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ecko
01-01-70, 01:33
Fonte dell\'articolo?

crasty
01-01-70, 01:33
ma checcazzo di articolo :-] :-] :-] comunque ditemi dove sono ste discoteche-bordelli che mi ci faccio un giro :-D [addsig]

rouge
01-01-70, 01:33
http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=66422,1,1

Senza parole!
Booommm!!!

favolantica_delete
01-01-70, 01:33
Gangino, che sia uno scoop di 25 anni fa???? Perchè allora era uguale se la memoria non mi tradisce.

Randagio
01-01-70, 01:33
non capisco l\'utilità di questo Post... :-?

Randagio
01-01-70, 01:33
Hazico quando prendi qualcosa da un sito, un giornale o qualsiasi altra cosa che non sia scritta di tuo pugno devi mettere la fonte!![addsig]

Gangino
01-01-70, 01:33
bene e dov\' è la notizia??

uffà che palle

:-]

Gangino
01-01-70, 01:33
bò io continuo a vedere inutili e stupidi luoghicomuni e punzecchiamenti gratuiti, cmq non posso che quotare il buon fattone, aooo ma che voi??? :-] :-]

ma non è che sei il nuovo moralizzatore??? :-o :-( :-) :-D :-]

F4ttone
01-01-70, 01:33
Beh. La mia domanda esistenziale rimane invariata però 8-)

HAZICO
01-01-70, 01:33
L’INCHIESTA
I nostri figli sono dei mostri
A dodici anni vanno in discoteca, al pomeriggio, si intende. A quattordici hanno il primo rapporto sessuale e si fumano la prima canna. A quindici fanno i pr nei locali alla moda. E a sedici sono pronti al grande salto: andare a ballare dopo mezzanotte, ubriacarsi fino a star male e andare a dormire alle sei della mattina. Pazienza se il giorno dopo c’è scuola. «L’importante è che i miei sappiano che farò tardi. Basta avvertirli», spiegano i più come se fosse la cosa più normale del mondo.
Non importa alle nuove generazioni sapere che fino a qualche anno fa a tredici anni si giocava ancora con le bambole o le macchinine, loro sono diversi, più precoci e fanno di tutto per dimostrarlo. A loro stessi, ai loro coetanei e, soprattutto, ai “grandi�. Così, arrivati a diciotto anni si guardano indietro e si rendono conto di avere già fatto tutto.
Non è un luogo comune, ma la realtà con la quale ci si scontra girovagando davanti alle scuole e nei locali frequentati dai ragazzini ad ogni ora del giorno. «Ma i giovani non sono tutti così - dice Alessandra, 18 anni - non vanno mica tutti a ballare. E poi anche tra chi frequenta le discoteche solo la minoranza tende sempre a esagerare». Sarà , ma anche Alessandra che frequenta una scuola cattolica milanese alla fine è costretta ad ammettere che, soprattutto le nuove generazioni, tredicenni e quattordicenni, sono molto più svegli della norma. Soprattutto dal punto di vista sessuale.

SESSO NEI BAGNI DELLE DISCOTECHE
«C’era un gruppo di ragazze l’anno scorso nella discoteca che frequentavo al sabato pomeriggio che non aveva alcun tipo di inibizione - racconta Carlotta, 15 anni, pr in erba -, bastava che un tipo qualsiasi dicesse loro qualcosa nell’orecchio e queste si abbassavano come niente fosse». Sesso orale davanti a tutti? «Bhe, si, o andavano nei bagni oppure in qualche angolo del locale e davano inizio a una serie di rapporti a catena», ammette Carlotta, che non mostra alcun tipo di imbarazzo nel raccontare le avventure delle coetanee. Le fa eco Claudio, 18 anni, più grande: «Ecco perchè poi hanno tolo le porte dai “cessi�».
In molti locali, infatti, non vi è nessuna parete che separa i bagni dalla sala. I gestori giustificano la scelta con la volontà di far rispettare la legge che vieta il fumo nei luoghi pubblici, ma di fatto, c’è anche chi ammette che è un modo per tenere sotto controllo le ragazze «troppo disinibite» pronte a infrattarsi accanto al lavandino o alla turca. Che sarà poco romantico, ma che pare sia “di gran moda�. Soprattutto quando a incentivare baci e palpatine è il vocalist della stessa discoteca. Ad un tratto le luci si spengono, il volume della musica si abbassa e una voce amplificata incita i minorenni ballerini a toccarsi e a baciarsi. Il tutto a mente lucida perchè la maggior parte dei ragazzini che frequenta le discoteche al pomeriggio non dovrebbe bere nemmeno alcolici.

NO ALCOL, NO PARTY
La legge, infatti, impone di servire ai minorenni solo soft drink. Anche se ci sono eccezioni che confermano la regola, visto anche la cultura nei cocktail che i discotecari sfoggiano. «A me piace l’Invisibile». Che cos’è? «Un mix di quattro bianchi che sono rum, vodka, gin e triple sec». Un miscuglio capace di stendere anche un cavallo. «Io vado sul classico, un cuba non si rifiuta mai». Per la maggiore vanno anche Vodka Lemon, Vodka red bull e Sex on the beach, più per il nome che per il sapore. Il sesso, del resto è tutto. Ma se da una parte le ragazze sono orgogliose di gridare ai quattro venti di essere assolutamente disinibite, dall’altra i ragazzi sembrano essere quasi preoccupati. Dopo un primo, «se te ne vuoi fare una ci metti due minuti, le ragazze ci stanno subito», si scopre che tutto sommato i più preferirebbero tornare al vecchio corteggiamento. O forse è solo una posa. «A volte non c’è nemmeno più gusto», dice Tommy, 16 anni di passaggio al sabato pomeriggio e pronto per una serata «da paura». «Sono venuto qui a fare la spesa», ammette, che in gergo significa rubare qualche occhiale di marca, cappellini e cinture griffate da rivendere.

GUERRA TRA BANDE
La guerra tra “ragazzi bene� e “ragazzi di periferia� o “zarri� è sempre e perennemente in corso. Nel primo pomeriggio quattro o cinque motorini con la marmitta truccata fanno incursione nel piazzale delle discoteche più alla moda, scelgono la preda e attaccano. Armati di occhiale scuro e, se capita, qualche piccolo coltellino, si fanno consegnare tutto ciò che posso rubare nel breve tempo, e poi filano via. La serata li attende. E la notte, soprattutto in periferia, ci si sballa davvero.

PASTE E CARTONI A 10 EURO
Oltre alle canne, ad andare per la maggiore sono “paste� e “cartoni�. Le prime sono eccitanti che si sciolgono sopra la lingua e a solo 10 euro l’una ti permettono di stare in botta per tutta una serata, «io però me ne faccio due all’inizio così poi non ci penso più», dice Luca, 17 anni. Che nonostante sia minorenne riesce a tornare a casa ubriaco tutte le sere. I cartoni, pezzi di carta imbevuti di lsd, invece, si mettono sotto la lingua, sono allucinogeni e costano 15 euro l’uno. «Solitamente funziona così: una ragazza, carina, ti si avvicina, ti bacia, ti butta in bocca una pasta e se ne va. A quel punto tu rimani fatto tutta la sera senza aver pagato niente. La volta dopo, visto che ti è piaciuto, torni in discoteca, cerchi la ragazza che però non ti bacia più, ma ti porta dal fidanzato spacciatore». Ecco fatto, missione compiuta. E il mix tra alcol e droga diventa esplosivo.

CANNE E COCA A SCUOLA
Chi, invece, non volesse rischiare di passare la serata senza “roba�, non deve fare altro che passare a scuola. Già , il parco è passato fuori moda e la stazione è troppo pericolosa. I ragazzi si sono organizzati e in ogni scuola è possibile trovare il proprio spacciatore “di fiducia�. Basta chiedere e tra fumo, Maria, Caramello, Chocco, Skunk e cocaina c’è l’imbarazzo della scelta. In tanti, però, non si limitano a fare acquisti e non è difficile nei bagni o durante l’intervallo trovare chi “testa� la qualità della merce. Il tutto sotto l’occhio indisturbato di professori e genitori che, come al solito, non si accorgono mai di nulla. E se prima il fenomeno “canne a scuola� era limitato alle scuole superiori ora c’è anche chi giura di fumare anche alle medie. Piccole donne e piccole uomini crescono.

HAZICO
01-01-70, 01:33
.....l\'articolo l\'ho trovato in rete.........comunque, se qualcheduno ha dei dubbi in proposio, verifichi di persona .....è veramente così..

HAZICO
01-01-70, 01:33
...ora vi posto questo e così siete tutti + contenti..
Droga e Centri Sociali



I Centri Sociali sono una presenza politica sul territorio, radicale e antagonista alla società del capitale e del conformismo di massa. Essi non sono isole liberate o felici, ma realtà propositive in movimento; non si sono scrollati di dosso tutti i problemi e le contraddizioni dell’odierna società : cercano di combatterli e di proporre vie nuove ed alternative da seguire.

I mass-media (che quando parlano di C.S. in genere sparano grosse cazzate) tendono ad omologare ed uniformare il fenomeno, definendo uno stereotipo di C.S., come fossero tutti dei “Leoncavalli� più o meno grandi, tutti con le stesse caratteristiche trasgressive, tutti riconducibili all’area politica dell’ “autonomia�.

Non è così. Essi costituiscono una realtà variegata e diversificata, sia per aree di appartenenza politica, sia per i diversi ambiti e le diverse modalità di azione.

Vi sono C.S. occupati e non, anche se tutti nascono da momenti di lotta e rivendicazione di bisogni negati, C.S. di ispirazione politica prevalentemente anarchica o marxista, anarcopunk o “autonoma� (non ho mai sentito parlare di C.S. “di destra�, e spero di non sentirlo mai).

Essi si muovono in diversi ambiti di intervento, che vanno dall’azione politica sul territorio (es. lotte a fianco di operai, immigrati, disoccupati, ecc.), ai momenti di aggregazione (assemblee, concerti, teatri, film...), ad attività sociali (le più svariate: corsi di musica, danza ecc., sale prova per i gruppi musicali, mense, palestre, ecc. ecc.), alla controinformazione (diffusione di materiale autoprodotto e di “movimento�, libri, volantini, opuscoli ecc.), alla solidarietà con altre situazioni discriminate e represse.

Ognuno ha le sue proprie peculiarità e caratteristiche; la pratica che li accomuna è quella dell’autogestione e dell’autodeterminazione individuale e collettiva dei propri percorsi.

Tutto ciò delinea un quadro di azione contro ciò che isola, emargina ed opprime gli individui e contro i meccanismi perversi di questa società che generano malessere e disagio, frustrazione e alienazione.

E definisce una realtà scomoda per la classe e la cultura dominanti, che tendono a reprimere e rimuovere tutto ciò che sfugge al loro controllo e che si schiera apertamente contro di loro.

In queste situazioni, la droga è da tempo usata dallo Stato come elemento di disgregazione e destabilizzazione oltre che di criminalizzazione e demonizzazione di realtà antagoniste.

Negli anni ‘70 la droga fu massicciamente diffusa e impiegata per contrastare le istanze libertarie e rivoluzionarie di una generazione scomoda e ribelle.

Qualcuno obietta che queste sono le solite tesi dell’ultrasinistra minoritaria e che il movimento non è stato fregato tanto dalla droga, ma dalle sue debolezze “patologiche�; ed ancora che la droga è un fenemeno profondamente ed intrinsecamente sociale che ben poco ha a che vedere con il politico; tutto ciò sarà anche vero, ma secondo me è altrettanto vero che lo stato borghese temendo comunque ogni forma di minaccia al suo dominio, per quanto minoritaria, utopista e disorganizzata potesse essere, ha (tra le altre cose) volutamente usato, allargato e diffuso il consumo di droga pesante nel tentativo di scongiurare ben più gravi pericoli; e lo fa tuttora.

Nei Paesi Baschi lo stato spagnolo ha letteralmente “pompato� fiumi di droga per frenare l’adesione politica militante delle nuove generazioni alle rivendicazioni indipendentiste dell’ETA. Operazione direi riuscita. Meno marcatamente ma lo stesso è successo nell’Irlanda del nord. Lo stato tedesco ha sommerso di droga i quartieri metropolitani che esprimevano un alto livello di resistenza e di opposizione radicale ai modelli imposti dalla società capitalista (vedi Kreuzberg a Berlino). Le banlieues parigine, enormi ghetti di disagio ed emarginazione, vere potenziali polveriere, sono invase di droga dallo stato francese nella speranza di “sedarle�.

E non è nemmeno detto che se non ci fosse nessuna domanda l’offerta di droga cadrebbe da sola, poichè in questa società mercantile a volte è l’offerta stessa che genera la domanda, basta pensare a quanti bisogni fittizi sono abilmente indotti quotidianamente.

Comunque oggigiorno la droga è trasversalmente presente in ogni ambito e settore della società , quindi non c’è alcun bisogno di sforzarsi a diffonderla ulteriormente. Basta all’occorrenza incanalarla verso le realtà che danno fastidio, renderla visibile dove si vuole che lo sia (ad esempio spingendo i puscher e i “giri� verso le aree scomode), concentrare malessere e disagio sociale in determinate zone invece che in altre. Così si creano i ghetti e si costruiscono i presupposti per lanciare il problema di “ordine pubblico� e convincere l’opinione pubblica (sempre più drogata dai media) che è necessario intervenire e reprimere, per salvare i “civili conviventi� (!?) dal pericolo droga e dai rischi connessi: criminalità , aids, prostituzione, bla bla bla...

Per questo ai C.S. viene spessissimo affibiata l’etichetta di luoghi di spaccio, consumo, uso e abuso di droga.

Va da sè che non è vero, ma intanto il messaggio che passa è chiaro: chi si ribella è un drogato e un portatore di devianza. Bene, ammesso (e non concesso) che questo sia un male, vediamo come stanno le cose un po’ più da vicino.

Innanzitutto bisogna distinguere le droghe (quelle illegali) tra leggere e pesanti. Come tutti sanno (o dovrebbero sapere) le droghe leggere, cannabis e derivati, sono innocue, non danno assuefazione, non alterano più di tanto lo stato di attenzione e coscienza di chi le usa, tendono ad aggregare e non ad isolare gli individui. Le droghe pesanti (eroina su tutte) sono praticamente l’esatto contrario.

Ora, siccome nessuno vuol mettere in discussione la libertà di ogni individuo di fare le scelte di vita che più gli aggradano, e la pura e semplice repressione poliziesca di fenemeni sociali così complessi è palesemente inutile (e strumentale), i C.S. sono in generale su posizioni favorevoli alla liberalizzazione e depenalizzazione di tutte le droghe, ma direi che al loro interno la droga leggera è accettata per la sua palese innocuità , la droga pesante è invece criticata per il tipo di dipendenza opprimente e totalizzante che genera. In sostanza il tossico non viene respinto nè discriminato, ma piuttosto considerato portatore di un comportamento rischioso e “non affidabile�; si tende quindi alla ricerca di meccanismi volti all’accettazione-superamento del problema attraverso percorsi di liberazione e di crescita individuali e collettivi (lo stesso concetto dei gruppi di auto-aiuto autorganizzato).

Anche qui qualcuno potrebbe obiettare che in questa società le dipendenze altrettanto pesanti e dannose da evidenziare e criticare sono tante: dal lavoro salariato all’automobile, dal denaro alla TV, e via dicendo. Vero anche questo, ma a me il paragone con la dipendenza da eroina sembra un passo troppo lungo. Ad esempio se non vado a lavorare, perdo i soldi (e forse il lavoro) ma mica sto male fisicamente, anzi..; se non ho la macchina per viaggiare uso un altro mezzo, arriverò più tardi, ma arrivo lo stesso; se non guardo per qualche tempo la TV non vado certo in carenza. Ma se sono tossico e non ho la roba (o i soldi) per farmi, sono cazzi miei, mica posso dire: beh, pazienza, vuol dire che mi farò domani...

Voglio dire che secondo me c’è una bella differenza fra la dipendenza dai ricatti (o dalle imposizioni) sociali, e la dipendenza da sostanze a cui non si può rinunciare o che sono comunque difficilmente gestibili; nel primo caso mi posso sempre ribellare, nel secondo il percorso di uscita è ben più lungo e travagliato.

Ciò non toglie che i C.S. siano schierati contro tutte le assuefazioni e le dipendenze dannose e nocive che questa società genera, e che esse siano costantemente messe in discussione.

HAZICO
01-01-70, 01:33
...eh dai, che alla fine siete contenti che sia arrivato un personaggio come me a poortare una ventata di novità !!..sempre gli stessi lamenti altrimenti, sai che @@@@@@@@

..............booooommmmmmmm!!!!