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Visualizza Versione Completa : Antiproibizionismo e educazione



massimo.conta
23-02-20, 12:34
L'episodio che sto per raccontare, che serve per introdurre l'argomento è frutto della fantasia, lo racconto in prima persona utilizzando un espediente letterario.

Un sabato, a pranzo, eravamo seduti a tavola in cucina, io, mia moglie e i nostri tre figli, di fianco a me c'era come al solito la nostra cagnolina. Uno dei figli raccontava del giorno precedente, a scuola era stato fatto un incontro, non collettivo ma classe per classe, con il responsabile di una comunità per il recupero dalle dipendenze, insieme a lui c'era un ragazzo obbligato dal tribunale ad essere ospite della comunità, per problemi legati al suo consumo di cannabis. La classe accolse la cosa con interesse e mio figlio, diversamente dal solito, si profuse nell'esposizione degli argomenti trattati.
Abbiamo ascoltato tutti con attenzione il racconto, alla fine del quale il figlio relatore si rivolse a me con una domanda diretta: - Papà, ma parlando di erba, tu cosa ne pensi del consumo di un grammo a settimana ?-.
La risposta che diedi così a freddo, che ora non ricordo, deve essere stata sbagliata, perché il figlio relatore si rovesciò all'indietro sulla sedia ridendo a squarciagola e gli altri presenti, compreso il cane si voltarono verso di me, in silenzio, guardandomi come se fossi un extraterrestre.
Sorpreso da ciò riuscii solo a balbettare: -mah, perché?, è poco?, è tanto?-
Vedendo che le espressioni sui visi dei presenti non mutavano e che il figlio relatore dovette alzarsi per andare a continuare a ridere in un'altra stanza insieme al cane, decisi di orientarmi su una risposta scientifica.
-Vedi, in un adulto con bassa tolleranza, quel volume di consumo può essere utile ad alleviare il disagio psichico dovuto a ansia, stress, eccessivo carico lavorativo. Magari per patologie più importanti o per il dolore cronico, potrebbe essere insufficiente.-
Questa risposta fu accettata con soddisfazione di tutti, anche del cane.

Questo episodio riguarda una situazione famigliare, ma potrebbe essere trasposto in un altra agenzia di socializzazione e educazione, come la scuola o il posto di lavoro quando si dovesse rivestire il ruolo di formatore anche dell'etica di colleghi nuovi.
L'interrogativo che nasce spontaneo è: La mia manifesta posizione di antiproibizionista, si contrappone al mio ruolo di educatore?

J.White
23-02-20, 14:08
Tralasciando la storia raccontata, l'educazione è una forte influenza, e come tale deve essere affrontata nel miglior modo possibile,
Il problema principale dell educazione secondo me sta nei principi personali, cosa che diversifica da ciò che ci influenza, e quindi la singola persona o l ambiente ristretto...
L educazione ai giorni d'oggi viene sancita da 2 forti presenze, quella scolastica regolata dalla istituzioni e quella famigliare,
Questo forma il nostro carattere, i nostri valori, è molto importante capire che a livello famigliare non è tanto quello che si dice che ci caratterizza, ma proprio l approccio alla vita...
Non sarà la frase giudizievole che verrà presa in considerazione dal figlio verso il proibizionismo, ma la quotidianità a non assumere tali sostanze perché reputate dannose, questo però deve essere fatto con criterio, perché se nel frattempo ti bevi una bottiglia di vino qui l educazione viene meno, possiamo intendere in questi termini che non esiste un educazione giusta o sbagliata, ma solo un educazione personale, dettata da fattori come la cultura o la religione, invito anche a mettere in dubbio tutto quello che crediate giusto a livello educativo, bisogna prima mettersi in gioco e capire cosa è giusto e sbagliato (per se steasi) ma per fare ciò più che l educazione è necessaria la formazione ergo un esperienza diretta, esperienze senza influenze esterne prive di ogni pregiudizio...

Per rispondere alla domanda, no non si contrappone, stai solo educando il figlio secondo i TUOI principi, giusti o sbagliati che siano, ma così facendo ne limiti la formazione , cosa assai più grave... (pensiero personale)

massimo.conta
23-02-20, 14:26
Quello che tu chiami pensiero personale in realtà è un pensiero che condividi con una persona eccelsa, una grande educatrice, Maria Montessori. In molte scuole viene utilizzato un modello educativo che rispecchia la tua ultima frase, appunto il metodo Montessori.

Riguardo alla risposta che non ricordo più, non era una frase proibizionista era piuttosto una frase da rollatore di strada.

J.White
23-02-20, 14:34
Da qualche anno mi dilungo nel ramo della comunicazione per me è molto affascinante, come lo è la psicologia in genere...
Suppongo che Montessori sia una pedagogista, ora mi sono incuriosito, vado a leggere un po questo metodo :rolleyes:

massimo.conta
23-02-20, 14:53
Riguardo a Montessori, ho appena trovato questo per Pot.
Montessori espresse il concetto di Educazione Cosmica, è basato sull'idea che ogni forma di vita poggia su movimenti intenzionali aventi uno scopo non soltanto in se stessi, e che ogni cosa è collegata ad altre e ha il suo posto nell'universo.

Quindi sembra che anche per lei il caso non esista.:biggrinthumb:

J.White
23-02-20, 15:39
Che fai lanci la pietra ??:icon_rambo:

Trovo molto interessante anche la metodologia Agazzi che non si distacca troppo dalla sopracitata ne condivido sopratutto il cercare di controllare l ambiente in modo che un soggetto, in questo caso infantile (ancor più importante), sia sottoposto ad un atmosfera di stabilità e sicurezza, non è da sottovalutare perché un ambiente che suscita negatività riduce molto la volontà comunicativa di un persona, questo crea blocchi emotivi che verranno portati avanti nella crescita e non ce niente di più sbagliato, questo sopratutto per i genitori deve essere preso in considerazione, meglio un dialogo costruttivo che un ordine dittatoriale, quando sento le vecchie generazioni con le solite frasi...
...io sono cresciuto a schiaffi, se fosse mio figlio gli stampavo una 5º nel viso, poi ci pensa 2 volte la prossima volta...
Questo ad esempio è sbagliato, cosa impari da un comportamento del genere ??
Una cosa la impari, se pensi di aver ragione puoi alzare le mani...
Impari, fatti furbo e non farti beccare che altrimenti le prendi...
Altro ?? Destabilizzi un rapporto di fiducia impostandola sull ansia, e mandi a fottere magari un rapporto famigliare...

Anche se in fondo neanche educare un figlio in modo totalmente libero credo sia formativo,
Mi ritrovai da un cliente per un installazione, era una coppia dell est, avevano 2 bimbi piccoli ( parliamo tra i 5/7 anni)
Tra l altro la madre molto sexy e disinibita, durante un intervento da lei, pensando che fossi il marito, mi apri con il seno scoperto :punkif5: ma questa è un altra storia, insomma i figli sono liberi al 300%, l unico no che gli arrivava dalla madre era quando mi venivano a disturbare in modo ossessivo (per lo più 1, l altro era molto più calmo), la casa pitturata da cima a fondo con pastelli e pennarelli, il comando era dei figli più che della madre, il gatto veniva stressato in modo continuo come fosse un peluches (non maltrattato) ma la cosa che mi fece impallidire fu il figliolo che urinava in balcone, nonostante di sotto vi era un passaggio pedonale ben frequentato con negoni e bar...
Ecco diciamo che bisogna far capire cosa è giusto e sbagliato, poi in base alle esperienze personali protrarsi verso un senso civico di convivenza, una via di mezzo è sempre la soluzione migliore...

potpot23
23-02-20, 16:41
Riguardo a Montessori, ho appena trovato questo per Pot.
Montessori espresse il concetto di Educazione Cosmica, è basato sull'idea che ogni forma di vita poggia su movimenti intenzionali aventi uno scopo non soltanto in se stessi, e che ogni cosa è collegata ad altre e ha il suo posto nell'universo.

Quindi sembra che anche per lei il caso non esista.:biggrinthumb:

Accidenti, ti è rimasta impressa questa cosa del caso...:biggrin2:

Comunque, per rispondere alla tua domanda finale per me è un no, stai educando bene i tuoi figli perché gli stai dando delle informazioni e non dei preconcetti privi di fondamento.

massimo.conta
28-02-20, 23:30
Mio figlio mi chiede:
Papà ma la banana kush si chiama così perché sa di banana?
Porch..... Come rispondo?
Beh sai,...... I breeders danno alle loro creazioni i nomi che vogliono, a volte più che dal prodotto finito sono ispirati a qualche fase dell'ibridazione o agli aspetti finali. Tuo secondo me la cheese non si chiama così perché sa di formaggio, ma perché ti lascia in faccia Er due ore un sorriso come quello che fai dal fotografo quando dici cheese. Oppure la gorilla glie si chiama così perché la pianta cresce selvaggiamente e i bud ti lasciano le dita piene di resina come fosse colla.
Ma secondo voi mio figlio mi sta prendendo per il culo?

massimo.conta
28-02-20, 23:48
Mi rispondo da solo.
No non mi prende in giro, anzi, mi vuole tanto bene da cercare a modo suo di capirmi, magari provocandomi.
Certo a volte lo lascio un po' perplesso come agli altri, ma forse gli do modo di pensare fuori dal coro.

massimo.conta
29-02-20, 00:01
Ok maaaaa... La Banana kush sa di banana?

BjornIronSide
29-02-20, 09:05
Banana kush se sa di banana ? XD ... allora dipende amico , la cosa e anche vera ma dipende tutto dai terpeni, non e perche ai una pianta che si chiama banana kush che lei sapra di banana, e il breader che dichiara che la sua pianta di origine kush , e un fenotipo che a profumu aromi e gusti che richiamano a quel sapore... ma e SOGGETTIVA, a volte si a volte no , su 3 piante tutte e 3 anno aromi e sapori diversi, dipende cio che gli dai , e poi ci sono incroci che sanno veramente di mirtillo limone fragola babble gum caramello ciliegia ... poi tanto lo fai anche te e cosa gli dai da mangiare... io ti posso dire che in vita mia ho assaporato tante cheese, e se vuoi il mio parere, si anno il retrogusto di formaggio , anzzi la piu buona che avevo trovato aveva una sapore di prosciutto crudo , idem per il profumo. L'avevo soprannominata la proscuto ^^... non sono solo cazzate a volte !

Gam
29-02-20, 23:53
Tralasciando le digressioni psicopedagogiche che non padroneggio, sono sempre stato figlio e certe dinamiche ancora non le ho mai dovute affrontare se non in rari casi da fratello maggiore di fratelli che non sono i miei.
Il racconto di fantasia mi ha fatto però sorridere e ci vedo un fondo di ironia da parte del giovane che perculando suo padre porta a delle riflessioni.
Essendo cresciuto in una situazione abbastanza proibizionista, educazione e istruzione cattolica, ed essendo stato una nota testa di cazzo in gioventù ho dovuto provocare a più riprese mia madre per arrivare ad educarla sul tema sostanze (mio fratello maggiore, grosso coglione, è stato privato della sua libertà in adolescenza perché beccato spesso con le mani nella marmellata. Il retaggio degli anni 70/80, gli amici che persero i miei per colpa dell’eroina non fecero altro che alimentare la paura di perdere un figlio e lo spedirono da sbarbatello a risolvere i suoi problemi), a casa mia infatti le canne erano identificate come l’anticamera del buco. Insomma dopo tutte ste cose come faccio a spiegarti che io mi faccio le canne, che non ho intenzione di smettere e che volente o nolente la casa dove mi ospiti ospiterà anche una coltivazione illegale, seppur modesta e senza fini di lucro, di cannabis?
Personalmente smisi di raccontare stronzate, smisi di nascondere il fumo e le cartine, iniziando a dimostrare che potevo avere una vita normale nonostante mi piacesse farmi le canne. I primi tempi fu un dramma, compravo erba o fumo e regolarmente mi veniva fatto sparire. Una volta di ritorno da Ibiza, avevo 17 anni, non vedevo l’ora di arrivare a casa e fumarmi quell’ovetto che con tanta parsimonia avevo conservato per affrontare quel residuo di agosto, arrivato a casa trovai la camera ordinata come mai prima avevo avuto, il fumo ovviamente era sparito e mia madre è quella rompicoglioni della fidanzatina dell’epoca che se la sghignazzavano per gli ennesimi 100 euro buttati nel cesso(anni dopo scoprii che in realtà non veniva buttato, ma bensì spartito tra amici dei miei che a 50 anni si facevano ancora le canne :icon_lol:) .
Fu un processo lungo far diventare la mia cara mamma la fiera antiproibizionista che è oggi, ci misi almeno 4 anni da quel volo che mi riportò da Ibiza. Delle droghe mi stancai poco dopo, le ho sempre sfidate per dimostrare qualcosa a me stesso e ci sono quasi sempre riuscito a non infognarmi (anche se ahimè i periodacci capitano a tutti), dell’erba credo che non mi stancherò mai e oggi che, pur non avendo una prole, ai figli ci penso più di quando iniziai a fumare e credo che cercherò di educarli facendoli ragionare con la loro testa, accompagnandoli nella vita, evitando di far battere loro delle boccate evitabili, ma facendogli fare ciò che più interessa a loro. Proibire o nascondere, negare l’evidenza, far finta che il mondo sia buono e che la vita sia facile non serve a niente. Preferisco spiegarti come riconoscere un pacco piuttosto che dirti che la droga non esiste, le esperienze che ho fatto io le ho fatte a prescindere dalla storia di mio fratello, da don bosco, la messa il sabato mattina, mia madre che piangeva o i ceffoni presi dal babbo quando mi beccarono la prima panetta. Adesso quando faccio i giri con mia madre e becchiamo i pischelli che si fanno le canne mia mamma riconosce se è erba o fumo e spesso mi ricorda che la mia fa sempre un profumo migliore.

potpot23
01-03-20, 09:03
Bella Gam!
Pensa che quando ero un pischelletto, a casa della mia ex fidanzatina, sua madre trovò il mio fumo, lo prese per un dolciume e lo mise nella ciotola delle liquirizie in salotto...:biggrin2:

La mia storia è simile alla tua, anche io ho dovuto educare i miei più che essere educato da loro in questo argomento..
I genitori forse in buona fede vorrebbero proteggere i figli ma non si rendono conto che l'unico modo di proteggerli davvero è parlare della cosa, senza ipocrisie o bigottismo, dando delle informazioni vere.

J.White
02-03-20, 13:17
Durante i miei 17 anni o giù di lì, decisi di buttare un semino dell erba comprata in un vasetto, cosa sperimentale, non volevo e non mi interessava il prodotto, chiaramente tutto nascosto da mia madre, dopo l emergenza misi il vaso con la piantina nel mio terrazzino pensando di essere al sicuro, coprii tutto con il canneto per via della strada e passaggio macchine, poi dovetti andare via di casa per una settimana e oltre, e lasciai li la pianta a morire...
Tornato a casa neanche ci pensai più, uscii in terrazzo per fumare la solita canna e vidi la piantina esplosa, si era ingrandita parecchio e quasi superava il canneto, cappii che mia madre se n era presa cura...
Dovetti abbatterla per l l'altezza, non sapevo nulla della canapa e non conoscevo l utilizzo delle manipolazioni, avrei attirato troppo l attenzione ma quel giorno capii che quando avessi avuto una spazio mio avrei coltivato e così è stato...
Meno male che i miei sono stati fattoni, quindi niente schiaffi per me, mi sono sentito sempre molto libero, a meno di non essere da mia nonna :icon_rolleyes: