Ciao luca… giovedi’ 14 giugno il saluto a condove reg. Gravio ore 15.00
di Marco Giavelli per Luna Nuova
http://www.notav.info/post/ciao-luca...vio-ore-15-00/
CONDOVE – Per tanti, il primo istintivo pensiero è stato lo stesso: Luca se n’è andato, e lo ha fatto insieme alla sua moto, la passione di una vita. Non basta questo, certo, per affievolire il dolore indescrivibile provato dai genitori, dai parenti, dai tanti amici, dalla sua fidanzata Gloria, a cui il destino ha portato via qualcosa di grande. Ma è significativo che per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio, mamma Valeria e papà Giorgio stiano pensando «ad una cerimonia il meno mesta possibile in mezzo alla natura, come lui avrebbe voluto. Per questo chiediamo a tutti i suoi amici, motociclisti e non, di rivolgergli un messaggio di saluto. Noi non riusciremo a trattenere le lacrime, ma lo spirito del nostro ragazzo raggiungerà lieve la sua collocazione tra le stelle più brillanti del firmamento».
Era un volto molto conosciuto in valle, quello di Luca Moletto. «Era un gran lavoratore ed aveva intrapreso l’attività di decoratore per passione, mettendo nel cassetto il diploma di geometra», ricordano i genitori. Sabato mattina era partito da casa alle otto con la sua moto per un tour che potremmo definire “classico”: Aosta, piccolo San Bernardo, Iseran, Galibier, Monginevro, Condove. «Gli ho aperto il cancello augurandogli buon giro, senza stucchevoli raccomandazioni – prosegue il papà Giorgio – So che era prudente e non faceva “mattanate”. Era un “viaggiatore della moto”, amava le strade dei grandi colli a cavallo tra Italia e Francia e ogni volta, al suo ritorno, riportava a casa tante belle fotografie. Per noi, suoi genitori che guardavamo al futuro con gli occhi di quell’unico figlio, è un dolore tremendo, che nulla potrà lenire. Ma cercheremo di tirare avanti come prima, proprio per rispetto a lui. Glielo dobbiamo».
Da due anni, Luca aveva una relazione sentimentale con Gloria, una ragazza 20enne di Susa. «Si amavano profondamente e teneramente, di quel sentimento fresco e giovane che contagiava chi stava loro vicino. A lei la vita ha riservato un colpo a tradimento proprio quando dovrebbe essere lieta e spensierata. Le vogliamo tanto bene e speriamo che vorrà condividere con noi la memoria di Luca anche quando, metabolizzato il dolore, tornerà, come è giusto, a vivere e ad amare. Luca ha sempre saputo scegliere con la sua testa. Lavorava duro, senza curarsi dell’orario. Non aveva grilli per la testa, non beveva, non fumava, solo due grandi passioni: Gloria e la moto».
Anche lo sport aveva occupato un angolo importante della sua vita. Grande tifoso del Toro, Luca aveva giocato per diversi anni a basket, sbocco naturale per un ragazzo di statura superiore a 1,90 e dal fisico prestante: «Avevamo iniziato insieme, ai tempi delle scuole medie – lo ricorda Gianmarco Galfano, suo coetaneo – dopo le giovanili, Luca aveva militato per tre anni in prima squadra nel campionato di Promozione con la maglia del Condove. Aveva una marcia in più, specialmente sotto canestro: ricordo una partita in cui fece 35 punti. Ricordo anche quando una volta, in allenamento, era riuscito a fare canestro da dietro la schiena».
Un hobby che poi aveva in parte accantonato sul finire delle scuole superiori, anche per motivi di studio e di lavoro. Luca, come detto, era infatti un gran lavoratore. «In inverno, stagione critica per la sua attività, imbracciava la motosega e si andava a fare la legna per la caldaia con “pà”, come mi chiamava, lo zio Mario ed i cugini Fabio e Dario – continuano i genitori – Era un ragazzo onesto, sensibile, dalla battuta sempre pronta, facile al sorriso, rispettoso dell’ambiente. Rispettava il prossimo e sapeva ottenere rispetto. Come tanti giovani della valle, credeva nella necessità di opporsi al Tav in una prospettiva futura». Luca aveva infatti aderito ad Etinomia, associazione di imprenditori etici per i beni comuni, «e noi ne eravamo orgogliosi», concludono Giorgio e Valeria.
Come non ricordarlo, insieme ai suoi genitori, alle tante manifestazioni No Tav di questi anni, così come in val Clarea intorno alle recinzioni del cantiere, anche nei momenti più difficili: «Luca era sempre presente – scrive di lui il comitato No Tav di Condove, in un ricordo pubblicato sul sito www.notav.info – abbiamo respirato insieme i gas lacrimogeni nell’estate scorsa e ce lo ricordiamo ancora durante gli ultimi eventi monitorare la situazione lungo le strade della valle, a bordo della sua inseparabile moto, e comunicarci la situazione con gli sms. Luca era sovente ironico, soprattutto quando ci si trovava in compagnia sua e dei suoi genitori: riusciva sempre a scherzare su quanto affermava suo padre Giorgio con uno stile che diremmo “anglosassone”, segno di quello straordinario rapporto che legava tutta la famiglia»
http://www.notav.info/post/ciao-luca/
Luca ci ha lasciato in seguito ad un incidente in moto, insieme a tutto il movimento lo ricordiamo e ci stringiamo intorno alla sua famiglia. Luca era ed è uno di noi, di quelli che non si arrenderanno mai.
Di seguito il ricordo del comitato notav di Condove
Quando chi conosciamo e stimiamo muore ci sembra sempre una cosa ingiusta, certe volte ci sembra ancora più ingiusto, questo è il sentimento che molti di noi hanno provato ieri quando si è diffusa la notizia della morte in un incidente con la sua moto di Luca Moletto, figlio degli amici Valeria e Giorgio e ragazzo con cui tutti noi avevamo un rapporto di simpatia e stima.
Simpatia perché Luca era sovente ironico, soprattutto quando ci si trovava in compagnia sua e dei suoi genitori (magari in una marcia o in un’azione di pressione al cantiere della Maddalena) riusciva sempre a scherzare su quanto affermava suo padre Giorgio con uno stile che diremmo “anglosassone”, segno di quello straordinario rapporto che legava tutta la famiglia.
Stima perché Luca era un ragazzo a posto, serio e maturo nonostante la sua giovane età aveva già intrapreso un’attività in proprio e manteneva contemporaneamente quel legame con il territorio che tutti noi abbiamo ed in particolare hanno i suoi genitori.
Luca era sempre presente alle manifestazioni del Movimento No Tav, abbiamo respirato insieme i gas lacrimogeni nell’estate scorsa e ce lo ricordiamo ancora durante gli ultimi eventi monitorare la situazione lungo le strade della Valle a bordo della sua inseparabile moto e comunicarci la situazione con gli sms.
Ci sarebbero molte altre cose da dire, molte altre riflessioni da fare, ma su tutte una prende il sopravvento: è difficile accettare che venga stravolto l’ordine naturale delle cose, i genitori non dovrebbero mai piangere i propri giovani figli!
Esiste un’affermazione che apparentemente può sembrare banale ma che in realtà ha una sua logica: accettando l’ineluttabilità della morte e senza che questo incida sulle riflessioni fatte, se proprio deve succedere che succeda mentre stiamo facendo quello che più ci appaga e ci piace, questo non lenisce il dolore ma ci fa auto illudere per poter accettare l’evento. Per un grande alpinista morire in un’ascensione sul K2, per un marinaio in una tempesta in pieno Atlantico, per un appassionato di ciclismo al culmine di una scalata al Galibier o al Col de la Bonnette forse ci fa sembrare meno atroce la tragedia; per Luca che era un appassionato di moto, accettando appunto il destino, almeno questo ha fatto il suo corso mentre lui stava praticando la sua grande passione.
Ognuno di noi ha un proprio credo filosofico, una propria visione religiosa o atea della vita, ma tutti siamo sempre impreparati quando succede un evento così tragico come la morte di Luca, l’unica speranza che abbiamo è che esista un “qualche cosa” che vada oltre la vita fisica sia esso l’anima, lo spirito o qualsiasi altra cosa e che esso accompagni i famigliari e gli amici durante la loro vita.
Concludiamo con un quadro simbolico che ci fa piacere immaginare, lo “spirito” di Luca che osserva Giorgio mentre sta curando l’orto alla Boina e Valeria mentre sta preparando qualche confettura, ovviamente questo a bordo della sua moto!!
Tav, la Francia ci ripensa: «Stop Torino-Lione»
La Francia intende riesaminare ed eventualmente rinunciare a dieci progetti di linee ferroviarie ad alta velocità, tra cui la Torino-Lione. E' il ministro del Bilancio Cahuzac a dire che «lo Stato ha previsto una serie di progetti senza averne fissato i finanziamenti. Il governo non avrà altra scelta che rinunciare ad alcune opzioni».
La Francia intende riesaminare ed eventualmente rinunciare a dieci progetti di linee ferroviarie ad alta velocità, tra cui la Torino-Lione: è quanto riporta il Le Figaro. «Lo Stato ha previsto una serie di progetti senza averne fissato i finanziamenti. Il governo non avrà altra scelta che rinunciare ad alcune opzioni», ha dichiarato il ministro del bilancio, Jerome Cahuzac. Secondo il quotidiano, sotto esame anche la Torino Lione, a causa del costo elevato (12 miliardi) e del calo del traffico merci.
Nella hit-parade delle linee ad alta velocità minacciate dai tagli della crisi, ci sono - tra l'altro - la Nizza-Marsiglia e la Torino-Lione, scrive ancora Le Figaro. In particolare, aggiunge il quotidiano, quest'ultima sarebbe «squalificatà per il suo costo (12 miliardi di euro)». Ma anche dal calo registrato nel «trasporto merci, sceso a quattro milioni di tonnellate su quella tratta, contro gli undici milioni di tonnellate vent'anni fa, non gioca a favore di quel progetto».
http://www.unita.it/italia/tav-la-fr...lione-1.429016
Sulla passeggiata notturna. Mario Fontana da Susa
Essendo temporaneamente lontano dalla Valle e di Susa, non ho potuto essere presente alla “passeggiata notturna” No TAV che si é svolta nella notte di sabato 21 luglio intorno al finto cantiere de La Maddalena di Chiomonte.
Leggo sui giornali critiche a non finire contro le “violenze” del Movimento NO TAV e di “infiltrati” di nazionalità varie ai danni delle forze dell’ordine. Perfino l’illuminato Marco Travaglio , che pur definisce la Torino-Lione un’opera “assurda, inutile, perniciosa , criminale e criminogena “, cade nel facile errore di addebitare azioni “violente” a stranieri incappucciati. Ho partecipato più volte a “passeggiate notturne “ intorno al finto cantiere. Accanto a me solo persone che parlavano la mia stessa lingua.
Aborrisco la violenza fine a se stessa ma anche la superficialità e l’ignoranza che in questi giorni infarciscono certi ( anche altolocati ) commenti.
Parliamone , allora, di violenza ed elenchiamo di quali episodi di pura bestialità si é reso responsabile lo Stato ai danni dei Valsusini:
la grottesca e tragica notte del Seghino il 31 ottobre del 2005 quando , dopo aver preso accordi con le Istituzioni locali affinché il territorio non venisse militarizzato, lo Stato ha impunemente tradito i propri cittadini occupandone militarmente l’area dove era previsto il sondaggio del suolo ; l’attacco infame e sanguinario al campeggio di Venaus in una fredda notte del 2005 , dove il vicequestore Sanna , in piedi su una pala meccanica , incitava i suoi uomini al grido di “ schiacciamoli tutti “; l’umiliazione provata dagli abitanti di Mompantero ( Comune italiano degli anni 2000 e non città cilena degli anni ’70 ) a cui le forze dell’ordine impedivano l’accesso alle proprie abitazioni , localizzate in area militarizzata , se non dopo aver mostrato un documento di identità ; la paura negli occhi dei bambini a cui veniva perquisita la cartella al ritorno da scuola. E ancora : gli insulti e gli schiaffi somministrati dalle forze dell’ordine a persone anziane colpevoli di essere presenti allo sgombero de La Maddalena nel giugno del 2011 ; lo scempio delle tende dei campeggiatori ,violate e lordate dai militari ; i lacrimogeni lanciati contro un gruppo di bambini presenti alla manifestazione del 3 luglio dello stesso anno ; i danni permanenti causati a persone inermi dai lacrimogeni sparati ad altezza uomo ; le percosse inflitte ad una signora e ad un giovane da gruppi di militi che di umano non avevano nulla ; l’aggressione a cittadini terrorizzati all’interno di una pizzeria a Chianocco e la distruzione immotivata di parte del locale da parte delle forze dell’ordine ; lo schiaffo morale inflitto dal Presidente della Repubblica , Giorgio Napolitano , che si negò ai sindaci No TAV richiedenti udienza nel segno di quella democrazia partecipata di cui la più alta carica dello Stato si é sempre fatta garante; le auto incendiate degli attivisti No TAV e i presidi distrutti ; gli arresti farsa e privi di motivazione alcuna di decine di appartenenti al Movimento. E per tutta questa violenza nemmeno un colpevole. Tutti salvi dietro ad un anonimato criminale. Tutti assolti dentro ad una divisa anonima.
Il mancato rispetto delle proprie , sacrosante ragioni genera esasperazione. La violenza genera violenza.
Non é il Movimento No TAV che deve accettare con muta rassegnazione l’arroganza e l’umiliazione propinate da uno Stato miope, ottuso e sordo o le decisioni prese da altri Stati.
E’ la Società Civile che deve chiedere a gran voce e al più presto che si segua l’unica strada che é possibile percorrere : quella del dialogo e dell’ascolto. Ma un dialogo fatto tra pari e sull’unico aspetto incontrovertibile di questa vicenda : i dati tecnici.
Che si faccia subito. Che si faccia ora. Prima che sia troppo tardi.
Mario Fontana – Susa
http://www.notav.info/post/sulla-pas...ntana-da-susa/