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Visualizza Versione Completa : Ottima Recensione: Storia Musica Techno



MadMatrix
04-02-05, 17:09
Questa � un ottima recensione riguardo le radici della musica techno :wink:


Leggetela :wink:


Nata nelle aree industriali in via di riconversione degli Stati uniti, la musica techno ha trovato la sua cassa di risonanza nel vecchio continente. E' l'espressione di sentimenti eterogenei e contraddittori: l'abbandono e la disoccupazione, il desiderio di comunit� e di resistenza, l'individualismo ed il consumo. E' l'incontro muto e passeggero di monadi isolate nella rete globale.

La techno compie dieci anni. E' il 1989 quando, a Detroit, nelle zone industriali abbandonate dalle fabbriche di automobili americane, alcuni disk jockey (dj) diffondono, in feste spesso improvvisate, un nuovo tipo di musica basato su campioni sonori ("sample"), suoni elettronici, casse ritmiche, il tutto "mixato" su computer. La cadenza calcolata in battito per minuto (bpm), la natura dei suoni pi� o meno "acidi" e l'assenza di voci caratterizzano questa musica. Una musica senza strumenti n� spartiti, che non si integra n� nelle correnti della musica contemporanea, pi� colta, n� nello schema ben orchestrato delle melodie con messaggio. Il rock denuncia la tirannia del computer contro la libert� della chitarra; il rap si caratterizza per la mancanza di discorsi inquisitori o poetici. La techno � relegata ai margini, sui quali fonda il suo corso e affonda le sue radici.

Le composizioni dei primi dj si basavano su una rete di influenze attinte ai vecchi fondi della memoria collettiva: soprattutto jazz, rock, rythm'n'blues e disco. Essendosi spento il movimento lancinante delle macchine, sembr� a tutti che un vuoto invadesse Detroit. Si impose allora il principio di una struttura in anelli ben cadenzati per celebrare anche la liberazione dell'uomo dalla catena di lavoro a costo della disoccupazione, certo, ma mettendo infine la macchina al servizio della festa, si perturbava lo schema razionale delle sequenze. Il "rumore", come allora si chiamava, perch� fa eco ai battiti del cuore affrettati da una folle corsa, da una dichiarazione d'amore, dal groviglio di corpi. Il rumore, come il faro di Alessandria, attira le farfalle di notte e la giovent� oltrepassa le frontiere per recarsi ai suoi "raves", feste che, dal punto di vista del centro e delle autorit� politiche, assumono le sembianze di sabbat malefici. Nessuno cerca di comprendere cosa spinge i giovani ad assalire le fabbriche in disuso, a prendere possesso delle zone industriali, con l'unico scopo di "delirare", in tutti i sensi del termine, tra gioia e trance, sentendo di appartenere a una comunit�. Per la polizia e i media, la questione � chiara: la confluenza di migliaia di giovani in uno stesso punto si spiega con il consumo di droghe come l'ecstasy (1). I "technos" sembrano non seguire alcuna regola: costruiscono le loro reti di diffusione via Internet e attraverso i flyers, cartoncini che annunciano una festa senza indicarne il posto per ridurre i rischi di un divieto della polizia. Techno e rap sono come i due fratelli nemici della fondazione di Roma: nelle loro vene scorre lo stesso sangue, ma si differenziano radicalmente per forma, mezzi e fini. Mentre il rap privilegia la strategia dell'opposizione la periferia contro il centro, simbolo del potere e del denaro -, la techno rifiuta di dichiararsi in stato d'assedio. Coltiva, al contrario, l'arte della sovversione, del sottinteso, della deviazione. I ravers preferiscono il rincorrersi al conflitto. Nomadi, circolano in gruppi, si ritrovano di rave in rave, si perdono, si disperdono, si combinano, si separano.

Cos� almeno funzionava nei raves dei primi anni '90: il dj, per varie ore di seguito, trascina il pubblico sulla sua terra d'elezione. Il mix si svolge a onde. A volte ci si lascia trasportare, a volte ci si fa sorprendere da una lama sotterranea. Mettete gli stessi dischi nelle mani di un altro dj e sar� un altro viaggio. Il dj naviga sull'onda aleatoria di braccia tese, riportandone frammenti di sogni sparsi. Lo spazio techno � un cerchio infinito, in cui il centro � ovunque e la circonferenza in nessun luogo. Negli Stati uniti e in Europa, i primi rave si tengono nelle fabbriche abbandonate, nelle foreste o sulle frontiere non per facilitare il trasbordo di droghe, ma per favorire il passaggio, e infine abolirlo. Ogni rave finisce per diventare il centro di se stesso. Il tragitto spesso lungo verso il luogo della festa fa parte di un gioco di vie iniziatiche che conduce all'al di l�, al sacro. La musica techno si svela allora come il totem del mondo, sul quale riposa l'ordine (virtuale), in opposizione al caos quotidiano. Nel 1989 Detroit � un deserto: fabbriche abbandonate, operai disoccupati. Ed � la che i dj Derrick May, Carl Graig, Jeff Mills, Juan Hawtin inventano la techno. E' ancora solo una corrente musicale, una variante della musica house che si era sviluppata nelle discoteche di Chicago. E' quando sbarca sul vecchio continente che diventa un movimento vero e proprio. La techno si sviluppa in tutti i luoghi di crisi, sociale, militare, politica. In Europa si radica a Sarajevo o con la guerra del Golfo. In Asia, con il crollo dei sistemi economici: Bangkok, Phnom Penh, Tokyo ballano oggi i ritmi techno. Attenzione: la techno non ha mai dato risposte alla congiuntura: non propone niente che non sia una sfera d'isolamento, una distanza. In compenso, il modo in cui si schiera, rinvia ai cambiamenti della societ�. Rimbomba nelle fabbriche abbandonate, le incanta per un'ultima volta: dall'esterno si potrebbe credere che si rimettano in funzione. La techno stigmatizza il passaggio dalla societ� industriale alla societ� tecnologica. Permette a delle regioni, a delle culture, di elaborare il lutto del mondo industriale: il nord della Francia e il Belgio sono i bastioni del movimento. Nelle capitali la techno diventa la musica degli omosessuali, colpiti dall'Aids: per loro rappresenta uno slancio di resistenza fisica (ballare per giorni interi) e morale (ritmo guerriero e festoso). Ma gli apostoli hanno preso il cammino del centro e dei media, denunciato il trattamento che gli viene riservato, bussato alle porte dei ministeri... Con la corrente della Love Parade pi� di un milione di persone che, a ritmo della musica techno, sfilano a Berlino , avviene lo scatto. Ed � stata anche la fine. I produttori indipendenti si sono fatti comprare dalle majors che, visto il suo successo, hanno cominciato a prendere in considerazione questa "originale corrente musicale". I ravers si sono stancati delle feste annullate e hanno ripreso la strada delle discoteche, per la gioia dei loro proprietari improvvisamente convinti dell'interesse di questa "nuova musica".
Anche il rock trover� delle affinit�, una affiliazione (2) con ci� che i media cominceranno a descrivere come il nuovo movimento culturale di questa fine secolo. Ma questo � il suo punto debole. Si pu� veramente parlare di movimento culturale?

Ci� che viene definito in modo generico "techno" ricopre una moltitudine di varianti e di sotto gruppi. Classificabile per ritmi, sonorit�, colori: della techno fanno parte la trans, l'ambient, l'acid, l'hardcore, il gabber; classificabile anche secondo le regioni: vi � una techno francese, una italiana, una bosniaca, di Chicago, di Berlino, etc. Era uno dei punti di forza della techno delle origini: fondare una musica universale rispettando i paesaggi, associandoli nel mix. Non � un caso che la techno si sviluppi in una Europa mosaico. I dj non erano considerati creatori, ma "traghettatori di dischi", nel senso nobile del termine, ovvero traghettatori di emozioni, di frontiere.

Oggi il dj rivendica uno status legale, si afferma come un artista vero e proprio ed entra nello show-bussiness. La techno si � imposta come richiamo musicale privilegiato dei media: dinamica, spinge alla vendita, politicamente neutra, non crea discussioni. Nello stesso tempo i sotto gruppi della techno si sono radicalizzati, non tanto per purismo quanto per costituire migliori target di vendita. I raves che mescolavano tutti i generi, hanno ceduto il posto alle serate tematiche selezionate per fasce d'et�. E le serate si frammentano in una moltitudine di palcoscenici sui quali sfilano i dj in fila indiana, a tempo cronometrato, tanto e cos� bene che tutti sono costretti a suonare lo stesso tono, senza la libert� che prima consentivano i viaggi di sei o dodici ore. Mentre prima la techno sorprendeva, nella sua ripetitivit�, per l'accostamento delle sequenze, ormai le impressioni sono stereotipate, le mode musicali standardizzate, i sistemi di costruzione banalizzati. Il carattere ipnotico che immergeva il raver in un mondo sconosciuto e in una memoria la cui assenza � svelata, ha lasciato il posto ad una produzione di immagini calibrate. Rendendosi pi� popolare la techno ha perso la sua bella democrazia e tende a diventare ci� che Rimbaud proclamava nelle Illuminazioni, "la pi� cinica prostituzione". In Francia, qualche irriducibile tenta ancora di perpetuare lo spirito originario: i free parties ed i raves selvaggi, gratuiti, sono inesorabilmente inseguiti. Bpm, il primo negozio di musica techno, ha appena chiuso; la Fnac apre nuovi reparti per rispondere alla domanda e all'offerta. Tutti gli indipendenti devono rientrare nei ranghi, sottomettersi o perire. Gli americani non hanno mai cercato di creare un movimento, ma di fare musica. La techno rimane laggi� una sottocultura marginale. E' negli anni 90, quando sbarca a Londra, che la techno cerca di imporsi come movimento culturale, fenomeno tipicamente inglese. Musica senza parole, la techno non aveva mai pensato di "essere messaggio", n� di riversarsi nell'ideologia. Ha quindi proceduto in campo culturale, come pure in quello musicale, con i sample delle idee degli anni '70, gli avanzi del banchetto new age colorati con un pizzico di buddismo. Agendo cos�, i technos appoggiano le tecniche classiche di manipolazione degli spiriti. Non c'� una letteratura techno. Un romanzo (3) tratta della techno, ma in uno stile convenzionale. Non esiste per niente una scrittura techno. L'autore pi� techno, da questo punto di vista, � ancora...

Marcel Proust e la sua Ricerca del tempo perduto, sia per la struttura circolare, a sequenze e rotture dello spazio della frase, sia per il suo essere spostato, distanziato, come se il narratore si trovasse nello stesso tempo al centro ed ai margini.

Per i techno le parole non sono che suoni, immagini, superfici delle idee: illustrazioni e pubblicit�. Come il giornale televisivo, la techno naviga sull'onda del presente, non si proietta nell'avvenire: � un avamposto, non un'avanguardia. E qui risiede l'ambiguit� tra techno e tecnologia: l'uso di tutti i nuovi supporti non crea n� un pensiero, n� uno stile.

La techno sviluppa la sua moda e prima di tutto la sua moda nell'abbigliamento, mediazione necessaria all'affermazione di una cultura tribale. Negli anni '90 gli streetwear techno si appropriano delle tute degli operai. E' un modo per spezzare l'unione tra significante e significato, di fare delle tute di lavoro un abito di festa, attraverso la provocazione e un tentativo sovversivo, ma anche con umorismo. Oggi nelle mostre si presentano vestiti come opere d'arte senza nessuna ironia, perch� tutto in questo movimento va preso al primo stadio. Le poche mostre techno colpiscono per la loro estrema povert�.

Si prende e si assembla: l'abbozzo di un'installazione concettuale, un video, un'illustrazione manga (i fumetti giapponesi, ndr). Si guarda, si ascolta, a volte si prova un'emozione, ma le immagini si incrociano, gratuite e vuote. Un movimento che fonda la sua legittimit� sull'assenza dei sensi non � che un fantasma: non esiste una cultura techno. Nei suoi giornali, nelle sue radio non si distingue nessun progetto sociale. Le intuizioni delle origini sembrano relegate o dimenticate. La techno � ora solo un movimento musicale, qualcosa da consultare per comprendere la nostra societ�, un'illustrazione, un riassunto, un'immagine poco fa denunciato dai media, oggi dagli stessi adulato. La techno, infine, � la televisione: perch� � in palinsesto, esiste. C'� del cattivo e del buono. Dei picchi di ascolto e dei flop clamorosi. E' una realt� prodotta dal montaggio, dalla composizione. I manga appaiono in Occidente in contemporanea con la techno: il manga � techno. Esce una bevanda: si compra, � nuova, � techno. Essere techno consiste nell'essere agli avamposti dei consumi moderni. E quindi la musica techno, ipnotica e subliminale, fa da sfondo ai messaggi pubblicitari. La techno � il linguaggio della nostra generazione, fonetico come la scrittura utilizzata su Internet e, senza dubbio, la futura koin� questa lingua magica a base di greco semplificato che si dirama in tutto il Mediterraneo antico e di cui, uniche vestigie, non restano che i racconti dei mercanti.

piot
04-02-05, 17:48
.....woooooooooooooooooooooooooooooooooooo........ ......... 8O 8O 8O 8O :D :D 8O 8O 8O 8O

ecko_notteinfinita
04-02-05, 21:02
La fonte dell'articolo?

RhumEpera
04-02-05, 21:40
Non vorrei dire un'idiozia, ma credo che l'articolo sia un p� vecchiotto...
Cmnq � interessante, soprattutto la prima parte, quella di spiegazione. :wink: La seconda, dove viene espresso il parere dell'autore, mi sembra abbastanza contestabile, o per lo meno riduttivo. :roll: Il pensiero che viene espresso, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra la techno e i media, credo che potesse andare bene alla fine degli anni '90, ma adesso mi sembra un p� anacronistico...

MadMatrix
04-02-05, 22:35
i Veri amanti della musica techno elettronica,(frequentatori dei club & rave esteri) credo che possono solo essere completamente d'accordo con quello che si dice qui sopra



Visitate un paio di anni il Timewarp,IloveTechno e qualche club in giro x l'Europa e poi mi dite....


vedi: Coocon,Fabric,u60311....



P.s: la recensione � presa da una rivista inglese (Dj Mag) Nov. 04

RhumEpera
05-02-05, 01:00
Rileggendo di nuovo il testo, mi convinco sempre pi� che non sia proprio un articolo recentissimo...


La techno compie dieci anni. E' il 1989 quando, a Detroit, nelle zone industriali abbandonate dalle fabbriche di automobili americane..........

Quando � stato scritto probabilmente era il '99...6 anni fa...

Inoltre trovo molto opinabile la frase


della techno fanno parte la trans, l'ambient, l'acid, l'hardcore, il gabber
Conosco diverse persone che potrebbero farsi grosse risate davanti a parole del genere... :lol:

Sono d'accordo sul fatto che la techno -ma mi sembra pi� appropriato parlare di musica elettronica in generale- vari da regione a regione, da paese a paese. Ed � per questo motivo che i concetti che vengono espressi successivamente nell'articolo mi sembrano vaghi e riduttivi. Io non credo che la techno sia un avamposto nella nostra societ�. Perlomeno in Italia. Lo poteva essere negli anni '90 con la progressive. Ma ora la stuazione � totalmente diversa. Purtroppo al momento non ho la possibilit� di girare molto all'estero, ma so che in paesi come Olanda e Germania, per citarne un paio, la techno � una realt� forte.
Sono anche pienamente d'accordo sul cambiamento dovuto alla diffusione ed alla commercializzazione della musica. Ma non credo che al Time Warp o all'I Love Techno ci sia una misera fila di dj impossibilitati ad esprimersi con la propria musica (vedi articolo)....

In generale non mi trovo d'accordo su alcuni pensieri, per il semplice motivo che li ritengo limitati nello spazio e nel tempo, e non credo possano delineare il panoramo globale della musica techno.

MadMatrix
05-02-05, 10:04
Senza offesa caro Rhum & Pera...ma a me fai pi� ridere tu sai...


Lo scrivo come prima ed ultima volta.....

Ho notato che spesso e volentieri parli un p� x partito preso....


Un assiduo frequentatore di Parhasar,Due,Domina come te....


che non � mai stato a ballare all estero.....

o forse lo sei stato con l immaginazione,con le cuffie alle orecchie.... sentendo un set scaricato da chiss� dove....


...m pare un p� precoce sentenziare,giudicare,contestare.....




Io non st� a commentare le tue solite critiche e precisazioni ad ogni topic....diventa la solita solfa....


Quando inizier� a vederti nei locali,party dove viene proposta Techno...allora inizier� a discutere con te....



Ciaoooooooo


:D

RhumEpera
05-02-05, 14:47
Caro Mad...
Come ti ho detto, purtroppo al momento non ho la possibilit� di girare molto. E sono cosciente del fatto che sentire un set scaricato non � la stessa cosa che assistere allo spettacolo dal vivo.
A me non interessa giudicare, perch� non ho le basi per farlo. Non ho un genere musicale preferito, perch� per il momento mi sto aprendo a tutto quello che mi viene offerto, cercando di assimilare ed apprendere quanto pi� posso. Io sto solo cercando di crescere, musicalmente parlando, giorno dopo giorno.
Il Parhasar � un discorso a parte. Io sono cresciuto con le cassette dell'Ultimo Impero, del Mad, del Cage...Quando non potevo andare a ballare, guardavo queste discoteche come un bambino guarda il giocattolo che desidera da una vita. Di musica non capivo nulla, ero affascinato dall'ambiente. Poi � arrivata l'era del Parhasar, una seconda casa...Sono sicuro che la musica proposta non � di tuo gusto, ed anche io preferisco altri locali a livello musicale. Ma l'ambiente che ho trovato l� � qualcosa di unico. Le persone che ho conosciuto al Parha sono tra le pi� importanti della mia vita, e di conseguenza sono fortemente legato a quel locale. :oops:

La mia risposta all'articolo, non voleva essere una sentenza, una contestazione. Io ho solo detto ci� che penso; cio� che ho trovato molto interessante la parte sulla nascita della techno, mentre l'altra non l'ho condivisa molto.
Ma non voglio fare il saputello, anzi :roll: ...se mi spieghi in cosa non sei d'accordo e cosa ritieni giusto dell'articolo sono contento! Mi pu� solo far piacere confrontarmi con qualcuno che ne sa pi� di me e cercare di imparare qualcosa di nuovo!

SKYNET
08-02-05, 13:35
Rileggendo di nuovo il testo, mi convinco sempre pi� che non sia proprio un articolo recentissimo...


La techno compie dieci anni. E' il 1989 quando, a Detroit, nelle zone industriali abbandonate dalle fabbriche di automobili americane..........

Quando � stato scritto probabilmente era il '99...6 anni fa...

Inoltre trovo molto opinabile la frase


della techno fanno parte la trans, l'ambient, l'acid, l'hardcore, il gabber
Conosco diverse persone che potrebbero farsi grosse risate davanti a parole del genere... :lol:

Sono d'accordo sul fatto che la techno -ma mi sembra pi� appropriato parlare di musica elettronica in generale- vari da regione a regione, da paese a paese. Ed � per questo motivo che i concetti che vengono espressi successivamente nell'articolo mi sembrano vaghi e riduttivi. Io non credo che la techno sia un avamposto nella nostra societ�. Perlomeno in Italia. Lo poteva essere negli anni '90 con la progressive. Ma ora la stuazione � totalmente diversa. Purtroppo al momento non ho la possibilit� di girare molto all'estero, ma so che in paesi come Olanda e Germania, per citarne un paio, la techno � una realt� forte.
Sono anche pienamente d'accordo sul cambiamento dovuto alla diffusione ed alla commercializzazione della musica. Ma non credo che al Time Warp o all'I Love Techno ci sia una misera fila di dj impossibilitati ad esprimersi con la propria musica (vedi articolo)....

In generale non mi trovo d'accordo su alcuni pensieri, per il semplice motivo che li ritengo limitati nello spazio e nel tempo, e non credo possano delineare il panoramo globale della musica techno.


� vero la techno deriva dalla house e tutte le altre sfacettature trance ambient ecc. dalla techno stessa. basta analizzare semplicemente l'evoluzione temporale dei generi musicali! i primi arrivati fino agli ultimi