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10-03-05, 08:01
ROMA - Per la prima volta in Italia, e probabilmente in Europa, un produttore di sigarette e' stato condannato a risarcire i familiari di un fumatore morto a causa delle sigarette. Duecentomila euro: questa la cifra che l' Ente tabacchi italiani (Eti) dovra' versare ai familiari di Mario Stalteri, morto nel 1991, per le omissione legate alla mancata informazione ai consumatori dei pericoli derivanti dal fumo. La sentenza e' stata emessa dalla prima sezione civile della corte di appello di Roma.
La decisione del collegio presieduto da Claudio Fancelli chiude un contenzioso aperto nel 1994 dai familiari di Stalteri contro l' Eti (successore dei Monopoli di Stato ed ora denominato, dopo la privatizzazione, British - American Tobacco Italia). Il produttore di sigarette italiano impugnera' il provvedimento davanti alla corte di Cassazione.
In primo grado, nell' aprile del 1997, il tribunale civile respinse la domanda di risarcimento ritenendo che la causa del decesso fosse da attribuirsi ad una scelta volontaria di Stalteri di fumare. La vedova del fumatore, Paola Giacalone, ed il figlio Marcello si rivolsero alla magistratura lamentando la mancata comunicazione ai consumatori di sigarette dei ''gravi pericoli derivanti dal fumo''.
La corte di appello civile della capitale ha ritenuto, come spiegano i legali dei familiari di Stalteri, Giulio Ponzanelli e Vincenzo Zeno Zencovich, che la produzione e la messa in commercio di sigarette sia un' attivita' pericolosa per la salute umana. Il produttore, per i giudici, deve quindi adottare tutte le misure idonee ad evitare i danni ai consumatori. Nel corso del procedimento una consulenza medica stabili' che il tumore che aveva colpito Stalteri era riconducibile al fumo.
La sentenza, oltre a dichiarare inammissibile l' intervento in giudizio del Codacons, ha condannato l' Eti anche a pagare agli eredi Stalteri 20 mila euro di spese legali nonche' tutte le spese della consulenza medica.
La decisione del collegio presieduto da Claudio Fancelli chiude un contenzioso aperto nel 1994 dai familiari di Stalteri contro l' Eti (successore dei Monopoli di Stato ed ora denominato, dopo la privatizzazione, British - American Tobacco Italia). Il produttore di sigarette italiano impugnera' il provvedimento davanti alla corte di Cassazione.
In primo grado, nell' aprile del 1997, il tribunale civile respinse la domanda di risarcimento ritenendo che la causa del decesso fosse da attribuirsi ad una scelta volontaria di Stalteri di fumare. La vedova del fumatore, Paola Giacalone, ed il figlio Marcello si rivolsero alla magistratura lamentando la mancata comunicazione ai consumatori di sigarette dei ''gravi pericoli derivanti dal fumo''.
La corte di appello civile della capitale ha ritenuto, come spiegano i legali dei familiari di Stalteri, Giulio Ponzanelli e Vincenzo Zeno Zencovich, che la produzione e la messa in commercio di sigarette sia un' attivita' pericolosa per la salute umana. Il produttore, per i giudici, deve quindi adottare tutte le misure idonee ad evitare i danni ai consumatori. Nel corso del procedimento una consulenza medica stabili' che il tumore che aveva colpito Stalteri era riconducibile al fumo.
La sentenza, oltre a dichiarare inammissibile l' intervento in giudizio del Codacons, ha condannato l' Eti anche a pagare agli eredi Stalteri 20 mila euro di spese legali nonche' tutte le spese della consulenza medica.