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Visualizza Versione Completa : la sagra delle stron****



sifone900
28-06-14, 03:26
http://www.tempi.it/onu-aumenta-il-consumo-di-marijuana-negli-usa-della-legalizzazione-diminuisce-la-percezione-dei-rischi


Giugno 27, 2014 Redazione
Lo afferma l’agenzia delle Nazioni Unite che controlla il consumo di droga. «La ricerca medica dice chiaramente che l’uso di cannabis, soprattutto quando si è giovani, è molto dannoso per la salute»
cannabis-legalizzazioneSempre più americani consumano marijuana, mentre diminuisce la percezione dei rischi causati dalla cannabis per la salute. Lo afferma l’agenzia delle Nazioni Unite che controlla il consumo di droga, aggiungendo che la liberalizzazione della marijuana negli Stati di Colorado e Washington potrebbe portare a un aumento del consumo di droga tra i giovani.
MINORE PERCEZIONE DEI RISCHI. «Abbiamo registrato un aumento nel dannoso consumo di cannabis negli Stati Uniti», ha dichiarato Angela Me, ricercatrice dell’Unodc. Premettendo che le conseguenze della legalizzazione della droga negli Stati Uniti e in Uruguay si vedranno solo nei prossimi anni, ha aggiunto che per i giovani «regole più permissive sul consumo di cannabis sono correlate a una diminuzione nella percezione dei rischi» e di conseguenza dei consumi, anche di droghe più pericolose come l’eroina.
cannabisCRESCONO I CONSUMI. Se il consumo di cannabis è diminuito globalmente, specie in molti paesi europei, è aumentato invece negli Stati Uniti. Qui il numero di persone che a partire dai 12 anni ha fumato marijuana almeno una volta è cresciuto dal 10,3 per cento del 2008 al 12,1 del 2012.
Anche se Colorado, Washington e Uruguay hanno legalizzato i consumi solo nel 2014, l’Unodc lancia l’allarme: «La ricerca medica dice chiaramente che l’uso di cannabis, soprattutto quando si è giovani, è molto dannoso per la salute» e nel 2012 «è aumentato in modo notevole» il numero di persone che hanno chiesto di essere curate per porre fine alla dipendenza o curare i gravi effetti della droga.
SALVARE I BAMBINI. Anche per questo lo Stato di Washington, che sta per rilasciare circa 20 licenze di vendita di marijuana a vari negozi, ha lanciato una campagna per assicurarsi che i prodotti a base di cannabis non attirino l’attenzione dei bambini. Si chiede ai genitori di mettere in guardia i figli contro la marijuana dal momento che, come dichiarato da Donny Moyer, portavoce del dipartimento della Salute, una volta in circolazione la marijuana si ritroverà usualmente nelle case attirando la curiosità dei bambini.
In Colorado, infatti, è già aumentato il numero di bambini ricoverati in ospedale per consumo di droga e quattro minori di 10 anni sono stati sospesi da scuola per aver trafficato in classe la marijuana rubata dall’orto dei nonni.

moran
28-06-14, 07:51
Ho sempre pensato che l'onu non servisse a niente, anzi che fosse uno scudo per ripararsi dalla merda per qualcuno per cose ben piu' gravi, figuriamoci se c'e' da stupirsi per queste piccole stronzate, che comunque serviranno sempre a qualcosa...o qualcuno.

Rotten society
28-06-14, 12:16
Che ridere.

Yomi
28-06-14, 12:50
Ha ha. :laser:

iovaporizzo
30-06-14, 17:37
http://www.tempi.it/onu-aumenta-il-consumo-di-marijuana-negli-usa-della-legalizzazione-diminuisce-la-percezione-dei-rischi
In Colorado, infatti, è già aumentato il numero di bambini ricoverati in ospedale per consumo di droga

Chissà perché quando se ne escono con queste affermazioni non specificano mai di che droga si tratti :P

uui
04-08-14, 06:49
In Colorado, infatti, è già aumentato il numero di bambini ricoverati in ospedale per consumo di droga e quattro minori di 10 anni sono stati sospesi da scuola per aver trafficato in classe la marijuana rubata dall’orto dei nonni.

Addirittura bambini ricoverati e minori di 10 anni che spingono la ganja dei nonni a scuola,la macchina dell'infamia non si arresta e ti arresta

OldGoblin_deleted
04-08-14, 08:28
questa non è la sagra... questa è una delle apoteosi delle str.......

ma perché.....?

punk lover
04-08-14, 09:50
certo, se i bambini rubano la ganja dal cassetto e' pericoloso per dio....
era meglio quando dentro al cassetto c'erano le buone vecchie pistole, molto piu' divertenti per loro!!!!

uui
04-08-14, 15:50
O un bel pacchetto fresco di nazionali senza filtro

sifone900
09-08-14, 03:07
http://it.drugfreeworld.org/drugfacts/marijuana/the-harmful-effects.html


DROGA: » LA VERITÀ SULLA MARIJUANA » GLI EFFETTI DISTRUTTIVI DELLA MARIJUANA
Gli effetti immediati della marijuana comprendono tachicardia, disorientamento e mancanza di coordinazione fisica, spesso seguiti da depressione o sonnolenza. Alcuni consumatori provano attacchi di panico o ansia.

Ma il problema non finisce qui. Secondo studi scientifici, l’ingrediente attivo della cannabis, il THC, rimane nel corpo per settimane o più.

Il fumo di marijuana contiene dal 50% al 70% in più di sostanze cancerogene del fumo di tabacco. Un’importante ricerca ha evidenziato che un singolo spinello potrebbe causare più danni ai polmoni che cinque sigarette normali fumate una dopo l’altra. I fumatori di spinelli di lunga data spesso soffrono di bronchite, un’infiammazione delle vie respiratorie.

La droga può danneggiare ben di più della vostra salute fisica. Studi svolti in Australia nel 2008 hanno evidenziato un rapporto tra anormalità del cervello e l’uso prolungato di marijuana. Questo è confermato da precedenti ricerche sugli effetti a lungo termine della marijuana, che hanno mostrato cambiamenti nel cervello simili a quelli provocati dall’abuso prolungato di altre droghe. Una serie di studi hanno dimostrato un legame tra l’uso prolungato di marijuana e la psicosi.


La marijuana modifica la struttura delle cellule dello sperma, deformandole. Così, anche piccole quantità di marijuana possono causare sterilità temporanea negli uomini. L’uso di marijuana può sconvolgere il ciclo mestruale di una donna.

Gli studi dimostrano che le funzioni mentali di persone che hanno fumato a lungo marijuana tendono a diminuire. Il THC della cannabis distrugge le cellule nervose del cervello, danneggiando la memoria.

La cannabis è una delle poche droghe che causa un’anormale divisione delle cellule, provocando gravi difetti ereditari. Una donna incinta che fuma regolarmente marijuana o hashish può partorire prematuramente un bambino sottopeso. Nel corso degli ultimi dieci anni, molti figli di consumatori di marijuana hanno dimostrato di avere meno iniziativa, meno capacità di concentrarsi e di perseguire i loro obiettivi nella vita. Alcuni studi suggeriscono che l’uso di droga durante il periodo prenatale può causare nei nascituri difetti, alterazioni mentali e aumento del rischio di leucemia

pablos peyo
09-08-14, 09:16
Ci provano ancora, anche dopo che la gente inizia ad aprire gli occhi e ad informarsi.
Mi fanno pena questi pseudo giornalisti

Drunk_Christ
09-08-14, 14:32
Il bello è che dice: "alcuni studi", "studi recenti", "ricerche sugli effetti"... Ma le fonti dove le hai messe, nelle cellule che hai perso frequentando il sito su cui scrivi?

punk lover
10-08-14, 17:52
infatti dalla fine degli anni 60 in poi abbiamo assistito alla moria di un'intera generazione di hippie e semplici consumatori occasionali, tutti morti di cancro e leucemia con dei buchi nel cervello grossi cosi'....

sifone900
09-10-14, 01:40
http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2014/10/08/marijuana-non-aiuta-il-genio-manda-in-fumo-la-creativita_41675598-0e57-4107-86b4-96287b6df9a5.html


ANSA > Marijuana non aiuta il 'genio', manda in fumo la creatività
Marijuana non aiuta il 'genio', manda in fumo la creatività
Italiana sfata il mito dello spinello amico degli artisti
(ANSA) - ROMA, 08 OTT - La marijuana annebbia e brucia la creatività ed è solo una leggenda metropolitana, alimentata spesso dal carisma di alcuni artisti famosi, che fumare spinelli aiuti a superare blocchi mentali e a ritrovare la vena creativa.

A sfatare questo mito uno studio dell'italiana Lorenza Colzato dell'ateneo olandese di Leida anticipato in un'intervista all'ANSA: abbiamo testato due dosi di marijuana su un gruppo di giovani volontari (in tutto 54 ragazzi di età media 21 anni); la dose bassa era equivalente ad una canna (abbastanza forte) e la dose alta a 3-4 canne''. L'effetto della cannabis è stato confrontato con una sostanza placebo. E' emerso che, non solo a basse dosi la cannabis non aiuta la creatività di un individuo, ma che ad alte dosi addirittura la danneggia.

Lo studio, che sarà pubblicato sulla rivista Psychopharmacology, rende ''evidente che le canne non aiutano a migliorare le prestazioni cognitive''.

Non sono pochi i grandi del passato e del presente ad aver ammesso o riferito di aver fumato marijuana; tra questi c'è anche Steve Jobs di cui è celebre la frase: "Se dovessi descrivere l'effetto della marijuana e dell'hashish direi che ti rendono più rilassato e creativo".

Ma il gruppo della Colzato ha dimostrato che non c'è alcun fondamento scientifico in questi presunti effetti favorevoli della marijuana sul pensiero creativo.

L'esperta è andata ad analizzare vari aspetti della creatività, ad esempio la capacità di pensare fuori dagli schemi per generare nuove idee, il cosiddetto pensiero divergente. Ha sottoposto a vari test della creatività i volontari che avevano assunto marijuana o placebo per vaporizzazione. E' emerso che a basse dosi la cannabis non aiuta la creatività e che a dosi elevate la ostacola. ''Probabilmente - conclude Colzato - il rilassamento legato al fumare cannabis dà a molti l'illusione di diventare più creativi; esperienza fenomenologica che però non è obiettiva''. (ANSA).

tiffenau
09-10-14, 08:03
Un po' quello che dice : i paradisi artificiali! Esistono artisti e poi c'è anche chi fa uso di sostanze stupefacenti

Dantep
09-10-14, 08:14
A questo punto veramente mi domando se le persone che usano per questi test,o sono tutti dei pischelli rincoglioniti,oppure tutti gli enjointers che ho conosciuto giovani e vecchi sono tutti dei Superman :icon_twisted2:

tiffenau
09-10-14, 08:19
jYQWVnKEFRk
ahahahha o un miscuglio tra la prima e la seconda...

moran
09-10-14, 08:27
Sai che attendibilita' possono avere dei test che per misurare una certa "liberta" espressiva che e' evviamente necessaria per creare... usa effettuare dei test, molto probabilmente in laboratori con moduli e scartoffie varie da compilare e pressando la gente con interviste improbabili...Voglio dire,,,sarebbe giusto come se una donna che si vuole accoppiare con un uomo perche' ne ha sentito parlare molto bene... e quest'ultima per capire come funziona prima di farlo prenda una lente e lo esamini accuratamente, poi magari durante, (se l'uomo ce la dovesse fare,,,) lo tempesta di varie domande...
Alla fine questa "grande" donna probabile che resti molto delusa e che scriva di quell'uomo : e' chiaramente una leggenda metropolitana, non ha nemmeno un'erezione, sufficiente poverino...non funziona. :eek:

Qualcuno dovrebbe spiegare alla sciemenziata che nella vita non e' tutto spiegabile con la chimica come si vuole fare credere...certo che e' la chimica ad esercitare l'azione finale che crea uno stimolo, ma la stessa sostanza, e' risaputo puo' provocare secondo gli individui effetti diversi, a volte perfino opposti...
La formula che dovrebbero riuscire a decifrare, prima che analizzare sarebbe : Chimica + anima...beh quando qualcuno ci riuscira' temo che qualcun'altro insabbiera' la scoperta.
Senno' sai poi di quante cose potremmo fare a meno?

Tuttavia io proporrei lo stesso tipo di esperimento, ma eseguito con modalita' differenti, diciamo piu' adattate al tipo di persone quali siano i consumatori di cannabis.
l'esperimento deve essere svolto in totale liberta' di movimento e su soggetti sani e con una buona tolleranza alla sostanza.
Un mese o anche piu' per permettere una migliore acclimatazione, quindi risultati meno sfalsati...monitorati tipo grande fratello (ma solo per qualche ora al giorno, il tempo necessario per i vari test...) con alcuni compiti da svolgere o problemi da risolvere, secondo dei casi e delle mansioni (artistiche-tecniche-o sociologoche)...contro i pari lasciati senza cannabis.

Io penso che NON si possa determinare nient'altro se non che l'uso della cannabis non abbia effetti negativi ne nella sfera creativa ne su quella tecnica o sociologica, e che il meglio o il peggio sia sempre legato a fattori imponderabili (tipo i vari momenti della nostra vita...) e soprattutto soggettivi, che variano da individuo a individuo.
Cosi' ha stabilito madre natura...:biggrinthumb:.

ah...staff della colzato...cominciate a farlo :smokin: ...fatelo piu' spesso :66:
...senza offesa, dedicatevi ad altri simposi :znaika:

tiffenau
09-10-14, 08:36
La formula che dovrebbero riuscire a decifrare, prima che analizzare sarebbe : Chimica + anima...

Ma la fisica è così oscura???
Cioè tu hai dei lego piccoli tutti uguali, li combini e ci crei un sacco di formine diverse ma i mattoncini sono sempre gli stessi..
Io non credo ci sia qualcosa di trascendentale che ancora non capiamo, semplicemente abbiamo tutti gli indizi per una legge unificante che non riusciamo a trascrivere, ma a logica non si va tanto lontano!
E sono sinceramente non colpito dall'esito del test: quante menti brillanti individuiamo in proporzione al grande numero che stiamo diventando?
Quali standard vanno a definire una mente brillante? Quanto una mente è brillante rispetto ad un altra solo in base alle informazioni apprese?

moran
09-10-14, 08:46
Tiff appunto!!! Questi vogliono standardizzare ogni cosa, ma e' chiaramente impossibile.
Altra cosa e' cercare di stabilire il "quanti", ossia esprimere delle percentuali.
Cosa tutt'altro che semplice perche' le percentuali sono in realta' delle variabili che si basano su dati variabili...quindi al limite sarebbero da ripetere spesso e in diverse condizioni, e mai attendibili del tutto, ma sicuramente meno indottrinanti dei principi su cui si basano le ricerche di quegli pseudoscienziati.

Poi, che io sia convinto che la fisica spieghi meno della metafisica (esempio paradossal.provocatorio) e' un'altra cosa...L'anima e' l'anima, diamogli il nome che ci pare ma e' ancora cosa troppo complessa perfino per mcgiver alla 19^ e zichichi alla 16^ sommati...:biggrin2:


ps per me tiff tu sei una mente molto brillante :) eppure ...sei un drogasto!

tiffenau
09-10-14, 08:53
Io in primis sono un drogato! e sono come tutti gli altri sulla faccia di questa terra, forse è una scusa per lavarmene le mani, forse siamo tutti potenziale inespresso..
Ma tornando a discorsi un tantino più alti: potremmo essere potenzialmente infiniti ma lo saremmo solo e sempre ' per l'uomo'
Se si è in 2 sulla faccia della terra che senso avrebbe dividere per 3?

Yomi
09-10-14, 13:24
ma la stessa sostanza, e' risaputo puo' provocare secondo gli individui effetti diversi, a volte perfino opposti...


E tornando terra terra, alla nostra amata, all'interno della stessa si trovano effetti diversi, a volte diversissimi e contrapposti (indica vs sativa, thc vs cbd: ricordo fuso come un capriolo dopo 1000 canne di 100 varietà, un joint di Nordle CbdCrew, ricca di cbd, via tutto, lucido, calma totale).
Quindi anche questi parametri vanno considerati: voglio vedere che creatività dopo 3 bombe di indica supermatura, ma dammi una DrGrinspoon, e ti amministro Milano!!!:yikes:

:punkif5:

bBerry
09-10-14, 13:48
Yomi ti ci vedo ad amministrare Milano tutto fatto di Grinspoon :biggrin:

È "brutto" da dire ma è normale che questo team sia arrivato a questa conclusione....
sono schiavi di quelle riviste per psicologi da 4 soldi che si basano su di una psicoanalisi che non è superata, di più!!! La produzione di Cannabis risulterà sempre meno costosa rispetto alla sintesi di uno psicofarmaco e della ricerca che ci sta dietro, quindi, giustamente, cercano di denigrarla come sostanza sotto tutti i fronti possibili.
Io sono convinta che verrà fuori la verità e che sia un bene che se ne parli, sia in positivo, sia in negativo...se non se ne parlasse affatto la gente non sarebbe spinta a cercare altre informazioni più approfondite e sono in molti a farlo, soprattutto di questi tempi.
Sprecano tempo e soldi ma se si divertono così, lasciamoli fare....:rolleyes:

moran
09-10-14, 16:30
Yomi ti ci vedo ad amministrare Milano tutto fatto di Grinspoon :biggrin: ....quoto...posso garantirti mila voti!!!:roflmao:


La produzione di Cannabis risulterà sempre meno costosa rispetto alla sintesi di uno psicofarmaco e della ricerca che ci sta dietro, quindi, giustamente, cercano di denigrarla come sostanza sotto tutti i fronti possibili....e riquoto, spesso le verita' piu' importanti le abbiamo sotto il naso, basta un po' di fumo, e' proprio il caso di dirlo, e l'attenzione viene catturata da questo genere di imbecilli, che definire scienziati solo per un titolo è pura mancanza di logica.
Pero' intanto questo gioca in qualche modo a favore di chi si prepara a monopolizzare, brevettare e speculare su un fenomeno che non sara' mai del tutto controllabile...ma questa e' un altra storia.:biggrin2:

midril
09-10-14, 23:28
Yomi ti ci vedo ad amministrare Milano tutto fatto di Grinspoon :biggrin:

È "brutto" da dire ma è normale che questo team sia arrivato a questa conclusione....
sono schiavi di quelle riviste per psicologi da 4 soldi che si basano su di una psicoanalisi che non è superata, di più!!! La produzione di Cannabis risulterà sempre meno costosa rispetto alla sintesi di uno psicofarmaco e della ricerca che ci sta dietro, quindi, giustamente, cercano di denigrarla come sostanza sotto tutti i fronti possibili.
Io sono convinta che verrà fuori la verità e che sia un bene che se ne parli, sia in positivo, sia in negativo...se non se ne parlasse affatto la gente non sarebbe spinta a cercare altre informazioni più approfondite e sono in molti a farlo, soprattutto di questi tempi.
Sprecano tempo e soldi ma se si divertono così, lasciamoli fare....:rolleyes:

Daccordissimo su tutto in particolare sul verde speranza.

bluedigit
10-10-14, 00:31
Personalmente penso che questi "studi" altro non siano che la solita rifritta propaganda, riproposta ad uso di chi non usa la testa per pensare, ma solo per obbedire!:polliced:

...ma sono pronto a votare per Yomi tutto fatto di Dr.Grinspoon:roflmao::punkif5:

sifone900
22-07-15, 18:53
L’intervista. Alfredo Mantovano: “Basta ai luoghi comuni sulla droga libera”
Pubblicato il 21 luglio 2015 da Mario Bozzi Sentieri Categorie : Cronache Le interviste
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UnknownGrande è la confusione sotto il cielo se ben 218 parlamentari, appartenenti a diversi schieramenti politici, arrivano a sottoscrivere una proposta di legge per la legalizzazione delle cosiddette “droghe leggere”. In pochi hanno denunciato la pericolosità dell’iniziativa. In pochissimi hanno cercato di rispondere, dati alla mano, ai tanti luoghi comuni fatti circolare sull’argomento.

Tra questi Alfredo Mantovano. Dal 1996 al 2013 deputato e Sottosegretario dell’Interno, Consigliere, dal maggio 2013, alla IV sezione penale della Corte di appello di Roma, Mantovano continua a mantenere alto il suo impegno culturale sui temi sensibili della famiglia e del rapporto etica-diritto. E’ recente il volume – Libertà dalla droga, Sugarco 2015 -, scritto con Giovanni Serpelloni e con Massimo Introvigne, in cui sul tema sono stati raccolti ed esposti elementi di fatto e argomenti di carattere scientifico, giuridico e sociologico. Mentre rimandiamo ad una lettura del testo, con Alfredo Mantovano tentiamo di fissare alcuni dei temi essenziali di questa cruciale battaglia politica e civile, che ha radici profonde e si alimenta di una serie di “luoghi comuni” ormai entrati nell’immaginario collettivo e nelle stanze del Potere.

Mentre è infatti dagli Anni Settanta che si tenta di affermare l’idea della “droga libera”, ora la proposta di legalizzazione delle cosiddette “droghe leggere” apre, a livello parlamentare, scenari inquietanti …

Alfredo Mantovano
Alfredo Mantovano

“La novità, di queste ultime settimane, – ci dice Mantovano – è che il Parlamento italiano si trova nelle sciagurate condizioni di approvare un testo del genere; quel che è accaduto dall’inizio del governo in carica legittima questa conclusione: da marzo 2014 a oggi, su impulso dell’esecutivo e col sostegno della sua maggioranza sono stati approvati il divorzio breve, il divorzio facile, una pessima controriforma della legge sulla droga, si è scelto di non dare alcuna legislativa alle sentenze della Consulta su eterologa e selezione genetica pre-impianto, e si è andati avanti col gender a scuola, se pur con qualche apparente correzione di rotta”.

Il rischio, in questo clima di conformismo diffuso e di grande confusione culturale, è che la discussione si trascini banalmente …

“Esatto, con il risultato che a trionfare siano i luoghi comuni sul tema, piuttosto che una seria ed approfondita discussione”.

Il primo “luogo comune” è che ci sono droghe “buone” e droghe” cattive …

“É una distinzione falsa e fuorviante: lo “spinello” oggi in circolazione ha effetti devastanti e non sempre reversibili sulla psiche e sul fisico. The Independent, il popolare quotidiano inglese che per circa un decennio, a partire dal 1997, ha condotto una intensa campagna a favore della legalizzazione della cannabis, il 18 marzo 2007 è poi uscito con la copertina dell’edizione domenicale recante il titolo Cannabis, an apology: una richiesta di scuse ai lettori fondata su dati obiettivi. ‘(…) nel 1997 – è possibile leggere nel reportage di Jonathan Owen, sulla stessa testata – mentre questo giornale chiedeva la depenalizzazione, milleseicento persone erano in cura per dipendenza da cannabis. Oggi (cioè nel 2007) sono diventate ventiduemila’ “.

Resta il fatto – come affermano gli assertori della “droga libera” – che ognuno debba essere arbitro della propria salute …

“E qui veniamo al secondo luogo comune. Questo argomento non va adoperato a intermittenza: nessuno ha mai contestato il principio ispiratore dell’obbligo del casco alla guida delle motociclette; si tratta dei primi tre articoli della legge 11 gennaio 1986 n. 3: eppure, in caso di incidente, il danno potenziale riguarda esclusivamente il soggetto che viola la norma. Non vi è mai stata contestazione perché la Costituzione italiana, e prima ancora il buon senso, pongono alla base della convivenza il principio di solidarietà, che si articola in diritti – quelli, per es., di ricevere cura e assistenza in caso di difficoltà – e doveri: nel momento in cui, colpevolmente o dolosamente, io ledo la mia salute a seguito di miei comportamenti, con ciò stesso mi sottraggo all’adempimento dei quei doveri e costringo le istituzioni a impiegare risorse ed energie per soccorrermi. Proprio con riferimento all’uso del casco, con una sentenza del 1994, la n. 180, la Corte costituzionale ha respinto la tesi dell’ingerenza dello Stato nei diritti del cittadino, e ha aggiunto che la salute dell’individuo costituisce “interesse per la collettività”, per cui va apprezzato l’intervento del legislatore, anche perché gli incidenti stradali hanno un costo per l’intera società”.

Veniamo al terzo luogo comune. Come risponde a chi dice che anche alcool e tabacco fanno male, eppure, a differenza della droga, nessuno invoca sanzioni contro la loro commercializzazione ?

“Partendo dagli alcolici, chi dice che è illogico vietare e punire la cessione controllata di droga, soprattutto di quella “leggera”, e invece ammettere la vendita bevande alcooliche, non ha ben chiara la distinzione fra uso e abuso. L’uso equilibrato di alcool, soprattutto se a bassa gradazione e in assenza di controindicazioni correlate alle condizioni di salute di chi lo assume, non fa male; un buon bicchiere di vino rosso è anzi consigliato durante il pasto. L’abuso provoca invece l’alterazione di sé, ed è in vario modo scoraggiato sul piano normativo: si pensi alle disposizioni sul tasso alcolemico da non oltrepassare quando si conduce un veicolo, e alle sanzioni penali in caso di inosservanza. Per il consumo di droga la distinzione non regge: già il semplice uso di stupefacenti produce alterazioni dell’equilibrio fisico e psichico; non attendere che si passi a stadi di dipendenza più elevati per dissuadere dall’assunzione è coerente con il sistema”.

Viene comunque presentato come un dato di fatto che “legalizzare” le droghe sottrarrebbe potere e terreno alle organizzazioni criminali che traggono profitto dai traffici di stupefacenti, affidandone la distribuzione e la cessione al controllo dello Stato.

“Siamo al quarto luogo comune. Premesso che il problema numero uno non è che i clan aumentino i profitti con i traffici degli stupefacenti, ma che questi ultimi determinino la morte o la prostrazione di tante persone, è certamente importante contrastare i network criminali che si dedicano, in tutto o in parte, ai giri di stupefacenti. Ammettendo che sia vera – e non lo è – la tesi secondo cui la mancata legalizzazione è causa dell’arricchimento dei clan, ogni ipotesi di legalizzazione sarebbe diretta a limitare lo sfruttamento criminale dei traffici, non a ridurre la platea degli assuntori di droga, quindi lascerebbe inalterato il problema n. 1. La realtà poi smentisce la tesi della riduzione della entità dei traffici criminali; ogni legalizzazione ha dei limiti, di età dell’assuntore, di quantità e di qualità (intesa come percentuale di principio attivo) della sostanza. Neanche il “legalizzatore” più convinto arriva a sostenere che un fanciullo possa recarsi a piacimento al tabaccaio, o allo sportello della Asl, e farsi impacchettare mezzo chilo di cocaina, con elevata percentuale di principio attivo. Alla criminalità sarà sufficiente operare oltre i limiti fissati: quanto a quello dell’età, puntando, ancora di più di quanto non avvenga oggi, allo spaccio fra minorenni; quanto alla quantità e alla qualità, offrendo “merce” in grammi o in capacità stimolante, al di là delle soglie stabilite. L’esperienza degli Usa, al cui interno circa venti States hanno legalizzato il fumo di cannabis per uso medico, e due States anche per uso ricreazionale, indica che la legalizzazione della cannabis aumenta soprattutto la quantità consumata pro capite. Gli introiti per gli Stati derivante dalle accise sulla cannabis “legale” è annullato dalle maggiori spese connesse al trattamento dei suoi effetti è cronici. I due mercati, legale e illecito, sono strettamente connessi: quantità sostanziali di marijuana medica prodotta in eccesso grazie a economie di scala sono dirottate verso il mercato clandestino. Tuttavia, negli Usa gli adolescenti non possono accedere alla cannabis legale: la legalizzazione non riguarda i minori, che sono i maggiori consumatori di cannabis e quelli più a rischio per i suoi effetti a lungo termine. Risultato: negli Usa la legalizzazione della cannabis non ha eliminato il mercato illegale ma ne ha semplicemente ristretto la clientela agli adolescenti e agli adulti che non possono permettersi il costo elevato della cannabis legale”

sifone900
22-07-15, 18:54
http://www.barbadillo.it/45517-mantovano-basta-ai-luoghi-comuni-sulla-droga-libera/

mozart
23-07-15, 08:07
Mamma mia non sono capace di avere quella confusione mentale nemmeno dopo una full immersion di ganja di tipo amnesia perché ti mangia la memoria ed è tagliata con l'eroina . :roflmao:

sifone900
26-07-15, 16:35
http://www.tempi.it/chi-propone-di-legalizzare-la-cannabis-eviti-di-appellarsi-alla-scienza-non-sa-di-cosa-parla#.VbZMuOpyxAg

Che coraggio...

Pawan Kumar - ASCIA
27-07-15, 15:21
Se proprio vogliono continuare a sputtanarsi da soli, aiutiamoli! Le nostre risposte stanno arrivando...
Grazie delle segnalazioni sifone, sempre utili a scriverci qualcosa di divertente :yes:

Bl4ckDr4gon87
28-07-15, 21:19
i media sfruttano l'ignoranza...
ormai non si legge più ciò che è vero, ma ciò che si vuole far credere...
mi mette tristezza vedere come certe riviste, giornali, tv, siano molto di parte e non facciano informazione trasparente...

Pawan Kumar - ASCIA
01-08-15, 12:48
Tranquillo Black Dragon, noi abbiamo lo sputtanatore automatico sempre inserito:

http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=9179

Gli esperti di menzogne

Il 17 luglio scorso è stata presentata alla Camera una proposta di legge sottoscritta da 218 parlamentari provenienti da diversi schieramenti politici: M5S, Sel, Scelta Civica, PD e persino da Forza Italia.

Ma, contro il ddl che fa sperare in un cambiamento assolutamente necessario, si schierano i primi “specialisti” a cui il “Corriere della Sera” dà ampio spazio, schierandosi inequivocabilmente dalla parte più proibizionista della Scienza.

Il “Corriere” ha pubblicato alcuni giorni fa le opinioni di Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia medica e primario della divisione di Oncologia medica A, al Centro di riferimento oncologico (Cro), Istituto nazionale tumori di Aviano (Pn), e pubblica oggi quelle di Alberto Mantovani, direttore scientifico Humanitas e docente Humanitas University (?) ed ambedue sostengono che le argomentazioni usate da chi vuol legalizzare la cannabis anche in Italia, non reggono.

Prendiamo in esame quanto affermato dal prof. Tirelli che sostiene che è una “follia indifendibile” quella di ricercare nella legalizzazione, la soluzione alla diffusione della droga.

Secondo Tirelli, se l’uso della droga diventerà legale il problema aumenterà. Egli sostiene questa idea con un esempio davvero poco logico affermando: “visto che gli omicidi proseguono, nonostante la legge li punisca, perché non li legalizziamo?”

Peccato che l’omicidio ed il consumo di una sostanza psicoattiva non siano davvero paragonabili!

Rispondo al prof. Tirelli che, se non si fa lo stesso ragionamento con il femminicidio e i furti è perché quei reati ledono davvero qualcuno e mai potranno essere soggetti a “legalizzazione”, mentre fumare marijuana non è più un reato in molti Paesi nel mondo e, dove è stato regolamentato l’utilizzo di cannabis, molti problemi (specie quelli legati a vari crimini) sono diminuiti.

Leggendo quanto dichiarato da Tirelli, egli teme di veder crescere un altro mercato proibito, fatto di sostanze nuove, come quelle chimiche.

Il professore ignora che sono proprio gli spacciatori, al servizio delle narcomafie, ad alimentare certi mercati e spingere all’uso di sostanze più pericolose (magari che inducono davvero dipendenza). Se ognuno avesse la possibilità di coltivare le proprie piantine di canapa in balcone, o acquistarla in dispensari autorizzati e controllati, allora il cittadino che consuma responsabilmente cannabis non sarebbe più costretto ad entrare in contatto con certi malviventi interessati ad incrementare la vendita di diverse droghe.

Se per il professore è giusto che alcol e tabacco siano legali, mentre non è giusto aggiungere a queste anche la cannabis che “è pure peggiore”, per la gran parte degli italiani è il contrario: se hanno posto a monopolio le due sostanze rispettivamente prima e seconda causa di morte al mondo, perché perseguitarci per l’utilizzo di una tra le sostanze meno tossiche? NB: sono certo che il prof. Tirelli sappia che non esiste un solo caso di morte al mondo per uso o abuso di cannabis e che non esiste dose letale assimilabile dall’uomo. …oltre agli effetti terapeutici della sostanza, provati già dal medico italiano Raffaele Valieri, nel 1887.

Secondo Tirelli la marijuana, a differenza del tabacco, può provocare alterazioni cerebrali, senza contare le conseguenze a medio e lungo termine sulla funzionalità del cervello e sul sistema immunitario. Il professore crede che la cannabis danneggi i polmoni in maniera molto più violenta del tabacco, aumenta il rischio di cancro, che indebolisca le facoltà cognitive, la memoria, l’attenzione e che farebbe aumentare il rischio di incidenti stradali.

Insomma, il professore ignora i milioni di italiani che, come me, usano da decenni la cannabis e conducono una vita normale, senza incidenti di sorta.

Io fumo cannabis in modo regolare da circa un ventennio e salto tranquillamente per 20 minuti con la corda, esercito l’attività di Educatore Alimentare, amo andare in moto e tante altre cose che non potrei fare se la cannabis, come sostiene il professore, avesse inciso negativamente sui miei polmoni e sul mio cervello.

Per le paure espresse da Tirelli riguardo il consumo da parte dei giovani, affermo che anche noi antiproibizionisti siamo preoccupati per l’uso o addirittura l’abuso che gli adolescenti fanno di cannabis. Ma riconosciamo anche che la cannabis viene offerta ai ragazzini da spacciatori senza scrupoli e che l’uso tra i minori è cresciuto nonostante la pesante repressione.

Si giunge dunque alla logica conclusione che il proibizionismo ha fallito e che regolamentare coltivazione e vendita potrebbe essere una soluzione dato che in paesi dove la cannabis è legalmente venduta ai maggiorenni, i minorenni hanno maggior difficoltà a procurarsela.

Tirelli degenera quando inizia a parlare di percentuali di principio attivo, mostrando una forma di ignoranza indotta in molti uomini di scienze dal proibizionismo. Secondo il professore, negli anni Settanta, la quantità di principio attivo della cannabis era del 5%, oggi siamo al 50-80%.

Mi chiedo dove abbia letto certe notizie?! Le varietà di cannabis con maggior percentuale di THC non superano il 26% e, inoltre, cos’è una “percentuale”?
E’ la quantità indagata sul totale. Quindi, un grammo di cannabis al 25% di THC è uguale a 5 grammi di cannabis al 5%…. per avere lo stesso effetto ne devi semplicemente usare meno e, di conseguenza, se la fumi, assimilare meno monossido di carbonio. Paradossalmente, la cannabis con maggior concentrazione di THC è più salutare per chi ne fa uso ricreazionale (non voglio neppure aprire il “capitolo terapeutico”).

Ricordo inoltre al prof. Tirelli che il collegamento fra uso di cannabis e schizofrenia è stato sfatato da decine di anni: molte altre ricerche si sono contrapposte a quella da lui menzionata e, addirittura, hanno dimostrato che la cannabis risulta terapeutica in alcuni casi di schizofrenia perché capace di ridurre o annullare il fenomeno del “ritiro sociale”, che grava su molti pazienti schizofrenici.

Lo stesso vale per gli studi riguardanti il rischio di tumore al polmone provocato dalla cannabis: tantissime altre ricerche hanno dimostrato l’effetto anti-cancerogeno dei cannabinoidi. Comunque, è assolutamente provato che aspirare monossido di carbonio, provocato dalla combustione (sia di cannabis che di tabacco), fa male. L’unico problema è che si riconosce la consapevolezza e la maturità di scelta del tabagista, ma non quella di coloro che preferiscono la marijuana.

L’ignoranza del professore sull’argomento si evince anche dalle sue affermazioni riguardo l’utilizzo terapeutico: “l’uso terapeutico della marijuana riguarda l’assunzione di compresse con effetti del tutto differenti dallo spinello. Se i politici avessero davvero a cuore i malati, anziché liberalizzare la cannabis farebbero pubblicità a determinati farmaci, la cui efficacia nella terapia del dolore è di gran lunga superiore”.

Purtroppo sono tanti i professionisti indottrinati dalle aziende farmaceutiche che commercializzano e lucrano su quelle che sono la terza causa di morte nel mondo: i farmaci convenzionali!

Ho ribattuto ad ogni affermazione del professor Tirelli essendo in totale disaccordo con lui e concludo utilizzando una sua affermazione che, se estrapolata dal contesto in cui il professore la colloca, è assolutamente valida in uno Stato che proibisce la cannabis e che non scoraggia il gioco d’azzardo, l’uso di alcol e del tabacco; uno Stato che sostiene Ser.t. che lucrano su false dipendenze agevolati da una legge persecutoria, criminale e criminogena; uno Stato punito per il sovraffollamento carcerario, in cui la criminalità organizzata detiene il monopolio delle droghe: “ lo Stato si arricchisce sulla pelle dei suoi cittadini e noi siamo contenti”.

Giuseppe Nicosia – ASCIA

sifone900
27-07-16, 17:26
era da un pò che non aggiorno il topic, ma non certo perchè le stronzate sono mancate, anzi... ormai dovrei essere immune a tutto questo...ma a dirla tutta, non si può essere immuni mai a certe cose... credo che i parenti di chi ha perso la vita per qualche grammo o piantina, si vedano uccidere di nuovo i loro cari, leggendo certi pseudo-articoli
è vero che riporto queste notizie, ma cambia decisamente il contesto.

http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/Sette-motivi-per-dire-no-alla-marijuana-legalizzata.aspx


Sette motivi per dire "no" alla marijuana legalizzata

Lucia Bellaspiga
26 luglio 2016

​Cannabis, il testo della legge rimandato a settembre

Mentre la Camera dei Deputati rimanda a settembre la discussione sulla legalizzazione della vendita di marijuana, gli addetti ai lavori, ovvero tutto il variegato mondo di operatori e volontari che poi si prendono cura dei giovani dediti alle droghe cosiddette “leggere” per arginarne i danni, dicono chiaro e forte il loro no. Politici antiproibizionisti da una parte, esperti in materia sul fronte opposto…

"La norma diventerebbe cultura"

“Legalizzare la vendita della cannabis aumenterebbe la domanda: la norma diventerebbe cultura”, ricorda Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, che solo in Italia attualmente accoglie 600 persone inserite in programmi di recupero dalle dipendenze. E già l’anno scorso, alla presentazione della proposta di legge, aveva ammonito: “Proporre che lo Stato legalizzi e tragga profitto dall’uso delle droghe, per poi finanziare i percorsi di recupero, è perversione ideologica”. Proprio come già avviene con l’azzardo, divenuto vera e propria piaga sociale (con un milione di ludopatici) da quando è stato legalizzato, buco nero in cui lo Stato apparentemente guadagna sulla dipendenza dei cittadini, per poi spendere cifre astronomiche per curarli…

Sette volte "no" dalla Papa Giovanni XXIII

I politici ne riparleranno a settembre, ma basta la logica per comprendere che legalizzare il commercio della marijuana sarebbe un grave autogol, come dimostrano le esperienze già avviate in altri Paesi e le argomentazioni degli esperti. Ecco in sette punti le ragioni del “no” secondo Ramonda e la Papa Giovanni XXIII, che sfatano molte credenze non vere:

1. La cannabis crea dipendenza

Il 10% dei consumatori di marijuana soffre di dipendenza. Molti di essi sono minori. Il rischio di dipendenza aumenta tra coloro che hanno fato uso di marijuana da giovani. Non esistono droghe leggere e pesanti, ma una dipendenza più o meno radicata che richiede un serio percorso di recupero.

2. La cannabis è dannosa

Il principale agente psicoattivo della cannabis è il THC. La percentuale di THC presente nell'hashish e nella marijuana in commercio vent'anni fa era decisamente più bassa rispetto a oggi (dal 5-10% agli attuali 40-50%). Numerosi studi hanno evidenziato la pericolosità del THC, che aumenta i rischi di:

◦ danni al sistema immunitario,

◦ anomalie neonatali,

◦ infertilità,

◦ malate cardiovascolari,

◦ infarto,

◦ cancro ai testicoli.

La marijuana, a differenza del tabacco, può provocare alterazioni cerebrali, senza contare le conseguenze a medio e lungo termine sulla funzionalità del cervello. La cannabis danneggia i polmoni in maniera più incisiva del tabacco; indebolisce le facoltà cognitive; provoca quindi un aumento degli incidenti stradali. L'uso di marijuana si ripercuote sui rendimenti scolastico e lavorativo e sui rapporti interpersonali. Aumenta i casi di schizofrenia. La ricerca clinica ha dimostrato che per i consumatori abituali aumenta di sei volte il rischio di patologie psichiatriche.



3. Legalizzare la cannabis ne aumenta la domanda



Il diminuire della disapprovazione sociale conseguente alla legalizzazione aumenta l'uso di cannabis. Provoca infatti la diminuzione della percezione del rischio legato al consumo della marijuana. Lo mostra l'esperienza della legalizzazione dell’azzardo, che ha portato a un aumento della dipendenza e dei costi sociali. Legalizzare significa rendere socialmente accettato e condivisibile.



4. Legalizzare la cannabis crea commistione con l’uso medico

… e quindi abbassa nell'immaginario collettivo la percezione della pericolosità della cannabis. Il dottor Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, ha sottolineato in audizione alla Camera che «tutta la parte relativa all’attività medica dovrebbe rimanere fuori dalla proposta di legge. Altrimenti aumentiamo molto il fai da te».



5. Legalizzare la cannabis non permette la repressione delle organizzazioni criminali

La liberalizzazione è un ottimo scudo dietro cui i narcotrafficanti si possono mascherare. In Colorado, dove questo è avvenuto pochi anni fa, solo il 60% della marijuana è venduta legalmente.



6. Legalizzare la cannabis non aumenta le entrate statali provenienti dalla tassazione

Aumenta invece il mercato nero e i costi sociali cui lo Stato deve fare fronte.



7. Legalizzare la cannabis non consente di controllare la percentuale di THC

nelle piante di cannabis autocoltivate.



Infine *–* rammenta la Papa Giovanni XXIII –* il CND (Commission on Narcotic Drugs delle Nazioni Unite) ha sottolineato come la scelta di alcuni Stati di legalizzare rappresenti un'oggettiva violazione dei trattati internazionali contro la diffusione delle tossicodipendenze, già ratificati da un gran numero di Stati, Italia compresa, a partire dal 1961.

sifone900
18-08-16, 00:45
quando penso di averle lette tutte, c'è sempre l'articolo che ti fa cadere le braccia...:polliced:

il succo è questo: se nel 2014 c'è stato un picco di morti per l'eroina, la colpa non è dell'eroina ma dell'erba, o meglio, della legalizzazione dell'erba:icon_puke_r::yikes::icon_scratch:

purtroppo non c'è da stupirsi, niente di nuovo, la solita cara vecchia propaganda proibizionista :icon_puke_r: e noi li mettiamo alla gogna di Enjoint :icon_rambo:

http://www.linkiesta.it/it/article/2016/08/16/marijuana-se-don-winslow-da-ragione-a-giovanardi/31477/

Marijuana, se Don Winslow dà ragione a Giovanardi
In un articolo su Esquire lo scrittore americano analizza l’epidemia di morti per eroina negli Usa degli ultimi anni, e ha una spiegazione: colpa della legalizzazione della marijuana

Ebbene, la marijuana legale, almeno negli Stati Uniti, ha portato a una epidemia di morti per overdose di eroina. Non lo dice Donald Trump, non lo dice Carlo Giovanardi, ma lo dice lo scrittore americano Don Winslow, autore de Il potere del Cane e Il cartello, romanzi che studiano e raccontano il mondo e dei cartelli messicani, che proprio sul traffico di droga fanno gran parte dei profitti.

Lo scrive in un articolo pubblicato su Esquire. Alla prima legalizzazione, avvenuta nel 2012 in Colorado, è conseguente il boom della nuova eroina. Le cause sono economiche e politiche, e non sempre semplici da ricostruire. C’entrano gli arresti e le finte evasioni del Chapo Guzman, capo del cartello dei Sinaloa, c’entra il calo dei profitti dei cartelli successivo alle decriminalizzazioni delle droghe leggere, c’entra l’ingresso in scena di una nuova forza criminale, i Jalisco, che mira a sostituirsi al vecchio cartello dei Sinaloa (con el Chapo, stavolta, davvero fuorigioco) e mette in circolo una nuova droga, più pura e più potente. Le conseguenze? Il picco di morti nel 2014, e quelli successivi.

“Ok, lo sto per dire: l’epidemia di morti per eroina fu causata dalla legalizzazione della marijuana”. Così dice Don Winslow, che continua: “Abbiamo voluto l’erba legale, e in gran parte ci siamo riusciti. Quattro stati l’hanno legalizzata del tutto, altri l’hanno decriminalizzata. In molte giurisdizioni la polizia si rifiuta di applicare le leggi che penalizzano chi le spaccia, creando una legalizzazione de facto. Buone notizie, no?

Sì, ma non per tutti. In particolare, non lo sono “per il cartello dei Sinaloa. L’erba, per loro, era un centro di profitto enorme. All’improvviso si sono ritrovati tagliati fuori dal mercato, non potendo più competere con la produzione americano: migliore, e con costi di trasporto e di sicurezza mille volte più bassi. In un anno il cartello ha visto crollare le vendite della marijuana del 40%, cioè ha perso miliardi di dollari”. Per loro “la marijuana messicana era diventata un prodotto senza valore. E così hanno smesso di produrla”. Altra buona notizia, no?

No. I cartelli, con Guzman ancora al potere, hanno deciso di inserisi mondo degli oppioidi, producendo una nuova eroina, più potente e meno costosa. “I cittadini americani dipendenti dall’Oxycontin [un farmaco a base di ossicodone] spendevano almeno 30 dollari a dose, Ne volevano almeno dieci al giorno”. Inserendo nel mercato un nuovo prodotto, più forte e a dieci dollari a dose, avrebbero sbancato.

“Il cartello dei Sinaloa ha deciso di battere sul prezzo le aziende farmaceutiche. Hanno aumentato la produzione dell’eroina messicana del 70% e hanno aumentato il suo livello di purezza, chiedendo aiuto ai cuochi colombiani. Hanno creato un’eroina forte come quella asiatica. Quello che vendevano prima era puro al 46%, ora lo è al 90%”. Con un prezzo bassissimo.

Hanno anche approfittato di un’altra circostanza favorevole: “Le istituzioni americane, spaventate dal numero sempre più alto di morti per overdose da oppiodi farmaceutici (165mila dal 1999 fino al 2014) hanno deciso un giro di vite sulla distribuzione legale e illegale, aprendo un’autostrada per l’eroina messicana”. Insomma, nuovi prodotti e mercati liberi: la condizione ideale. Con conseguenze, però, drammatiche: i consumatori furono presi di sorpresa, le dosi erano più forti e, in molti casi, lo furono troppo: molti morirono.

“Alla fine, le morti per overdose sono balzate alle stelle. Raddoppiando dal 2000 al 2014: in America sono morte più persone per overdose nel 2014 che in ogni altro anno: 47.055”. Tra queste, anche Philip Seymour Hoffman, “proprio nel momento del picco”. A fare i conti, “sono 125 al mese, cinque all’ora, un tasso di decessi molto simile al picco dell’epidemia dell’Aids del 1995”.

L’articolo, molto più approfondito e ricco, si trova qui. Don Winslow spiega il suo punto di vista anche in questa intervista video, rilasciata per la Cbn:

TangerineDream
18-08-16, 12:22
Ah, per cui è colpa di chi ha legalizzato la marijuana, se i cartelli ora non ne producono più ma sono passati all'eroina? :eek2:
Detto da uno scrittore di polizieschi, fossi in lui butterei la penna alle ortiche e andrei a zappare la terra, magari risulterei più utile alla causa mondiale...

Yomi
18-08-16, 13:15
Potrebbe anche avere ragione, non lo metto in dubbio.
Infatti io sono per la legalizzazione, se non addirittura come auspica moran, per la liberalizzazione, di tutto quanto.

Ognuno responsabile delle proprie azioni, libero fino a quando non lede la libertà degli altri.

Utopia? Sicuramente, ma la salvezza del mondo dipenderà da questo, io temo. Una vera rivoluzione culturale, oppure la distruzione totale .

:punkif5:

moran
19-08-16, 11:08
La legalizzazione purtroppo per come la vedo io non sarebbe un bene per diversi fattori, anche se culturalmente sarebbe certamente un grande passo avanti.
Questa posizione presterebbe i fianchi a molteplici speculazioni e alle solite ipocrisie spesso interessate.
Diciamo che ora come ora sarebbe il minore dei mali, anche considerando il fatto che la liberalizzazione non sarà possibile probabilmente mai...
Riflettendo e facendo le dovute considerazioni appare evidente sotto ogni aspetto che una trasparente liberalizzazione data dall'autodeterminazione e da una corretta informazione disinteressata porterebbe un equilibrio naturale del fenomeno così come dovrebbe essere.
Il solo fatto reale ad impedire che ciò possa avvenire è l'impossibilità di esercitare un macro controllo per chiunque, ergo ogni speculazione o forma di business legato alla cannabis sarebbero decisamente ridimensionati e ad alto rischio quindi non convenienti.
Per non parlare poi delle varie lobbyes interessate al fenomeno terapeutico che difficilmente potrebbero operare in regime di concorrenza reale quindi con offerte a prezzi congrui.
Chi alla fine vedrebbe dimezzare le entrate per i chemioterapici piuttosto che per gli antinfiammatori o quant'altro molto difficilmente sarebbe in grado di recuperare quelle perdite ingenti...
Legalizzando ovviamente sarebbero tutti questi inconvenienti ad essere ridimensionati attraverso il controllo del mercato e soprattutto della produzione.
Ma tant'è, così stanno le cose quindi almeno per ora ben venga la legalizzazione con tutti i suoi vincoli e le sue contraddizioni, sicuramente migliaia di uomini e donne potranno almeno dormire la notte senza doversi preoccupare di vedersi rovinata la vita per u paio di piantine che non hanno fatto altro che innaffiare amorevolmente. :biggrinthumb:

sifone900
21-08-16, 15:04
Lorenzin: "da pornodiva sono contraria!"

ecco la nostra cara ministro della salute che mischia fave e foglie, per carità che la cannabis sia da evitare nell'adolescenza, è un fatto, dato che il cervello si deve ancora formare completamente, ma la Lorenzin deve trovarsi ancora nell'adolescenza per dire che il consumo è aumentato dove è stata legalizzata, infatti sappiamo che è l'esatto contrario...certo è normale che da mamma sia felice che i propri figli fumino delle belle e sane sigarette, o bevano dei bei ricostituenti superalcolici, che mangino del buon cibo spazzatura, che mangino delle salutari carni piene di antibiotici, che ci costringono poi ad usare dosi di antibiotici sempre più massicce in caso di bisogno, però lei, ministro della salute, ha fatto una gran campagna scrivendo sui pacchetti di sigarette, sane, belle e buone, che il fumo fa male...:eek: poi vorrei sapere dove ha letto che la cannabis SCIENTIFICAMENTE FA MALE, allora quanti dottori rincoglioniti ci sono che la prescrivono ai pazienti per curarli...avete mai sentito un dottore che dice" dunque, nessun problema, mezza bottiglia di jin prima dopo e durante i pasti e sei a posto" oppure "la sera fatti un paio di pere per 15 giorni e tornerai come nuovo" oppure un dietologo che ti prescrive di alimentarti esclusivamente dai mc donald, potrei andare avanti all'infinito ma ho già la nausea...ci vorrebbe un po di salutare ketamina per farmela passare:icon_twisted2:

http://gds.it/2016/08/20/legalizzazione-della-cannabis-continua-il-dibattito-la-lorenzin-da-mamma-sono-contraria_554185/


ROMA. «Sono contraria, ma prima che da ministro vorrei parlare da mamma». Lo dice al Corriere della Sera Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, a proposito della proposta di legge per la legalizzazione della cannabis. Legalizzare per evitare i contatti tra i ragazzini e la criminalità organizzata «mi sembra una questione mal posta», spiega Lorenzin. «Oggi in Italia è proibito ai minorenni comprare alcol e sigarette. Immagino che si proibirebbe anche l'acquisto della cannabis, qualora diventasse una sostanza legale. E allora i ragazzini per procurarsela dovrebbero comunque andare a comprarla illegalmente». «Dal punto di vista sociale invece di preoccuparci di legalizzarla, dovremmo occuparci di fare campagne per i più giovani che partano dalla scuola e arrivino a coinvolgere le famiglie».
«Scientificamente è provato che la cannabis fa male. È una sostanza psicotropa e fa male a tutti i consumatori. Ai più giovani, poi, fa malissimo poichè influisce sul completamento della formazione cerebrale. E questo lo testimonia la letteratura scientifica, che raccoglie studi da almeno quarant'anni». «Nei Paesi dove la cannabis è stata legalizzata il consumo è aumentato del 50 per cento. Basta vedere alcune aree degli Stati Uniti d'America: aumenta l'offerta e aumenta la domanda».

E poi «come potremmo fare per controllare il consumo di cannabis da parte di categorie sensibili? Parlo di piloti o autisti, poliziotti o carabinieri, medici. Sono decenni che stiamo facendo una grande fatica per far diminuire il consumo dell'alcol e anche delle sigarette. Guardiamo le campagne che proprio adesso ci sono sui pacchetti di sigarette. Pensiamo a quanta fatica si fa per usare l'etilometro».

theGrowers
24-08-16, 17:23
http://www.primopianomolise.it/attualita/45511/legalizzazione-della-cannabis-secco-no-padre-jacobucci/

Cito dall'articolo:
La cannabis, oggi, è tra le droghe più devastanti. In questi anni di mio impegno sul campo ho potuto costatare quanto sia vero quello che ascoltai in una pubblica conferenza da parte di un neuropsichiatra di fama: “se proprio dovessi avere un figlio dedito alla droga preferirei fosse eroinomane anziché cannato”. E ne spiegava le motivazioni. La cannabis, oggi, è tra le droghe più devastanti.

Yomi
25-08-16, 14:44
http://www.primopianomolise.it/attualita/45511/legalizzazione-della-cannabis-secco-no-padre-jacobucci/

Cito dall'articolo:
La cannabis, oggi, è tra le droghe più devastanti. In questi anni di mio impegno sul campo ho potuto costatare quanto sia vero quello che ascoltai in una pubblica conferenza da parte di un neuropsichiatra di fama: “se proprio dovessi avere un figlio dedito alla droga preferirei fosse eroinomane anziché cannato”. E ne spiegava le motivazioni. La cannabis, oggi, è tra le droghe più devastanti.

Grazie @The Growers per la condivisione, e siccome trovo che sia una grossa str...ata, ho spostato la discussione in questa, in buona compagnia di altre mega min...ate.....:icon_puke_r:

sifone900
14-09-16, 08:28
che c'è di meglio che iniziare la giornata con una bella notizia proibizionista?!?:icon_rolleyes:

http://www.tempi.it/colorado-i-danni-della-marijuana-legale-piu-giovani-fumatori-piu-ricoveri-in-ospedale-e-piu-morti#.V9j4kMt-PIU

Colorado, i danni della marijuana legale: più giovani fumatori, più ricoveri in ospedale e più morti


Sono passati quattro anni dalla legalizzazione della marijuana nello stato americano del Colorado, che nel 2012 ha autorizzato ufficialmente la vendita in negozio a partire dal 2014. Il programma governativo “Rocky Mountain High Intensity Drug Trafficking Area” ha tracciato un rapporto sugli effetti che la decisione ha avuto nella società nel periodo 2013-15. A saltare agli occhi è il numero delle vittime causato da incidenti dovuti alla marijuana, cresciute del 62 per cento nel 2013 (quando era già legale l’uso della marijuana per scopi ricreativi). Allo stesso modo è aumentato e quasi raddoppiato il dato dei ricoveri in ospedale: se nel 2011 sono stati 6.305, nel 2014 sono stati 11.439.



AUMENTANO LE VITTIME. Nel report americano si parla anche di un aumento di incidenti stradali, definiti addirittura la prima causa di morte tra i ragazzi di 15-20 anni. Se nel 2009, ben prima della legalizzazione, i morti risultati positivi alla marijuana rappresentavano solo il 10 per cento di tutte le morti per incidenti stradali, nel 2015 il dato è raddoppiato, fino ad arrivare al 21 per cento. Del resto, nel 2013/2014 il numero di giovani che nell’ultimo mese ha fatto uso di marijuana è cresciuto del 20 per cento rispetto al 2011/2012. In tutti gli Stati Uniti, invece, in media il numero è sceso del 4 per cento nello stesso periodo.

«IMPATTI NEGATIVI». L’autore del report e direttore della Rocky Mountain Hidta, Tom Gorman, intervistato dalla Catholic News Agency, ha commentato così i dati: «Credo che gli impatti negativi sulla società aumenteranno ancora. Ogni volta che viene legalizzata una sostanza, l’effetto immediato è che un numero sempre maggiore di persone ne fa uso. Più persone consumano una droga, più effetti negativi sulla propria vita personale e sulla società ci saranno». Secondo Gorman, la stessa cosa si può dire per l’alcol con la differenza che «chi beve alcol non per forza si ubriaca, mentre chi fuma marijuana lo fa proprio per sballarsi».

«TREND COMPLETAMENTE NEGATIVO». Le conclusioni che Gorman trae sono drammatiche: «Se si guarda al trend generale, senza retorica, si vede che è completamente negativa. Sia per quanto riguarda gli accessi in pronto soccorso, i ricoveri a lungo termine, gli incidenti o l’uso di droga tra i nostri figli. Gli altri Stati che vorranno riflettere su una eventuale e futura liberalizzazione dovrebbero consultare questo report».

mak760
12-10-16, 10:59
Buongiorno a tutti, e beccatevi questa lezione di mistificazione della realtà, ossia: come confondere per disinformare

http://www.corriereadriatico.it/pay/macerata_pay/droga_ora_lo_shopping_e_sul_web_l_ultima_emergenza _e_lo_skunk-2018205.html

:eek::eek::eek:

sifone900
15-11-16, 17:28
questa notizia viene direttamente dall' equipe medica di "La sai l'ultima?" :eek: perchè l'ho postata?!? semplicemente perche girano a bizzeffe notizie che la cannabis, è peggio delle sigarette, o dell'alcol, o della coca, ma qui si sono superati...hanno affinato la tecnica...e cioè se consumi cannabis rischi di diventare alcolizzato!!!:icon_rolleyes::icon_lol: non so se ridere o piangere

http://droghe.aduc.it/notizia/consumo+cannabis+attenzione+agli+attacchi+cuore_13 3148.php

Fumare cannabis puo' raddoppiare il rischio, in situazioni rare e temporanee, di attacchi cardiaci. Lo fa sapere un ricerca. I sintomi, causati dalla ridotta capacita' del cuore di pompare il sangue, sono in genere temporanei ma gli esperti mettono sul chi va la' perche' ci potrebbero essere serie conseguenze. I consumatori di cannabis ne sono piu' coinvolti che non altri, con arresti cardiaci che bloccano l'abituale ritmo del cuore.
Il dr Amitoj Singh, della St Luke's University in Pennsylvania, co-autore di questo studio statunitense, dice: “Gli effetti della marijuana, specialmente nel sistema cardiovascolare, non sono ben noti. Con l'aumento del consumo e della legalizzazione in alcuni Stati, le persone e' bene che sappiano che la marijuana puo' essere un incentivo per avere problemi di cuore e di sangue in alcuni soggetti”.
La ricerca ha analizzato i dati di 33.343 americani che erano stati ospedalizzati in seguito ad attacchi cardiaci tra il 2003 e il 2011.
Dopo aver preso in considerazione una serie di fattori di rischio, lo studio mostra che i consumatori di cannabis hanno talvolta un rischio doppio di avere degli attacchi di cuore rispetto ai non-consumatori. Che il motivo fosse l'uso frequente di cannabis, è stato individuato da informazioni fornite dal paziente o da test delle urine.
I consumatori di cannabis sono anche piu' esposti a depressione, psicosi, ansie, alcolismo e abuso di altre sostanze.
“Se uno fa uso di cannabis ed ha sintomi come dolori al petto o mancanza di respiro, deve far valutare dal proprio medico che non si tratti di un attacco cardiaco o altri problemi cardiologici”.
La ricerca e' stata presentata durante un incontro a New Orleans della American Heart Association's Scientific.

batteria89
25-12-16, 10:35
http://www.repubblica.it/salute/2016/12/23/news/effetti_fumare_cannabis_vista-154535570/

ecko ti prego fa qualcosa per questo scandalo mi è risalito il pranzo della vigilia stamartina dopo aver letto la perla della repubblica!!!!!!! io sono rimarto scioccato, ma si può scrivere che la cannabis è dannosa perché quando fumi il cervello recepisce con 10 millisecondi in ritardo, come se l'alcol o le sigarette non avessero lo stesso effetto (più altri 1000 negativi) io per dirla tutta ci vedo di meno anche dopo I pranzi/cene delle feste ahahahahah

comunque il punto è che visto che sta misera testata giornalistica senza morale e verità è straseguita in Italia bisogna fare qualcosa in modo che I cittadini non vengano plagiati da tutto questo LETAME in un periodo storico in cui la cannabis è ritornata fortemente in discussione!!!!!!!

GROOW
25-12-16, 11:05
Grazie per la condivisione batteria89 :polliceu:.......ne approfitto per farti gli auguri di un felice Natale.......
Continuando invece a discutere sulle stronzate, posso affermare con certezza, che uno studio condotto su 52 pazienti, non potrebbe essere preso nemmeno in considerazione, viste le millemila variabili che possono influenzare un esperimento del genere.......per il quale si ritiene opportuno ampliare il numero di soggetti decine e decine di volte, rispetto agli attuali, utilizzati.
Quindi come potete constatare voi stessi, già, dal punto di vista scientifico, questo studio lascia bene a desiderare:icon_scratch:.....

Un altro punto, invece, è quello dei danni alla vista, per i quali sono sicuro ché è più dannoso leggere per intero tutto l'articolo, o articoli simili, dettati dalla "disonestà di informazione", che farsi una boccata di sana cannabis autoprodotta.:wub:.

Felice Natale a tutti.....anche ai bigotti....:icon_bigsmurf::icon_santa::icon_santa:

ecko
25-12-16, 11:08
batteria89 stiamo valutando in redazione se e come replicare all'articolo che mi hai segnalato. Proviamo a smontarlo.

sifone900
14-01-17, 08:49
buongiorno enjointesi della malora!:icon_rambo:

oggi guardando il cielo le nuvole sembravano comporre una parola:BASTARDI! questi hanno sempre il vizietto di scrivere non quello che andrebbe scritto, ma quello che fa comodo, a loro stessi ovviamente, io mentre leggevo sentivo puzza ma non ci facevo caso piu di tanto, poi sono arrivato al terzo rigo e ho capito da dove veniva...

https://www.loccidentale.it/articoli/144279/cannabis-legale-disastro-annunciato


E' un rapporto corposo, pieno di grafici e tabelle, quello sugli "Effetti della legalizzazione della cannabis negli USA: primi dati epidemiologici", diffuso da Giovanni Serpelloni, già direttore del dipartimento per le politiche antidroga del governo italiano. Sono i primi dati, statistici ed epidemiologici, che arrivano dall'America, cioè dagli Stati dove sono passate leggi sulla legalizzazione della cannabis. Il rapporto cita fonti accreditate, governative e non, con un bibliografia molto densa che passa dall'Fbi al CDC (Centers for Disease Control and Prevention), a università, ospedali, centri di ricerca. E sono dati pesanti.

I dati mostrano un aumento generale del consumo di cannabis negli Stato che l'hanno legalizzata rispetto alla media nazionale Usa, un abbassarsi della percezione del rischio indotta dal consumo libero, un incremento dell’uso di alcol collegato a quello degli spinelli, un balzo nei casi di intossicazione acuta per THC (più di quelli per alcol o addirittura per cocaina), e ancora un aumento degli incidenti stradali con alla guida persone “fumate”, giovani che saltano la scuola, che in classe manifestano problemi dal punto di vista disciplinare.

Aumenta l’uso delle “cannabis cards”, per avere erba e fumo in misura maggiore di quella prescritta dal medico, e magari per rivenderli (e torna lo spaccio) ad altre persone. Last but not least, il numero di arresti e di reati contro persone e proprietà soprattutto nella fasce di età più giovanili, anche questo un dato in crescita. Il Colorado, lo stato dove si smercia e si consuma più cannabis degli altri, è anche quello che sta praticamente inondando gli altri, dove la legalizzazione non c’è stata, di sostanze stupefacenti.

Ecco, subordinando tutto questo ai profitti economici che un Paese potrebbe trarre dalla legalizzazione, gli alfieri della cannabis legale, compreso il fronte, che è anche un po' una lobby, attivo nel parlamento italiano, si smarcano da scienza, statistica ed epidemiologia, ripetendo che gli introiti fiscali per lo Stato che legalizza sarebbero una manna dal cielo. Si usa insomma la leva del fisco subordinando a questo presunto effetto positivo questioni certo non secondarie come la tutela della salute pubblica e della sicurezza delle comunità.

Ma a quanto pare il rapporto di Serpelloni dice un'altra cosa: che le belle teorie degli incassi stratosferici per lo Stato tramite accise e balzelli sono state smentite dai fatti. Secondo il Colorado Office of State Planning and Budgeting dopo la legalizzazione della cannabis terapeutica e "ricreativa", l’incidenza in positivo sul monte complessivo delle entrate fiscali del Colorado è stata di circa un +1%. Davvero poco se si pensa alle ricadute sociali che abbiamo appena descritto.

Viene in mente quell'altra teoria, che con la legalizzazione il crimine sarebbe sconfitto, anche questa, fino adesso, non provata dai fatti. La verità è che siamo davanti a una clamorosa smentita dell'ideologia permissivista che vorrebbe importare anche in Italia modelli che altrove, com'era prevedibile, si stanno rivelando fallimentari. Un documento prezioso, quello di Serpelloni, in attesa di commentare la relazione annuale sulle droghe alla attenzione del parlamento

sifone900
06-01-22, 05:19
hola enjointesi della malora...il fatto che non sono stati postati piu articoli su questo 3d non è purtroppo perche le stronzate sulla cannabis siano mancate, anzi...:icon_rambo:

secondo questo articolo il referendum sulla cannabis, nel caso passasse. autorizzerebbe la coltivazione non solo della nostra amata, ma anche di oppio, coca, trick&track e bombe a mano...

"Insieme al referendum sull’eutanasia, quello sulla cannabis è uno dei quesiti che si prospettano, dopo la raccolta firme degli ultimi mesi, nell’anno appena iniziato. Parliamo infatti del percorso che potrebbe portare alla depenalizzazione del consumo della marijuana e non solo.


Il quesito referendario che è stato proposto recita infatti così: “Volete voi che sia abrogato (il testo unico sulla droga) limitatamente alle seguenti parti: articolo 73, comma 1, limitatamente all’inciso “coltiva”; articolo 73, comma 4, limitatamente alle parole “la reclusione da due a 6 anni e”; articolo 75, limitatamente alle parole “a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni?”


Tradotto, vuol dire che c’è la volontà depenalizzare la coltivazione di qualsiasi tipo di stupefacente, non soltanto della cannabis e dei suoi derivati. Si aggiungerebbe, infatti, anche l’oppio, la coca e i funghi allucinogeni.


Perché un equivoco da cui sgombrare il campo è che con il sì al referendum verrebbe resa lecita non solo la coltivazione della cannabis, ma anche dell’oppio e della coca e non unicamente per scopi privati, in forma domestica. Infatti nel quesito non c’è alcun riferimento all’ “estensione” ma si parla di “coltivazione” senza specificare altro. Pensiamo alle conseguenze pratiche di ciò, che si possono intuire immediatamente, ovvero a quanti agricoltori farebbero dei freddi calcoli basati sul puro e semplice guadagno e si darebbero alla coltivazione della cannabis oltre che dell’oppio, anziché alla coltivazione di banali ortaggi. Pura retorica invece, è il riferimento, in questo caso, ai pazienti bisognosi di cure palliative: la loro sorte non cambierebbe granché, perché la terapia del dolore, ad esempio a base di morfina, viene già somministrata sotto dei controlli rigidissimi, in dosi proporzionali al livello di sofferenza fisica del paziente.


La seconda parte del quesito referendario, in più, prevede solo la multa, anziché la sospensione della patente, com’era previsto originariamente. E anche questo lascia molto perplessi, se si pensa allo stato sicuramente poco lucido con cui si può mettere alla guida chi fa uso di tali droghe “leggere”. E poco consola anche il fatto, sbandierato da alcuni, che continuerebbero ad essere illegali le sostanze prodotte chimicamente, in quanto la proposta si riferisce unicamente a quelle coltivabili, perché le conseguenze appena citate sono già disastrose di per sé"

e poi per i pazienti che si curano con la cannabis non cambierebbe un granchè...C'è LA MORFINA...:climb2:

https://www.provitaefamiglia.it/blog/il-2022-lanno-dei-referendum-ecco-cosa-prevede-il-quesito-sulle-droghe-leggere

nonnaccio
06-01-22, 08:59
Provita & Famiglia, gia' il nome doce tutto :icon_rolleyes:

sifone900
22-01-22, 04:15
ma che bell'articolo interessante...proprio illuminante! ora siamo arrivati al "falso scientifico" l'ultima scrofa (con la C) è una perla!:icon_study:
:wallbash:

Angelo Vescovi. «Vi spiego perché le droghe "leggere" sono un falso scientifico»


Il neurofarmacologo direttore scientifico di Casa Sollievo della Sofferenza è il presidente del Comitato per il No al possibile referendum sulla cannabis legale. E ha informazioni cliniche decisive

«Dal punto di vista scientifico, liberalizzare il consumo di sostanze psicoattive mi sembra una pura follia. Soprattutto verso le persone più fragili, per età o condizioni sociali o proprie». Angelo Vescovi, direttore scientifico dell’ospedale Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (https://www.operapadrepio.it/it/) (Foggia-Roma), è il presidente del Comitato #nodrogalegale, costituitosi recentemente (http://www.nodrogalegale.it/) per sviluppare un’azione di contrasto – informativo e istituzionale – in vista del possibile referendum per liberalizzare consumo e coltivazione delle cosiddette droghe leggere. A 17 anni dall’impegno logorante nella campagna referendaria a favore della legge 40, Vescovi si è convinto a tornare in campo: «Non potevo evitarlo. In molti campi la società non aiuta i giovani, ma credo che questo sia il pinnacolo della falsità».

Nel vostro primo comunicato si legge che la definizione di droghe leggere è scientificamente inappropriata. Perché?
Stiamo parlando di sostanze che sono veri farmaci (i quali, non a caso, in inglese si chiamano drugs): come non esistono farmaci leggeri o pesanti, non esistono droghe leggere o pesanti. Esistono sostanze con effetti farmacologici "mediamente" intensi o meno intensi. Trattandosi di sostanze neuroattive, cioè che agiscono sul sistema nervoso centrale (al punto tale che gli stessi proponenti del referendum suggeriscono di utilizzarle come farmaci per legittime terapie), è paradossale chiederne la liberalizzazione. Sono sostanze (cioè farmaci) che con varie gradazioni di intensità procurano dipendenza, in primis psicologica, ma anche biochimica e neurochimica. Gli effetti potrebbero – e sottolineo potrebbero – essere meno intensi, ma la parola "leggere" è fuorviante: tende a minimizzare effetti che a lungo termine possono essere devastanti. Ci sono chiare modificazioni delle attività cerebrali, che si possono addirittura vedere nelle risonanze magnetiche funzionali di soggetti che di queste droghe "leggere" fanno un uso reiterato intenso e prolungato. Un referendum per liberalizzarne il consumo a me non sembra un approccio sensato, ma una pura follia.
Procurano sempre dipendenza? E perché sono pericolose?
Io sono neurofarmacologo, ho cominciato la tesi sui fenomeni di dipendenza da parte dei neuroni, a partire da farmaci per il Parkinson. Il meccanismo è comune: qualunque sostanza direttamente attiva sul cervello (cioè che ha una azione biochimica diretta sulle cellule nervose) tende a creare la dipendenza, proprio per il modo in cui è stato creato il cervello. La dipendenza è prima a livello recettoriale, dove la sostanza agisce, poi a livello di reti nervose. Queste sostanze vanno a influenzare il "sistema di appagamento" (reward system) per cui fanno provare una sensazione di piacere, legata all’appagamento che tende – per sua natura – a dare assuefazione. La morfina, per esempio, dà ottundimento stimolando il sistema dei recettori degli oppiacei, che sono chiave nel sistema di appagamento. Dopo due o tre assunzioni però, il sistema di recettori – su cui il farmaco agisce – tende a reagire di meno, va in adattamento: quindi il soggetto aumenta sempre più la dose. Fino al punto in cui, se non assume la sostanza, il sistema ne ha bisogno e scatena la crisi: questa è la dipendenza da oppiacei, di tipo recettoriale, fisica. Le sostanze che danno dipendenza partono dal cibo e arrivano alla morfina: in mezzo ci sono tutte le altre, dall’alcol alla nicotina. Sono gradazioni, ma quelle di cui si vorrebbe la liberalizzazione stanno nella parte medio-alta.
Il vostro rifiuto della "cultura dello sballo" è un discorso morale?
No, puramente logico, questa richiesta di liberalizzare le droghe è illogica a livello di scienza, ed è una gigantesca bugia per la società. Soprattutto nei confronti dei giovani, che hanno un sistema psicologico ed emotivo in via di formazione, e delle persone più fragili per mille altri motivi. Fuorviate dalla dicitura "leggere" e dalla liberalizzazione, possono pensare di trovare un aiuto non pericoloso nell’uso e poi nell’abuso: lo trovo un gigantesco inganno. Senza dimenticare che va protetto il carattere delle persone in formazione. Nel referendum vedo una forma di demagogia che mi preoccupa. Ai giovani, cui lasciamo un mondo pieno di problemi e privo di riferimenti, ai quali fatichiamo a dare un futuro (anche economico), cosa proponiamo? Non un referendum per abolire ciò che ostacola il loro sviluppo ma per rendere loro facile l’accesso alla droga: non vi diamo soluzioni, vi diamo l’oppio, l’oblio. Si danneggia un’intera generazione.


Crede che l’informazione sia falsata su questo tema? :icon_lol:


È importante fornire un’informazione onesta e puntuale, per tradurre la scienza in espressioni comprensibili anche alle persone semplici. Certamente esiste un mainstream che – senza essere documentato – parla di droghe leggere, non pericolose, a cui tutti devono avere accesso, per un liberismo totale. E dimentica che queste sostanze danno dipendenza e sono neuroattive. Non è da illuminati promuoverne l’accesso, serve una discussione chiara e seria: noi ci basiamo su una disamina oggettiva dei fatti scientifici e miriamo allo sviluppo di una società sana, in tutti i sensi.






https://www.avvenire.it/vita/pagine/angelo-vescovi-vi-spiego-perche-le-droghe-leggere-sono-un-falso-scientifico

biricchino
22-01-22, 11:45
l'ennesima propaganda proibizionista basata su concetti e principi ormai vetusti
sicuramente il dott. vescovi ha "amicizie" politiche di destra:patpat:

Hoffman
22-01-22, 21:26
Oramai non ci credono più neanche loro, i teatrini che mettono in atto sono cose viste e riviste. Sono assolutamente dei pagliacci, viva la legalizzazione.

nonnaccio
23-01-22, 23:13
Fonte avvenire (volutamente con la minuscola)... vabbe quasi quasi visto che ci credono cosi' tanto possono sempre raccogliere 500.000 firme :patpat:

sifone900
18-05-22, 17:34
certo che di stronzate sulla cannabis ne ho lette...ma quella che in caso di legalizzazione, un bambino di 8 anni può andare in tabaccheria e acquistare un kg di cannabis le batte tutte!...:yikes:

qui mantovano riesuma vecchi cavalli di battaglia proibizionisti come quella TEORIA del passaggio, che trattasi appunto di TEORIA (come la terra piatta, i rettiliani ecc ecc) smentita piu volte SCIENTIFICAMENTE, o droghe leggere e pesanti sullo stesso piatto ecc...

Spero di trovare una copia del suo ultimo (speriamo) libro, che sicuramente andrà a ruba...pare che le pagine siano triplo velo!

https://www.provitaefamiglia.it/blog/cannabis-mantovano-la-legalizzazione-ecco-perche-non-ha-senso

In tema di droghe pesanti e leggere, nonostante la bocciatura della proposta referendaria avanzata dai Radicali, i pericoli in agguato sono sempre dietro l’angolo, soprattutto perché sembrano non placarsi ma le istanze – e le argomentazioni, pur prive di fondamento – che vorrebbero una loro legalizzazione. Se n’è parlato in particolare lo scorso 6 maggio, al convegno Droga, le ragioni del NO. Scienza, contrasto, prevenzione e recupero, organizzato dal Centro Studi “Rosario Livatino”, con l’intervento, tra gli altri, di Alfredo Mantovano, vicepresidente del Centro “Livatino”, magistrato di Cassazione ed ex sottosegretario agli Interni, che ha tra l’altro presentato proprio il suo ultimo volume, con il medesimo titolo del convegno. Mantovano ci ha dunque illustrato la pluralità di ragioni per cui non ha alcun senso contrastare il traffico di stupefacenti legalizzandoli e del perché non bisogna assolutamente abbassare la guardia.


Spesso si parla delle droghe “leggere” come un aiuto per tenere i giovani lontani da quelle più dannose. Perché in realtà è un ragionamento che non regge?


«Non regge non sulla base di affermazioni di principio ma in base all’esperienza e, in modo particolare, all’esperienza giudiziaria. Intendo dire che è ormai consolidato il fatto per cui le “droghe di passaggio”, come i derivati della cannabis, determinano una fascia importante di assuntori. Parliamo di una percentuale non irrilevante di consumatori, soprattutto i più giovani, che cominciano con lo spinello, per poi passare a sostanze ancor più devastanti. Lo dicono i medici che divulgano questo tipo di accertamenti ma lo dicono anche gli operatori delle comunità di recupero: è un dato acquisito che nella sua oggettività smentisce questo tipo di argomentazione».


A proposito di droghe “leggere” e “pesanti”. Ha senso questa distinzione?


«In realtà no. Al di là degli aspetti prettamente tecnici, basta un solo dato: trent’anni fa la percentuale media di principio attivo (THC) che si trovava in circolazione nei derivati della cannabis era dell’1,5%. Oggi, quella percentuale è salita al 16%, quindi, nella media, è praticamente decuplicata; teniamo presente, però, che, grazie alle manipolazioni genetiche, ci sono derivati della cannabis che arrivano al 60% di principio attivo. Ora sfido chiunque a dire che bere un terzo di litro di birra col 5% di gradazione alcolica è la stessa cosa che bere una grappa col 40%. Se nell’ambito degli alcolici, la differenza è immediatamente percepibile, diverso è il caso della cannabis, i cui effetti sono molti più potenti che in passato, con conseguenze anche molto gravi sulla salute dei consumatori, in particolare degli adolescenti. Chi usa cannabis, rischia effetti anche irreversibili sul suo organismo, così come rischiano molto le donne in stato di gravidanza, anche se l’hanno assunta anni prima. Tutti questi dati dovrebbero stimolare un approccio diverso anche a livello legislativo. Grazie alla Corte Costituzionale, abbiamo evitato il referendum per la depenalizzazione ma, come ben sappiamo, alla Commissione Giustizia della Camera, è in discussione una proposta di legge, che punta agli stessi obiettivi del referendum».


La pandemia ha modificato anche le abitudini dei consumatori di stupefacenti e purtroppo anche quelle della criminalità dedita allo spaccio. . .


«Le organizzazioni criminali sono molto abili nel modulare i loro traffici sulla base delle caratteristiche del mercato. Durante la pandemia, che ha diminuito drasticamente i contatti fisici, è cresciuto il traffico di droghe online. In modo particolare, è cresciuta la vendita online delle piantine di cannabis, che permettono di disporre di questa sostanza all’insegna di una sorta di fai-da-te. Questo tipo di adattamento credo sia la risposta a chi dice che, legalizzando il commercio della cannabis, possano venir meno i proventi e le ingerenze delle organizzazioni criminali in questo tipo di traffici. La realtà dei Paesi dove si è legalizzato dimostra che non è così. Per certi aspetti, ciò è anche un dato logico, nel senso che nessuna legalizzazione è priva di limiti. Anche il più acceso sostenitore della legalizzazione non può consentire che un bambino di otto anni vada dal tabaccaio e si faccia impacchettare un chilo di cannabis con un’elevata percentuale di principio attivo. Qualunque legalizzazione farà comunque sì che siano posti dei limiti di età, quantità e percentuale di principio attivo. Così come, durante la pandemia, le organizzazioni criminali si sono riposizionate e hanno rimodulato il traffico sulla base delle nuove caratteristiche del fenomeno, allo stesso modo, in presenza di una legalizzazione che necessariamente dovrà avere dei limiti, non farebbero altro che posizionarsi un centimetro oltre ciascuno di questi limiti. Quindi, se il limite d’età sarà a 18 anni, ci sarà ancor più offerta, davanti alle scuole e ai luoghi di aggregazione adolescenziale. Stesso discorso per il principio attivo. Mi sembra una constatazione veramente elementare».


Quali, invece, i passaggi più significativi del suo ultimo libro in materia?


«Sia il libro che il convegno sono stati caratterizzati da un approccio multidisciplinare che affronta vari profili, da quello medico-scientifico a quello giuridico. L’attenzione dell’opinione pubblica è inversamente proporzionale alla gravità del fenomeno. C’è molta approssimazione e superficialità da parte di chi affronta queste tematiche, a partire dalla scorretta distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere, purtroppo contenuta anche nella legislazione vigente. Da questo punto di partenza errato derivano tutta una serie di conseguenze preoccupanti che mettono a rischio la salute di milioni di persone. Durante il convegno, il biologo Angelo Vescovi, che ha presieduto il comitato per il No al referendum sulle droghe, ha spiegato perché nei derivati della cannabis non c’è nessun elemento di leggerezza. Lo stesso concetto lo hanno espresso nel libro Luca Navarini, Massimo Gandolfini e Massimo Polledri».

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