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Visualizza Versione Completa : Ecco il testo della sentenza della Consulta



Avv. Zaina
25-02-14, 21:31
Cari amici allego il link per potere leggere la sentenza della Consulta

http://www.cortecostituzionale.it/schedaUltimoDeposito.do;jsessionid=387A5ADAEB1330C 3B1A88C8E37A3E087

Ora la sentenza è operativa in quanto pubblicata sulla G.U.
Cercherò nei prossimi giorni di fornirvi un commento breve.
Da una prima lettura pare di potere dire che si tratta di un gravissimo J'accuse al modo con il quale il GIOVANARDI ed il FINI e loro accoliti hanno ritenuto di potere innovare in modo subdolo e surretizio una materia come quella degli stupefacenti sottraendola deliberatamente e consapevolmente al confronto parlamentare, non solo stravolgendo il contenuto dell'originario decreto legge, ma, addirittura, blindando la procedura illegittimamente seguita anche attraverso il ricorso al voto di fiducia.
Queste critiche vanno, quindi, ben al di là della eventuale querelle di merito in ordine alla distinzione delle sanzioni per le droghe pesanti e quelle leggere, perchè, inoltre, lasciano luogo aperta la possibilità di dare, comunque, un giudizio negativo alla scelta di unificare le pene.
Emerge un quadro allarmante in base al quale il governo dell'epoca intraprese una linea palesemente illegittima nella convinzione di non incontrare ostacoli, anche per l'impossibilità del Presidente della Repubblica di intervenire anche solo parzialmente.
:a045:

KGB
25-02-14, 23:20
ecco il link corretto:
http://www.cortecostituzionale.it/schedaUltimoDeposito.do?anno=2014&numero=32

StRaM
26-02-14, 14:44
Ora è da capire che fine farà il DPA.........figlio di ....... di questa legge incostituzionale!

Già mettono le mani avanti con una serie di baggianate degne proprio del Dip. P.uttanate A.stronomiche........

Sinceramente li manderei a raccogliere le spade usate a SCAMPIA e a vedere se il PRINCIPALE mercato della "droga libera italiana" è in crisi o è stato scalfito da questi fantomatici personaggi che nulla fanno ossia apllicano la famosa legge del DEBOLE CON I FORTI E FORTI CON I DEBOLI........

alla fine è sotto gli occhi di tutti......... non hanno fatto niente in quelle situazioni di degrado e di massima diffusione delle sostanze veramente pericolose!


In Difesa del Dipartimento antidroga - Lettera aperta alle Istituzioni

24/02/2014

Siamo un folto gruppo di Comunità, Associazioni di Volontariato e Società Scientifiche e Professionali che operano nel campo della tossicodipendenza, sia nel settore della prevenzione sia che in quello del recupero e del reinserimento sociale e lavorativo.
A nostro giudizio la vera innovazione nel campo delle tossicodipendenze è quella di dare continuità e progressivo sviluppo alle azioni e alle strategie intraprese negli ultimi anni. Per troppo tempo, infatti, l’intero sistema preventivo e riabilitativo ha subito discontinuità e perdite di efficienza a causa di influenze ideologiche e di schieramento partitico, che nulla o poco hanno a che vedere con gli interessi delle persone più fragili e, in particolare, dei giovani.
Da qualche anno, a nostro avviso, questa serie di criticità sono state in parte superate, dando luogo alla costruzione di azioni ed interventi sempre più ragionevoli e coordinati con le politiche e le strategie europee. Ciò ha portato ad iniziative più stabili ed efficaci, perché basate su un approccio finalmente centrato sulla persona e sul suo recupero e non sulla convivenza e cronicizzazione della tossicodipendenza. A ciò va aggiunto il continuo confronto, messo in atto da alcuni anni, con le principali istituzioni scientifiche internazionali, volto a fornire evidenze chiare sui gravi danni sanitari e sociali provocati dall’uso di droghe.
Crediamo che la continuità e lo sviluppo, nella strategia e negli obiettivi, nel campo del contrasto alla tossicodipendenza siano fondamentale. Ciò non significa tuttavia che non siano auspicabili anche importanti miglioramenti.
Non vogliamo un ritorno al passato ma continuare ad andare verso il futuro, rafforzando gli interventi e le azioni già in atto e guardando avanti con spirito di innovazione e miglioramento.
Ecco perché è auspicabile che in Italia si continui a supportare il “nuovo corso” attivato da qualche anno, che contrariamente ai precedenti non è stato condizionato da approcci ideologici e politicizzati, perseguendo con determinazione le strategie e gli interventi antidroga fino ad oggi attivati. Alcuni indicatori, tra l’altro, evidenziano risultati positivi anche se sempre migliorabili, e le iniziative messe in atto sono state di ispirazione anche per il nuovo piano di azione europeo.
Va dato atto dello sforzo fatto in questi anni dal Dipartimento per le Politiche Antidroga per far sistema e per valorizzare tutte le varie realtà operanti sul territorio. In questo tempo, infatti, il Dipartimento ha creato una serie di network nazionali, sia di intervento che di ricerca scientifica, che hanno saputo sviluppare collaborazioni e coordinamenti trasversali a vari livelli come mai prima era stato fatto. Sono state coinvolte tutte le comunità terapeutiche creando Comunitalia e moltissimi Sert hanno partecipato ai progetti nazionali. Sono state, inoltre, elaborate e diffuse preziose linee guida e di indirizzo sia nel campo della prevenzione precoce che della riabilitazione e, soprattutto, sono stati varati e finanziati oltre 350 progetti che hanno coinvolto oltre 300 organizzazioni pubbliche e del privato sociale.
L’approccio scientifico è stato la base di partenza ed è stato apprezzato anche dalle maggiori società scientifiche italiane oltre che dalle organizzazioni internazionali più importanti in materia di droga (Nazioni Unite, Unione Europea, NIDA ecc.).
Per quanto riguarda poi la prevenzione, sono nati per impulso del Dipartimento ben 19 siti internet informativi orientati soprattutto alla comunicazione verso i giovani ma anche verso insegnati e genitori, che hanno dato origine ad una nuova e più adeguata (oltre che meno costosa) modalità comunicativa, sorpassando le vecchie campagne basate su slogan generalisti trasmessi solo da giornali e tv. Oltre 3 milioni di contatti all’anno e oltre 800.000 visitatori testimoniano efficacia e gradimento di queste iniziative.
Finalmente nelle campagne di prevenzione sono stati coinvolti anche i Comuni, condividendo con loro e l’ANCI un’importante campagna nazionale (sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica) con lo slogan “chi compra droga finanzia le mafie, le loro violenze e il terrorismo”.
Sono state quindi realizzate campagne informative in rete con l’utilizzo di bassissime risorse che hanno portato, rispetto a quelle fatte nel quinquennio precedente, a risparmi di milioni di euro.
Il grande impegno e lavoro fatto da tutti, (regioni, amministrazioni centrali, DPA, comunità terapeutiche, associazioni del volontariato, Sert ecc.) hanno portato in questi anni a contenere e ridurre il fenomeno, come è ben stato dimostrato dai dati epidemiologici e da vari studi scientifici, con diminuzione generale dei consumi di droghe, dei morti per overdose, della diffusione delle infezioni droga correlate, alla diminuzione del numero di persone tossicodipendenti entrate in carcere ed anche l’incremento dei percorsi riabilitativi grazie alle alternative di pena. Ovviamente, è fondamentale non abbassare la guardia e rinforzare il nostro grado di coordinamento e di azione.
Il sistema dei Servizi pubblici può contare su 664 Sert e oltre 1000 comunità terapeutiche. Esso deve essere sostenuto e valorizzato, soprattutto anche per il recupero, mediante misure alternative, di quei tossicodipendenti che per spaccio di droga sono finiti in carcere. Bisogna sicuramente incrementare l’uscita dal carcere di queste persone e il loro inserimento in terapie alternative e per questo è necessario l’impegno di tutti ma soprattutto delle Regioni. L’utilizzo delle misure alternative è ancora troppo poco diffuso e può sicuramente essere implementato, visto i buoni risultati che si ottengono.
Le strategie messe in atto dagli ultimi governi si sono dimostrate vincenti perché continuative, basate anche su interventi di riduzione dei rischi e dei danni, e nel contempo volte a valorizzare soprattutto il recupero e il reinserimento sociale e lavorativo delle persone tossicodipendenti.
Chi afferma il contrario lo fa volendo negare l’evidenza.
Sulla base delle considerazioni esposte al nuovo Governo
SI CHIEDE:

che si dia continuità al percorso innovativo e di respiro europeo iniziato dal DPA che ha portato finalmente a nuovi orientamenti operativi sulle tossicodipendenze, e su altre forme di dipendenza come il gioco d’azzardo patologico, basati sia sulle evidenze scientifiche che su un approccio orientato al rispetto e alla valorizzazione della persona, proponendo e promuovendo in primis il suo recupero e reinserimento sociale e lavorativo;
che, alla luce dei buoni risultati ottenuti e degli accreditamenti nazionali e internazionali esistenti, si assicuri la piena attività nel prossimo futuro al Dipartimento per le Politiche Antidroga dell’attuale direttore dottor Giovanni Serpelloni. Ciò costituisce garanzia irrinunciabile per il perseguimento della via intrapresa nel promuovere un maggior coordinamento tra i vari ministeri e, soprattutto, con le Regioni a volte assenti e scollegate sia dalle politiche nazionali che europee;
che le politiche e le strategie che verranno continuate e promosse tengano in forte e primaria considerazione la prevenzione precoce ed il recupero totale e il reinserimento sociale e lavorativo delle persone tossicodipendenti, aiutando e sostenendo le loro famiglie ad affrontare il problema. È necessario andare oltre la semplice logica di riduzione del danno e/o cronicizzazione della persona con programmi di sostituzione farmacologica senza fine. Anche il loro costo economico è insostenibile. Bisogna puntare a risolvere il problema della dipendenza offrendo percorsi più orientati alla vera riabilitazione e al recupero integrale delle potenzialità e del futuro dell’individuo. Occorre anche favorire la libera e rapida scelta del luogo e del metodo di cura della persona verso percorsi sempre più virtuosi, di libertà e non cronicizzanti. Nessuna società civile può permettersi di perdere risorse umane e giovanili cosi importanti sacrificandole sull’altare della droga o del falso diritto di drogarsi ed autoannullarsi;
che venga riconosciuto, alla luce del nuovo Piano di Azione Europeo e della strategia UE, che il Piano di Azione Italiano Antidroga ha precorso i tempi e ha portato con tre anni di anticipo l’attuale modello Europeo nel nostro Paese. Prima in Europa l’Italia ha depenalizzato l’uso di sostanze stupefacenti, evitando così la criminalizzazione dei tossicodipendenti, al contrario di paesi come la Francia, l’Inghilterra, la Germania ecc. dove ancora oggi il solo uso di droghe è considerato reato e non illecito amministrativo, come nel nostro Paese;
che non si imbocchi e si rifiuti decisamente la strada della legalizzazione della cannabis e tantomeno delle altre droghe che comporterebbe un aumento esponenziale dei consumi introducendo gravi problematiche di sanità pubblica, di compromissione della salute mentale e fisica e di sicurezza sociale per terze persone. È necessario invece che vengano implementate campagne d’informazione per rendere sempre più consapevoli soprattutto i giovani della necessità di conservare la loro salute fisica e mentale e che con l’acquisto di droghe ci si rende responsabili in prima persona di finanziare le mafie, le loro violenze e il terrorismo;
che i finanziamenti per la lotta alla droga vengano aumentati ma che possano essere resi disponibili ed utilizzati solo attraverso modalità trasparenti e controllate centralmente, mediante progetti nazionali fortemente controllati e verificabili dal DPA nella loro reale efficacia e nel corretto utilizzo dei fondi pubblici. Occorre ricentralizzare molte funzioni regionali di intervento con un più forte e decisivo coordinamento nazionale in quanto ad oggi spesso hanno prodotto duplicazioni, inefficienza e frammentazione negli interventi e nelle modalità di azione sul territorio nazionale, riducendo quindi l’efficacia degli interventi stessi.
Confidiamo che questa nostra istanza raccolga la vostra attenzione e che sia, nell’attività della attuale legislatura che in quella del nuovo Governo in formazione in queste ore, si tenga conto delle nostre posizioni, derivanti dalle esperienze maturate negli ultimi trent’anni di instancabile lavoro sul campo.

http://www.sanpatrignano.org/it/difesa-dipartimento-antidroga-lettera-aperta-alle-istituzioni

Avv. Zaina
26-02-14, 14:49
Classico esempio di autoreferenziale esaltazione commissionata dal Dap.
D'altronde nelle monarchie ed in quegli ordinamenti totalitari dove non si ammette in alcun modo il contraddittorio (ed il dott. Serpelloni e' notoriamente allergico a confrontarsi con chi non la pensa come lui) ilPrincipe sollecita in privato taluno a tessere pubblicamente lodi, soprattutto quando il regime mostra difficoltà.

smilzo
27-02-14, 16:10
Classico esempio di autoreferenziale esaltazione commissionata dal Dap.
D'altronde nelle monarchie ed in quegli ordinamenti totalitari dove non si ammette in alcun modo il contraddittorio (ed il dott. Serpelloni e' notoriamente allergico a confrontarsi con chi non la pensa come lui) ilPrincipe sollecita in privato taluno a tessere pubblicamente lodi, soprattutto quando il regime mostra difficoltà.
Giusto, e come nelle monarchie il Principe garantisce una cospicua remunerazione per questo tipo di servizio svolto.

smilzo
27-02-14, 16:12
Legge Fini-Giovanardi. La Consulta boccia non solo il metodo, ma anche l'equiparazione tra cannabis e altri stupefacenti

http://droghe.aduc.it/articolo/legge+fini+giovanardi+consulta+boccia+non+solo_220 32.php

Articolo di Carlo Alberto Zaina


Poche annotazioni – quasi istantanee – in ordine alle motivazioni della storica sentenza della Corte Costituzionale dello scorso 12 febbraio, fatta comunque salva la riserva di ritornare in maniera più doverosamente approfondita e ponderata sull’argomento.
Appare evidente che il ragionamento che sottende alla decisione e che ha comportato la declaratoria di incostituzionalità della L. 49/2006, conferma un giudizio di pesante bocciatura delle procedure con le quali il governo dell’epoca ha disinvoltamente ritenuto di potere innovare una materia complessa e delicata come quella degli stupefacenti, bypassando sfacciatamente il Parlamento, sotto due profili.
Il primo di questi due profili concerne la scelta di ampliare indebitamente – in sede di legge di conversione - il contenuto dell’art. 4 del Decreto Legge 272/2005, inserendo, così, tutta una serie di disposizioni che, concepite ex novo (non costituendo esse alcun tipo di emendamenti) non presentavano alcun collegamento di omogeneità e di interrelazione funzionale con quelle originarie norme contenute nel decreto legge e, in pari tempo, introducevano inammissibilmente tutta una serie di modifiche allo stato inedite.
Il secondo profilo attiene, invece, al sistematico ricorso al voto di fiducia, definito felicemente in sentenza come procedimento di voto bloccato, che ha frustrato qualsiasi tentativo di un confronto dialettico, maggioranza ed opposizione, sia sulla procedura, che sul merito.
Con il voto di fiducia, si impediva, inoltre, qualsiasi forma di voto frazionato, cioè di suffragio su parti del decreto legge.
Sotto il paravento della necessità di finanziare le Olimpiadi di Torino è stato creato un meccanismo perverso, in base al quale il mancato voto a parti del decreto (ad esempio quelle sugli stupefacenti) avrebbe determinato la caducazione completa del provvedimento, con danni irreparabili perché i giochi olimpici avrebbero potuto non essere disputati.
Conseguenza naturale, quindi, alle eccezioni mosse, è apparsa quella di ritenere costituzionalmente illegittima sia la norma che modificava totalmente l’art. 73 (art. 4 bis), sia quella che introduceva – attraverso qualche decina di commi – modifiche di varia portata, tra cui l’unificazione delle originarie quattro tabelle di cui all’art. 14 (art. 4 vicies ter).
Dinanzi a questi vizi genetici e strutturali della L. 49/2006, appare evidente che la eccezione riguardante in maniera specifica e dettagliata la unificazione delle sanzioni per tutte le sostanze (a seguito dell’unificazione delle tabelle) è rimasta ovviamente assorbita nella più ampia questione procedurale.
Ciò, però – molto diversamente da quanto si è tentato di sostenere in ambienti proibizionisti e, da uno dei fautori della legge caducata, l’on. Carlo Giovanardi – non significa affatto che la Corte abbia dato un implicito giudizio di favore e di accettazione all’indirizzo repressivo-giustizialista trasfuso nella riforma degli artt. 14 e 73, da parte della L. 49/2006. Tutt’altro, anzi.
Il Giudice delle Leggi ha invece pesantemente stigmatizzato l'assenza di un approfondimento e di una verifica referente necessaria e richiesta dall’art. 72 comma 1° Cost., dibattito che – si dice espressamente – una materia così importante avrebbe dovuto richiedere.
E’ dunque lecito interpretare il pensiero dei giudici costituzionali nel senso di ritenere le modifiche apportate con la L. 49/2006 del tutto frettolose, approssimative e non adeguatamente ponderate, in relazione al tipo di correzioni che venivano apportate alla legge precedente, la cd. legge Jervolino-Vassalli.
Vale a dire che una rivoluzione epocale, quale quella che modificava strutturalmente e radicalmente il regime sanzionatorio e le metodiche penali, che si basavano sulla rigida distinzione tabellare delle sostanze, non avrebbe mai potuto essere compiuta sulla base di un vero e proprio “sotterfugio” normativo.
Apparentemente sarebbe rimasto dunque irrisolto il dubbio in ordine alla costituzionalità dell’accorpamento sotto un’unica sanzione delle condotte relative a tutte le sostanze (pesanti o leggere).
Reputa però chi scrive che – leggendo tra le righe – si debba cogliere l’impostazione fondamentale della Corte, che – come detto – può legittimare l’idea di ulteriore errore de legislatore.
Essa risulta, infatti, ispirata ad un profondo rispetto ed ad una adesione alle linee guida dettate dalla legislazione comunitaria (ed in particolare per la decisione quadro dell’Unione Europea 757/GAI/2004), la quale viene evocata (pag.6) quale direttiva che “fissa norme minime relative agli elementi costitutivi dei reati ed alle sanzioni applicabili in materia di traffico illecito di stupefacenti, richiedendo che in tutti gli Stati membri siano punite alcune condotte intenzionali, allorchè non autorizzate, fatto salvo il consumo personale, quale definito dalle rispettive legislazioni nazionali”.
Se queste sono, quindi, le fondamenta del ragionamento della Corte, allora non si può dimenticare che il punto 5) della Premessa della direttiva 757/GAI/2004 afferma che “…Gli Stati membri dovrebbero prevedere sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive, comprendenti pene privative della libertà (concetto ripreso anche all’art. 4 n.d.a). Per stabilire l'entità della pena, si dovrebbe tener conto degli elementi di fatto quali i quantitativi e la natura degli stupefacenti oggetto di traffico e l'eventuale commissione del reato nell'ambito di un'organizzazione criminale….”
Non è quindi casuale che la UE subordini la quantificazione della pena – tra l’altro – espressamente proprio alla natura degli stupefacenti oggetto di traffico.
La locuzione usata dimostra, pertanto, come sia avvertita la necessità di operare distinzioni fra le varie sostanze, in base alla loro diversa offensività.
Le droghe leggere sono diverse da quelle pesanti e questa distinzione, che deve – quindi – produrre anche effetti di diritto sostanziale costituisce un elemento assolutamente incontrovertibile.
La condotta relativa alla cannabis non può, quindi, venire sanzionata come quella connessa con la cocaina o l’eroina.
E’, forse questo, un concetto che i proibizionisti vorranno stravolgere?

smilzo
27-02-14, 16:20
DROGA: PAGANO (NCD), DECISIONE CONSULTA CALPESTA PARLAMENTO

http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20140227-droga-pagano-ncd-decisione-consulta-calpesta-parlamento


“Le motivazioni della sentenza della Corte costituzionale sulla Fini-Giovanardi sono una pericolosa ‘invasione di campo’ della Consulta in un terreno proprio del Parlamento”. E’ quanto afferma l’On. Alessandro Pagano, capogruppo del Nuovo Centrodestra in Commissione giustizia. “Per la Consulta, evidentemente, - prosegue l’esponente di Ncd - il lavoro del massimo organo legislativo, incarnato dal Parlamento che ricordiamo essere potere dello Stato disciplinato e garantito dalla Costituzione, non ha alcun valore visto che la Corte motiva in maniera ‘politica’ la propria decisione. La Corte, infatti, giudica ‘frettoloso’ l’inserimento nel disegno di legge di conversione l’insieme di norme in tema di droghe discusse per 18 mesi e 14 sedute dalle Commissioni congiunte Giustizia e Sanità del Senato, e arriva persino a contestare il diritto del Parlamento di votare o meno la fiducia proposta dal Governo e ad insinuare che al Presidente della Repubblica sarebbe stato ‘impedito di fatto’ l’esercizio del potere di rinvio della legge al Parlamento”. “Le prerogative del Parlamento sono state dunque calpestate e questo non è degno di uno stato di diritto né di una democrazia occidentale, ma ciò che è più grave sono le conseguenze sociali di questa pronuncia: per effetto del ripristino della distinzione tra droghe ‘pesanti’ e ‘leggere’ si incentiverà enormemente, specie tra i più giovani, il consumo di sostanze ritenute erroneamente innocue perché leggere, nonostante la letteratura scientifica più autorevole continui a lanciare allarmi sull’aumento vertiginoso di Thc, cioè del principio attivo dei derivati della cannabis, e sulle sue conseguenze devastanti per la salute degli assuntori. I 15 giudici della Consulta dovranno assumersene la responsabilità davanti alla storia”.
:sm_clapper:

Avv. Zaina
27-02-14, 18:13
Ma l'on. Pagano sa di cosa parla o parla perché ha un bonus di parole da spendere quotidianamente?
Oppure perché non dice che cerca visibilità, atteso che nessuno lo conosce?

KGB
27-02-14, 23:11
Pagano: "DECISIONE CONSULTA CALPESTA PARLAMENTO"

già la frase esprime un ribaltamento totale della realtà.
È il suo partito ad aver calpestato il parlamento, negando dibattito e libere votazioni sulla legge infilandolo in un decreto d'urgenza da votare "in blocco".

Possono far finta di scindersi quanto gli pare (nessuno, credo, s'è mai bevuto la storia di "Ncd e FI come entità contrapposte") ma restano sempre uniti, quando si tratta di diffondere ciarlatanerie.