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mushruming
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NYT: LA FOLLIA DA SPINELLO DEGLI ZAR
Tratto dal \"New York Times\" del 26/08/2006
di John Tierney
Traduzione a cura di Marcella Casu

Amsterdam - Arjan Roskam, creatore della premiata varietà di marihuana \"Arjan\'s Haze\", tiene appese al muro del suo coffee shop di Amsterdam dozzine di fotografie delle celebrità che gli hanno fatto visita. C\'è Eminem, Lenny Kravitz, Alicia Keys, Mike Tyson - ma sinora nemmeno un singolo zar della droga della Casa Bianca. Peccato.

Gli zar hanno preferito criticare da lontano. In passato hanno definito la politica olandese sulla droga \"un assoluto disastro\", compiangendo gli \"zombie stonati\" di Amsterdam e le sue strade piene di \"tossici\". La passione anti-marihuana è solamente aumentata nel corso dell\'amministrazione Bush, che ha fatto della lotta alla cannabis una priorità .

Più di mezzo milione di americani viene arrestato ogni anno per possesso di cannabis. L\'amministrazione Bush non può sopportare nemmeno che venga usata a fini terapeutici dai malati terminali. Perché rischiare che un po\' di quella roba finisca nelle mani di giovani che potrebbero diventare fumatori abituali di canne, consumatori di crack o drogati?

Ma se i guerrieri americani venissero qui, imparerebbero qualcosa anche se non provassero ciascuna delle dozzine di varietà di marijuana venduta legalmente nei coffee shop provvisti di una specifica licenza. Potrebbero constatare che i clienti che tirano boccate a uno spinello in genere non appaiono molto più simili a zombie della gente che sta nei bar - o, per stare in tema, di una sottocommissione parlamentare che ascolta una lezione sui mali provocati dalla marihuana.

E se parlassero con Peter Cohen, un ricercatore olandese che ha studiato il consumo di droga per venticinque anni, scoprirebbero qualcosa di ancor più sorprendente. Anche se la marihuana è stata largamente disponibile dagli anni \'70, abbastanza da corrompere un paio di generazioni, i Paesi Bassi non sono stati distrutti dalla follia da spinello.

Mettendo a confronto Amsterdam e San Francisco, un\'altra città portuale di tradizione liberale, Cohen e altri ricercatori hanno scoperto che gli abitanti di San Francisco che hanno provato uno spinello sono quasi il doppio. Cohen non è certo di quali siano precisamente i fattori culturali ed economici responsabili dei differenti modelli di comportamento in America e in Olanda, ma ritiene di poter trovare una spiegazione.

«Le politiche sulla droga sono irrillevanti», afferma Cohen, già direttore del Centro di ricerca sulle droghe dell\'Università di Amsterdam. È logico, sostiene, teorizzare che metter fuori legge una sostanza abbia un impatto, ma l\'esperienza ci mostra qualcos\'altro, sia in America sia in alcuni Paesi europei con leggi più restrittive di quelle olandesi ma con un non minore consumo di droga.

La buona notizia sulle droghe, continua Cohen, è che le differenze tra i vari Paesi non sono così importanti - i livelli di dipendenza sono di norma bassi in America come in Europa. La cattiva notizia è che una sporadica moda viene fatta passare per una crisi che porta a cattive leggi.

«La proibizione non riduce il consumo, ma ha altre conseguenze», afferma. «Ruba moltissimo tempo alle forze dell\'ordine e crea ampi margini di entrate per i criminali».

In Olanda, queste entrate vanno invece ai proprietari dei coffe shop e al governo, che esige tasse pesanti. Inoltre impone delle norme rigorose su quanto accade nei coffe shop, incluso chi può essere servito (niente minorenni) e quanto può essere venduto (cinque grammi per cliente). Qualsiasi comportamento irregolare o disturbo della quiete pubblica può far chiudere velocemente il negozio.

Per evitare i problemi al Green House, Roskam ha preso telecamere a circuito chiuso e uno staff che raccomanda ai novizi di limitarsi a piccole dosi e di proteggere i polmoni usando il vaporizzatore. Diversamente da chi compra per strada in America, i consumatori sanno perfettamente quanto è forte ciò che stanno prendendo, il che è particolarmente utile per le centinaia di persone con sclerosi multipla e altre malattie, che fanno fanno un uso terapeutico della marihuana.

Roskam si burla dei prodotti di strada reperibili negli Stati Uniti, che ritiene troppo costosi e tagliati male. Ma riconosce una caratteristica del mercato americano con la quale non può competere.

«Le droghe sono semplicemente considerate poco interessanti qui\", sostiene. \"Una delle mie migliori amiche non aveva mai fumato cannabis, non ha mai voluto provare nemmeno uno dei miei prodotti. Poi, a 32 anni, è andata in vacanza in America e ha fumato per la prima volta. Le ho chiesto perché, e lei ha risposto: \'Lì era più divertente. Era illegale\'».

favolantica_delete
01-01-70, 01:33
Usa. California. Autorita\' federali arrestano coltivatrice di cannabis terapeutica autorizzata dallo Stato
8 Gennaio 2007


Una signora anziana ha cominciato a scontare una pena di 41 mesi di reclusione in una prigione federale lo scorso 4 gennaio. Stephanie Landa, 60 anni e madre, ha cominciato la sua prigionia a mezzogiorno dopo una conferenza stampa sui gradini della prigione federale di San Francisco.
Nel luglio del 2003, su consiglio dei suoi legali, Landa si dichiaro\' colpevole di aver \"gestito un posto per la coltivazione della marijuana\" e fu successivamente condannata dal giudice federale William Alsup a 41 mesi di prigione.
Lansa fece appello e fu liberata in attesa della decisione della nona corte d\'appello federale, ma lo scorso mese il giudice Alsup le ha ordinato di cominciare a scontare la sentenza dal 4 gennaio.
Organizzata da militanti e gruppi di pressione, la conferenza stampa -seguita da diversi politici locali tra cui i Supervisori dei conti Tom Ammiano e Chris Daly- aveva l\'obiettivo di condannare la continua persecuzione da parte del Governo federale dei pazienti che utilizzano la cannabis terapeutica e di chi da\' loro assistenza, e per portare l\'attenzione sulla possibile collaborazione della polizia antinarcotici di San Francisco con le autorita\' federali nell\'identificazione e nella caccia ai sanitari, contravvenendo lo status di conclave dichiarato dalla Citta\' di San Francisco. La citta\' californiana, infatti, come gia\' lo Stato della California, ha da tempo permesso la coltivazione della cannabis per uso terapeutico nonostante il conflitto con la legge federale.


Dite la vostra qui (http://www.aduc.it/dyn/eutanasia/noti.php?id=166591)