che se uno dei due soggetti, cedesse qualcosa, sarebbe più probabile pensare che si tratti di X??

Però se penso ai possibili rimedi, mi vengono in mente solo cose troppo complicate (spazio di coltivazione, lampade ecc.). Quindi penso che il miglior modo per depenalizzare la coltivazione domestica, sia legata al numero delle piante.

Comunque vi consiglio di concentrarvi anche sulle quantità trasportabili quotidianamente, e di prevedere delle eccezioni speciali: Se vado 10 giorni in vacanza, con 5gr. mi ci faccio il primo giorno, se va bene. Una volta finita, dovrei rivolgermi al mercato nero. Invece se io dimostro di dover stare in vacanza 10 giorni, e mi porto es. 5 grammi x 10 giorni = 50grammi, questo mi permette di essere autosufficiente, senza rivolgermi al mercato nero.

Posso chiedervi come mai il limite di 4 piante a testa, e non 6 come in altri paesi?

Un altro fattore importante, è la commercializzazione. In un momento storico come questo, potrebbe portare molti introiti alle casse dello stato, senza contare ai posti di lavoro. Sul nuovo Dolce Vita, c'è un articolo molto interessante a riguardo, di Shantibaba.

Ovviamente, la rimozione di tutte le sanzioni penali e civili (patente, multa, lavoro ecc.) per i consumatori di cannabis. Le uniche sanzioni che mi sembra civile dover accettare, sono quelle comparate all'alcol. Se guido e 2 ore prima mi son fatto una sturata di bong, posso accettare il fatto che venga punito come per l'alcol (anche se quando bevo 2 birre non sono in grado di guidare, mentre se fumo come una ciminiera guido bene), ma che mi fermano, mi fanno le analisi e se ho fumato un joint 3 giorni prima mi tolgono la patente no. Non si può pretendere che tutti i consumatori di cannabis non guidino per tutta la vita. I controlli devono adattarsi.

Detto questo, complimenti per quello che fate. :polliceu:

Edit: non avevo letto il commento di Pawan Kumar

Randagio
15-02-14, 15:05
MA infatti il limite 4 piante è un esempio per mettere un numero, ma che non ha logica e bisognerebbe usare altri metodi di quantificazione appunto.

afghani
15-02-14, 15:39
Il limite del numero di piante è vero che non stabilisce un limite chiaro alla produzione, ma ha il vantaggio di definire una condotta legalmente accettabile, per quanto riguarda la coltivazione privata, in modo che il cittadino sa quello che può fare e quello che non può fare. Conseguentemente non vi sono condotte ambigue.

Lo stesso discorso vale per i quantitativi detenibili per strada. Un limite di 5-10 grammi mi sembra ragionevole. Per quanto riguarda le vacanze credo che con una legge non scritta con i piedi dovrebbe essere il magistrato a comprendere la situazione....

Quello che però deve essere chiaro è che per combattere il mercato illegale non è sufficiente regolamentare la coltivazione domestica. Bisogna permettere l'approvvigionamento anche alle persone che non intendono o non possono coltivare. Personalmente non mi dispiacerebbero i dispensari e una normativa che regolamenti la coltivazione privata, cosi mollo tutto chiedo i permessi e mi compro qualche serra, però credo che si debba cercare di far passare il modello dei cannabis social club in quanto è più razionalmente prevedibile che siano accettati. O comunque promuovere entrambe le soluzioni.

KGB
15-02-14, 18:38
Pawan Kumar - ASCIA
Ottimo lavoro :polliceu:

Speriamo che Ferraresi concordi sulla rimozione di autorizzazioni e tasse per ciò che riguarda la coltivazione personale. :specool:

Credo che una buona proposta di legge, per iniziare, debba incentivare l'autoproduzione per permettere al consumatore di evitare i mercati (illegali ma anche legali), in modo da emanciparlo.
Ovvero: Tutelare la libertà di scelta.

La proposta dovrebbe avere come base portante il diritto all'autoproduzione .

Non mi dilungo oltre, visto che ho già scritto ampliamente sul tema (in altri threads) , sulle vie per ottenere l'approvazione di una legge antiproibizionista e i modi (proposte di legge) per applicarla.

Caratteristiche che dovrebbe avere una proposta di legge antiproibizionista (JMO) :
-L'esempio della Repubblica Ceca: http://fuoriluogo.it/sito/home/mappamondo/europa/repubblica_ceca/pi-canne-meno-ipocrisia-praga-diventa-la-nuova-amsterdam#more%3Cbr%20/%3E

-La mia proposta a confronto con altre proposte attualmente in voga:
http://www.enjoint.info/forum/showpost.php?p=328376&postcount=15


percorso necessario per ottenere il consenso nazionale (e l'approvazione parlamentare) per una legge antiproibizionista (meglio conosciuto come "il post N°7" :icon_study: ) :
- http://www.enjoint.info/forum/showpost.php?p=334016&postcount=7
(e post successivo: )
- http://www.enjoint.info/forum/showpost.php?p=334020&postcount=8


---------------------
OT:
Ho appena notato che, paradossalmente, anche qua ho il "post N°7" :icon_lol:

grass-one
15-02-14, 20:12
Sarà troppo semplicistico ma io vorrei la libera coltivazione per i privati (senza vincoli di numero piante o peso) con pene severe per la cessione. Chi vuole fare business dovrà ottenere un permesso autorizzativo rilasciato dall'ASL e/o dal comune di residenza dell'attività (non dallo stato) al quale verrà destinata un'accisa sui proventi da aggiungere alla normale tassazione comune a tutte le imprese.
Troppo semplice per gli standard legislativi italiani....

moran
15-02-14, 20:20
Sarà troppo semplicistico ma io vorrei la libera coltivazione per i privati (senza vincoli di numero piante o peso) con pene severe per la cessione. Chi vuole fare business dovrà ottenere un permesso autorizzativo rilasciato dall'ASL e/o dal comune di residenza dell'attività (non dallo stato) al quale verrà destinata un'accisa sui proventi da aggiungere alla normale tassazione comune a tutte le imprese.
Troppo semplice per gli standard legislativi italiani....


...quindi secondo te chi non coltiva ...non puo' procurarsela legalmente a meno di pagarla...i prezzi praticati da chi sara' ban salassato da tasse e accise...:rolleyes:

grass-one
15-02-14, 20:38
...quindi secondo te chi non coltiva ...non puo' procurarsela legalmente a meno di pagarla...i prezzi praticati da chi sara' ban salassato da tasse e accise...:rolleyes:

Beh...si. Secondo me tutto ha un prezzo ed anche la verdura chi non può coltivarla deve pagarla. Non ci trovo niente di strano anche perchè i produttori "all'ingrosso" devono sostenere dei costi e la tassazione si presume che debba andare ad incrementare le casse comunali, quindi alla collettività.
I comuni potrebbero arrivare a litigarsi i futuri imprenditori del settore...
Riconosco comunque che qui con queste conversazioni siamo ancora a livello di utopie visto che con tutta probabilità il nuovo governo sarà ancora una volta composto da Giovanardi & co.

KGB
15-02-14, 20:42
grass-one

non va punita la semplice "cessione" (ad esempio uno che la regala)

va punito lo spaccio ovvero la cessione a scopo di lucro.


Per il resto concordo quando dici che le limitazioni alla coltivazione sarebbe più sensato applicarle solo in caso di coltivazioni commerciali.

grass-one
15-02-14, 20:47
non va punita la semplice "cessione" (ad esempio uno che la regala)
va punito lo spaccio ovvero la cessione a scopo di lucro.

Forse, ma a livello di ff.oo diventerebbe troppo difficoltoso nella pratica scindere le 2 finalità (regalo o lucro).

moran
15-02-14, 21:54
Forse, ma a livello di ff.oo diventerebbe troppo difficoltoso nella pratica scindere le 2 finalità (regalo o lucro).

Infatti...inoltre non avrebbe molto senso definire spaccio (nel suo negativo significato legale) la vendita di una sostanza che alla fine e' legalizzata...
Sarebbe un paradosso...difficilmente applicabile penalmente condannare una persona perche' vende illegalmente una sostanza che in realta' si puo' addirittura autoprodurre oltreche' consumare.
Non ci vedo molto senso...sarebbe come mandare in galera con condanne pesanti chi vende qualcosa senza averne permessi o requisiti...assurdo.
Questi ultimi verrebbero puniti con sanzioni di tipo amministrativo, ma non certo restrittivo a meno che non si tratti di armi o comunque di cose che NON possono essere autoprodotte nemmeno in serie limitatissima...in ogni caso.

KGB
15-02-14, 23:44
Forse, ma a livello di ff.oo diventerebbe troppo difficoltoso nella pratica scindere le 2 finalità (regalo o lucro).

in effetti moran ha ragione, quando dice che se l'erba è legale non senso ha parlare ancora di "spaccio".

Se io produco birra e la vendo su ebay non commetto un reato bensì un illecito amministrativo, poichè vendo senza licenza e senza pagare tasse.
Se le fdo vedono che le vendite sono sistematiche (ovvero: ne faccio un'attività commerciale) vuol dire che quello che faccio necessita di una licenza di vendita.
Quindi procedono coi controlli e se non sono in regola dovrò pagare una multa e le tasse evase.

:polliceu:

---------
edit:
Alla fine finiamo sempre col crearci problemi e barriere mentali che derivano solo dalla nostra abitudine a vivere in un paese proibizionista.:icon_twisted2:

grass-one
16-02-14, 09:31
Infatti...inoltre non avrebbe molto senso definire spaccio (nel suo negativo significato legale) la vendita di una sostanza che alla fine e' legalizzata...
Sarebbe un paradosso...difficilmente applicabile penalmente condannare una persona perche' vende illegalmente una sostanza che in realta' si puo' addirittura autoprodurre oltreche' consumare.
Non ci vedo molto senso...sarebbe come mandare in galera con condanne pesanti chi vende qualcosa senza averne permessi o requisiti...assurdo.
Questi ultimi verrebbero puniti con sanzioni di tipo amministrativo, ma non certo restrittivo a meno che non si tratti di armi o comunque di cose che NON possono essere autoprodotte nemmeno in serie limitatissima...in ogni caso.

Quando parliamo di sostanze psicotrope legalizzate ci riferiamo spesso a tabacco ed alcool.
Non ci vedrei un trattamento troppo diverso per la cannabis: come privato posso comprarla soltanto nei negozi autorizzati e solo loro possono venderla.
Poi in più per chi vuole se la potrebbe autoprodurre.

the.pitbull
16-02-14, 09:41
Quando parliamo di sostanze psicotrope legalizzate ci riferiamo spesso a tabacco ed alcool.
Non ci vedrei un trattamento troppo diverso per la cannabis: come privato posso comprarla soltanto nei negozi autorizzati e solo loro possono venderla.
Poi in più per chi vuole se la potrebbe autoprodurre.

Non mi trovo molto d'accordo. E' la sostanza che potrebbe dare introiti e lavoro alla popolazione.
Se sono le persone a gestirla, l'attività sarà ovviamente orientata al guadagno, ma le varietà e la qualità dell'erba, saranno frutto di appassionati, che credono nel loro lavoro.

Se fosse monopolizzato dallo stato, intanto ci mangerebbero sopra come porci, non ci sarebbero nuovi posti di lavoro, perchè prendono amici e parenti e non entrerebbe 1€ nelle tasche degli italiani ma solo nelle casse dello stato.

grass-one
16-02-14, 11:20
Non mi trovo molto d'accordo. E' la sostanza che potrebbe dare introiti e lavoro alla popolazione.
Se sono le persone a gestirla, l'attività sarà ovviamente orientata al guadagno, ma le varietà e la qualità dell'erba, saranno frutto di appassionati, che credono nel loro lavoro.

Se fosse monopolizzato dallo stato, intanto ci mangerebbero sopra come porci, non ci sarebbero nuovi posti di lavoro, perchè prendono amici e parenti e non entrerebbe 1€ nelle tasche degli italiani ma solo nelle casse dello stato.

Si ma non sarebbe monopolizzato dallo stato perchè c'è sempre l'autoproduzione.
Chi non può o non vuole coltivare la potrebbe comprare da privati autorizzati dalle istituzioni pubbliche, sulla falsa riga di cosa avviene in Colorado dove però sono stati stabiliti limiti all'autoproduzione.
In Uruguay hanno invece stabilito un monopolio di stato e non mi pare che adesso se la stiano passando troppo male rispetto a noi.
Ricordiamoci come siamo messi adesso e se vogliamo pensare che cambi qualcosa bisogna per forza puntare sul vantaggio economico che un'eventuale legalizzazione porterebbe alle casse pubbliche, specialmente in una congiuntura di crisi economica come quella attuale.

the.pitbull
16-02-14, 12:43
Si ma in Olanda ad esempio, non è monopolio la cannabis, ma lo stato guadagna bene lo stesso.

afghani
16-02-14, 12:47
in Olanda si guadagna sull'indotto e il turismo, più che sulle tasse. Non credo che l'italia abbia bisogno di incentivare il turismo con la cannabis. Anzi, sono a favore di quanto fatto in Uruguay, ovvero,se mai ci fosse una vendita, di stato o dei privati, comunque la vieterei agli stranieri.

Vedo che la soluzione no profit dei cannabis social club non è molto in voga...

the.pitbull
16-02-14, 12:56
Guarda, per me i CSC, sono il futuro. Il discorso è che i guadagni seguono a ruota, e dovrebbe non essere a scopo di lucro.
Piuttosto che punire i proprietari, prevederei tasse più elevate di quelle spagnole, prevedendo dei guadagni per i CSC.

moran
16-02-14, 12:58
Beh...si. Secondo me tutto ha un prezzo ed anche la verdura chi non può coltivarla deve pagarla. Non ci trovo niente di strano anche perchè i produttori "all'ingrosso" devono sostenere dei costi e la tassazione si presume che debba andare ad incrementare le casse comunali, quindi alla collettività.
I comuni potrebbero arrivare a litigarsi i futuri imprenditori del settore...
Riconosco comunque che qui con queste conversazioni siamo ancora a livello di utopie visto che con tutta probabilità il nuovo governo sarà ancora una volta composto da Giovanardi & co.

ahahah perche' tu ti illudi che le accise sulla maria sarebbero simili alla tassazione sull'insalata??? Aahahahah
...Ma proprio è cosi' difficile se una cosa e' "palesemente" sbagliata o vessatoria non tentare nemmeno di giustificarla...oppure dire ...beh piuttosto che...e altre minchiate? E' cosi' difficile cambiare il modo di ragionare che e' all'origine di tutto questo? Cazzo se e' sbagliata o ingiusta non si fa...punto.

afghani
16-02-14, 13:36
Guarda, per me i CSC, sono il futuro. Il discorso è che i guadagni seguono a ruota, e dovrebbe non essere a scopo di lucro.
Piuttosto che punire i proprietari, prevederei tasse più elevate di quelle spagnole, prevedendo dei guadagni per i CSC.

vabbè ma se qualcuno guadagna con un csc o cooperativa sta violando delle regole e ci saranno delle sanzioni, chiaramente.
un csc con i guadagni previsti per legge per me non ha molto senso, a questo punto tanto vale aprire ad un mercato libero, come in colorado e waschinton. altrimenti sarebbe una soluzione ibrida di cui non vedo i vantaggi. a che serve limitare la vendita ai tesserati?

grass-one
16-02-14, 14:33
ahahah perche' tu ti illudi che le accise sulla maria sarebbero simili alla tassazione sull'insalata??? Aahahahah
...Ma proprio è cosi' difficile se una cosa e' "palesemente" sbagliata o vessatoria non tentare nemmeno di giustificarla...oppure dire ...beh piuttosto che...e altre minchiate? E' cosi' difficile cambiare il modo di ragionare che e' all'origine di tutto questo? Cazzo se e' sbagliata o ingiusta non si fa...punto.

No, infatti parlavo di un'eventuale accisa specifica. Comunque non importa, cercavo solo di dire la mia senza voler convincere nessuno.
:polliceu:

Dantep
16-02-14, 14:59
io direi che intanto per incominciare,sarebbe già cosa buona e giusta riuscire a sapere dove mi posso procurare in MIO 0,5 g che lo STATO dice che MI SPETTA in quanto DOSE GIORNALIERA PERSONALE se non dico male,ma non mi dice dove dovrei acquistare questo fantomatico mezzo grammo.

Ecco,partiamo da questo,visto che la legge dice che mi è riconosciuto questo mezzo grammo.

afghani
16-02-14, 15:01
chiaramente devi rivolgerti a qualche mafia.....informati, c'è sicuramente anche nella tua città!!!!


(sarcastico)

uida23
16-02-14, 15:03
secondo me l'unico traguardo raggiungibile al momento in Italia è la depenalizzazione del possesso di un certo quantitativo per uso personale e il diritto di coltivare un numero limitato di piante all'interno della propria proprietà e lontano da occhi indiscreti.
Anche se non ha molto senso, queste a mio parere sono le uniche condizioni accettabili in un paese retrogrado e antiprogressista come l'Italia.

Per andare oltre bisogna puntare ad una progressiva evoluzione morale e culturale, processo che richiederebbe anni.

moran
16-02-14, 15:14
secondo me l'unico traguardo raggiungibile al momento in Italia è la depenalizzazione del possesso di un certo quantitativo per uso personale e il diritto di coltivare un numero limitato di piante all'interno della propria proprietà e lontano da occhi indiscreti.
Anche se non ha molto senso, queste a mio parere sono le uniche condizioni accettabili in un paese retrogrado e antiprogressista come l'Italia.

Per andare oltre bisogna puntare ad una progressiva evoluzione morale e culturale, processo che richiederebbe anni.

...come piu' o meno per ogni cosa qui in italia.
Però se mai si comincia....:biggrinthumb:

KGB
16-02-14, 19:10
Non credo che l'italia abbia bisogno di incentivare il turismo con la cannabis.
che male c'è a farlo?


prevedendo dei guadagni per i CSC.
:eek:
non avrebbe senso.
I CSC non sono a scopo di lucro, dato che possono produrre erba per gli iscritti e solo gli iscritti possono acquistarla. Almeno, così mi par d'aver capito.

Quindi come fa un CSC a "guadagnare" sugli iscritti al CSC (che di fatto costituiscono il CSC, sono loro il CSC) :icon_scratch:
Come fa una "cooperativa" che produce e vende per/a i suoi soci, ad avere un'utile ?
Non è un negozio. È un'associazione di persone. Non può avere lucro.

KGB
16-02-14, 19:21
secondo me l'unico traguardo raggiungibile al momento in Italia è la depenalizzazione del possesso di un certo quantitativo per uso personale e il diritto di coltivare un numero limitato di piante all'interno della propria proprietà e lontano da occhi indiscreti.
Anche se non ha molto senso, queste a mio parere sono le uniche condizioni accettabili in un paese retrogrado e antiprogressista come l'Italia.

Per andare oltre bisogna puntare ad una progressiva evoluzione morale e culturale, processo che richiederebbe anni.

:rolleyes:

condivido: va tutelata e incentivata l'autoproduzione prima di tutto.

Non ci crederai (stento anch'io a crederci a volte) ma c'è gente che è convinta che permettere alla gente di autocoltivarsela sia eccessivo come "primo passo".

C'è chi pensa che prima si debba passare per una legge "molto più soft", che stabilisca l'instaurazione di un mercato legale (coffeeshop) e solo dopo qualche anno si potrà fare una legge "più avanzata" che permetta ai cittadini di coltivare cannabis per uso personale. :wallbash:

..."comico", no? :roflmao:

afghani
16-02-14, 19:37
che male c'è a farlo?


l'italia non ne ha bisogno perchè ha molto altro da offrire, quindi se si pensa ad incentivare il turismo si può pensare ad altro. monumenti, città, paesaggi, cibo ecc

inoltre, si verrebbero a creare gli stessi problemi che si verificano ora in olanda e che si sono verificati a loro tempo in svizzera. Ovvero un turismo di gente che vive vicino al confine e viene a comprare erba per riportarsela a casa, violando le leggi. L'opinione pubblica non gradirebbe, e potrebbero venirsi a creare tensioni con i governi dei paesi vicini. La bella svizzera di una volta chiuse per questo, l'olanda ha normato ad hoc i coffe shop delle città di confine per lo stesso motivo.
Per me, potresti vendere ai turisti solo se anche i paesi vicini adottano leggi antiproibizioniste nei loro paesi. un turismo da "cannabis" non lo auspico perchè porta problemi.

KGB
16-02-14, 19:57
afghani
il "pericolo" di esportazioni non lo vedo come particolarmente problematico. Esistono appunto i controlli.
Con Shengen non c'è dogana fra FR-IT,IT-AU .. ma i controlli a campione vengono comunque fatti nelle strade che portano al confine (sia dall'Italia che altrove)

Riguardo invece i problemi che i turisti possono provocare qui, sono infondati.
Basta vedere Monaco (DE) dove la gente va per bere birra e dove i problemi non ci sono comunque, o sono irrisori.


l'italia non ne ha bisogno perchè ha molto altro da offrire, quindi se si pensa ad incentivare il turismo si può pensare ad altro. monumenti, città, paesaggi, cibo ecc
Anche l'Olanda non ne ha bisogno. Però non guasta, e la gente continua ad andare in Olanda per vedere i monumenti e per fumare. Non vedo che male ci sia.


Per me, potresti vendere ai turisti solo se anche i paesi vicini adottano leggi antiproibizioniste nei loro paesi. un turismo da "cannabis" non lo auspico perchè porta problemi.
sì ma se non c'è un paese che inizia...
Seguendo questo principio del "no prima tu,.. no tu.. no prima tu.. " non si comincia mai.

Inoltre è "antipatico" negare ad altri un qualcosa solo perchè nel loro paese di provenienza viene loro già negato.

A me girerebbero non poco le palle se andando ad Amsterdam mi dicessero: "no! tu sei italiano e in Italia è proibito, quindi non puoi" :a045:
Il principio è quello...

afghani
16-02-14, 21:13
appunto perchè i controlli ci sono...si trovano gli spacciatori o consumatori che fanno scorte ad oltrepassare il confine. il fatto è che si userebbe la libertà di coltivazione eventualmente prevista in italia per rifornire paesi stranieri. Questo urterebbe la sensibilità dei paesi vicini. Come già successo in passato in Svizzera.
Allo stesso modo gli italiani si irriterebbero a ritrovarsi con comitive di turisti che vengono a fumare vicino al confine, come succede ora in olanda.
è per questi fatti che non auspico un turismo da cannabis, semplicemente tende a creare tensioni tra i paesi. Finchè la normativa non è omogenea per tutti non trovo opportuno vendere a chichesia per tutelare gli interessi nostri....

non è un gioco a prima tu no prima tu... il gioco è, si prima io, poi quando anche tu, allora anche per voi....

KGB
16-02-14, 23:22
afghani
scusa ma se il paese X legalizza l'uso e la vendita della mj questa legge vale per tutti quelli che stanno nel paese X, siano essi cittadini o turisti.


semplicemente tende a creare tensioni tra i paesi.

attenzione a non confondere le popolazioni di due paesi con i rispettivi governi.
Al massimo le "tensioni" si avrebbero fra i due governi, non certo fra i due paesi.
Detto questo ... embè?
Legalizzino anche là! È loro il problema, mica nostro.

Tra l'altro non ho mai sentito italiani lamentarsi del fatto che è possibile che qualche connazionale possa andare in vacanza in Olanda/Svizzera e prendere erba per portarsela qua.

Al massimo sono lamentele che si sentono fare dai politici.italiani .... tipo giovanardi e co. .. sai che me frega, Mica mi rappresentano!

--------------
OT: In quanto a rappresentanza politica .... vedi "porcellum"... (ed ora Renzi e S.B. vorrebbero fare l'"escrementim" bipolarista)

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altro OT:
ora che renzi è primo ministro siamo nella c**ca fino al collo.
Fra qualche mese guiderà la presidenza europea...
Dubito che farà qualcosa di antipro.
Sicuramente farà qualche porcata.
(solo una precisazione: non è che se al suo posto ci fosse ancora il nipote di Gianni Letta sarei più tranquillo, nèh! )

afghani
17-02-14, 09:35
scusa ma se il paese X legalizza l'uso e la vendita della mj questa legge vale per tutti quelli che stanno nel paese X, siano essi cittadini o turisti.



non necessariamente... se vai in uruguay l'erba non te la danno perchè hanno scritto per legge che la vendita è autorizzata solo agli uruguayani



Tra l'altro non ho mai sentito italiani lamentarsi del fatto che è possibile che qualche connazionale possa andare in vacanza in Olanda/Svizzera e prendere erba per portarsela qua.

Al massimo sono lamentele che si sentono fare dai politici.italiani .... tipo giovanardi e co. .. sai che me frega, Mica mi rappresentano!


non sono gli italiani che si lamentano del regime presente in olanda... sono gli olandesi, nonostante sia un paese risaputamente tollerante, a lamentarsi di italiani spagnoli belgi tedeschi e comitiva bella.

sto solo cercando di spiegare che sono problemi che si sono verificati gia in passato in svizzera, dove la libertà di coltivazione è stata tolta proprio perchè la svizzera era diventata un centro di produzione per i consumatori di tutta europa, e che si verificano ora in olanda dove per l'appunto nelle città di confine non è permessa la vendita agli stranieri.

poi bò, mi sta bene che qualcuno non sia d'accordo, effettivamente sarebbe una regola restrittiva... ma io preferirei tutelarmi che ritrovarmi con problemi gia visti.

bella, alla prossima

cozzaro
18-02-14, 20:38
Ciao a tutti,
Volevo innanzitutto ringraziare pawan kumar per aver aperto questa discussione, e scusarmi per il mio primo post di qualche giorno fa...mi rendo conto di aver agito con troppa foga( la mia reazione era più che altro contro il trattamento dell'argomento da parte dei media,mi ha fatto imbufalire leggere di proteste contro Pannella a una marcia antiproibizionista, senza parlare di anti proibizionismo, mi rendo conto che i media riempiono le loro pagine di baggianate e di certo di questo non posso accusare nessuno se non il potere che li comanda, i media, ovvio che nessuno che non vogliano loro possa avere voce in capitolo, sorry!!!).
Detto ciò volevo iniziare con l'esprimere il mio pensiero per poi argomentarlo,sperando di riuscirci.
Prima di tutto il fondamentale della mia idea è la libertà personale di ogni individuo, la nostra società si basa sul fatto di far decidere a una maggioranza ciò che è meglio per tutti, a volte senza tener conto di esigenze di una certa minoranza(come la nostra ad esempio), è facile capire come si possa creare un sistema in cui basta riuscire a convincere la maggioranza per raggiungere i propri scopi.Per convincere la maggioranza,come ci viene dimostrato ogni giorno,il metodo più facile è avere in mano i media per inculcare una certa convinzione alla gente.
Io parto dal presupposto che ogni persona coinvolta in una di queste minoranze soggette a repressione dovrebbe capire l'argomento che lo riguarda( nel nostro caso la gamma), ma anche i problemi di altre minoranze represse(gay per esempio, ma anche sostenitori della legge per il diritto all'aborto, o sfruttamento della prostituzione).Questo mi rende fiducioso sul fatto che ci possa essere collaborazione attiva tra associazioni atte a minare la repressione nel proprio paese.
La collaborazione, secondo me, potrebbe avere come primo scopo quello di far girare informazioni in canali differenti, con la consapevolezza di rapportarsi con gente aperta alla libertà personale dell'altro individuo, e da li partire per rivoluzionare la cultura generale, la quale ormai, viene appresa da tanti( ancora troppo pochi) attraverso il web.
Mi spiego meglio, nel nostro piccolo qualcuno potrebbe dire a noi gente del forum ehi ragazzi postiamo tutti sui nostri social il video del peperoncino, la persona che intrattiene rapporti con altre organizzazioni potrebbe convincere ad esempio la comunità gay a fare altrettanto in cambio magari noi postiamo il video dei bambini che commentano l'amore gay.Insomma sostenersi a vicenda per conseguire un obbiettivo comune che è quello di combattere le varie repressioni.
Fare un gran lavoro sul web per fare capire alla gente che professa libertà, ma poi si dichiara contro tutte le droghe perché possono dare dipendenza che rende schiavi, non rendendosi conto di avallare i poteri che limitano il libero arbitrio.:wallbash:
Poi riesco benissimo a rendermi conto che una guerra si vince vincendo prima piccole battaglie, ok, ma siccome saremo comunque obbligati ad accettare compromessi e ricatti( ok puoi coltivare ma solo 2 piante, e ti segnalo, e ti schedo), penso che non dovremmo essere noi a proporlo il compromesso, noi dovremmo batterci per ciò che è giusto, e man mano che ci vengono proposti compromessi accettare, e festeggiare anche ogni piccola battaglia, ma continuare a combattere, per realizzare lo scopo di far vivere al meglio più gente possibile, e continuare a battersi Perche ciò rimanga tale.
Quando poi un politico fa la sparata sui media come ha spiegato l'avvocato su un'altra discussione, ci dovrebbe essere qualcuno che ci dia direttive, con post tutti uguali da far girare sui nostri sociale boicottando il media che racconta bugie, e magari anche la pubblicità che ci fanno su quella radio-giornale-tv.( con nomi cognomi e marche da boicottare di chi racconta e aiuta la diffusione di bugie) con l'Unione di tanta gente secondo me qualcosa si può far cambiare qualche mente si puo svegliare.
Io non voglio dire o così oppure non capisci niente io voglio esprimere la mia idea per alcuni può essere stupida per altri buona, ma quello che è importante è che l'incontro di tante idee da l'input-stimolo per farne nascere di buone e migliori.
Un video che si potrebbe fare potrebbe vertere su una specie di intervista doppia magari tra un agricoltore oggi e uno del futuro, in cui il confronto tra il primo ( che paga la benzina agricola sempre più, che ha il figlio disoccupato, che ha un lavoro valorizzato zero) e il secondo( dove tranne la spesa iniziale del macchinario(già esiste è legale per l'agricoltura basta avere degli oli) la benzina se la produce a casa con semi di canapa,il figlio lavora in un centro di ricerca pubblico sulla cannabis fondato con i soldi della maggior tassazione della cannabis a scopo ludico, che ha l'aria felice) diventa indecoroso.
Ok ok scusate le chiacchiere, non ho il dono della sintesi(come avrete capito già) nel pensier mi fingo di essere stato abbastanza chiaro, spero di non sbagliarmi.
Ciao a presto big up Enjoint!!!

KGB
18-02-14, 22:31
non necessariamente... se vai in uruguay l'erba non te la danno perchè hanno scritto per legge che la vendita è autorizzata solo agli uruguayani

Quindi in Uruguay sbagliano.
Ma questo non è un valido motivo per fare lo stesso sbaglio anche in Italia, anzi.


non sono gli italiani che si lamentano del regime presente in olanda... sono gli olandesi, nonostante sia un paese risaputamente tollerante, a lamentarsi di italiani spagnoli belgi tedeschi e comitiva bella.

ma prima hai detto che a lamentarsi sarebbero i paesi in cui non è ancora legalizzata.
Non vedo perchè mai gli italiani dovrebbero lamentarsi di ricevere introiti anche dai turisti.
Non avviene lo stesso per il vino (in Italia) e nemmeno per la birra in Germania (es. Monaco).

M'agganjo
18-02-14, 22:33
Dai per scontato che chi si attiva per i diritti gay sia pure antiproibizionista.
Non dico che molti non lo siano ma non è automatica la cosa.
Io penso che come sensibilizzazione della cannabis siamo a un buon punto, sono convinto che se ci venisse proposto un referendum sulla legalizzazione, l'esito sarebbe a favore.
Purtroppo tutto dipende dalla politica, e fin quando non si torna a votare con una legge elettorale decente temo che ci sarà l'immobilismo più totale.

cozzaro
18-02-14, 23:19
Non è esattamente che dia per scontato che un gay sia pro ganjolf, ma presumo che un gay dovrebbe essere d' accordo nel rispettare la libertà personale altrui, proprio perche dovrebbe conoscere cos'è la discriminazione.
Il problema è che tutti pensano ai fatti loro e hanno Paura di esprimersi su argomenti che poco conoscono.
È anche vero che non per forza le persone con esigenze particolari capiscano le esigenze altrui, anzi, però dobbiamo sforzarci di trovare alleati, in categorie che potrebbero trarne vantaggi anche loro, il problema della liberta personale potrebbe essere un punto d'incontro.
Altri punti d'incontro potrebbero essere introiti per lo stato e anche per i comuni, o comunque il benessere, gli introiti a molta gente gliene frega solo dei soldi ormai.
Molti altri se ne possono trovare, di punti d'incontro, nel caso della cannabis in tantissime categorie.
Io non sono cosi convinto che nel caso di referendum la maggioranza potrebbe essere pro, basterebbe un mese di campagna mediatica da parte dei potenti per fare cambiare idea a molta gente, a meno che non abbia instaurata la convinzione che non sia sbagliato, molti non ce l'hanno (credo io).

cozzaro
19-02-14, 19:01
Che poi un referendum può farlo chiunque...
Molti di voi sapranno che non conta nulla la volontà popolare oggi come oggi...i referendum non vengono rispettati!!!

KGB
19-02-14, 20:17
Dai per scontato che chi si attiva per i diritti gay sia pure antiproibizionista.

Il punto è che uno non può essere intollerante/o propagandare intolleranza/o non contrastare l'intolleranza che viene fatta a danno di altri soggetti (tipo: gay, rom, tossici, immigrati ... e al norditalia anche contro i cittadini meridionali) e poi sperare che l'atteggiamento della gente verso la cannabis (e verso chi la usa) cambi.

Se una persona appoggia (o non contrasta) la repressione in altri settori è ovvio che ci sarà gente che tollererà la repressione contro quella persona.

È tutta una questione di coerenza.

Ad esempio, anni fa, su un pullman ho sentito un vecchio parlare di droga con l'autista e faceva discorsi su "droga e tossici" del tipo:
"Bisognerebbe arrestarli, sequestrare la droga, metterci del veleno e poi lasciarli andare e restituirgliela"

Sia nel caso in cui il discorso si riferisca a tossici d'eroina sia che si tratti di consumatori di cannabis è moralmente e logicamente imperativo, per chi si oppone alla repressione anti-cannabis, opporsi, anche quando quel discorso-delirio non riguarda specificatamente la nostra "categoria".

È impensabile sperare di sconfiggere la repressione anti-cannabis ma contemporaneamente convivere tranquillamente con le altre forme di repressione

Semplicemente: NON funziona così.
La repressione è epidemica. Se viene tollerata contro una categoria, presto compariranno atteggiamenti repressivi rivolti anche verso altre categorie.


Il principio è questo:

First they came for the Socialists, and I did not speak out-- Because I was not a Socialist.
Then they came for the Trade Unionists, and I did not speak out-- Because I was not a Trade Unionist.
Then they came for the Jews, and I did not speak out-- Because I was not a Jew.
Then they came for me--and there was no one left to speak for me.

Il punto è che tutti i partiti xenofobi (leganord ecc) fanno di tutte le intolleranze un "brodo" utile per accaparrarsi voti facendo leva sugli istinti/sentimenti più bassi della gente.
La repressione/intolleranza/xenofobia è la loro bandiera! BRUCIAMOLA!



Non dico che molti non lo siano ma non è automatica la cosa.

Beh dovrebbe esserlo invece, visto che repressione e discriminazione in genere sono rivolte verso gli strati più deboli della società.
Dal punto di vista legale, chi coltiva cannabis fa parte dell'insieme degli strati deboli della società.



Io penso che come sensibilizzazione della cannabis siamo a un buon punto, sono convinto che se ci venisse proposto un referendum sulla legalizzazione, l'esito sarebbe a favore.

Vincerebbe la legalizzazione ma ... il referendum contro la privatizzazione dell'acqua come è finito? Ad oggi esistono ancora in tutta Italia zone in cui l'acqua non è pubblica...
OT: andrebbe fatto, se fosse possibile (non credo .. ma non lo sò, non sono esperto in materia) un referendum abrogativo per rimuovere la cannabis dalla tabella delle sostanze. (ma lo vedo difficile visto che, mi pare, un referendum abrogativo rimuove un comma o un'articolo.. anzichè una voce in una lista..:icon_scratch:)


Purtroppo tutto dipende dalla politica, e fin quando non si torna a votare con una legge elettorale decente temo che ci sarà l'immobilismo più totale.

seee aspetta e spera. :(
L'unica legge elettorale che ha possibilità di passare è quella bipolarista scritta da Renzi-Berlusconi e farebbe solo danni.
E anche quella pessima legge dubito che verrà proposta presto, passeranno almeno 6-8 mesi ... giusto in tempo per riavere Berlusconi eleggibile :a045: :wallbash:

Son sempre più convinto che l'Italia (politicamente/partiticamente parlando) sia ormai un paese senza speranza.

rolando
20-02-14, 16:15
Ringrazio Pawan per il post. Vorrei dire alcune cose che mi girano per la testa senza aver letto i post precedenti, quindi chiedo scusa se ripeto qualcosa già detto dagli amici.
Faccio una premessa per mettere le cose in chiaro con eventuali polemisti. Fossi il padrone del mondo lo farei ganjia free 100% ma ci tocca fare i conti pure con gli altri abitanti quindi essere realisti se vogliamo ottenere qualcosina.
Io credo che dobbiamo partire dagli obbiettivi: pochi, raggiungibili, da cui non si possa tornare indietro e che ci diano prospettive future di miglioramenti. Dubito, infatti, si possa arrivare alla legge ideale e definitiva in un unico step. E bisogna partire da qualcosa.
L' eventuale proposta di legge dovrebbe inoltre essere a prova di proibizionisti in quanto li avremo tutti addosso a cercare buchi, imprecisioni o errori per dimostrarci che avevano ragione loro.

Per me gli obbiettivi primari e iniziali sono:
1 - cure gratuite e facilmente accessibili per chi ne ha bisogno per questioni di salute o possibilità di autoprodurre.
2 - il consumatore e il coltivatore devono poter consumare e coltivare in piena legalità, senza nessun tipo di sanzione ne' penale ne' amministrativa.

La questione della cannabis medica è secondo me molto più importante della cannabis per uso ludico e deve essere la ns testa d'ariete, sia per motivi etici (in quanto per me è un di più e posso stare anche senza mentre per i malati è questione vitale) sia per motivi strategici in quanto ci permetterebbe di fare informazione in modo diverso e di convincere molte persone. Soprattutto gli anziani, di solito inorriditi dalla parola "droga" ma molto attenti ai medicinali e agli argomenti sulla salute.
Quando vedremo gli anziani che curano i sintomi della chemio o della SM con il Vulcano o un biscotto saremo a buon punto. E poi è la strada seguita dagli stati americani come la california e il colorado. Anche negli States hanno sdoganato la cannabis medica gradualmente, in più passaggi legislativi, tramite referendum e facendo azione di lobby.
Dubito pero' che si possa arrivare ai dispensari come in america in quanto la sanità italiana è molto diversa da quella americana.
Una buona legge dovrebbe permettere ai malati di riceverla gratuitamente dietro prescrizione medica nelle farmacie direttamente, con una procedura molto più semplice di adesso. O di coltivarserla direttamente come tutti.
Punto imprescindibile la cannabis dovrebbe provenire da produzione italiana, in regime di monopolio statale e si dovrebbe prevedere la possibilità di avere vari strain: dalle indiche, alle sative e alle 1:1 CDB. Non si puo' curare tutto con il bedrocan o il bediol.
E' importantissima la ricerca e una parte dei ricavati della legalizzazione dovrebbe essere destinata alla ricerca di nuovi utilizzi medici della cannabis.

Credo anche che questa sia la parte più facile da regolamentare; la questione rognosa è il punto 2. Non è affatto semplice: sappiamo + o - cosa vogliamo ma non come metterlo in pratica.
Molte idee e tanti modelli: Spagna - Colorado - Uruguay
Per me da una parte lo stato deve smettere di dare la caccia ai consumatori e permettere l'autoproduzione e l'acquisto a prezzi bassi che non generino mercato nero. E per contro la stessa legge non deve incentivare il consumo, deve distruggere il mercato nero, tutelare i minori e i non consumatori.

Partiamo dalle cose semplici: tutelare i non consumatori. Basterebbe proibire il fumo in luoghi pubblici, per strada o in luoghi frequentati da minori (basterebbe anche il buon senso). Consentire il consumo solo in luoghi privati (casa, auto, club privato).
Eventuali trasgressioni saranno punite con una multa (come per il tabacco).
Naturalmente rimarrebbero i legittimi vincoli del codice della strada e questo meriterebbe un capitolo a parte, in quanto occorre trovare una soluzione che determini con precisione da quanto tempo si è fumato prima di mettersi alla guida.
Tutelare i minori in un quadro di cannabis legalizzata sarebbe più semplice di adesso. Ora i ragazzini la possono comprare senza controlli e a qualsiasi ora. Dopo non potrebbero più (o molto più difficilmente) senza andare sul mercato nero (che dovrebbe sparire). Naturalmente sarebbe proibita la coltivazione ai minori.
Legalizzarne la produzione e il consumo senza incentivarne il consumo e disintegrando il mercato nero è la vera sfida.
Capitolo produzione: dividerei la produzione per uso privato da quella commerciale.
La produzione a uso privato dovrebbe essere senza tasse ne soggetta a permesso (ebbene si, mi avete convinto ahahah)
Al limite per permettere allo Stato di avere un ritorno economico (argomento molto sentito anche dai proibizionisti) si potrebbe mettere una tassa sui semi da seed bank.
Dovrebbe prevedere limiti di numero e di quantità diverse a seconda di indoor o outdoor. E qui casca l'asino: ognuno di noi infatti vorrebbe il limite adeguato ai propri consumi ma temo sia impossibile.
Credo si potrebbero copiare i limiti imposti dagli altri paesi: Uruguay (40*12=480 gr./anno o n. 6 piante) Colorado (n. 6 piante e max 28 gr. per volta).Un buon compromesso potrebbe essere appunto: 6 piante o max 500 gr di prodotto secco per outdoor e 6 piante o max 300 gr. per ciclo in indoor.
Naturalmente questi sarebbero i limiti massimi di piante o di sostanza detenibile in casa. Porrei dei vincoli molto più bassi per il trasporto e la detenzione fuori casa(tipo 15 gr).
Copiando poi dalla Spagna proporrei i C.S.C. che mi sembrano un ottimo modo di gestire l'autoproduzione. In quel caso si potrebbe pensare ad una tassa collettiva (sempre per invogliare i proibizionisti).
Personalmente potrebbero non bastarmi come limiti di coltivo ma non mi pongo il problema, in quanto mi pare ovvio che in un quadro di cannabis legalizzata dovranno pure smettere di dare la caccia ai consumatori e ai coltivatori, e a me questo basta. C'è anche da dire che se con la nuova legge si dovranno mandare centinaia di poliziotti a pesare e contare le piante per farla funzionare saremmo punto a capo e non avrebbe senso.

Occorre poi pensare ai milioni di consumatori che non possono o non vogliono coltivare: devono per forza comprarla. Per la mentalità italiana in un primo tempo credo che i coffee shop o i dispensari americani siano impossibili da avere e persino controproducenti per la causa. Non si riesce ad aprire le case chiuse (legge merlin) e se si pensa che tutti tromb.... e molti meno fumano, come possiamo pensare di avere i coffe shop senza sollevazioni popolari dei bigotti italiani?
Secondo me, inizialmente, un ottimo sistema sarebbero i distributori automatici. Sulla falsa riga di quelli per le sigarette, con telecamere, tesserino sanitario, etc.
Il prezzo dovrebbe essere molto basso, in modo tale da competere con il mercato nero e l'autoproduzione (tipo 3€/gr) e la produzione affidata a produttori autorizzati con concessione statale. Naturalmente tassati. Per il solito discorso dell'incentivo economico ai proibizionisti.

Queste a grosse linee le mie idee, anche se scrivendo questo lungo post (in più volte) mi sono reso conto dell'enorme complessità della questione. Spesso non andiamo d'accordo nemmeno tra di noi e qualsiasi soluzione ha sempre delle controindicazioni.

Ancora due riflessioni, sperando di non annoiare.
Secondo me il più grosso ostacolo all'antiproibizionismo è la politica. Mi spiego meglio: la battaglia antipro è sempre stata storicamente una battaglia della sinistra e dei radicali.
Essi ci hanno campato sopra per decenni, cercando in buona fede (ma spesso no) di rompere il muro proibizionista. Senza riuscirci. E' ora di finirla e di sganciare la battaglia antipro da qualsiasi legame e colore politico. Deve diventare una battaglia di tutte le persone di buon senso, anche se di colore politico diverso. Come diceva qualcuno: a me non interessa il colore del gatto
l'importante è che mi prenda il topo.
Altra considerazione: occorre sganciare la cannabis dall'immagine del figlio dei fiori, del capellone, del punkabestia. Mi attirero' qualche critica e lungi da me qualsiasi giudizio morale ma troppo spesso tra i non consumatori si identifica lo spinello con il capellone e fancazzista. Lo so. Non è così. Ma spesso e' il pensiero comune. Per far cio' bisognerebbe che sempre più gente (parlo di opinion maker e influencer) facessero outing e prendessero posizione pubblica a favore della cannabis.
Far capire agli ignoranti in materia che il 99% dei consumatori è gente normale, con un lavoro, una famiglia, delle responsabilità e spesso posizioni di potere e di comando.

Io vedo poi molte similitudini con la battaglia per i diritti degli omosessuali e dovremmo prenderne spunto e copiarli.
Le analogie sono impressionanti. pure loro vengono da una tragedia (comune tra l'altro: l'aids) che ne ha trasformato l'immagine pubblica in quella di viziosi, pervertiti, peccatori e infine castigati giustamente dal giudizio divino. All'inizio l'aids era la malattia dei gay come l'eroina era il destino ineluttabile dei fumatori di spinelli. Ci sono voluti decenni agli omosessuali per sganciarsi da quell'immagine e lo stesso sarà per noi.

Per ora è tutto scusate la lunghezza.

M'agganjo
20-02-14, 20:15
KGB tutto bellissimo e sono d'accordo.
Ma purtroppo non è così nella realtà.
Trovo improbabile un'alleanza tra movimenti antipro e movimenti per i diritti LGBT. Poi se succede, meglio.


Son sempre più convinto che l'Italia (politicamente/partiticamente parlando) sia ormai un paese senza speranza.

Eh. Mi vien da piangere ma è così, hai ragione.

cozzaro
20-02-14, 21:04
Bravo RolLando...quoto quasi tutto, tipo un argomento che facciobfatica a comprendere è: perché proporre noi per primi leggi limitanti?penso che cmq non è che se ci danno un dito ci prendiamo il braccio semmai se chiediamo un dito ci danno un unghia.
Ad esempio perche proporre l'autocoltivazione in CSC? È una cosa che farei solo per essere nella legalità, ma non mi andrebbe bene...siccome credo che le nostre proposte verranno cmq ridimensionate, andare incontro al proibizionista per metterci la bella faccia sarà una strategia politica, per questo presumo che un ridimensionamento ci sarà con qualunque proposta anche la più piccola.
Il punto è questo: siamo sicuri non sia meglio alzare il tiro e puntare in alto?(per poi goderci ogni battaglia vinta :greenstars::icon_smoke:)

KGB
21-02-14, 01:41
KGB tutto bellissimo e sono d'accordo.
Ma purtroppo non è così nella realtà.
Trovo improbabile un'alleanza tra movimenti antipro e movimenti per i diritti LGBT. Poi se succede, meglio.


Eh. Mi vien da piangere ma è così, hai ragione.

ehm ... non è questione di "alleanze fra movimenti"..

Si tratta semplicemente di agire in prima persona cercando di far capire alla gente perchè la repressione è sbagliata (come ho detto nei post precedenti)

Ad esempio, per riuscire a far ragionare uno xenofobo o un razzista o un omofobo, non serve (nel mezzo della discussione) aggiungere "ah non te l'ho detto ma oltre ad essere antirazzista sono anche antiproibizionista". (a che pro?)
Semplicemente non avrebbe senso e rischierebbe di invalidare il dialogo (magari perchè in quel momento non si stà parlando di proibizionismo, ma di razzismo) perchè l'interlocutore potrebbe avere reazioni negative o comunque derivanti da un pregiudizio.

Quello a cui mi riferivo io è un dialogo faccia a faccia con gente che è stata condizionata dalle più becere propagande xenofobe/filo-repressive di questi tempi.
Ad esempio parli da solo con una di queste persone stai pur certo che hai buone possibilità di convincerla e di farla ragionare :icon_twisted2: (viene meno "l'effetto bar", in cui la persona potrebbe invece mettere tutto in caciara e percepire il dialogo come una "gara di provocazioni" o di "botta e risposta" in cui vince chi ha la battuta più prorompente)

"alleanze" con movimenti LGBT/diritti-per-gli-immigrati/rom/eccetera andrebbero bene ma questo (JMO) andrebbe preceduto da azioni dirette individuali.

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Con le alleanze si rischia che Tizio, antipro omofobo/razzista/antirom/xenofobo, diserti il movimento perchè è alleato con categorie la cui repressione Tizio ritiene giusta.

Quindi sarebbe innanzitutto prioritario combattere tutte le "logiche" filo-repressive, anche (e specialmente) all'interno del movimento antipro.*

* non l'avevo citato prima il caso dell'antipro xenofobo filo-repressione, perchè m'è venuto in mente solo ora:
Esistono addirittura giovani leghisti contrari alla repressione anti-cannabis (anni fa ne conobbi uno che si sfondava di velieri, eppure era un fanatico della Lega), solo che sono favorevoli ad altri tipi di repressione.
È utile cercare di farli ragionare.
Basti pensare che , come ho detto, l'ideologia filo-repressione è epidemica ed usa come "vettore virale" il conformismo.
Un razzista antipro (fa impressione vedere le 2 parole affiancate :eek: ) diffonde razzismo e rafforza la diffusione dell'ideologia repressiva in generale; quindi è controproducente, per la causa antipro.
Per essere "veramente antipro" e contribuire con efficacia alla sconfitta della repressione c'è bisogno che qualcuno gli faccia capire che nessuna forma di repressione è umanamente tollerabile perchè è sempre illogica e socialmente distruttiva.

Oltre ad avare una bassa capacità persuasiva (a causa appunto della sua incoerenza), il "leghista antipro" diffonde intolleranza-generale che contribuirà a "creare nuovi proibizionisti".

--------------
È tutto collegato!
(frase "pazza" che comunque potrebbe dare l'idea di come funziona ciò di cui sto parlando ... :) )

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volendo usare un modello matematico: :)
c'è un rapporto di proporzione diretta fra la diffusione di ogni genere di intolleranza (e quindi l'ideologia della repressione) e la condivisione sociale di una "giusta repressione" contro la cannabis.

Maggiore è l'intolleranza generale diffusa (verso le più disparate categorie) , maggiore sarà il numero di proibizionisti.

KGB
21-02-14, 02:48
ad esempio: vedi gli USA. Non è cambiato nulla negli americani negli ultimi anni.
Chi odiava gli hippy e i giovani/vecchi cannabinici li odia ancora. L'unico motivo dell'ondata filo-legalizzazioni sono i soldi. Anzi, in molte parti neppure bastano a convincerli: http://www.fuoriluogo.it/sito/home/mappamondo/nord_america/usa/legalizzazione-cannabis.-il-fronte-del-no-si-organizza#more

Troppo spesso i modelli di legalizzazione (vedi molte prop. di legge nostrane :whistling: ) presi in considerazione sono un "approccio repressivo" alla legalizzazione: controlli casa per casa, autorizzazioni e tassa (speriamo che vengano veramente rimossi dalle proposte! )

Ho trovato in rete un esempio riassuntivo dei motivi che NON devono essere considerati come "motivi principali" in un approccio di legalizzazione che voglia essere veramente antipro e veramente antirepressivo:

Certo che se questa è la posizione più antiproibizionista del Pd che dovrebbe essere il partito più disposto a parlare di legalizazione o almeno depenalizzazione, non credo si arriverà a nulla di buono con la nuovo legge.
Civati ha detto cose ragionevoli ma fa chiaramente capire che l'andazzo nel palazzo è ben diverso.. e mi pare anche all'interno dello stesso PD. Dove si prendono i voti per far passare una legge buona? Qualcuno del PD, credo i 5stelle (solo se autorizzati da sua santità), sparuti ribelli di altri partiti. Non sono assolutamente una maggioranza.. ma neanche si avvicinano.
Secondo me l'unica via è puntare sui unici due fatti che i probizianisti possono ascoltare:
-i drogati (come li chiamano loro) in carcere sono un costo inutile,
- la droga (parola che a loro piace molto) potrebbe fare incassare allo stato un bel gruzzolo e sopratutto liberare la polizia per lavori diciamo più utili che inseguire i ragazzini che hanno un grinder.

Sono argomenti che trovo un po' stupidi, ma gli unici che può capire un asino parlamentare di destra!
In ogni caso, scommetto che la nuova legge confermerà l'impostazione proibizionista in toto. Daranno qualche concessione inutile o magari utile ai grandi trafficanti (che invece andrebbero ferocemente combattuti) in modo da poter dire che hanno reso la legge più in linea con le nuove spinte antiproibizionista mondiali che loro condividono.
OVVIAMENTE MENTENDO!

tratto dal post:
http://www.overgrow-italy.nl/forums/sezione-politica-vf44/civati-intervistato-su-cannabis-vt20319.html#post292063

Il punto è che legalizzando unicamente partendo da quei due presupposti si rischia facilmente di tornare al proibizionismo in pochi anni.
Una legalizzazione simile infatti non deriverebbe dalla comprensione della pura e semplice verità (ovvero che: la repressione è sbagliata) ma da semplici interessi economici, quindi basterebbe il ritorno di un Serpelloni/Giovanardi al governo e una nuova legge proibizionista potrebbe essere tranquillamente accettata con silenzio e senza suscitare scandali nella popolazione italiana (perchè sarebbe ancora una popolazione che accetta tranquillamente le leggi repressive)

cozzaro
21-02-14, 10:53
Non volevo aprire un altro 3d quindi scrivo qui,ma potrebbe essere inerente.
Volevo fare un plauso ad ascia per l'ultima comunicazione data...ritengo fondamentale dare istruzioni-consigli su come comportarsi ai vostri simpatizzanti per poter fare qualcosa anche dal piccolo, magari un commento non cambia niente, tanti commenti forse si.
Anche il mail bombing di tempo fa ritengo fosse una iniziativa positiva!!!(a me il link sulla mail non funziona forse perche sono con smartcose...il mio commento cmq l'avevo già lasciato qualche settimana fa...)saluti.

rolando
21-02-14, 12:18
Bravo RolLando...quoto quasi tutto, tipo un argomento che facciobfatica a comprendere è: perché proporre noi per primi leggi limitanti?penso che cmq non è che se ci danno un dito ci prendiamo il braccio semmai se chiediamo un dito ci danno un unghia.
Ad esempio perche proporre l'autocoltivazione in CSC? È una cosa che farei solo per essere nella legalità, ma non mi andrebbe bene...siccome credo che le nostre proposte verranno cmq ridimensionate, andare incontro al proibizionista per metterci la bella faccia sarà una strategia politica, per questo presumo che un ridimensionamento ci sarà con qualunque proposta anche la più piccola.
Il punto è questo: siamo sicuri non sia meglio alzare il tiro e puntare in alto?(per poi goderci ogni battaglia vinta :greenstars::icon_smoke:)
Non lo so Cozzaro. Puo' anche darsi che sia come dici tu e che per arrivare a 100 bisogna chiedere 1000, come fosse una trattativa sindacale per il contratto dei metalmeccanici. Non credo funzioni così però. Io preferisco partire dal presupposto che pretendo di avere persone serie come controparte e se lo pretendo deve essere il primo a dimostrarmi tale facendo una proposta credibile.
Quanto ai C.S.C. mi sembra un buon modo per gestire l'autoproduzione. Penso a quelli che non hanno lo spazio o le condizioni familiari per fare indoor o il verde a disposizione per l'out. Certo con dei limiti di n.soci e n.piante. A me non interesserebbe in quanto lupo solitario di carattere ma per molti sarebbe una soluzione.

p.s. mi hai decifrato il nick :o:sm_clapper:

cozzaro
21-02-14, 14:21
Il tuo ultimo messaggio mi piace molto perché trasuda onestà, che è un lusso al giorno d'oggi, e ciò mi riempie il cuore di gioia.
Riguardo i CSC se vengano affiancati alla liberta di coltivazione individuale mi sta più che bene, ci mancherebbe, intendo dire che non sarei d'accordo se ci venisse proposta come unica soluzione.
Un'ultima cosa, sono iscritto da pochissimo a questo forum, ma il confronto con voi mi sta già dando molto.
Grazie!!! :tnx:

afghani
21-02-14, 14:59
trattandosi di un club il csc dovrebbe permettere in qualche modo di avvacinarsi alla cannabis a 360 gradi, invece che soltanto al prodotto finito. inoltre si esclude del tutto la possibilità di guadagno e il business che ne segue.

queste sono ragioni che possono spingere qualcuno a preferire il csc agli altri modelli previsti.

Pawan Kumar - ASCIA
29-09-14, 13:14
Vorrei sottoporre ad Enjoint la nostra proposta ASCIA di Coltivazioni di Gruppo, una sorta di Cannabis Social Club limitato ad un numero ristretto di soci amici e conoscenti, un modello adattato anche per le zone rurali e montuose o comunque lontane dalle grandi città, dove è presumibile si sviluppino i CSC, come è successo in Spagna.
Naturalmente siamo interessati a conoscere le opinioni di chi volesse essere così gentile da comunicarle, vi metto sotto l'articolo in merito che abbiamo pubblicato stamattina:

http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=8249

LE COLTIVAZIONI DI GRUPPO

All’Assemblea Generale di ENCOD abbiamo lanciato l’idea della costituzione delle Coltivazioni di Gruppo, piccole associazioni tra amici che individuato un posto per la coltivazione delle piante delegano uno di loro o provvedono insieme alla coltivazione. La stessa proposta porteremo avanti nel confronto con i parlamentari che, speriamo al più presto, possano giungere ad un testo unico dove vengano previste forme associative per i coltivatori/consumatori.

Proposta ASCIA: le “Coltivazioni di Gruppo” (CdG)

Nella prospettiva di legalizzare l’auto produzione di canapa e considerando la necessità di consentire l’approvvigionamento in forma legale di chi non può coltivarsela, i CSC appaiono essere un esperimento valido, perlomeno nelle città e nei dintorni, purché non si trasformino nel tentativo di mascherare un business di grosse proporzioni sulle spalle dei soci, sfruttando il gran numero degli stessi, dovuto anche al turismo, a scapito della qualità e del prezzo della cannabis fornita, come è recentemente successo a Barcellona in alcuni casi.
Ci appaiono però insufficienti per soddisfare l’esigenza di approvvigionamento legale di canapa nelle zone rurali o montuose o comunque lontane dalle città.

Per questo, negli stati europei dove venga legalizzata la coltivazione domestica della canapa, ci sembrerebbe opportuno affiancare al modello dei CSC spagnoli la possibilità di costituire anche piccole associazioni di amici o conoscenti, di massimo 20 persone, che potremmo chiamare “Coltivazioni di Gruppo” (CdG), nelle quali i soci si possano organizzare per coltivarsi il quantitativo annuale di canapa consentito dalla legge, incaricando uno o più soci, maggiormente esperti e/o con la capacità di poterlo fare, di coltivare le piante di canapa necessarie per le scorte annuali di ogni socio, delle varietà prestabilite da ognuno, pagandole un prezzo ragionevolmente basso stabilito tra i membri del gruppo per il lavoro ed il tempo impiegati dagli incaricati della coltivazione, prevedendo anche per ognuno la possibilità di trasporto del quantitativo annuo personale di infiorescenze di canapa dal luogo di coltivazione ed essiccamento alla propria abitazione, per l’uso domestico.

In analogia con l’acquisto di gruppo di proporzionate quantità di sostanze psicoattive, che ormai non viene più considerato uno “spaccio presunto” o con “fini di spaccio” nemmeno in Italia, la nostra intenzione sarebbe quella di estendere questo concetto alla coltivazione personale di canapa da parte di un gruppo di conoscenti o amici, ritenendo una condotta socialmente molto meno pericolosa il fatto di auto coltivarsi in gruppo la cannabis che nello stato sia legalmente consentito detenere per il proprio utilizzo, piuttosto che incaricare di volta in volta uno del gruppo di andarla ad acquistare per tutti gli altri al mercato nero, con il rischio elevato di finanziare così delle organizzazioni criminali dedite al traffico e al commercio illegale di droghe ed altre attività criminose.

Ci sembrerebbe perciò più logico che venga facilmente consentito ad un piccolo gruppo di amici e conoscenti di incaricare uno o più membri anche a coltivare annualmente la canapa per tutti, con eventuali procedure, registrazioni e controlli più semplificati.

In questo modo si riporterebbe su piccola scala di conoscenti diretti e amici, quindi con un migliore rapporto di fiducia, il concetto base dei CSC, i quali, invece, associano un numero elevato di persone estranee, quasi tutti sconosciuti.
Proprio grazie a questo rapporto di fiducia, i soci del gruppo che lo desiderano potrebbero eventualmente anche partecipare direttamente alle operazioni colturali del proprio raccolto, cosi da poter seguire direttamente la crescita, la maturazione, la raccolta e l’essiccazione delle piante che poi si acquisteranno per il proprio uso personale annuale. Ciò sarebbe la miglior garanzia della qualità.

In sintesi, le caratteristiche di una COLTIVAZIONE DI GRUPPO potrebbero essere:

1) Numero ristretto dei soci: possibilità di costituire piccole associazioni di amici o conoscenti, di massimo 20 persone, che potremmo chiamare “Coltivazioni di gruppo”, nelle quali i soci possano organizzarsi per coltivarsi il quantitativo annuale di canapa consentito dalla legge per tutti.

2) incaricare uno o più soci, maggiormente esperti e/o con la capacità di poterlo fare, di coltivare le piante di canapa necessarie per le scorte annuali di infiorescenze femminili di ogni socio, delle varietà prestabilite da ognuno, pagandole un prezzo ragionevolmente basso stabilito annualmente, o per ogni ciclo colturale, tra i membri del gruppo, per il lavoro, le spese ed il tempo impiegati dagli incaricati alla coltivazione.

3) la coltivazione delle piante di cannabis potrebbe essere effettuata sia outdoor che indoor o con entrambi i metodi, rispettando in ogni caso il limite del quantitativo annuale previsto dalla legge (in piante o in peso o in metri quadri di superficie coltivata) con la possibilità di portare a fioritura anche qualche pianta maschio per eventuali impollinazioni al fine di auto prodursi dei semi freschi ed effettuare incroci e selezioni.

4) la possibilità di trasporto, per ogni membro del gruppo, del quantitativo annuo personale di infiorescenze di canapa frutto del raccolto, dal luogo di coltivazione ed essiccazione fino alla propria abitazione, per l’uso domestico.

5) assenza di un locale, per le attività associative, con notevoli risparmi di gestione: anche le eventuali procedure costitutive per una Coltivazione di Gruppo, le registrazioni e i controlli potrebbero essere più semplificati e facilitati rispetto ai CSC di tipo spagnolo.

6) ovviamente un socio di una Coltivazione di Gruppo non può far parte di altre Coltivazioni di Gruppo.

La formula costitutiva e gestionale di una Coltivazione di Gruppo è molto più semplice di quella di un Cannabis Social Club, in quanto non viene prevista una locazione per la distribuzione e il consumo, né permessi e licenze per l’attività in un locale e tanto meno registrazioni fiscali e controlli sanitari o di sicurezza.

Le potenzialità provocatorie e risolutive delle Coltivazioni di Gruppo sono maggiori di quelle dei Cannabis Social Clubs, perché il semplice fatto di far girare un’ idea come questa è già una provocazione notevole, in quanto ci si ispira a quello che molti gruppi di amici stanno già facendo da anni in modo clandestino a causa della proibizione, è il modo più naturale di organizzarsi fra amici determinati ad auto coltivarsi canapa di buona qualità e a non dare soldi alla criminalità.

Vendere la canapa ad un prezzo onesto ad amici che hanno precedentemente delegato qualcuno di loro a coltivarla, non dovrebbe essere considerato “spaccio”, termine che dovrebbe, invece, riguardare solo le cessioni a fini di lucro di sostanze psico-attive fra estranei, o comunque fra persone che sono in relazione tra loro solo per la compra-vendita al mercato nero.

Qui entra in gioco l’analogia delle Coltivazioni di Gruppo con l’acquisto di gruppo di quantitativi di cannabis proporzionati all’uso personale, che non viene equiparato allo spaccio. La domanda logica che sorge spontanea a tutti è: perché si può acquistare in gruppo cannabis dal mercato nero e non è possibile auto coltivarla in gruppo senza dare soldi alla criminalità?

Nonostante 8 anni di Fini-Giovanardi l’uso di cannabis e l’auto coltivazione sono dilagate a macchia d’olio e sarebbe il caso quindi di far uscire la testa dalla sabbia e regolamentarne la diffusione.

Vogliamo quindi innescare il dibattito sulle Coltivazione di Gruppo ponendolo come elemento di riflessione all’Assemblea Generale di Encod e come contributo al dibattito parlamentare per individuare un nuovo metodo di regolamentazione della coltivazione ad uso personale, più se ne parla più l’idea gira, più l’idea gira più danno dovremmo fare al proibizionismo e alla criminalità.

Nello scrivere la proposta delle Coltivazioni di Gruppo abbiamo cercato di tenere conto di ciò che a tutti quelli che se la sanno coltivare piacerebbe fare e condividere, a quello che, crediamo, vorremmo fare un po’ tutti, fra amici, con le nostre buone piante di cannabis, se potessimo coltivarcele.

Direttivo ASCIA

Pawan Kumar - ASCIA
13-11-14, 20:44
Sulla base dei chiarimenti che abbiamo avuto con Encod e visto che l'idea delle Coltivazioni di Gruppo concordava con un possibile modello adattabile di Cannabis Social Club di Encod, con il suo codice di comportamento, abbiamo ripubblicato questo articolo così modificato, ve lo metto perché è piaciuto moltissimo e perché mi sono ispirato anche a quello che è stato scritto in questo forum, al quale vi ringrazio di partecipare, per l'idea iniziale della Coltivazione di Gruppo, dalla quale abbiamo sviluppato questa proposta:

http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=8249

Le “Coltivazioni di Gruppo” come modello di “Cannabis Social Club”

Avevamo ritenuto opportuno sospendere questo articolo sui Cannabis Social Clubs in attesa che da Encod, dopo quanto emerso nell’ultima Assemblea Generale, fossero definiti e chiariti i concetti sulla costituzione di un’associazione di coltivatori/consumatori.


Da Encod arriva questo chiarimento: I cannabis social club non possono esser brevettati, dal momento che essi non sono altro che una idea, un concetto. In ogni paese, regione, forse città, gli attivisti come pure le autorità devono trovare la loro propria interpretazione di questo concetto. Non dimentichiamo che il nostro obbiettivo finale non è di creare dei cannabis social clubs. Il nostro vero obbiettivo è una legislazione all’interno della quale siano garanti i diritti di tutti gli adulti a possedere e coltivare, in casa propria, piante di cannabis per uso personale.

Considerata quindi la nostra situazione nazionale e le precisazioni di Encod, circa lo spirito e le motivazioni che devono animare i Cannabis Social Clubs, noi di ASCIA abbiamo proposto l’inserimento nelle proposte di legge degli on. Farina e Ferraresi di una norma che preveda la costituzione delle Coltivazioni di Gruppo:

Le Coltivazioni di Gruppo

Nella prospettiva di legalizzare l’auto produzione di canapa e considerando la necessità di consentire l’approvvigionamento in forma legale di chi non può coltivarsela, i CSC appaiono essere un esperimento valido, perlomeno nelle città e nei dintorni.
Ci appaiono però insufficienti per soddisfare l’esigenza di approvvigionamento legale di canapa nelle zone rurali o montuose o comunque lontane dalle città.

Per questo, negli stati europei dove venga legalizzata la coltivazione personale della canapa, ci sembrerebbe opportuno stimolare la possibilità di costituire anche piccoli CSC semplificati di amici o conoscenti, di massimo 20 persone, nei quali i soci si possano facilmente organizzare per coltivarsi il quantitativo annuale di canapa consentito dalla legge, incaricando uno o più soci, maggiormente esperti e/o con la capacità di poterlo fare, di coltivare le piante di canapa necessarie per le scorte annuali di ogni socio, delle varietà prestabilite da ognuno, stabilendo tra i membri un rimborso, per le spese vive, per il lavoro ed il tempo impiegati dagli incaricati della coltivazione, prevedendo anche per ognuno la possibilità di trasporto del quantitativo annuo personale di infiorescenze di canapa dal luogo di coltivazione ed essiccamento alla propria abitazione, per l’uso domestico.

La formula costitutiva e gestionale di un piccolo CSC limitato a 20 amici o conoscenti potrebbe essere molto più semplice, in quanto non viene prevista una locazione per la distribuzione e il consumo, né permessi e licenze per l’attività in un locale e tanto meno registrazioni fiscali e controlli sanitari o di sicurezza. Riteniamo che per un piccolo CSC di massimo 20 amici, senza un locale da gestire, si possa proporre di adottare una maggiore semplicità di costituzione e controlli, con una comunicazione al Comune dove si coltiva, o alla Prefettura territorialmente competente, i quali potrebbero istituire un elenco apposito per gli eventuali controlli.
Anche il trasporto da parte dei soci dei quantitativi personali del raccolto fino alla propria abitazione potrebbe essere comunicato allo stesso modo, magari indicando il giorno, il luogo e l’ora di partenza, il quantitativo di infiorescenze trasportate, il luogo di arrivo. Così, anche in caso di controlli stradali durante il trasporto, sarebbe già stato tutto dichiarato ufficialmente.

In analogia con l’acquisto di gruppo di proporzionate quantità di sostanze psicoattive, che ormai non viene più considerato uno “spaccio presunto” o con “fini di spaccio” nemmeno in Italia, la nostra intenzione sarebbe quella di estendere questo concetto alla coltivazione personale di canapa da parte di un gruppo di conoscenti o amici, ritenendo una condotta socialmente molto meno pericolosa il fatto di auto coltivarsi in gruppo la cannabis e che sia legalmente consentito detenerla per il proprio utilizzo, piuttosto che incaricare qualcuno del gruppo di andarla ad acquistare per tutti gli altri al mercato nero, con il rischio elevato di finanziare così delle organizzazioni criminali dedite al traffico e al commercio illegale di droghe ed altre attività criminose.

Ci sembrerebbe perciò più logico che venga facilmente consentito ad un piccolo gruppo, di massimo 20 amici e conoscenti, di incaricare uno o più membri anche a coltivare annualmente la canapa per tutti, costituendo un piccolo CSC con eventuali procedure, registrazioni e controlli più semplificati.

In questo modo si porterebbe su piccola scala di conoscenti diretti e amici, quindi con un migliore rapporto di fiducia, il concetto base dei CSC, a differenza per esempio dell’esperienza spagnola, dove si associano un numero elevato di persone estranee, quasi tutti sconosciuti.
Proprio grazie a questo rapporto di fiducia, i soci del gruppo che lo desiderano potrebbero eventualmente anche partecipare direttamente alle operazioni colturali del proprio raccolto, cosi da poter seguire direttamente la crescita, la maturazione, la raccolta e l’essiccazione delle piante che poi si utilizzeranno per il proprio uso personale annuale. Ciò sarebbe anche la miglior garanzia della qualità.

In sintesi, le caratteristiche di piccoli CSC limitati potrebbero essere:

1) Numero ristretto dei soci: possibilità di costituire più facilmente piccoli CSC di amici o conoscenti, di massimo 20 persone, nei quali i soci possano organizzarsi per coltivarsi il quantitativo annuale di canapa consentito dalla legge per tutti.

2) incaricare uno o più soci, maggiormente esperti e/o con la capacità di poterlo fare, di coltivare le piante di canapa necessarie per le scorte annuali di infiorescenze femminili di ogni socio, delle varietà prestabilite da ognuno, versando un rimborso spese stabilito annualmente, o per ogni ciclo colturale, tra i membri del CSC, per il lavoro, le spese vive ed il tempo impiegati dagli incaricati alla coltivazione.

3) la coltivazione delle piante di cannabis potrebbe essere effettuata sia outdoor che indoor o con entrambi i metodi, rispettando in ogni caso il limite del quantitativo annuale previsto dalla legge (in piante o in peso o in metri quadri di superficie coltivata) con la possibilità di portare a fioritura anche qualche pianta maschio per eventuali impollinazioni al fine di auto prodursi dei semi freschi ed effettuare incroci e selezioni.

4) la possibilità di trasporto, per ogni membro del gruppo, del quantitativo annuo personale di infiorescenze di canapa frutto del raccolto, dal luogo di coltivazione ed essiccazione fino alla propria abitazione, per l’uso domestico.

5) assenza di un locale, per le attività associative, con notevoli risparmi di gestione: anche le eventuali procedure costitutive, le registrazioni e i controlli potrebbero essere più semplificati e facilitati, rispetto ai CSC di tipo spagnolo, per esempio.


6) ovviamente un socio di un CSC non può far parte di altri CSC.

Qui entra in gioco l’analogia con l’acquisto di gruppo di quantitativi di cannabis proporzionati all’uso personale, che non viene equiparato allo spaccio. La domanda logica che sorge spontanea a tutti è: perché si può acquistare in gruppo cannabis dal mercato nero e non è possibile, invece, auto coltivarla in gruppo senza dare soldi alla criminalità?

Direttivo ASCIA