sifone900
01-11-16, 08:28
http://www.pagina99.it/2016/10/31/election-day-8-novembre-stati-uniti-usa-cannabis-libera-legalizzazione-marijuana-coltivare/
Non solo Election Day, l’8 novembre si vota sulla cannabis libera
L’8 novembre gli Usa non eleggono solo il presidente. In nove Stati si decide sulle canne legali. E la probabile vittoria dei Sì segnerà un sorpasso
Il prossimo 8 novembre molti americani saranno chiamati a votare non solo sul prossimo presidente degli Stati Uniti e su deputati e senatori del Congresso, ma anche su una questione di cui in tutto il mondo, e negli States in particolare, si discute da tempo: la legalizzazione della cannabis. La sostanza è già completamente libera in quattro Stati – Washington, Oregon, Colorado, Alaska – e nel distretto federale di Washington. In altri 25 se ne consente l’uso a scopo medico, per la cura del dolore: su questa opzione il secondo martedì di novembre si esprimeranno anche i cittadini di Montana, Nord Dakota, Arkansas e Florida.
Ma quel giorno saranno in tutto nove gli Stati dove si voterà sul tema della marijuana legale: California, Nevada, Arizona, Maine e Massachusets decideranno infatti sulla sua ammissione anche a scopo ricreativo (si tratta, quindi, di un’estensione rispetto alla legislazione vigente in questi Stati, nei quali è già ammesso l’uso terapeutico). L’esito di questi referendum quasi certamente determinerà il sorpasso in favore della legalizzazione e potrebbe ridisegnare la mappa degli Stati Uniti con una West coast tutta “a marijuana libera”: in California infatti il Sì è dato per probabile dai sondaggi, e per lo stesso esito sembra pendere la bilancia anche dall’altro lato della costa, in Maine e Massachusets.
Del resto secondo il Pew Research Center, più in generale, il numero di americani favorevoli è in costante crescita dal 1969 a oggi, e nella rilevazione dello scorso 12 ottobre il 57% dichiarava che la cannabis dovrebbe essere consentita. Il sorpasso acuirebbe lo scontro con il governo federale e la Drug Enforcement Administration, che ad agosto ha ribadito la propria posizione, lasciando la cannabis nella stessa categoria in cui si trova l’eroina.
Come sempre è anche questione di soldi. Arcview Group, azienda che mette in contatto produttori e investitori, stima che la vittoria del Si in California farebbe crescere il mercato complessivo fino a 22 miliardi di dollari in 4 anni, dai 7 attuali. Cambierebbe il mondo intorno a noi: ottenere della marijuana a San Francisco non sarebbe più trasgressivo, ma facile «come farsi recapitare la pizza a casa», trasformerebbe «le campagne californiane in piantagioni di erba» e soprattutto consoliderebbe un’industria che «potrebbe acquisire lo stesso potere di lobbying di quella del tabacco o degli alcolici», fa notare Thomas Fuller sul New York Times.
Non solo Election Day, l’8 novembre si vota sulla cannabis libera
L’8 novembre gli Usa non eleggono solo il presidente. In nove Stati si decide sulle canne legali. E la probabile vittoria dei Sì segnerà un sorpasso
Il prossimo 8 novembre molti americani saranno chiamati a votare non solo sul prossimo presidente degli Stati Uniti e su deputati e senatori del Congresso, ma anche su una questione di cui in tutto il mondo, e negli States in particolare, si discute da tempo: la legalizzazione della cannabis. La sostanza è già completamente libera in quattro Stati – Washington, Oregon, Colorado, Alaska – e nel distretto federale di Washington. In altri 25 se ne consente l’uso a scopo medico, per la cura del dolore: su questa opzione il secondo martedì di novembre si esprimeranno anche i cittadini di Montana, Nord Dakota, Arkansas e Florida.
Ma quel giorno saranno in tutto nove gli Stati dove si voterà sul tema della marijuana legale: California, Nevada, Arizona, Maine e Massachusets decideranno infatti sulla sua ammissione anche a scopo ricreativo (si tratta, quindi, di un’estensione rispetto alla legislazione vigente in questi Stati, nei quali è già ammesso l’uso terapeutico). L’esito di questi referendum quasi certamente determinerà il sorpasso in favore della legalizzazione e potrebbe ridisegnare la mappa degli Stati Uniti con una West coast tutta “a marijuana libera”: in California infatti il Sì è dato per probabile dai sondaggi, e per lo stesso esito sembra pendere la bilancia anche dall’altro lato della costa, in Maine e Massachusets.
Del resto secondo il Pew Research Center, più in generale, il numero di americani favorevoli è in costante crescita dal 1969 a oggi, e nella rilevazione dello scorso 12 ottobre il 57% dichiarava che la cannabis dovrebbe essere consentita. Il sorpasso acuirebbe lo scontro con il governo federale e la Drug Enforcement Administration, che ad agosto ha ribadito la propria posizione, lasciando la cannabis nella stessa categoria in cui si trova l’eroina.
Come sempre è anche questione di soldi. Arcview Group, azienda che mette in contatto produttori e investitori, stima che la vittoria del Si in California farebbe crescere il mercato complessivo fino a 22 miliardi di dollari in 4 anni, dai 7 attuali. Cambierebbe il mondo intorno a noi: ottenere della marijuana a San Francisco non sarebbe più trasgressivo, ma facile «come farsi recapitare la pizza a casa», trasformerebbe «le campagne californiane in piantagioni di erba» e soprattutto consoliderebbe un’industria che «potrebbe acquisire lo stesso potere di lobbying di quella del tabacco o degli alcolici», fa notare Thomas Fuller sul New York Times.