L’ intransigenza è una virtù.
In questi giorni sulla nota vicenda delle espulsioni 5 stelle ne ho e ne abbiamo sentite di tutti i colori. “Metodo anti-democratico” , “Lesa maestà” fino ad arrivare alle “purghe staliniane” evocate dal vice-direttore di Repubblica, Massimo Giannini. A volte i commentatori politici italiani toccano un così basso livello che, al confronto, i tronisti di Uomini e Donne sembrano docenti universitari. La vicenda è nota a tutti e per giorni interi è stata la notizia principale delle prime pagine di giornali e telegiornali. Da mesi i quattro senatori Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista erano nel mirino degli attivisti e dei parlamentari volgarmente definiti “ grillini”. I gruppi locali del 5 stelle Palermitano (Bagheria, Cinisi, Termini Imerese) denunciavano già da tempo gli atteggiamenti ambigui dei senatori siciliani. Quale è stata allora la goccia che ha fatto traboccare il vaso ? Perché i quattro senatori sono stati espulsi dal movimento?
Loro dicono che hanno solo espresso una dura critica riguardante il modo in cui Grillo ha gestito l’incontro-scontro con Renzi durante le false Consultazioni; in verità hanno compiuto un vero e proprio atto di
sabotaggio. Perché utilizzo questo termine che ricorda un ambiente militare”? Perché, come scrive Beppe Grillo nel suo libro, “Siamo in guerra” , una guerra democratica senza esclusione di colpi. Non a caso
Alessandro di Battista dichiara: “io non posso lasciare la “trincea” sapendo che mentre sferro un “attacco” (...) qualcuno mi sparerà, scientemente e volutamente alle spalle. O mando via queste persone o finirà che resteremo fermi in trincea”. Quello che numerosi commentatori politici non hanno o non vogliono capire è che
il movimento 5 stelle non è un partito che si può permettere correnti e fazioni, ma è una
testuggine che prova a sfondare questo sistema. L’incontro-scontro tra Renzi e Grillo è stata una lezione anche per i movimenti antagonisti i quali dalle pagine del blog Collettivo Militant affermano che “ se ci fosse una forza comunista (antagonista) capace di esprimere una rappresentanza parlamentare, questa dovrebbe prendere a modello quel tipo di consultazione andata in diretta via streaming” .
Di defezioni e espulsioni forse ce ne saranno ancora. E’ utile ricordare che Grillo e Casaleggio i loro eletti li hanno conosciuti dopo il voto, non prima. Sarebbe bello poter selezionare i parlamentari come fanno gli altri partiti, ma , come scrive Marco
Travaglio: “i 5 Stelle scontano un sistema di selezione delle candidature molto più “democratico” di quelli praticati dai partiti”. Di furbetti e arrivisti, la politica ne è piena. Magari non sarà il caso dei quattro senatori, ma la voce di un “ nuovo gruppo parlamentare “che faccia da stampella al governo Renzi puzza parecchio. D’altronde è stato lo stesso Campanella a pronunciare queste parole “Ho idea di manifestare in chiaro il mio dissenso per svolgere il ruolo di catalizzatore di un movimentismo slegato da proprietari di marchio e megafoni ingombranti”.
Spesso è stato rimproverato al 5 stelle di essere “troppo intransigente”. Campanella , riferendosi all’incontro Renzi- Grillo, parlava addirittura “occasione persa”. Per me invece, l’intransigenza è una virtù. Infatti , riprendendo le parole del collettivo militant,: “Gli accordi sottobanco, i confronti sul programma, le tattiche elettorali sono gli strumenti con cui il sistema politico-economico di volta in volta coopta le forze “sovversive” di turno” . Basta pensare alla Lega Nord e a Rifondazione comunista, due partiti “sovversivi” sottomessi al sistema a causa della loro flessibilità sul piano dei programmi.
Questa vicenda magari farà perdere qualche punto nei sondaggi, ma il gioco a chi prende più voti non fa e non deve fare parte dello spirito del movimento 5 stelle. Non a caso piuttosto che far salire sul carro furbetti e arrivisti , si è preferito non presentarsi alle elezioni regionali in Sardegna.
La severità e la durezza sono il male necessario per non finire triturati dal sistema politico-economico.
Francesco Migliore
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