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Mkb
07-09-11, 16:34
E’ molto difficile pensare che la logica possa avere un senso quando si parla dell’argomento cannabis e quindi sperare di vincere con la logica, nonostante i contributi di personaggi illustri come il prof. Grinspoon o il prof. Gessa è pura utopia!

Molti di noi erano giovanissimi e altri non ancora nati, quando più di quarant’anni fa Marco Pannella iniziava la sua provocazione per portare il tema del proibizionismo all’attenzione dell’opinione pubblica, sono passati quarant’anni e la difficoltà nel far comprendere i danni del proibizionismo e della necessità di portare l’argomento in ruolo prioritario sembra non essere stata intaccata.


Sembra che non serva o sia inutile parlare degli interessi mafiosi, di quelli delle case farmaceutiche, delle industrie del petrolio, dell’inutile impiego delle forze dell’ordine scatenate contro una criminalità che non esiste, dell’affollamento nelle carceri e delle difficoltà nei tribunali, sembra ormai una giaculatoria senza senso!


L’unica cosa che possiamo realmente fare è passare all’azione, prenderci le nostre responsabilità, vincere il senso di imbarazzo ed iniziare di nuovo a parlare di cannabis per uscire tutti insieme dal ghetto culturale nel quale ci ha relegato la fini-giovanardi!


Oltre al contributo del prof. Grinspoon, al work shop di Tilt hanno inviato un video messaggio Zulu dei 99 Posse e Marco Morandi, esprimendo tutta la costernazione per dover ancora schierarsi in difesa di un diritto inalienabile e invitando le persone e gli artisti in primo luogo ad assumersi il coraggio attraverso un “outing”, necessario per far comprendere quanto insana e insulsa sia la guerra che in Italia si sta consumando ai danni dei consumatori e coltivatori di cannabis in proprio.


Ma siamo sempre allo stesso punto, qualcuno, i più intrepidi, il coraggio lo trovano “pur di non viver come bruti”, ma per il resto della società, cosiddetta “civile”, è pur sempre un argomento di droga e di drogati.
Far comprendere le motivazioni di una lotta di liberazione non è semplice quando si parla di droga e questa è la prima cosa che dobbiamo fare, togliere questa denominazione ad una sostanza che non differisce da molte altre di uso quotidiano, legale e diffuso, ed anche molto più pericolose, come Alcool e Tabacco.


La seconda cosa, che forse è più importante della prima, è chiamare il popolo eterogeneo e variegato dei consumatori di cannabis ad assumersi la responsabilità di questa lotta di liberazione per togliere milioni di persone dall’incubo della criminalizzazione.


Possiamo classificare in tre tipologie i consumatori di cannabis:


- Persone con problemi di salute

- Ricercatori spirituali

- Estimatori della pianta proibita

Nel primo caso pensiamo che la tolleranza e la comprensione debbano avere il primato su qualsiasi opinione, in quanto di fronte alle sofferenze e trovando rimedi non convenzionali, nessuno dovrebbe impedire a chi ne ha bisogno, di trovare conforto e sollievo da qualsiasi cura, sia questa riconosciuta o meno dalla convenzione sociale e a questo proposito vorremmo evidenziare di come anche la convenzione sociale possa indurre a scelte sbagliate e dannose, come fu nel caso della libera vendita di eroina e cocaina esercitata per varie terapie fino ai primi decenni del secolo scorso.
Nel secondo caso vorremmo far presente che l’assunzione di cannabis per scopi di ricerca spirituale è contemplata in molte forme religiose, tra cui annoveriamo i Rastafariani, i Cristiani Copti, i Sufi, gli Induisti Shivaiti, lo Sciamanesimo, gli Animisti e i Canteisti. Il minimo comune denominatore che lega questi percorsi spirituali è costituito dalla convinzione che la cannabis abbia un valore sacro ed essendo un veicolo spirituale, non se ne possa vietare l’uso in quanto portatrice di Valori Universali.


Nel terzo e ultimo caso, possiamo affermare con assoluta certezza che gli estimatori della cannabis ad uso ludico e ricreativo appartengono a tutte le classi sociali, sono composti da persone di tutte le età, sono ampiamente diffusi in tutto il territorio nazionale e impegnati nelle più diverse occupazioni, dagli studenti, agli operai, agli impiegati, ai liberi professionisti, ai medici ed anche ai politici, tutte categorie che quotidianamente operano per il benessere personale e per quello della collettività e che mantengono la loro vita integerrima da un punto di vista sociale, sanitario, fiscale e familiare e che neanche lontanamente possono essere accusati di attività criminali legate a comportamenti anti etici.


Ebbene, che tu sia un paziente affetto da patologie particolari, che tu sia un ricercatore dello Spirito, o che tu sia semplicemente una persona che apprezza la cannabis per il suo effetto calmante e per la sua proprietà socializzante, tu sei un potenziale criminale e rischi la galera!

Oggi, a differenza di qualche tempo fa possiamo contare su due nuovi elementi: le indicazioni scaturite dalla Global Commision per una regolamentazione della cannabis e l’indignazione montante contro l’ottusità della castocrazia.
Noi dell’ASCIA stiamo continuando a studiare modi e tempi per dare visibilità alla nostra battaglia, ma questa è una guerra che non si può combattere per delega, ognuno deve partecipare e dare il suo contributo per smascherare le bugie e spalare il fango gettato sulla cannabis e sui suoi consumatori.


Giancarlo Cecconi – ASCIA
Legalizziamolacanapa.org Team (http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=2507)