PDA

Visualizza Versione Completa : Fascismo vecchio e nuovo...



barricate
01-01-70, 01:33
Fascismo vecchio nuovo



Sono passati più di 60 anni dalla sconfitta militare del nazifascismo ma la bestia nera non è ancora annientata.

Lo sdoganamento del passato regime operato dal governo Berlusconi e dai suoi alleati di AN, il tentativo di equiparare i reduci di Salò ai partigiani, la denigrazione pseudo-storica dei resistenti, contemporaneamente al totale abbandono di ogni istanza antifascista da parte dei partiti di sinistra e alla criminalizzazione di quanti continuano a difendere i valori della lotta al nazifascismo, hanno permesso ai fantasmi del nefasto passato e dei loro squallidi eredi di uscire dall’ombra, dalle fogne in cui erano relegati.

Le manifestazioni fasciste con ostentazioni di svastiche, fasci, croci celtiche, slogan razzisti - iperprotette dalla polizia - sono ormai divenute una cosa normale, un moderno aspetto della “dialettica democratica�.

Ma il nuovo fascismo non cerca solo quella legittimazione che gli era negata:

come negli anni bui dello squadrismo vuole lo scontro, l’annientamento fisico degli avversari, cioè degli unici che gli sono visceralmente nemici: anarchici e comunisti antagonisti.

Si contano ormai a decine le aggressioni, gli incendi dei centri sociali occupati, le coltellate (risoltesi in modo tragico nel caso di DAX).

E chi non vuole soccombere in questa guerra, chi non accetta il ruolo di pecora mansueta destinata al macello e vuole trattare i fascisti come meritano, è immediatamente dipinto come un pericoloso delinquente. Ogni tentativo di impedire ai fascisti assassini di uscire in strada è subito bollato come criminale dai politicanti di destra e di sinistra.

Le motivazioni alla base della lotta (cioè l’antifascismo) sono sempre taciute o mistificate dai media: ciò che conta, quello che fa notizia sono il bastone, il petardo, il sasso sequestrati… l’uso della violenza.

E non importa che la violenza assassina sia proprio dalla parte opposta, da quella di chi sfila con il braccio teso, di coloro che vigliaccamente - quando sono in superiorità numerica - accoltellano e uccidono.

I neonazisti diventano dei bravi ragazzi - anche se un po’ folcloristici con i loro miti retrò - esuberanti certo, ma perfettamente inseriti nel gioco democratico; mentre chi non vuol più sentire parlare di nazismo e fascismo e cerca di usare contro questo letame l’unico linguaggio che i suoi propugnatori sono in grado di comprendere, cioè di opporre la violenza difensiva alla violenza assassina, è solo un pericoloso criminale da sbattere in galera.

E come all’epoca dello squadrismo anche oggi si possono evidenziare le complicità della polizia e della magistratura, che usano due pesi e due misure.

Gli antifascisti arrestati sono sempre colpiti da capi d’accusa pesantissimi con relative durissime restrizioni della libertà personale.

Può sembrare paradossale, ma un fascista che accoltella rischia meno galera di un antifascista accusato di aver manifestato con un bastone in mano.



Ma i pagliacci con le croci celtiche sono solo un aspetto farsesco (anche se omicida) di un gioco a più alti livelli.

Il vero fascismo è nelle istituzioni. Non importa il colore del governo di turno.

Il vero fascismo sono gli assassini di Carlo Giuliani, in divisa da carabiniere.

Il vero fascismo sono le guardie penitenziarie di Bolzaneto che torturano i detenuti.

Il vero fascismo sono i poliziotti alla scuola Diaz che massacrano di botte gente che stava tranquillamente dormendo.

Il vero fascismo sono i giudici che architettano montature, sopravvalutano atti illegali di minima entità , per sbattere in galera chi si oppone alla società del dominio e dello sfruttamento.

Il vero fascismo sono i politicanti di destra e di sinistra che varano leggi sempre più liberticide (art. 270 bis, ter, quater…) per reprimere ogni voce di dissenso, ogni opinione contraria, ogni rivendicazione di maggiori libertà .

Il vero fascismo è lo Stato.



Lo Stato è fascista nella sua essenza.

Può camuffarsi democraticamente, offrire delle esigue (anche se essenziali) parziali libertà : di parola, di stampa, di riunione, di propagare le proprie idee… ma è sempre pronto a riprendersi tutto alla prima occasione. Ogni scusa è buona (la lotta al terrorismo è quella più usata) per restringere gli spazi di libertà .

E’ vero, ci sono differenze tra il fascismo dichiarato dei regimi totalitari in cui gli oppositori sono eliminati senza alcuna possibilità di difesa legale e ogni voce di dissenso è proibita per legge. Ma quello che impedisce allo Stato democratico di seguire la sua natura e trasformarsi in totalitario è solo la sottile barriera rappresentata dalla coscienza civile della gente.

Quando per la maggioranza delle persone sarà divenuta cosa normale sparare su chi manifesta… arrestare chi esprime idee contrarie… pestare e ammazzare un individuo perché anarchico, comunista, immigrato, zingaro o barbone… allora lo Stato non avrà più freni.



Il fascismo è nato dal deterioramento dello Stato liberale e, al suo affermarsi, è stato accolto con simpatia da tutti gli uomini d’ordine, dal Vaticano e dalle varie democrazie. Con altre forme, consone ai tempi mutati, la cosa potrebbe ancora ripetersi.


Per questo è importante oggi continuare a mantenere vivo l’antifascismo.



Il caso Torino



La notte dell’11 giugno 2005 una squadraccia di nazi assalta il Barocchio squat, casa occupata ai confini della città . Colti nel sonno, allertati dai rumori, due occupanti escono per vedere cosa sta succedendo, sono subito accoltellati in varie parti del corpo (le più gravi sono una ferità in profondità nella pancia e due di striscio, una sul collo e una vicino all’occhio). Fatti bersaglio di tegole da parte degli altri squatter che erano saliti sul tetto, i fascisti battono in ritirata. Dei due feriti, uno è ricucito e subito dimesso, l’altro è ricoverato per diversi giorni.

Non si sa chi siano gli aggressori né a quale gruppo appartengano.

Il movimento torinese decide di dare una risposta. Viene indetto il 18 un presidio antifascista, che vuole essere determinato e organizzato per l’autodifesa.

La presenza è discreta, 7-800 persone. Il presidio si trasforma in corteo spontaneo che da S. Salvario cerca di raggiungere il centro. Più volte la polizia cerca di sbarrargli la strada ma, dopo estenuanti trattative, riesce ad arrivare in via Po. Si cerca di raggiungere piazza Castello ma parte la carica degli sbirri, seguita da un fitto lancio di lacrimogeni. Il corteo si sbanda, ricomponendosi nei pressi di via Sant’Ottavio e da lì raggiunge i giardini reali, sciogliendosi davanti al Fenix.

4 gli arrestati, 2 rilasciati in serata e 2 portati al carcere delle Vallette. Usciranno con l’obbligo di firma bisettimanale dopo 15 giorni.

Il 20 luglio sono prelevati nella propria abitazione 7 persone (5 anarchici e 2 comunisti). Il mandato, firmato da Marcello Tatangelo (il PM che, assieme a Maurizio Laudi, è il maggior responsabile della morte di Sole e Baleno), è per 10, ma 3 - essendo fuori casa - riescono a sfuggire all’arresto.

Contemporaneamente viene sgomberato - e messo sotto sequestro come oggetto di reato - il Fenix.

Ai 7 vengono concessi i domiciliari dal tribunale del riesame dopo 20 giorni di galera.

Dei 3, 2 si costituiscono a settembre e uno verrà arrestato a ottobre durante un presidio in piazza Vittorio. Saranno concessi i domiciliari dopo 2 settimane in carcere.

L’inchiesta di Tatangelo comprende 20 denunciati: 10 agli arresti e 10 a piede libero. 10 per il corteo antifascista e 10 per un presidio davanti al CPT di corso Brunelleschi risoltosi in scontri con la sbirraglia e avvenuto nel mese di maggio.

I denunciati per il CPT sono accusati di resistenza lesioni e manifestazione non autorizzata.

A quelli del corteo - oltre a queste - è accollata l’imputazione assurda di devastazione e saccheggio, un reato che prevede una pena dagli 8 ai 15 anni.

Le motivazioni addotte dal PM assassino sono una quarantina di sedie e 13 tavolini di de-hors distrutti dai manifestanti.

Il Gip Alessandro Prunas-Tola rifiuta ogni istanza di liberazione; soltanto a dicembre ne libera 2 (con obbligo di firma giornaliero), accusati solo per il CPT.

Nel gennaio 2006 si tiene l’udienza preliminare. 8 imputati (per il CPT) chiedono il rito abbreviato e sono condannati - dal Gup Roberto Arata - 3 a 6 mesi, 4 a 8 mesi e 1 (con precedenti specifici) ad 1 anno e 2 mesi.

I 10 del corteo antifascista (di cui 8 ancora ai domiciliari) non ottengono la derubricazione del reato da devastazione e saccheggio a semplice danneggiamento, richiesta dalla difesa, e sono rinviati a giudizio assieme ai 2 del CPT che hanno chiesto il rito ordinario. Per tutti cade l’accusa di partecipazione a manifestazione non autorizzata perché non è nemmeno contemplata nel codice penale.

Il Gup ne libera 3 e sostituisce la detenzione domiciliare con l’obbligo di firma trisettimanale per gli altri 5, colpevoli di avere precedenti o di essere segnalati come pericolosi dalla Digos.

I 4 già con obbligo di firma (i 2 arrestati durante il corteo e i 2 del CPT liberati a dicembre) ottengono la revoca del provvedimento.

Il processo di primo grado sarà celebrato a giugno prossimo venturo.

Le misure restrittive di obbligo di firma sussistono tuttora DOPO 9 MESI dagli arresti e il giudice si rifiuta ostinatamente di revocarle.

Quindi, senza un processo che abbia ancora preso in considerazione se vi siano o meno responsabilità personali sui fatti addebitati dal PM, 5 persone sono costrette - un giorno sì ed uno no - a recarsi dai carabinieri ad un orario stabilito; è inutile sottolineare quanto questa imposizione (anche se non è più detenzione) sia limitativa della libertà personale: non puoi assentarti dal luogo di residenza per più di un giorno e mezzo, 3 giorni alla settimana non puoi prendere impegni in orari che potrebbero non permetterti di giungere in tempo alla firma, ecc… per non parlare dell’avvilente e assiduo contatto con i benemeriti.

Questi sono i sistemi a cui astutamente ricorre la magistratura per far scontare la pena ancor prima della condanna, in barba ad ogni garanzia “democratica�.

PM creativi elaborano teoremi e imputazioni che non stanno in piedi giuridicamente, mentre Gip e Gup compiacenti s’incaricano di avvallare ogni assurdità .

A giugno il processo dovrà dare una risposta al nuovo corso che la magistratura torinese intende imprimere ai reati di piazza. Prima del corteo del 4 aprile a Torino, indetto dopo la morte di Baleno, nessun manifestante era mai stato imputato di devastazione e saccheggio. L’accusa verrà in seguito, e con maggior decisione, riproposta nei confronti dei denunciati di Genova 2001. Anche lì il lavoro della difesa sarà quello di riuscire smantellarla.

Ma i PM torinesi (i citati boia Laudi e Tatangelo) sono i primi ad applicare questa imputazione su piccole manifestazioni con danneggiamenti di scarsa entità . Ma non basta. Un nuovo e innovativo sistema di prevenzione delle occupazioni viene messo a punto: il sequestro cautelativo di immobili e terreni. Prima viene posto sotto sequestro il Fenix (perché il corteo si era sciolto in prossimità ) e poi i cantieri di Venaus occupati dai Valsusini in lotta.



Quindi, oggi il fascismo è sempre più forte.

Prima ti accoltellano le carogne.

Poi ti pesta, ti arresta e ti sgombera la polizia.

Infine ti sequestra e ti condanna la magistratura.

Succede così che il solo fatto di aver partecipato, portando la propria solidarietà , ad una manifestazione antifascista si può tramutare in galera, domiciliari, firma, con sulla testa la spada di Damocle di una condanna che potrebbe superare gli 8 anni.

E tutto questo mentre la sinistra istituzionale plaude (Chiamparino - sindaco di una città medaglia d’oro della resistenza - non ha sprecato una parola contro l’aggressione fascista al Barocchio ma si è congratulato con gli sbirri per le cariche alla manifestazione e con i giudici e per l’invocato sgombero del Fenix).

Anche questo è fascismo.



Il primo arresto Anti-TAV



Il 23 dicembre 2005, in occasione del presidio davanti al tribunale torinese dove si sta celebrando un’udienza preliminare del processo agli antifascisti, all’uscita di un bar la Digos arresta Marco, un giovane anarchico accusato di aver colpito con una bottiglia di birra un poliziotto durante il corteo serale di protesta contro i pestaggi al presidio di Venaus avvenuto il 6 dello stesso mese.

Le accuse si basano sulle dichiarazioni dello sbirro che afferma di essere stato colpito da una persona mascherata da una kefiah. A Marco è sequestrata una sciarpa di seta indiana che nulla ha in comune con il copricapo palestinese.

Dopo i rituali 20 giorni alle Vallette sono concessi i domiciliari. Marco viene liberato con obbligo di residenza (non può uscire dal territorio del comune di Torino) a metà marzo.

Il processo (senza udienza preliminare) si terrà il 17 maggio prossimo venturo.



Il caso Milano



L’11 marzo 2006 a Milano la polizia carica un corteo antifascista che tenta di occupare la piazza dove dovrebbe tenersi una manifestazione elettorale fascista di Fiamma Tricolore. Ne seguono scontri con lanci di petardi (uno incendia accidentalmente un’edicola) e danneggiamenti vari. I manifestanti si disperdono e subito inizia la caccia all’uomo. Sono arrestate 45 persone, ridotte a 34 nei giorni successivi. Sono accusate di devastazione incendio e resistenza.

Attualmente 25 sono ancora in carcere (due di loro, Marina e Vincenzo, sono sotto processo a Genova per le medesime imputazioni). I giudici - sebbene non siano ancora stati definiti gli elementi di responsabilità individuale - hanno già rifiutato due istanze di liberazione.

La magistratura milanese, confortata dalle indicazioni del ministro Pisanu che chiede pene esemplari e dalla sostanziale posizione forcaiola assunta dalla sinistra istituzionale, si allinea al nuovo corso intrapreso dai colleghi torinesi Laudi e Tatangelo.

La classe politica si erge a giudice: la destra per guadagnare voti, la sinistra nel timore di perderli.

La violenza dei manifestanti è considerata come fine a sé stessa, avulsa dal contesto in cui si è sviluppata e dai valori che intendeva difendere.

Quando mai il fascismo è stato sconfitto con mezzi pacifici?

Gli Arditi del Popolo degli anni Venti che in più occasioni riuscirono a sconfiggere militarmente le squadracce, i partigiani che - a prezzo della vita e con le armi in pugno - liberarono il paese dal nefasto regime, stanno a dimostrarlo

I giovani genovesi del 1960 che, dopo giorni di duri scontri, riuscirono a impedire il congresso del MSI (presieduto dall’ex federale della città ) sono ancora oggi un valido esempio di quale sia la strada da seguire, se si vuole che i topi neri rientrino nelle fogne.



Libertà per gli arrestati di Milano

Liberi tutti



FENIX

Osservatorio astronomico contro la repressione

Torino

barricate
01-01-70, 01:33
Nessun commento?

barricate
01-01-70, 01:33
cIAO Winter! E\' da un po che non ci becchiamo...
Scrivi tutto quello che pensi, come chiunque altro!
Nessuno purtroppo o per fortuna detiene la verità assoluta, ma gli eventi stanno assumendo una brutta piega.
Il movimento dei centri sociali è spaccato come del resto succede dalla notte dei tempi... , ci sono realtà a cui interessa molto + il dialogo con istituzioni per poter venire legittimati, altre realtà in toto autogestite e maggiormente critiche verso partiti e associazioni...
Il fatto è che se non riusciamo ad UNIRCI rimaniamo in balia della repressione di uno stato sordo a qualunque desiderio e bisogno di giustizia sociale ed autogestione totale delle nostre vite.
Gandhi è stato sicuramente un uomo unico e immenso, ma noi saremmo pronti a sopportare ciò che lui ha sopportato (fisicamente e psicologicamente)?

Il capitalismo mondiale non penso si farà scardinare con la non-violenza o disubbidienza civile.....

Creiamo Contropotere nei nostri quartieri e nelle città ! Dal basso attraverso opere di controinformazione e autonome da istituzioni e partiti....
Occupiamo tutti gli spazi di degrado e rivitalizziamoli, creiamo spazi di socialità liberi e creativi....

WinterSea
01-01-70, 01:33
Si il mio, anche se non ho tempo e mi propongo di scrivere di nuovo.

Il fascismo ha preso un trapicco in questi ultimi anni dovuto all\'abbassamento delle difese immunitarie dell\'Italia causato dall\'impoverimento culturale e morale degli italiani, giovani per primi.

Il fatto è che vedo fanatismi da tutte le parti, sia nei centri sociali che ai raduni di fasci. E questo è innegabile... proprio perche\' il motivo è l\'imbarbarimento della societa\' condito da una forte rabbia esistenziale.

Cmq per poter giudicare ogni evento bisogna conoscere bene i fatti e le loro dinamiche.

Esempio.....

tanto di cappello all\'intenzione di impedire una manifestazione dichiaratamente fascista nel centro di milano. Tanto di cappello a chi si mobilita anche con animosita\'.

Ma pieta\' e sdegno per chi si ribella al fascismo spakkando e distruggendo la roba di altri innocenti che non centrano un cazzo. Senza contare la violenza contro la polizia, che è CONTROPRODUCENTE.

Ma insomma...... ghandi che proponeva la non violenza insieme alla lotta politica era proprio l\'ultimo dei cretini?

Difendersi va bene, cercare lo scontro diretto peggiora solo le cose.